LA TELEFONATA DI TRUMP A PUTIN È SERVITA SOLO A RINFORZARE MOSCA
OTTENUTA DAL TYCOON LA RICHIESTA DI UN NEGOZIATO “IMMEDIATO”, PRIMA DI QUALSIASI CESSATE IL FUOCO, LA RUSSIA SI SENTE RAFFORZATA… IL PRESIDENTE UCRAINO: “PUTIN STA CERCANDO DI PRENDERE TEMPO PER CONTINUARE LA GUERRA E L’OCCUPAZIONE”
Cosa sia accaduto in realtà tra i due leader dei quali «nessuno voleva riattaccare», come raccontano le fonti russe, ovviamente non è possibile sapere, ma qualcosa si può dedurre ricordando quali erano state le speranze che Trump aveva riposto in questa telefonata
L’impressione è che in due ore di colloquio Putin sia riuscito a convincere Trump a ribaltare completamente le sue stesse proposte. Invece della tregua per iniziare le trattative, ora sembra trionfare la linea di Mosca sul negoziato per un «possibile cessate-il-fuoco per un periodo determinato a condizione del raggiungimento degli accordi necessari», e la prospettiva «immediata» viene sostituita da «assenze di scadenze precise», mentre la Russia continua l’offensiva in territorio ucraino.
Non si parla più di sanzioni che Trump aveva minacciato di infliggere alla Russia in caso di rifiuto della tregua: anzi, nel suo post il presidente americano evidenzia in maiuscolo le parole COMMERCIO e ILLIMITATE, riferendosi in entrambi alla cooperazione economica con Mosca.
Nessuna sanzione quindi, nessun risarcimento per l’Ucraina, nessuna responsabilità per il regime di Putin: in realtà, anche in tempi di pace
l’interscambio tra Russia e Usa era abbastanza esiguo, ma probabilmente le trattative sui possibili business in comune tra Witkoff e l’emissario putiniano Kirill Dmitriev hanno acceso delle aspettative a Washington.
Ma soprattutto a inquietare è la promessa di Trump di un «negoziato tra le due parti, come è giusto che sia». Resta da capire se questo sia l’annuncio della «uscita dal negoziato» promessa/minacciata più volte dalla Casa Bianca, l’ultima volta soltanto ieri da JD Vance che dice «questa non è una guerra americana».
A giudicare dalla fretta con la quale Zelensky ha richiesto subito un nuovo incontro tra europei e americani, la paura di Kyiv è che Putin sia riuscito finalmente a convincere Trump a volgere lo sguardo verso dossier più promettenti e proficui, abbandonando la resistenza ucraina nelle mani dell’Europa.
In attesa di capire cosa ha promesso il presidente repubblicano al dittatore russo, l’Ue oggi lancerà contro Mosca le nuove sanzioni per non aver accettato la tregua. Una dimostrazione delle scarse aspettative che si avevano nella persuasione telefonica di Trump, e della speranza dei leader europei di riuscire eventualmente a riportarlo in un solco diplomatico condiviso dagli alleati occidentali dell’Ucraina.
(da La Stampa)
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