LEGA A PEZZI: BOSSI E SALVINI NON SI PARLANO PIÙ E IL COMITATO NORD POTREBBE ESSERE LA PIETRA TOMBALE SULLA SEGRETERIA DEL “CAPITONE”
GLI UOMINI DEL “SENATUR” PREPARANO UNA LISTA ELETTORALE PER LE REGIONALI IN LOMBARDIA, E NON È ESCLUSO CHE POSSANO APPOGGIARE LETIZIA MORATTI
Il dialogo, raccontano, si è interrotto da oltre due settimane. Quando chiama Umberto Bossi, Matteo Salvini non si fa trovare.
«Quando non sa più cosa fare si comporta così, pensando di rimuovere il problema», racconta un leghista della prima ora riferendosi al ghosting di Salvini.
Nelle due antiche e nobili enclave del Carroccio, Lombardia e Veneto, non tira una bella aria.
I veneti ormai da anni si sono rifugiati nella propria diversità, sotto l’egida di Luca Zaia; in Lombardia il senatur ha dato il via libera alla costituzione di Comitato Nord come associazione, non più e solo come corrente di minoranza all’interno del Carroccio.
«Ci apriamo anche a chi non è tesserato alla Lega», specifica Paolo Grimoldi, l’ex parlamentare che assieme ad Angelo Ciocca e allo stesso Bossi sta tirando le fila del Comitato. La formazione del gruppo in Consiglio regionale di Comitato Nord, con al momento quattro eletti leghisti, è stata benedetta a Gemonio.
Salvini ha fatto espellere in tutta furia i quattro ribelli, di tutta risposta Bossi e co. oltre a chiedere clemenza hanno dato loro il via libera all’utilizzo della sigla “eretica”.
Una minoranza che in realtà è già un bel pezzo fuori dal partito, solo che un conto è espellere un consigliere regionale, magari liquidandolo come uno in cerca di candidature, e un altro è far fuori colui che ha fatto la storia della Lega.
Tra Bossi e il presidente lombardo Attilio Fontana il dialogo non è mai stato interrotto, anzi, per lui non ci sarebbero problemi se alla fine Comitato Nord diventasse una lista a suo sostegno, fuori dalla Lega quindi ma comunque nel centrodestra.
«Sono iscritto dal 1991, nessuno deve insegnarmi cosa sia la militanza, ne ho fatte di mattinate al freddo nei gazebo», ha detto Salvini sabato sera all’inaugurazione della campagna elettorale leghista a Milano.
Una frecciata a chi lo contesta, a chi denuncia che negli ultimi anni la base è stata abbandonata a se stessa. Però al di là delle cose dette in pubblico («i quattro consiglieri? Parliamo di cose serie») il segretario federale ha due bei problemi davanti: le regionali potrebbero vedere da un lato la supremazia di FdI anche in Lombardia, e sarebbe un vero e proprio smacco; dall’altra la coalizione rischia di non raggiungere il 40 per cento, anche a causa della concorrenza a destra di Letizia Moratti, perdendo quindi il premio di maggioranza al Pirellone.
Per questo i padani del Comitato Nord che potrebbero valere l’1, il 2, il 3 per cento sarebbe in teoria meglio averli dentro. Anche perché Moratti li corteggia e dal Comitato dicono una cosa semplice: noi vogliamo stare con Fontana ma i matrimoni si fanno in due.
Della serie, se ci sbarrano la porta allora Moratti è un’opzione concreta, al pari della corsa in solitaria, magari con Ciocca candidato presidente. La sostanza è che al di là delle dimostrazioni di sicurezza per la Lega la situazione non è semplicissima, l’eventuale Fontana bis rischia di esser e una legislatura azzoppata e il salone stracolmo con 600-700 persone per la prima e unica uscita pubblica di Bossi al castello di Giovenzano, quindici giorni fa, dimostra che con il Comitato c’è un pezzo di militanza che rischia di andare persa una volta per tutte.
(da La Repubblica)
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