PERCHE’ LA TONACA DELLE SUORE VA BENE MENTRE IL BURKINI NO?
SE SI PARLA DI “INDUMENTI CHE OSTENTANO APPARTENENZA RELIGIOSA” LA REGOLA DOVREBBE VALERE PER TUTTI
Ha ragione Angelino Alfano! Ed è detto tutto…
Perchè nella disfida sul burkini, fra il ministro degli interni italiano e il premier francese Manuel Valls, non c’è proprio partita: a sembrare un uomo di Stato, stavolta, è proprio l’Angelino nazionale.
Richiesto di commentare i provvedimenti di alcuni sindaci che vietavano il burkini sulle spiagge — provvedimenti motivati con ragioni d’ordine pubblico accettate da un tribunale amministrativo, ma con un ricorso pendente davanti al Consiglio di Stato francese — Valls ha invocato il valore repubblicano della laicitè: il burkini è discriminatorio contro le donne.
Alfano, più terra-terra, ha ribattuto che, se si parla di ordine pubblico, allora è più pericoloso vietarlo che ammetterlo.
Quella del velo islamico, in Francia, è una vecchia questione, che ha sempre diviso le mie due anime laica e liberale.
Il laico ammette che sì, velo e burkini sono strumenti di sopraffazione maschile. Il liberale però ribatte che, a decidere cosa sia sopraffatorio e cosa no, dovrebbero essere le dirette interessate: o vogliamo essere paternalisti in difesa delle donne?
A far prevalere l’anima liberale, inoltre, contribuisce il mio mestiere di giurista: come si fa a dire che il burkini turba l’ordine pubblico?
In questi giorni sto scrivendo un libro proprio sui temi della sicurezza, ma andando a fare un bagno, ieri, ho incontrato in spiaggia due signore indiane in sari, il loro abito tradizionale: anche quello turba la sicurezza?
Non sarei neppure intervenuto sul tema, tanto la posizione liberale mi pare fondata, se proprio l’incontro con le signore indiane non mi avesse suggerito un argomento decisivo, da ko, contro il divieto del burkini.
Divieti del genere, per non diventare discriminatori, devono essere formulati in regole generali e astratte: l’ordinanza del sindaco di Cannes, infatti, vietava d’indossare sulle spiagge — non il burkini, ma — “indumenti che ostentino un’appartenenza religiosa”. Bene: ma così si finisce per vietare non solo il sari alle indiane, ma anche il saio alle suore che accompagnano in spiaggia i bambini delle colonie. Pensateci.
Perchè il saio delle suore va bene, mentre il burkini delle musulmane no?
Mauro Barberis
docente di diritto – Univ. di Trieste
(da “il Fatto Quotidiano”)
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