“PARLEREMO DI BIBBIANO, MA QUELLA VERA: UNA CITTA’ DI CULTURA E ATTENTA AL SOCIALE”: MIGLIAIA DI SARDINE DOMANI A BIBBIANO
“SIAMO COMMOSSI PER L’ACCOGLIENZA CHE CI HANNO RISERVATO LUNEDI, SAREMO IN TANTI”… ALLE 18 PARLA SALVINI, ALLE 19 IL FLASH MOB DELLE SARDINE A SUON DI MUSICA, LA QUESTURA CHIEDE 100 AGENTI DI RINFORZO
«La questione è diventata molto più profonda: è una difesa del territorio, vogliamo inoculare degli anticorpi che reagiscano all’odio e alla violenza. E per farlo, i cittadini di Bibbiano ci hanno chiesto di essere presenti lì, fisicamente»
«Prevediamo un’affluenza che supererà le 5.000 persone». L’ultima settimana di campagna elettorale della Lega e di Lucia Borgonzoni, candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, si scontrerà con una reazione della cittadina diventata vessillo della propaganda del centrodestra.
Bibbiano, al centro delle cronache politiche da mesi per l’inchiesta giudiziaria riguardante alcuni affidi di minori, era stata scelta come luogo per il comizio conclusivo della senatrice e candidata e del suo leader, Matteo Salvini: saranno entrambi lì domani, 23 gennaio.
«Gli abitanti ci hanno chiesto di essere lì, non ce la siamo sentiti di dire di no ai cittadini». A parlare a Open, Youness Warhou: Sardina di 25 anni di Reggio Emilia che lavora come informatico ed è iscritto alla facoltà di Scienze politiche.
«Questa volta le Sardine si sono organizzate in modo atipico. Solitamente l’operazione consiste nell’organizzarci sul web, creare una comunità di persone e andare poi in piazza per restituire una dimensione reale agli ideali di politica che ci accomunano».
«Per Bibbiano è stato diverso, la situazione è più delicata — spiega Warhou -. Quella città è stata strumentalizzata dalla destra per fare propaganda politica. Abbiamo deciso di ascoltare dal vivo i cittadini per chiedere loro cosa fare: se scendere in piazza con loro o, come Sardine, fare un passo indietro per dare ai residenti un po’ di pace dopo mesi di esposizione mediatica». Così Warhou, Giulia Sarcone e l’organizzazione centrale di Bologna delle 6.000 Sardine hanno lanciato un incontro pubblico per dialogare con gli abitanti di Bibbiano.
«Ho lanciato l’evento su Facebook 24 ore prima dell’incontro: lunedì 20 alla “Assemblea di ascolto per la Val d’Enza” sono venute più di 500 residenti — racconta Warhou -. Non potete immaginare l’emozione che ho provato uscendo dall’assemblea. I cittadini ci guardavano con speranza, ci hanno ribadito dal vivo quello che ci avevano chiesto per messaggi e per mail: “Per favore, venite a far vedere che Bibbiano è una realtà diversa da quella raccontata dalla gogna mediatica leghista”».
«Senza neppure il bisogno di proporlo, appena abbiamo citato la data del 23 le persone si sono alzate ad applaudire: è stato un mare di applausi a decidere che giovedì, alle 19:00, ci dovevamo incontrare in piazza Libero Grassi».
Il momento più emozionante per Warhou, tuttavia, c’è stato alla fine dell’assemblea: «Molti cittadini si sono avvicinati per raccontare le proprie storie di di vita personale. Ci hanno spiegato quanto sia difficile e doloroso subire una strumentalizzazione di questo tipo».
«Alcuni ci hanno detto che è diventato difficile pronunciare la parola Bibbiano perchè ormai quel nome è percepito quasi come una parolaccia», dice Warhou. E poi spiega come sarà organizzato l’evento “Sardine a Bibbiano: la piazza giusta“: «Bibbiano è una città molto legata alla musica, con un tessuto culturale di rilievo che è stato oscurato dall’indagine giudiziaria».
«Per questo abbiamo deciso di incentrare la manifestazione sull’arte. I partecipanti porteranno degli strumenti musicale per suonare e cantare tutti insieme — spiega entusiasta -. Per la prima volta avremo un’orchestra organizzata sul palco che, a un certo punto, guiderà gli strumenti e le voci della piazza: sarà uno spettacolo».
«È l’ora di parlare di Bibbiano, ma di quella vera: una città di cultura e attenta al sociale — conclude Warhou -. All’inizio gli eventi delle Sardine nascevano come alternative ai comizi della Lega, adesso la questione è diventata molto più profonda: è una difesa del territorio, vogliamo inoculare degli anticorpi che reagiscano all’odio e alla violenza. E per farlo, i cittadini di Bibbiano ci hanno chiesto di essere presenti lì, fisicamente».
(da Open)
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