MELONI ATTO SECONDO: IERI CON MADRID, ORA ATTACCA IL REFERENDUM IN LOMBARDIA, MARONI FURIBONDO
LA NUOVA STRATEGIA DI FDI: DIFFERENZIARSI DALLA LEGA…IL GOVERNATORE MINACCIA LA CRISI: “PAROLE GRAVI, VALUTERO’
Per Roberto Maroni potrebbe avere ripercussioni sull’alleanza, a partire da quella a livello regionale, l’invito di Giorgia Meloni all’astensione ai referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto.
“C’è un problema – ha detto il governatore – perchè queste dichiarazioni sono negative, sbagliate e molto pesanti. E siccome il referendum è una cosa importante, sia sul piano politico sia sul piano istituzionale, mi riservo di valutare queste dichiarazioni sul piano della lealtà dell’alleanza di governo. Non posso far finta di niente”, ha affermato il governatore lombardo parlando a margine di un incontro dedicato proprio al referendum del 22 ottobre.
Al suo arrivo il presidente della Lombardia ha espresso tutto il suo disappunto, interpellato dai giornalisti, sulla posizione assunta in questi giorni dalla leader di Fratelli d’Italia, il cui partito a livello locale ha invece sostenuto l’indizione della consultazione. Meloni aveva dichiarato “se io fossi fra i chiamati a referendum in Lombardia e Veneto io non ci non andrei, è un referendum solo propagandistico”.
Parole che non sono andate giù ai leghisti, ma soprattutto a Maroni che nella consultazione ha investito molto in termini politici e di promozione.
Per Ignazio La Russa, uno dei fondatori di Fdi, la reazione di Maroni nasconderebbe in realtà problemi interni alla Lega. “Non vorrei – le sue parole – che la polemica nei confronti di un leader di un partito alleato sia in realtà frutto di questioni tutte interne alla Lega sul significato e la valenza del referendum”.
Maroni ha precisato che agirà “a livello di alleanza Lombarda. Certo – ha aggiunto – qui FdI ha sostenuto lealmente e sostiene il referendum. Ma devo valutare – ha rimarcato – se c’è qualcosa da fare, come penso, sul piano delle alleanze anche in Regione Lombardia”. L’ultimo acceso scambio tra alleati arriva dopo che anche il segretario della Lega Matteo Salvini era intervenuto per difendere i referendum del lombardo-veneto.
Non soltanto assicurando che quello del 22 ottobre è “diverso da quello della Catalogna”, ma anche rispondendo indirettamente a Meloni, che già aveva detto: “Io non sono favorevole alle spinte autonomiste. Per me oggi lo Stato nazionale è l’unica realtà in grado di competere contro la globalizzazione sfrenata e gli interessi delle grandi multinazionali”.
Risposta netta di Salvini: “Giorgia Meloni ha toppato: più i popoli decidono, meglio si spendono i soldi, più è difficile rubare. E soprattutto meno ci mette becco lo stato centrale e l’Ue, meglio è. La Meloni ha toppato perchè l’autonomia farà bene non solo al Veneto e alla Lombardia, ma anche alle altre regioni”.
E alla leader di FdI ha risposto anche l’assessore lombardo delegato al referendum, il leghista Gianni Fava – sfidante di Salvini alla carica di segretario, nel maggio scorso – definendola una “franchista all’amatriciana” e aggiungendo: “Io con loro non ho nulla a che fare. Mi chiedo come possa continuare a tollerarlo silenziosamente la nuova Lega, confesso che pensare che con una così ci aspetta un’alleanza strategica alle Politiche mi fa venire i brividi”.
(da agenzie)
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