LA SANITA’ PUBBLICA ORMAI NON ESISTE PIU’: IL 68% DEGLI ITALIANI COSTRETTO A RIVOLGERSI AI PRIVATI
ORMAI E’ SOPPIANTATA A CAUSA DELLE INFINITE LISTE DI ATTESA
Il Servizio sanitario nazionale, ormai, non esiste più. Per gli italiani sempre più spesso l’unica soluzione è rivolgersi ai privati a causa dei lunghi tempi d’attesa e della mancata copertura da parte della sanità pubblica di alcune prestazioni.
Sono ben il 67,8% del totale gli italiani costretti a sostenere spese private per la sanità nel caso di visite specialistiche in regime privato o in intramoenia. Il 60,9% sostiene spese private per l’acquisto di parafarmaci, il 55,4% per esami diagnostici, il 46,7% per la cosiddetta prevenzione terziaria (diete, attività fisica) e il 44,6% per l’acquisto di farmaci necessari e non rimborsabili.
Il XXI Rapporto di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità, presentato oggi a Roma al ministero della Salute, evidenzia che i cittadini sono sempre più spesso costretti a rivolgersi alla sanità privata. D’altronde le liste d’attesa infinite non sono ormai una novità e la situazione continua a peggiorare giorno dopo giorno in tutto il territorio nazionale.
Il rapporto evidenzia anche che il 76% dei pazienti con malattia cronica e rara si confronta con le liste d’attesa quando deve prenotare le sue prime visite specialistiche. Percentuale che scende al 68,7% per gli esami diagnostici, al 62,4% per le visite di controllo, al 60% per il riconoscimento dell’invalidità civile, e ancora al 51% per il riconoscimento handicap, al 48,8% per l’accesso alla riabilitazione e infine al 44,4% per gli screening istituzionali.
In totale sono 22 milioni gli italiani con almeno una patologia cronica, tra questi ce ne sono 8,8 milioni con una forma patologica grave. A questa cifra si devono aggiungere circa 2 milioni di persone alle quali è stata diagnosticata una malattia rara. La platea dei caregiver familiari, ovvero di chi deve offrire assistenza a parenti e cari, è invece pari a 8,5 milioni di cittadini che spesso si trovano costretti a rinunciare a spazi importanti della propria vita lavorativa e sociale.
(da La Notizia)
Leave a Reply