RETROSCENA: BERLUSCONI LASCIA A VERDINI LA TRATTATIVA SULLE QUOTE E STACCA IL TELEFONO
“L’IMPORTANTE E’ CHE REGGA L’ACCORDO CON RENZI”…. E SULLE QUOTE CAMBIA IDEA PIU’ VOLTE
Al dunque, l’unica bussola che Silvio Berlusconi segue è quella della concretezza: “L’importante è che tenga l’accordo con Renzi. Dobbiamo evitare che salti tutto. È evidente che Matteo non tiene i suoi”.
E così, sull’argomento che meno l’appassiona come le quote rose, dà completo mandato a chiudere a Denis Verdini, nel modo che il plenipotenziario azzurro ritiene più opportuno.
E, per evitare tante chiacchiere e dibattiti, si inabissa, evitando di prendere le telefonate dei vari big che prendono d’assalto il centralino di Arcore.
Perchè la verità è che sull’argomento il Cavaliere non ha mai avuto una posizione definita. Allergico alle discussioni ideologiche, avvezzo a promuovere le donne in base ai suoi criteri di quote rosa nei ultimi due giorni ha sostenuto una cosa e il suo contrario.
E così, parlando con i contrari alla Verdini, si è detto completamente d’accordo con loro, abbandonandosi a battute che hanno molto divertito la corte: “Questa roba delle quote è ridicola. Se fanno le quote rosa, poi si inventeranno le quote per i senior, poi arriveremo alle quote per trans”.
Epperò più volte, sempre in questi giorni, ha rassicurato Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna che non aveva nulla in contrario a votare la parità di genere.
A patto chiaramente che non facesse saltare l’accordo con Renzi. Tanto che, nella giornata di sabato, aveva deciso: “Siamo favorevoli a questa cosa, mi avete convinto”.
È stata a quel punto una telefonata energica di Brunetta a fargli cambiare di nuovo linea.
Raccontano i ben informati che il capogruppo abbia ancorato il suo stesso mandato allo stop delle quote rose.
E, allora, nuovo contrordine: “Berlusconi — spiega Galan — è un liberale. Della norma in sè non gliene frega niente. Se i suoi la vogliono, dice fatela. Se ci sono problemi dice no. Tanto le donne in lista le mette lo stesso”.
Proprio questo approccio laico e disincantato spiega perchè, saturo di ricevere telefonate sull’argomento, abbia lasciato tutto nelle mani di Verdini, con un’unica regola di ingaggio: “L’importante è che regga il patto”.
Ben sapendo che il potente Denis è, letteralmente, allergico alle quote rosa, che limiterebbero il suo potere sulla formazione delle liste.
Quando si riuniscono, in un corridoio della Camera, Verdini, la Santanchè e Maria Elena Boschi, il plenipotenziario del Cav chiede che si voti “no”. Punto.
La risposta della ministra è che Renzi è contrario a questa storia delle quote ma il gruppo del Pd non regge il no.
Anzi sarebbe un massacro di fronte all’opinione pubblica. Quindi il governo si rimette all’Aula e il Pd dà libertà di voto.
La via della libertà di voto è l’unico modo per scaricare sul Parlamento la responsabilità dell’affossamento dell’emendamento.
Verdini vorrebbe il “no” del Pd, consapevole che non può votare no solo Forza Italia. Pallottoliere alla mano però può funzionare anche il voto segreto che consente di far fare il lavoro sporco nel segreto dell’urna, lasciando lindi Renzi e Berlusconi. L’importante è stoppare l’emendamento diventato, visto da Verdini che su questo ha registrato piena sintonia di vedute con Matteo Renzi, un cavallo di troia per far saltare tutto: “Le donne — dice un azzurro vicino al dossier – non c’entrano nulla. Se passa è a rischio la legge elettorale. Perchè a quel punto mezzo Parlamento chiederà di reintroduzione delle preferenze e addio accordo”.
Ecco perchè quando Forza Italia annuncia la libertà di coscienza le pasionarie azzurre capiscono che è un modo silurare l’emendamento: “Il mio partito — dice Stefania Prestigiacomo — non lascia neanche libertà di coscienza. Quindi intervengo in dissenso dal mio gruppo”.
Nervi tesi con Brunetta: “Non capisco le polemiche. Abbiamo lasciato libertà di coscienza”.
Al netto delle donne il voto di Forza Italia è stato compatto.
L’accordo con Renzi regge ancora, anche se i numeri finali lasciano perplesso il Cav in vista del Senato: “Matteo non regge i suoi”.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply