PONTE MORANDI: INVECE CHE INIZIARE A DEMOLIRE IL SINDACO VA A SHANGHAI A CERCARE CHI PUO’ RICOSTRUIRLO
COME SE IN ITALIA NON ESISTESSERO AZIENDE IN GRADO DI FARLO… IL PONTE NON E’ UN BUSINESS COMMERCIALE, E’ UNA ESIGENZA DEI GENOVESI
È la Via della Seta la strada che potrebbe portare Genova a superare le emergenze. Compresa quella del crollo del Morandi. La strategia adottata dal sindaco del capoluogo Marco Bucci e dal presidente dei porti di Genova e Savona, Paolo Signorini, è semplice: mettere sul piatto le infrastrutture di cui il capoluogo ha urgente bisogno e attirare i cinesi in un accordo commerciale .
Signorini e Bucci sono arrivati a Shanghai domenica in una missione “parallela” a quella del governo, guidata dal vicepremier Luigi Di Maio.
Nei tre giorni di permanenza hanno proposto agli investitori le grandi infrastrutture che sosterranno lo sviluppo del primo porto d’Italia.
Il sindaco, che è anche commissario, ha incontrato il colosso statale delle costruzioni, la China Communication Construction Company. La suggestione piace agli investitori orientali perchè è poco onerosa in termini economici (meno di 200 milioni), ma offre un grande ritorno di immagine.
In cima alla lista dei danni collaterali della guerra tra Autostrade e governo, c’è la Gronda. La realizzazione dell’opera era inserita nell’accordo per l’allungamento della concessione, ma se ci sarà scontro tanto vale cercare un’alternativa.
Ecco perchè anche l’opera è entrata di prepotenza sul tavolo degli incontri in Cina. Così come la diga, che potrebbe diventare la chiave per far entrare i cinesi nel porto di Genova.
Pechino vorrebbe anche i binari («Siamo la porta dell’Europa Occidentale» ha spiegato Signorini agli investitori) e sarebbe disponibile a entrare tra le aziende costruttrici e a realizzare le opere connesse al Terzo Valico.
Ma qualcuno che pensi solo a ricostruire il ponte crollato e non a fare affari c’e’ in circolazione?
(da agenzie)
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