MA LASCIATE IN PACE I MORTI E CHI VUOLE RICORDARLI
DOPO GLI IMBECILLI CHE FANNO SVASTICHE SUI LOCULI DEI PARTIGIANI, CI MANCAVA IL DELIRIO ANTIFASCISTA DI CHI SI LAMENTA PER I NECROLOGI SULL’ECO DI BERGAMO IN RICORDO DI 43 MILITARI DELLA RSI TRUCIDATI A ROVETTA
L’incipit è questa scritta: “Risorgeranno”. Sotto, i nomi dei 43 militari della Rsi. Una lunga colonna di nomi in ricordo dei combattenti della Legione d’assalto “M” Tagliamento — una delle ultime unità della Repubblica di Salò ad arrendersi ai partigiani. Che li uccisero, nel 1945, a Rovetta, in quella Val Seriana bergamasca oggi martoriata dal coronavirus.
Il ricordo del 75° anniversario della morte dei 43 militari (1945-2020) è stato affidato a un visibilissimo annuncio nelle pagine dei necrologi e delle partecipazioni de L’Eco di Bergamo: il giornale locale, di proprietà della Curia vescovile.
La pubblicazione ha fatto infuriare le associazioni antifasciste, in primis l’Anpi.
“E’ grave e inaccettabile che dei militari fascisti vengano ricordati su un quotidiano con un annuncio che inizia con la parola “risorgeranno”. Chiediamo alla redazione de l’Eco di Bergamo di dissociarsi da un necrologio di squallida propaganda”.
Il caso dell’annuncio nostalgico è l’ultima pietra di uno scontro che nella bergamasca va in scena da anni: e che ha per oggetto proprio Rovetta e i 43 caduti della Rsi. Ogni anno i militari fascisti vengono ricordati da ex repubblichini che salgono in val Seriana a rendere omaggio alle vittime sepolte nel cimitero del paese.
Negli anni scorsi non sono mancati momenti di tensione con gli antifascisti, Anpi, sinistra, che hanno sempre organizzato manifestazioni di protesta.
Dopo oltre 70 anni è così difficile lasciare in pace i morti, da una parte e dall’altra? Ognuno è libero, nel rispetto delle leggi vigenti, di ricordare chi gli pare senza che degli imbecilli facciano svastiche sulle lapide dei partigiani e altri vogliano impedire i necrologi in ricordo di una esecuzione senza processo su un quotidiano.
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