NONOSTANTE IL NO DELLA QUESTURA, A ROMA DOMANI SONO ATTESE 30MILA PERSONE PER IL CORTEO PRO PALESTINA, IL RISCHIO SCONTRI CON LE FORZE DELL’ORDINE E’ ALTISSIMO
TRENI E CASELLI BLINDATI, RAFFORZATI I CONTROLLI A RIDOSSO DELLA SINAGOGA, SCUOLE E CENTRI EBRAICI… LE OPPOSIZIONI ATTACCANO PIANTEDOSI: “SBAGLIATO VIETARE LA PIAZZA”
Una piazza senza interlocutori. Fra tanti timori per la sicurezza. Partiranno oggi i controlli in vista dalla manifestazione pro Palestina prevista domani a Roma, che si terrà senza autorizzazioni.
«Il divieto c’è e va fatto rispettare» ha ribadito il neo questore Roberto Massucci che nel tavolo tecnico di questa mattina metterà a punto gli ultimi dettagli.
Al momento previste più di 30mila persone che si ritroveranno davanti alla Piramide a Ostiense. Tra loro i Giovani Palestinesi, che avevano promosso l’iniziativa con parole radicali, causando lo stop per ragioni di ordine pubblico: «Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione, non è una ricorrenza».
Non scenderà in piazza parte della comunità palestinese, che si è data appuntamento il 12 ottobre. Ci saranno invece il Movimento No Tav, Potere al Popolo e l’Usb, anche perché il perimetro della protesta si è allargato al contrasto del decreto Sicurezza.
La presenza di alcuni centri sociali del nord, come Askatasuna di Torino e Pedro di Padova, preoccupa. Si temono scontri, per questo sono previsti 1500 agenti, con particolare attenzione ai caselli e alle stazioni per filtrare gli arrivi, decimati anche dallo sciopero del trasporto pubblico locale. La gestione del corteo è il nodo centrale. Di fronte a numeri esigui, sarà concesso un presidio statico, fortificando la piazza con blindati e idranti.
In vista del primo anniversario della strage di Hamas in Israele già da giorni sono stati rafforzati i controlli in tutto il paese a ridosso di sinagoghe, scuole. centri ebraici e rappresentanze diplomatiche di Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele.
«La manifestazione pro Palestina è anti Israele. È una celebrazione del 7 ottobre », afferma Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Mentre Matteo Renzi contesta la decisione della questura: «Dire che il 7 ottobre è stato l’inizio di una rivoluzione (e non un massacro!) è scandaloso. Ma vietare le manifestazioni è una scelta sbagliata».
La deputata del M5S Stefania Ascari ha annunciato un’interrogazione parlamentare «per capire il perché di questo divieto».
(da agenzie)
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