MUSEI, LE BALLE DI RENZI UNO: L’ASSEMBLEA SINDACALE ERA AUTORIZZATA DA UNA SETTIMANA E IL GOVERNO LO SAPEVA
RENZI FALSIFICA I FATTI PER RIDURRE I DIRITTI DEI LAVORATORI: CI SI DEVE INDIGNARE SOLO CON IL GOVERNO CHE NON PAGA CHI LAVORA
“Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti che sono contro l’Italia. Adesso basta: oggi decreto legge #colosseo #lavoltabuona”.
Non siamo in un regime militare di un colonnello da quattro soldi ma in Italia, con un falsario come premier.
Perchè i fatti lo sbugiardano in maniera clamorosa, nonostante la grancassa dei media amplifichi la sua finta indignazione.
Perchè è dall’11 settembre che l’assemblea sindacale era stata indetta, comunicata e autorizzata dal Ministero e a conoscenza del governo.
Questa mattina, dalle 8.30 alle 11, sono rimasti chiusi i siti archeologici più importanti della Capitale, dal Foro Romano al Palatino.
Davanti ai siti si è subito formata una lunga fila di turisti che non erano a conoscenza dell’assemblea sindacale, grazie alla colpevole assenza di comunicazione del governo.
Il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini ha attaccato: “La misura è colma”.
E ha annunciato che d’accordo con il premier Matteo Renzi proporrà in Consiglio dei Ministri di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali. D’accordo con lui il sindaco di Roma Ignazio Marino: “La chiusura del Colosseo è uno schiaffo ai tanti cittadini e turisti che volevano visitare il sito più importante e amato d’Italia, uno sfregio per il nostro paese”.
Bugiardi matricolati
Come aveva già fatto sapere in una nota il Garante degli scioperi Roberto Alesse, l’assemblea era stata regolarmente convocata.
“Non è possibile che il ministro Franceschini non fosse a conoscenza del fatto che questa mattina le assemblee avrebbero potuto comportare il rischio di aperture ritardate – ha dichiarato il coordinatore nazionale Cgil al Mibact Claudio Meloni – A Roma l’assemblea è stata chiesta regolarmente l’11 di settembre e regolarmente autorizzata dal soprintendente con largo anticipo. Vorrei inoltre ricordare al ministro che i beni culturali già stanno nella legge che regolamenta i servizi pubblici essenziali”.
Non solo: Meloni manda un chiaro messaggio al Mibact e preannuncia uno sciopero nazionale: “La vertenza sui beni culturali potrebbe portare ad uno sciopero nazionale e le dichiarazioni odierne del ministro Franceschini certo non aiutano. Cgil,Cisl e Uil hanno già avviato le procedure previste dalle legge”.
Dura presa di posizione anche del leader Cgil Susanna Camusso: “Stiamo diventando uno strano paese, ogni volta che c’è una assemblea sindacale si dice che non si può fare. Capisco che si debba fare attenzione al turismo ma allora si dica chiaramente che i lavoratori non possano più avere strumenti di democrazia”.
Ormai “fare una assemblea sindacale è diventato impossibile”, ha aggiunto. Il cdm potrebbe decidere di inserire i musei nei servizi essenziali? “Questo non vuol dire cancellare la possibilità di fare assemblee e scioperi”.
“Sono dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l’assemblea”, ha detto all’ANSA il soprintendente di Roma Francesco Prosperetti riguardo la chiusura del Colosseo.
“Tutto si è svolto regolarmente – spiega – l’assemblea non aveva come oggetto il Colosseo, il problema è nazionale e riguarda il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio: non ci sono rivendicazioni nei confronti della soprintendenza, ma del datore di lavoro generale che è Mibact”.
Al centro dell’assemblea, quindi, il rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio.
Le parole del ministro Franceschini vengono lette dai lavoratori come un tentativo di ridurre i loro diritti: “Tentano di stringere i diritti sindacali non riconoscendo ai lavoratori neanche la possibilità di riunirsi in assemblea. Vogliono chiuderci in servizi essenziali in cui non ci sono diritti dei lavoratori, che da mesi attendono invano. Diciamo che la misura è colma per noi”, ha detto Claudio Fianco, della Flp Roma.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply