MOLTI REPUBBLICANI ABBANDONANO TRUMP
ORA CI SI CHIEDE COSA ASPETTARSI NEGLI ULTIMI 75 GIORNI DI PRESIDENZA DI UN FOLLE CHE HA DETERMINATO LA MORTE DI 220.000 AMERICANI
Respinto dai giudici, oscurato dai media e perfino abbandonato dagli stessi repubblicani. Il post voto per Donald Trump si sta rivelando complicato.
L’onda blu che ci si aspettava prima del 3 novembre è arrivata molto più lentamente del previsto, ma si sapeva che sarebbe stata una lunga maratona. C’è stato un momento durante la prima notte di spoglio elettorale dove l’attuale presidente in carica era avanti, anche con largo scarto, ma si intravedeva una rimonta democratica all’orizzonte.
Così, smentendo quanto riportato dalla sua portavoce, si è presentato in conferenza stampa autoproclamandosi vincitore e denunciando dei brogli che stavano favorendo i dem, arrivando a chiamare in causa perfino la Corte Suprema. Da lì, i suoi passi testimoniati sul suo account Twitter.
L’ennesimo comportamento fuori dagli schemi, questa volta, gli è costato anche l’appoggio di gran parte del suo partito.
Se le parole di Mitt Romney (“indebolisce le istituzioni sulle quali si fonda la Repubblica e infiamma passioni distruttive e pericolose”) non destano grande scalpore visto che i due erano ai ferri corti da tempo, più rumore fanno quelle del fedele senatore repubblicano Roy Blunt, il quale ha reso noto che la frangia di coloro che non seguiranno il Presidente nel suo ricorso costituzionale, guidata da Mitch McConnell, è molto ampia.
Anche se per ora Trump e il suo comitato non hanno ottenuto grandi risultati, la possibilità che per proclamare il 46esimo presidente degli Stati Uniti si debba ricorrere alla giustizia sembrerebbe essere piuttosto solida e concreta.
Sia chiaro: questo non dovrebbe spostare più di tanto gli equilibri finora ottenuti. Nel 2016, Trump chiese il riconteggio dei voti in Wisconsin con il risultato di cambiare l’esito di un centinaio di voti.
Piuttosto, c’è un’altra domanda che ricorre nelle ultime ore osservando il suo comportamento. Il sistema statunitense prevede che il presidente uscente rimanga alla Casa Bianca per ulteriori 11 settimane: nel momento in cui verrà certificata la sua sconfitta, cosa sarà capace di fare Donald Trump?
L’idea che Trump possa sfruttare questo periodo per portare avanti una politica del tutto personalizzata non è così azzardata. In un’intervista che risale a diversi anni prima del suo arrivo a Washington, quando era ancora conosciuto solo come imprenditore e star della tv americana, Donald Trump si era definito un tipo “vendicativo” con coloro che sono distanti dalle sue idee o che non sposano le sue posizioni.
Per questo, secondo alcuni, a rischiare maggiormente possono essere i vari Anthony Fauci, Christopher Wray (direttore dell’FBI) e Gina Haspel (direttrice della CIA), più volte apertamente in opposizione con il loro presidente.
Il timore è che Trump, senza nulla da perdere, possa portare a termine tutti quei progetti, dalla finanza all’immigrazione fino ai rapporti con gli altri paesi, mitigati dai suoi collaboratori durante la sua amministrazione. Da qui alla fine dell’era Trump – se una fine ci sarà , data l’unicità di queste elezioni – ci attendono 75 giorni nei quali è lecito ipotizzare qualsiasi scenario.
(da agenzie)
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