“QUI IN VENETO VOTEREMO TUTTI PER FORZA ITALIA”: IL PASSAPAROLA TRA LEGHISTI PER MANDARE A CASA SALVINI
LUCA ZAIA UFFICIALMENTE TACE, MA I LEGHISTI IN VENETO NON PERDONANO, PREPARIAMO I POP CORN…CHE RIPERCUSSIONI CI SAREBBERO SUL GOVERNO SE SALVINI SI RITROVASSE AZZOPPATO DOPO LE EUROPEE?
Luca Zaia ha incassato il colpo e ha taciuto. Quando Salvini si è presentato a Padova dicendo “di nomi per il dopo Zaia ne ho dieci”, il governatore del Veneto non ha fiatato. Ma il suo silenzio non deve essere scambiato per immobilismo. Che abbia voglia di vendicarsi, è chiaro. Uno che governa da 15 anni, bagnato dal consenso, una delle regioni più ricche d’Italia, non puo’ essere scaricato come un kleenex usato.
Ecco che il voto europeo del 9 giugno rappresenta una ghiotta occasione per affondare il colpo contro il “Capitone” ingrato. Storici elettori leghisti sussurrano a Dagospia: “Qui in Veneto voteremo tutti per Forza Italia…”, lasciando immaginare un voltafaccia massiccio al Carroccio.
Non pesano solo le parole di Salvini su Zaia o il progetto (poi abortito) di una Lega nazionale: incide, e non poco, la candidatura del generale Vannacci, vissuto come corpo estraneo dalla storica base leghista.
Il ministro delle Infrastrutture continua a ripetere che il militare sarà uno dei candidati più votati, eppure il sospetto che qualcosa nella Lega si stia muovendo per sabotarne l’elezione è forte.
I soliti “addetti ai livori” sussurrano: cosa accadrebbe se i tre governatori del Carroccio (Zaia in Veneto, Fedriga in Friuli e Fontana in Lombardia) si limitassero al compitino elettorale senza spronare più di tanto la base ad andare alle urne?
Cosa succederebbe se la Lega, nonostante la discesa in campo di Vannacci, non andasse oltre il 7-8%, o addirittura prendesse meno voti?
E continuando con i “se”: cosa accadrebbe al governo se il vicepremier Salvini si ritrovasse improvvisamente alla guida di un partito punito dagli elettori, spaccato in mille rivoli e con pezzi da novanta in fuga, magari verso la Liga Veneta, alla ricerca della purezza ideologica del progetto originario di Umberto Bossi?
Il generale Vannacci sarà la ciliegina sulla torta o la pietra tombale per Matteo Salvini, che tanto ha voluto l’ex parà nelle liste della Lega, ignorando le critiche dei suoi, da Romeo a Molinari da Centinaio a Garavaglia?
(da Dagoreport)
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