LA SVIZZERA VOTA SI’ AL REFERENDUM PER SALVARE I GHIACCIAI
APPROVATO IL PIANO PER LA NEUTRALITA’ CLIMATICA ENTRO IL 2050
I cittadini svizzeri hanno votato oggi per difendere i loro ghiacciai. Con il 58,7% dei “Sì” è passato un referendum in difesa delle vette alpine che chiede al governo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ovvero raggiungere le emissioni nette zero di gas serra, così da mitigare gli effetti del cambiamento climatico causato dall’uomo e dal consumo eccessivo di combustibili fossili.
Un dato per capire la situazione e l’importanza del referendum che si è tenuto oggi in Svizzera: il Paese nell’ultimo secolo ha perso la metà del volume dei suoi ghiacciai. La causa è il cambiamento climatico causato dall’uomo, tanto che negli ultimi anni la crisi si sta facendo sempre più intensa: tra il 2016 e il 2022 è andato perduto il 12% del volume.
I cittadini così confermano il piano del governo e le richieste della comunità scientifica. Anche se dalle opposizioni e da alcuni ambienti industriali arrivano già le prime critiche: il portavoce dell’Unione democratica di Centro, Pierre-André Page, ha espresso timori per l’aumento dei prezzi dell’elettricità e i rischi per l’approvvigionamento. In realtà, già oggi il mix energetico svizzero è fortemente basato sull’energia rinnovabile. Nel 2020 l’energia elettrica consumata in Svizzera proveniva per il 76% circa da fonti di energia rinnovabili: per il 66 per cento da grandi centrali idroelettriche e per il 10,3% circa da fotovoltaico, eolico, piccole centrali idroelettriche e biomassa. Il 20% derivava, invece, dal nucleare e quasi il 2% da rifiuti e fonti fossili. La strada quindi per ridurre a zero le emissioni è già avviata.
Secondo i monitoraggi di Net Zero Tracker 148 dei 198 paesi che fanno parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici hanno dichiarato di voler raggiungere la neutralità climatica. Insieme rappresentano l’88% delle emissioni globali e l’85% della popolazione mondiale. La maggior parte di loro vuole raggiungere l’obiettivo entro il 2050. Ma alcuni paesi sono più ambiziosi: la Finlandia spera di raggiungere zero emissioni nette entro il 2035 e la Germania entro il 2045. Cina e Russia, due dei maggiori emettitori mondiali, puntano al 2060. Se in molti Stati gli obiettivi sono stati semplicemente annunciati dal governo, in alcuni Stati il target è diventato legge. Aggiungendo alla lista la Svizzera, 26 Paesi hanno legiferato per la neutralità climatica tra cui Francia, Germania, Spagna, Danimarca, Giappone e Corea del Sud.
L’Italia ha adottato l’obiettivo comune dell’Unione europea: riduzione del 55% delle emissioni entro 2030, e neutralità climatica entro il 2050. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia e quelli dell’allora Ministero delle transizione energetica, nel 2019 la domanda di energia nel nostro Paese è stata soddisfatta dal gas naturale per il 36%, da petrolio e derivati per il 34%, da fonti rinnovabili (che comprendono idroelettrico, solare, eolico, geotermico e biomasse per il 21%.
Il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha festeggiato il risultato svizzero: “Facciamolo anche in Italia perché i cittadini sono più avanti della politica nonostante la disinformazione”, ha scritto su Twitter.
Oggi in Svizzera sono stati approvati altri due referendum federali. Una riguarda l’introduzione di un’imposizione minima del 15% per le grandi imprese attive a livello internazionale, l’altra il prolungamento fino al 2024 della legge Covid-19.
(da agenzie)
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