RICORSO ALLA FIDUCIA: IL GOVERNO CONTE PEGGIO DI RENZI E LETTA
E NUOVE FIDUCIE POTREBBERO FIOCCARE ENTRO LA FINE DELL’ANNO
Sarà un percorso convulso, quello della manovra, che entro la fine dell’anno dovrà avere il suo via libera alla Camera e al Senato. Probabile il ricorso al voto di fiducia. Ma intanto – sulle fiducie – il governo Conte già può vantare un risultato forse non auspicato.
In tutto, dall’inizio della legislatura, è stata chiesta 6 volte. Oltre il 31 per cento delle leggi è stato approvato con la fiducia, secondo una ricerca di Openpolis.
Dal 2008 ad oggi, avevano fatto peggio solo un governo tecnico – quello di Monti (45 per cento) – e quello di Gentiloni (35,9 per cento).
L’esecutivo gialloverde ha dunque superato il governo Letta (27,7 per cento delle leggi approvate con la fiducia) e quello di Renzi (26,7). Per l’ultimo governo Berlusconi la percentuale era invece appena del 16 per cento
Eppure uno dei partner della coalizione – il Movimento 5Stelle – si era scagliato molte volte in passato contro la fiducia. Memorabile una performance in video di Paola Taverna, che attaccava: “Fiducia di che? Siamo in dittatura, in un film muto”.
Lo stesso presidente della Camera, Roberto Fico, ha dovuto ammettere: “Parliamo di un problema vecchio che nasce nelle legislature precedenti, quello del rapporto tra Governo e Parlamento. Nel mio discorso di insediamento ho detto che avevo intenzione di far tornare il Parlamento centrale. Decreti o fiducie non dipendono dal sottoscritto, anche se io cerco che siano il minor numero possibile”.
La particolarità è che il ricorso alla fiducia, per il governo Conte, ha subìto un’impennata nel corso dei mesi.
E che per lo più è stata utilizzata non per accelerare i tempi, ma per superare contrasti politici all’interno della maggioranza.
La prima volta fu a settembre sul decreto milleproroghe, che conteneva le contestate norme sul taglio ai fondi alle periferie e quelle sulla autocertificazione per i vaccini.
Il record è stato sul decreto sicurezza, provvedimento bandiera di Salvini, su cui c’era un’ampia fronda dei 5Stelle. In quel caso la fiducia è stata posta sia alla Camera che al Senato.
Poi c’è stato un altro provvedimento oggetto di scontro tra Lega e 5Stelle, il disegno di legge anticorruzione, con la fiducia posta al Senato per correggere l’emendamento Vitiello sul peculato.
Sempre con la fiducia, è arrivato il primo via libera – quello alla Camera – sulla legge di bilancio. E lo stesso meccanismo potrebbe presto ripetersi in entrambi i rami del Parlamento per le modifiche apportate dall’esecutivo.
(da agenzie)
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