E’ SFIDA TRA SERVIZI SOCIALI PER ASSICURARSI BERLUSCONI
DA TELFONO ROSA AI CLOWN, TUTTI LO VOGLIONO IN SERVIZIO… E IVA ZANICCHI VUOLE PULIRE I BAGNI CON LUI
Toni Nocchetti, di Tutti a scuola, onlus napoletana per i diritti dei ragazzi disabili, avrebbe tanto voluto Silvio Berlusconi per affidargli l’organizzazione di Giochi senza frontiere: «Con un paio di telefonate, ci procurerebbe tutti gli artisti»; per i genitori dei ragazzi, però, non se ne parla nemmeno.
Gabriella Carnieri Moscatelli, del Telefono Rosa, lo vorrebbe perchè «da noi si renderebbe conto che significhi essere donna, come è trattata oggi in Italia».
Francesco Storace, della Destra, lo vorrebbe per mettergli in mano la pubblicità del suo quotidiano: «Nel ramo è un fuoriclasse». Non si sa mai che ne ricavi qualcosa…
Geppino Fiorenza, di Libera, lo vorrebbe di modo «che sconti la pena sudando con la zappa sui terreni confiscati alle mafie».
Propositi altrettanto severi sembravano coltivati da don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus, che aveva prospettato all’ex premier levatacce all’alba, footing, pulizia della camera, lavoro nell’orto di pomodori e così via; poi, però, un finto Niccolò Ghedini — per conto della Zanzara — ha telefonato al sacerdote per verificare se, in caso di affidamento, al suo assistito sarebbe davvero toccato versare sudore della fronte: macchè, scherzavo, ha detto il don: sappiamo che ha un’età , gli concederemmo gli agi del caso.
Fuori dal suo partito, Berlusconi non era mai stato tanto desiderato.
Ambiscono ai suoi servigi da destra a sinistra, nessuna gradazione ideologica esclusa.
Semmai diversi sono i motivi. Ci sono naturalmente i redentori, come Ornella Bavero, di Ristretti Orizzonti: «Per uno come Berlusconi sarebbe altamente rieducativo vedere le conseguenze di certe leggi volute e fatte dalla sua parte politica».
Alla categoria è iscrivibile pure don Arnaldo Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza: «Essendo stato uno dei protagonisti dell’affossamento dello stato sociale, potrebbe finalmente verificare di persona quanto di buono fanno gli operatori sociali».
Di certo lo sono quelli dell’Associazione il tappeto di Iqbal, operatori di «pedagogica circense e clownerie»: «Daremmo a Berlusconi la possibilità di riabilitarsi e utilizzare positivamente le sue attitudini clownesche come metodo di benessere per gli altri»; sono esplicitamente apprezzate le barzellette.
Oppure Gianni Maddaloni (padre dell’olimpionico Pino), dello Star Judo di Napoli, Scampia, per il quale sarebbe bilateralmente utile se lo statista si «impegnasse per lo sviluppo dei ragazzi bisognosi di Napoli Nord».
Poi ci sono quelli sospettabili di essere animati anche da un piccolo sentimento di rivalsa, per esempio all’Aidaa, che segue i cani, e considera imperdibile la scena del Capo che porta in giro le bestie e ne raccoglie gli esiti dai marciapiedi.
O magari don Valentino Porcile, di Sturla, in Liguria: «Ti faccio io un bel programmino di servizi socialmente utili», e cioè un tour reality fra tossicodipendenti e prostitute picchiate.
Alcuni riconoscono a Berlusconi qualità sfruttabili. È il caso delle numerose amministrazioni locali che hanno dichiarato spalancate le loro porte.
A Ilbono, provincia di Cagliari, si augura che il detenuto offra «una preziosa consulenza in materia economica e sociale».
A Colleferro, provincia di Roma, gli affiderebbero il Museo marconiano (da Guglielmo Marconi).
A Cavriglia, in Valdarno, gli darebbero carta bianca «nel rilancio del bacino termale più grande d’Europa».
A Torre Annunziata metterebbero a frutto la sua «forma mentis di imprenditore».
Non mancano neppure i fan. Il sindaco di San Giorgio in Bosco (Padova), leghista, non sta nella pelle al pensiero di avere con sè «un grande statista».
Ad Albenga sono «certi dell’assoluta innocenza».
Rimangono da segnalare Gino Strada, di Emergency, che però terrebbe Berlusconi «lontano dalla cassa», l’indimenticabile sessantottino Mario Capanna, che all’«avversario ma non nemico» consegnerebbe il progetto di «fare di Roma la capitale euromediterranea della ricerca scientifica partecipata», e soprattutto la Fondazione Milan, che organizza amichevoli in beneficenza e, per la verità , non si è offerta: ma Silvio sarebbe un grande allenatore.
Mattia Feltri
Leave a Reply