MARINA BERLUSCONI E MARTA FASCINA HANNO MESSO ALL’ANGOLO LICIA RONZULLI E STANNO CONSEGNANDO FORZA ITALIA A GIORGIA MELONI
LA RONZULLI È STATA FATTA FUORI DAL TAVOLO DELLE NOMINE DELLE PARTECIPATE, E ANCHE DALLA LISTA DEGLI INVITATI DEL PARTY DI COMPLEANNO DI SALVINI
«Vedrete, qui cambierà tutto e a breve salteranno anche delle poltrone di peso nel partito». Un senatore che conta in casa Forza Italia, ma che ultimamente era stato messo un po’ da parte, non ha dubbi. Nei giorni scorsi è stato convocato ad Arcore da Silvio Berlusconi attraverso la consorte Marta Fascina.
E ha ricevuto indicazioni chiare sul nuovo corso, con una linea che dia meno grattacapi alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e che metta in secondo piano chi in questi mesi ha invece più volte creato tensioni.
Giorgia Meloni avrebbe convinto i figli del capo famiglia, Pier Silvio e Marina, ad abbandonare la linea forzista critica nei confronti del governo tenuta fino a oggi. Qualche segnale del cambio di vento c’era stato.
Ad esempio il comunicato di sostegno dato da Berlusconi alla deputata di FdI Augusta Montaruli, condannata in via definitiva per le spese pazze di quando era consigliera regionale in Piemonte.
Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè aveva fatto una dichiarazione critica su Montaruli qualche ora prima. Sconfessato dal capo, il deputato da allora si è chiuso nel silenzio più assoluto.
Poi c’è stato il caso della formazione della giunta in Lombardia, con la capogruppo alla Camera Licia Ronzulli accusata di non aver difeso abbastanza il partito che alla fine ha ottenuto solo due assessorati.
Ma la stessa Ronzulli non aveva dato molto peso a certe tensioni e ha continuato, e continua, a frequentare Arcore sempre accolta da grandi sorrisi anche da Fascina, che lei stessa ha introdotto al grande leader dopo la separazione da Francesca Pascale.
Ma la consorte del capo si è guardata bene, poi, dall’invitare Ronzulli al compleanno a sorpresa organizzato in un agriturismo della Brianza al neo cinquantenne Matteo Salvini alla presenza anche di Meloni.
Così dalle avvisaglie, e scortesie, si è passati a segnali molto chiari del cambio di passo: in primis la scelta di inviare al tavolo di maggioranza sulle nomine l’eterno Gianni Letta e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Due governativi di ferro.
Oggi in casa azzurra sono date in grande ascesa le quote di Tajani, considerato molto vicino all’area meloniana e anche di alcuni trentenni-quarantenni rampanti legati alla Fascina.
Sabato Berlusconi è andato a Bergamo per partecipare a un pranzo organizzato dai deputati Alessandro Sorte e Stefano Benigni. Questi ultimi considerati, insieme al deputato campano Tullio Ferrante, esponenti della «nuova corrente Fascina».
Ma il tema vero è che Berlusconi si è convinto a smorzare i toni contro il governo: i maligni dicono anche come conseguenza di decisioni prese a Palazzo Chigi, come il ritiro della costituzione di parte civile in diversi processi nei quali è (o era) coinvolto.
Nel frattempo chi nei mesi scorsi ha avuto scontri forti con i volti più vicini alla Ronzulli adesso torna a farsi rivedere in Transatlantico: come il deputato Paolo Barelli, molto legato a Tajani, scavalcato da Cattaneo nel ruolo di capogruppo. Ecco, Cattaneo sarebbe il primo a rischiare di venire azzoppato dal nuovo corso.
(da “la Repubblica”)
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