MANOVRA PERICOLOSA: LA LEGGE DI BILANCIO È ANCORA IMPANTANATA IN COMMISSIONE BILANCIO, PER COLPA DEI VETI INCROCIATI DEI PARTITI DI MAGGIORANZA
L’ULTIMO SCAZZO È SUL SUPERBONUS, CON FORZA ITALIA CHE RILANCIA LA PROPOSTA DI UNA PROROGA E FRATELLI D’ITALIA CHE SEGUE A RUOTA. A ENTRAMBI, SI È OPPOSTO IL MURO DI GIORGETTI, CONTRARIO A NUOVE SPESE PER NON IRRITARE ANCORA L’EUROPA… DI RINVIO IN RINVIO, CON IL PROBABILE VOTO TRA NATALE E CAPODANNO, SI AGITA LO SPETTRO DELL’ESERCIZIO PROVVISORIO
L’altolà lo impone Giancarlo Giorgetti. Tre righe, veicolate attraverso un comunicato del ministero dell’Economia, per fermare l’ipotesi di una proroga del Superbonus. Il riferimento diretto è alle ricostruzioni che al mattino compaiono sulla stampa. Ma il messaggio è a Forza Italia. Che ieri ha rilanciato la proposta, già bocciata più volte dal Mef, per allungare il 110%. Ad aprile, per i condomini che al 31 dicembre di quest’anno saranno in grado di certificare un avanzamento dei lavori pari ad almeno il 60%.
La nota del Tesoro arriva negli stessi minuti in cui uno dei relatori alla Finanziaria, Guido Liris (FdI), annuncia un’altra proposta sul Superbonus. Allo studio c’è un emendamento dei relatori “non in termini di proroga, ma di Sal (stato di avanzamento dei lavori ndr) straordinaria, al 31 dicembre”. In pratica si darebbe ai condomini la possibilità “di arrivare ai primi dieci giorni di gennaio 2024 con tutta la documentazione per salvaguardare l’agevolazione sui lavori fatti entro fine anno”.
Anche Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, prova quindi a riaprire il dossier Superbonus. Ma Giorgetti, nelle ultime ore, avrebbe ribadito il concetto: niente emendamenti che prevedono una spesa, i saldi della manovra sono chiusi. E sono quelli inviati a Bruxelles.
La tensione intorno alla legge di bilancio resta altissima. I lavori in commissione Bilancio sono fermi. La seduta mattutina finisce peggio di quella di ieri, quando le opposizioni hanno denunciato il rischio dell’esercizio provvisorio, evocando la presenza al Senato di Giorgetti.
Non c’è ancora l’’emendamento del governo sugli investimenti, che comprende anche una rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto. Quelli dei relatori sono addirittura da scrivere.
Le opposizioni non ci stanno. La senatrice del Pd Beatrice Lorenzin sbotta: “Non è possibile andare avanti così, abbandoniamo i lavori”. I 5 stelle, Italia Viva e Avs si uniscono alla protesta. I senatori della maggioranza restano qualche minuto in sala Koch, poi prendono atto dell’impasse. I colleghi delle opposizioni insistono. “Se la maggioranza pensa di tenerci così e giocare col Parlamento stile risiko, qui non si fa così, non è risiko nè Monopoli”, aggiunge Lorenzin.
Ma a sei giorni dalla scadenza, rinviata già tre volte, la Finanziaria è impantanata in commissione. E a Montecitorio, dove in mattinata circola l’ipotesi di un incontro tra la premier e i capigruppo della maggioranza, poi smentita, i deputati sono già rassegnati a tornare in aula tra il 27 e il 30 dicembre. A votare la manovra a un passo dall’esercizio provvisorio.
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