ORA SALVINI “NASCONDE” DURIGON; VACANZE FORZATE E COMIZI ANNULLATI
IL LEGHISTA E’ SPARITO DAI RADAR
Per struttura fisica e attitudine alle esagerazioni, Claudio Durigon non è un tipo facile da tenere nascosto. Eppure ce la sta mettendo tutta: il sottosegretario leghista è sparito dai radar. Non si vede più nei talk televisivi che abitava con disinvoltura e frequenza e non interviene più sui social dallo scorso 6 agosto, dopo il tentativo goffo di giustificare la sua proposta di richiamare “Mussolini” il parco di Latina intitolato a Falcone e Borsellino. Non risponde al telefono e prova a farsi invisibile: nei prossimi giorni diserterà ogni evento pubblico.
Non si sa dove sia, Claudio Durigon. Non è nella casa di Santa Fecitola, pochi chilometri a nord del capoluogo pontino: un borghetto con un pugno di villini in mezzo ai vecchi canali di bonifica dell’Agro Redento, dove su più di un citofono si legge il suo cognome.
È la nemesi di un ex sindacalista: le ferie forzate. L’indicazione è arrivata dall’alto, Matteo Salvini gli ha detto di non farsi notare per un po’. Di prendersi delle vacanze, restare sottocoperta, staccare il telefono, aspettare che il caso si sgonfi e le richieste di dimissioni perdano volume.
Per questo motivo il sottosegretario ha dovuto cancellare tutti gli appuntamenti che aveva preso. Dopo Ferragosto, in una fase caldissima delle campagne elettorali per le prossime amministrative, Durigon sarà costretto a saltare gli eventi nelle sue due città elettive, Latina e Roma.
Sarebbe dovuto comparire accanto ai due candidati del centrodestra, il pontino Vincenzo Zaccheo e la romana Simonetta Matone (scelta dalla Lega per affiancare il frontman Enrico Michetti). Invece resterà lontano dai riflettori: la sua presenza sarebbe scomoda per sé (viste le inevitabili attenzioni giornalistiche), per la Lega e anche per i candidati.
Durigon dovrebbe saltare anche l’appuntamento del 27 agosto alla festa di Affari Italiani, dove sarebbe costretto a tornare sul caso che sta imbarazzando il governo Draghi e per di più di fronte ad Antonio Misiani, viceministro dell’Economia del Pd, uno dei partiti che lavora per sfiduciarlo. Sono previsti entrambi nello stesso incontro.
Nel calendario estivo del leghista è prevista anche una speziata partecipazione, venerdì 3 settembre, alla Fiera mondiale del peperoncino di Rieti (la stessa nella quale nel 2011 Renata Polverini arrivò in elicottero).
Il patron dell’evento è Livio Rositani, figlio del post-fascista Guglielmo, che fu vicino a Gianfranco Fini nell’Msi e poi in An. Rositani ha già confermato la presenza di Durigon, al di là di ogni possibile imbarazzo politico: gli interessa solo parlare di soldi con il sottosegretario all’Economia.
“Il nostro unico obiettivo – ha dichiarato – è creare uno spazio per discutere su cosa ne sarà della valanga di denaro che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza porterà nel Reatino”. Chissà se il desaparecido Durigon riuscirà a svincolarsi.
Tra i fortunati che ieri sono riusciti a parlargli c’è Armando Valiani, il suo delfino, che ha raccolto la sua eredità a Latina come segretario locale del sindacato Ugl e coordinatore della Lega.
Fa sapere che Durigon non ha nessuna intenzione di dimettersi: “Gli ho parlato poco fa e l’ho trovato abbastanza sereno, anche se ovviamente provato per gli attacchi ingiusti che l’hanno colpito dopo un evento elettorale nella sua città. Abbiamo parlato del Latina Calcio, come fossimo al bar. La campagna contro di lui è assolutamente pretestuosa. A questo punto perché non proponete di buttare giù anche il palazzo M (l’edificio con la forma della lettera di Mussolini, ndr), se volete cancellare la storia della città?”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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