NON CI SONO I NOMI DEI DEPUTATI CHE DOVREBBERO APPOGGIARE BERLUSCONI, FORSE NEANCHE I DEPUTATI
IL GRUPPO DEGLI IRRESPONSABILI, DETTO ANCHE “DEI VENDUTI” , CAPITANATI DAL FACCENDIERE MOFFA, NON DECOLLA… NONOSTANTE TANTE CHIACCHIERE SULLA TERZA GAMBA, L’UNICO AZZOPPATO RISCHIA DI RIMANERE IL PREMIER… PER BONAIUTI CI VUOLE ANCORA TEMPO, MA LE PROSSIME DUE SETTIMANE SARANNO DECISIVE… L’ANALISI DE “LA STAMPA”
Anche per i politici sono finite le ferie e per Berlusconi gli alibi: da oggi il governo torna a fare i conti con la sua debolezza numerica in Parlamento. Alla Camera innanzitutto, dove riparte da quota 314 voti (due in meno della maggioranza relativa di 316), ma anche a Senato.
Qui i numeri sono più solidi, tuttavia c’è il finiano Mario Baldassarri che nella cosiddetta bicameralina fa la differenza sul federalismo fiscale e municipale. E non far passare il federalismo significa decretare la fine della legislatura, Bossi dixit.
Il ministro leghista Calderoli sta trattando a tutto campo e insieme al responsabile dell’Economia dovrà svelare le carte.
Il tempo delle dichiarazioni, delle interviste e dei buoni propositi è finito.
E dalle reazioni dello stesso Baldassarri e dell’Udc non sembra che ci siano schiarite significative. «Noi abbiamo fatto un richiesta chiara e precisa al governo. Se sarà introdotto un serio e sostanziale quoziente familiare – avverte il segretario Udc Cesa – siamo pronti a sederci al tavolo e discutere responsabilmente del testo del governo. Altrimenti, le solite chiacchiere, i soliti slogan non ci interessano. I comuni devono essere sostenuti adeguatamente».
Berlusconi non ha più alibi, appunto, e Tremonti dovrebbe mettere mano al portafoglio.
Cosa improbabile nonostante dal Pdl e dall’interno del governo arrivino pressanti richieste di apertura.
Ieri lo ha fatto il ministro Matteoli per il quale le modifiche chieste dall’esponente di Fli Baldassarri «sono di buon senso».
Nelle prossime settimane Berlusconi si giocherà quasi tutte le sue fiches.
Tra pochi giorni la Consulta deciderà sul legittimo impedimento.
Martedì a Montecitorio i capigruppo dovranno calendarizzare la mozione di sfiducia contro Sandro Bondi che potrebbe ricevere l’astensione dell’Udc («dobbiamo ancora decidere», ha precisato Buttiglione).
Poi c’è il decreto milleproroghe che richiama in ballo Tremonti e potrebbe far riesplodere i malumori verso il suo rigorismo.
Il premier continua ad essere troppo ottimista.
E’ convinto di uscire dal tunnel con la nascita della cosiddetta terza gamba, quel gruppo di “responsabilità nazionale” che dovrebbe venire alla luce attorno all’ex finiano Moffa e agli Udc Romano e Pionati.
«Faremo le riforme – assicura Paolo Bonaiuti, portavoce del Cavaliere – mentre l’opposizione sogna improbabili ammucchiate».
Il ministro Bondi invece si lancia addirittura sul «modello Obama».
Ricorda che il presidente americano, «non potendo più contare su una maggioranza nei due rami del Parlamento, ha realisticamente preso atto della nuova situazione ed è sceso a compromessi con l’opposizione repubblicana». Ecco, Bondi auspica anche in Italia intese bipartisan: dopo il voto di fiducia del 14 dicembre si sarebbe aperta una fase politica e lo stesso Casini si è richiamato alla collaborazione avviata negli Usa tra repubblicani e democratici.
Ma Washington è molto lontana da Roma.
E l’autosufficienza parlamentare del governo non è ancora una realtà , nonostante gli spot di Berlusconi e le rassicurazioni date a Bossi.
I numeri auspicati per evitare le elezioni sono tutti da verificare.
Il premier parla sempre di dieci nuovi arrivi, ma sa che se dovesse strappare deputati a Casini e a Fini metterebbe la parola fine alla trattativa su tutti i provvedimenti in discussione e sulla mozione di sfiducia a Bondi.
La verità forse è molto più semplice e cioè che il premier ha difficoltà ad arrivare a 325 deputati: l’obiettivo di cui aveva parlato durante la conferenza di fine anno.
Bonaiuti invece dà un’altra spiegazione sul perchè non sia stato annunciato e non verrà annunciato a breve l’arrivo dei rinforzi. «Perchè non fanno outing? Per ora è inutile, non ci sono voti imminenti alla Camera. Dentro il Parlamento – spiega Bonaiuti – ci sono persone responsabili e moderate che vogliono fare andare avanti il governo perchè è quello che chiedono gli italiani. In un secondo tempo questi deputati si manifesteranno. Il presidente Berlusconi sta lavorando per ricomporre l’area moderata. Anche sulla mozione di sfiducia a Bondi mi sembra che Casini abbia una posizione più moderata rispetto al passato».
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa“)
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