LE DOMANDE DI MILENA GABANELLI A GALLERA E FONTANA SULLA STRAGE IN LOMBARDIA
SUL “CORRIERE DELLA SERA” TUTTE LE INCONGRUENZE NELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA
Milena Gabanelli e Simona Ravizza firmano oggi un articolo sul Corriere della Sera che riepiloga le tante domande di questi mesi sulla risposta di Regione Lombardia all’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19.
Sul territorio l’epidemia si è allargata alla velocità della luce e a oggi sono morti 11 lombardi ogni 10 mila abitanti, contro i 6 dell’Emilia-Romagna e i 2 del Veneto.
Dai dati dell’Istat e del ministero della Salute emerge che a Milano stanno morendo quotidianamente 90 residenti contro i 30 dell’anno scorso, a Bergamo 21 contro 4, a Brescia 20 invece di 5.
Il primo punto riguarda le rianimazioni in crisi:
A ridosso del 21 febbraio, con i posti letto delle Terapie intensive sottodimensionati (8,5 su 100 mila abitanti contro i 10 dell’Emilia e del Veneto) e il 30% in gestione alla Sanità privata convenzionata, la Regione deve contrattare la loro attivazione con gli ospedali privati in un momento in cui il fattore tempo è determinante. Mentre tutti gli sforzi si concentrano nel potenziare il sistema ospedaliero davanti all’ondata di pazienti in gravi condizioni, ai primari non arrivano disposizioni chiare e al personale medico mancano i dispositivi di protezione.
Poi c’è la strage delle case di riposo, che paga il prezzo del ritardo nella chiusura delle visite dei familiari (dal 4 marzo), la decisione di mandarci i pazienti positivi meno gravi per liberare i posti in ospedale (delibera regionale dell’8 marzo), il mancato sostegno nell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione, oltre alla scarsa formazione del personale di queste strutture in difficoltà a gestire un’emergenza simile.
La Lombardia, che più di ogni altra invoca da sempre l’autonomia, è la Regione che dall’inizio dell’epidemia la esercita meno.
Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo vengono spese intere giornate a convincere il governo di Giuseppe Conte a prendere provvedimenti per blindare l’Italia ma, pur sapendo l’urgenza di chiudere Nembro e Alzano nella Bergamasca, il governatore Attilio Fontana e l’assessore Giulio Gallera aspettano il decreto della Presidenza del Consiglio del 7-8 marzo.
Certo i sindaci, a partire da Giorgio Gori, e le aziende erano contrarie ai provvedimenti restrittivi, ma il governatore e il suo assessore sapevano a quali rischi stavano esponendo la popolazione e quindi potevano e dovevano decidere diversamente.
E qui si può ipotizzare che proprio la volontà di non andare contro il mondo produttivo abbia convinto Gallera & Fontana a provare a mandare avanti il governo.
Ci sono poi le giravolte sui tamponi, perchè prima decidono di eseguirli solo sui plurisintomatici seguendo la disposizione del ministero, così come la scelta di aumentarli è frutto di una disposizione del governo. La Regione ha puntato tutto sull’ospedale alla Fiera di Milano che oggi ospita dieci malati mentre i posti letto dovevano essere seicento. Il nosocomio è costato la bellezza di 21 milioni di euro. Ma oggi, dice Gallera, “non serve”. Infine c’è l’incognita della riapertura:
Chi ha chiuso l’attività si presume che abbia messo in atto un piano di distanziamento sociale e riorganizzato gli spazi nelle mense, ma chi non ha mai chiuso, che piani di sicurezza ha?
L’assessore alle Attività produttive ha deciso il da farsi o attende indicazioni da Roma? Anche la mobilità andrà completamente riorganizzata in città dove ci si sposta sui mezzi pubblici. Intanto oggi tutto sembra morto: tutti chiusi in casa ad aspettare, davanti ad un computer o una tv. Pure il sindaco Giuseppe Sala sta giocando solo nelle retrovie.
Ricordiamo che la Lombardia è la regione più ricca d’Europa e che Milano è piena di eccellenze: il Politecnico, la Bocconi, istituti di ricerca e analisi, imprenditori inarrendevoli, qualche banchiere illuminato, Fondazioni, e una grande rete di volontariato. Chiamate a raccolta le menti migliori, ma solo tre o quattro non una ventina, e fatevi aiutare a elaborare una strategia di uscita. Cominciate a scommettere su qualcosa. Bisogna fare i test sierologici, e subito. E quelli validati arriveranno a ore. Non è una situazione nella quale ci si può permettere di fare gli schizzinosi al solo fine di rivendicare poteri personali. Chi è morto in corsia, sacrificato per colpe non sue, non pensava nè alla propria sedia nè alla propria carriera.
(da “NextQuotidiano”)
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