PDL, SPUNTA L’IDEA DI UN GRUPPO TREMONTI, IPOTESI SUBITO “TRAMONTATA”
VELENI DA BERLSCONI: “AUGURI”… E IN SERATA INCONTRO SEGRETO CON BOSSI PER RICUCIRE LO STRAPPO DEI “LADRI DI PISA”
Il Cavaliere stavolta ha usato una freccia imbevuta di veleno.
Un gruppo parlamentare di Tremonti? «Tanti auguri», ha sibilato gelido Berlusconi ai cronisti che lo interpellavano al tribunale di Milano.
Ed è un addio definitivo, senza rimpianti, all’uomo che l’ex premier ritiene in fondo il vero responsabile della sua caduta. «Perchè se non ci avesse messo sempre i bastoni tra le ruote, se non mi avesse fatto passare in Europa per quello che voleva annacquare la manovra, a quest’ora sarei ancora a Palazzo Chigi ».
Così ieri, quando un giornalista gli ha chiesto di un ipotetico strappo parlamentare del suo ex ministro, il Cavaliere ha riposto in quel modo, ben sapendo in realtà che l’operazione era tramontata da tempo.
Da almeno due settimane, quando Tremonti ha capito che il progetto – pur accarezzato dopo la caduta del governo – aveva scarsi margini di praticabilità . «Berlusconi – spiega un amico di Tremonti – l’ha voluto solo umiliare, ormai il professore ha altro in mente che non intestarsi un gruppo».
L’idea, al contrario, sarebbe quella di creare una Fondazione e attorno ad essa dar vita a un nuovo centro di azione politica per il futuro.
Ma niente gruppo parlamentare.
I maligni (e nel Pdl i nemici di Tremonti non si contano) raccontano che l’ex ministro si sia dato effettivamente da fare nei giorni scorsi per saggiare la disponibilità di alcuni deputati del Pdl a seguirlo in una nuova avventura fuori dai confini.
Maurizio Del Tenno, deputato di Sondrio e già collaboratore della Brambilla, sarebbe uno di questi. Insieme a Giorgio Jannone e Maria Teresa Armosino.
Ma gli avvicinati, pur apprezzando Tremonti, avrebbero declinato l’offerta.
Arrivare a venti deputati, la soglia minima per costituire un gruppo autonomo, si sarebbe rivelata impresa ardua, pur contando su alcune anime perse parcheggiate nel gruppo misto in attesa di un salvatore.
Sta di fatto che Tremonti, nel Pdl, non ha più cittadinanza. Il gelido benservito del Cavaliere – «tanti auguri» – è arrivato giusto a tre giorni di distanza dall’altro attacco, pronunciato alla presentazione del libro di Vespa: «Non voglio parlare di Tremonti, ci sarebbero conseguenze negative».
Una stroncatura ufficializzata ieri da Angelino Alfano che, a domanda sull’ipotesi di un gruppo Tremonti, si è limitato a dire che «il Pdl è un partito solido».
«La vicenda di questi anni – ha aggiunto il segretario di via dell’Umiltà – ha diverse chiavi di lettura. Non tutte coincidono con le convinzioni di Tremonti».
Berlusconi può permettersi di allargare il solco con Tremonti anche perchè al professore di Sondrio è venuta a mancare nel frattempo la sponda del Carroccio. Al contrario è proprio su Bossi che il Cavaliere sta ora concentrando tutte le sue energie nel tentativo di un recupero dell’ex alleato «senza il quale – ripete – diventa persino inutile presentare liste al Nord».
L’incontro di ieri sera ad Arcore con il Senatur (ma senza conferme ufficiali) avrebbe tuttavia dovuto restare segreto su precisa richiesta della Lega.
Bobo Maroni resta infatti contrario al riavvicinamento con l’ex premier, preferisce che il «Capo» non si faccia irretire dalle offerte del Cavaliere. Ma Berlusconi ha giocato d’anticipo, di fatto rendendo pubblica la notizia mentre la smentiva con poca convinzione.
Nel salotto di Arcore si sarebbe parlato di alleanze alle amministrative. Ma anche della sorte di Nicola Cosentino e dell’asta sulle frequenze tv.
Tra Berlusconi e Bossi, del resto, già venerdì a Montecitorio, al riparo da occhi indiscreti, c’era già stato un primo abboccamento per sgombrare il campo dalle punzecchiature dei giorni passati.
Ieri a Milano, dopo aver lodato Alfano per l’ennesima volta, il Cavaliere ha pure scherzato su un possibile ingresso in politica della figlia Marina: «Se accadesse la diserederei».
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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