RENZI NON CAMBIA VERSO, MA SOLO IL LOOK: ABITO GRIGIO E NIENTE BATTUTE AD EFFETTO, HA FINITO IL REPERTORIO
A BARI MATTEO LANCIA LA CORSA ALLA SEGRETERIA DEL PD E CERCA QUALCUNO CHE GLI SPINGA IL CARRO IN PANNE
Come recita il suo ultimo slogan Matteo Renzi deve aver pensato che oltre all’Italia fosse ora di cambiar verso alla propria comunicazione.
Smesso il look casual e le battute ad effetto, a Bari l’ex rottamatore sfoggia un elegante abito grigio e un punto preciso.
No ad amnistia ed indulto – almeno nei termini in cui se ne è parlato finora, senza ad esempio modifiche alla Bossi-Fini – via il bicameralismo perfetto e riforma del Titolo quinto della Costituzione, quello che ha dato troppi poteri alle Regioni.
Basta con il mantra dell’austerity, no alle eccessive rigidità del mercato del lavoro («la riforma Fornero è stato un autogol di Monti»), no ai pasticci come Telecom e Alitalia, sì ad un contributo di solidarietà per chi riceve una pensione secondo il metodo retributivo.
Se secondo alcuni il primo Renzi era troppo a destra e l’ultimo opportunisticamente a sinistra, il nuovo Renzi sarebbe – per usare le sue stesse parole – “rivoluzionario, radicale e contro l’establishment che ha fallito”.
È come se ad un passo dalla vittoria, l’uomo che un anno fa era «appestato e ora tutti mi considerano un eroe» avesse trovato la sintesi.
In fondo crescere è fare errori, e lui stesso ammette di averne fatti: «Con la solidità di una certa autostima vi dico non ero un infiltrato prima e non sono un salvatore della Patria ora. Sono uno che ha sbagliato molto. Ma ho l’entusiasmo della coerenza» (sic).
Con il partito ormai (quasi) conquistato, è alla prova della maturità politica, la più difficile di tutte.
Alessandro Barbera
(da “La Stampa”)
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