SALVINI A PROCESSO, OPEN ARMS: “CI AUGURIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA”
A PALERMO L’UDIENZA PRELIMINARE PER DECIDERE SE RINVIARE O PROSCIOGLIERE IL LEADER LEGHISTA ACCUSATO DI SEQUESTRO DI PERSONA E RIFIUTO DI ATTI D’UFFICIO
“151 persone, 21 giorni di attesa, 40 persone evacuate per fragilità fisiche e psichiche. Un rapporto dettagliato di Emergency su condizioni psicologiche a bordo. Qualcuno deve rispondere di tutto questo, ci auguriamo che sia fatta giustizia”.
Così su Twitter l’ong Open Arms, mentre è in corso a Palermo l’udienza del processo all’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Il gup di Palermo, Lorenzo Jannelli, ha dato il via all’udienza preliminare per decidere se rinviare o prosciogliere Matteo Salvini, chiamato a rispondere dell’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso “Open Arms”: la nave dell’ong spagnola con oltre 100 migranti salvati nel canale di Sicilia a cui, nell’agosto 2019, fu negato un “place of safety” in Italia per oltre sette giorni.
L’ex ministro degli Interni è arrivato al bunker dell’Ucciardone – blindato come non mai – senza rilasciare dichiarazioni. Con lui, in aula, il difensore di fiducia, l’avvocato Giulia Buongiorno. L’accusa è rappresentato dal procuratore della Repubblica, Francesco Lo Voi , dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Calogero Ferrara.
Sarebbero oltre dieci le parti civili che si costituiranno: oltre a 5 migranti (che oggi vivono in Germania), anche la ong “Open Arms”, il suo fondatore, Oscar Camps, la ong “Mediterranea”, l’Arci Sicilia e l’associazione “AccoglieRete”.
L’area in cui sorge il carcere dell’Ucciardone di Palermo è blindata. All’esterno dell’aula bunker, infatti, un cordone massiccio delle forze dell’ordine monitora l’accesso con la chiusura al traffico di via Remo Sandron e il tratto finale di via Duca della Verdura
Intanto all’esterno, a poca distanza dall’ingresso transennato del carcere, è in corso un presidio pacifico di attivisti e associazioni, alcune decine di persone, che hanno posizionato sulla cancellata alcuni striscioni con scritte come “Palermo per l’accoglienza e la solidarietà ” e “Processo all’odio”. “Non è un processo qualsiasi – ha detto Fausta Ferruzza del Forum antirazzista – non a caso l’abbiamo ribattezzato ‘processo all’odiò perchè l’ex ministro Salvini ha posto sotto sequestro in alto mare decine di persone che chiedevano aiuto. Noi impediremo che questo si ripeta perchè crediamo che l’Europa debba rispettare i diritti umani fino in fondo”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply