MIGRANTI, I GIUDICI BOCCIANO ANCORA IL GOVERNO: CINQUE PERSONE LIBERATE DA CENTRO DI PORTO EMPEDOCLE
I GIUDICI DEL TRIBUNALE DI PALERMO: “LA LEGGE EUROPEA PREVEDE CHE SIANO VALUTATE PRIMA MISURE ALTERNATIVE E I CASI VANNO GIUDICATI SINGOLARMENTE PER OGNI INDIVIDUO”
Le norme del governo Meloni in materia di immigrazione subiscono ancora una volta uno stop dai tribunali. Su sei uomini trattenuti nel nuovissimo centro per il trattenimento di Porto Empedocle, cinque sono stati liberati perché i giudici di Palermo non hanno convalidato la loro detenzione, ritenendo insufficienti le motivazioni.
Si apre così un possibile nuovo scontro con la magistratura, dato che Fratelli d’Italia si è affrettato a parlare di “giudici rossi” e a condannare la decisione.
Poco meno di un anno fa, a settembre 2023, era stata la giudice di Catania Iolanda Apostolico a non convalidare il trattenimento di un giovane tunisino nel centro di Pozzallo. Ne era nato uno scontro politico, che aveva messo al centro la giudice e che si è poi risolto con la decisione del governo, lo scorso mese, di ritirare i ricorsi contro la decisione e modificare leggermente il decreto.
Cosa hanno deciso i giudici sui migranti detenuti a Porto Empedocle
Ora si ripropone una situazione simile. Il centro di Porto Empedocle, aperto il 14 agosto dopo un’accelerata dei finanziamenti (forse anche per compensare i ritardi del progetto dei centri in Albania, ancora fermi), doveva svolgere la stessa funzione di quello di Pozzallo: rinchiudere le persone richiedenti asilo che potrebbero essere rimpatriate in alcuni Paesi considerati “sicuri”, per il tempo dello svolgimento delle cosiddette “procedure accelerate di frontiera”, che dovrebbero richiedere al massimo 28 giorni.
Chi vuole restare fuori dai centri in attesa che la procedura sia completata dovrebbe avere con sé il proprio passaporto oppure versare una cauzione che va da 2.500 a 5mila euro, abbassata proprio dopo il caso Apostolico.
La stessa procedura che dovrebbe applicarsi anche in uno dei centri in Albania – cosa che rende la sentenza di Palermo potenzialmente problematica per il governo.
Sui primi sei uomini trattenuti nel nuovo centro di Porto Empedocle, infatti, cinque sono già usciti dopo pochi giorni (erano arrivati sabato). Due giudici di Palermo, infatti, hanno stabilito che le motivazioni utilizzate dalla questura di Agrigento, che si è basata sui decreti del governo, non erano sufficienti. In particolare, non c’era una valutazione sulla situazione specifica delle persone detenute.
Il trattenimento delle persone migranti, infatti, non può mai avvenire ‘in automatico’, ma deve seguire una verifica caso per caso delle condizioni personali.
In più, la detenzione dovrebbe essere una misura estrema da mettere in atto solo “dopo che tutte le misure non detentive alternative sono state debitamente prese in considerazione”, come recita una direttiva europea citata dai giudici, secondo quanto riportato dal manifesto.
Fatto sta che al momento, in attesa di eventuali ricorsi, in tutto il centro di Porto Empedocle, resta una sola persona. Un uomo tunisino di 23 anni, l’unico in Italia al momento per cui si stanno attuando le procedure accelerate.
(da Fanpage)
Leave a Reply