SALVINI E’ ANDATO A FARSI BENEDIRE A FATIMA: DAI “PIENI POTERI” ALL’INTERCESSIONE DELLA MADONNA CHE LO SALVI DALLA GALERA (E DALLA MELONI)
RISPOLVERA IL ROSARIO E VOLA IN PORTOGALLO: CONGRESSO DEL PARTITO SOVRANISTA CHEGA E VISITA AL SANTUARIO
È noto che nei momenti importanti Matteo Salvini si affida a chi sta molto più in alto di lui. Mostrò il rosario durante il comizione di chiusura della campagna elettorale per le ultime Europee: “La sera io mi metto nelle mani del buon Dio”.
Era il maggio 2019 quando il Capitano che allora sedeva al Viminale si fece “crociato”: qualcuno in Vaticano rimase perplesso, il cardinale Parolin e il vescovo Mogavero criticarono l’ostentazione pubblica, Avvenire titolò: “Salvini brandisce il rosario”.
Il ministro dell’Interno non si scompose. Pochi giorni dopo, a urne chiuse, celebrò il successo della sua Lega al 34% baciando il crocifisso in conferenza stampa: “A Maria ho affidato non il voto ma il futuro dell’Italia”.
Adesso l’Italia è nelle mani di Draghi, l’Europa chissà. Forse per questo Salvini concluderà il tour del fine settimana in Portogallo – per partecipare al congresso del giovanissimo partito nazionalista Chega! – con una visita al Santuario della Madonna di Fatima.
Del resto, il trittico Dio, patria e famiglia è un caposaldo del new deal sovranista: dal trumpiano Steve Bannon, alla linea di Le Pen e Orban, fino alle radici cristiane assai care a Marcello Pera, la cui dottrina ha colpito Salvini che lo ha incontrato un paio di anni fa.
Domenica il leader leghista parteciperà da Cascais a una videoconferenza di Identità e Democrazia con il presidente del partito di estrema destra belga Vlaams Belang Gerolf Annemans e con il conservatore estone Martin Helme.
Poi interverrà di persona a Coimbra al congresso di Chega! – traduzione in italiano: Basta! – il partito, su posizioni molto simili allo spagnolo Vox, guidato da Andre Ventura.
Nato a ridosso delle scorse Europee, a cui si presentò apparentato con i monarchici, Chega! non ha deputati a Bruxelles ma secondo i sondaggi è intorno all’8%, dunque ne avrà alle prossima tornata.
Lunedì mattina infine – secondo il programma della vista diffuso da Via Bellerio – la visita a Nostra Signora di Fatima, accompagnato dal capogruppo Marco Zanni.
Un altro filo per la tela sovranista che Salvini va tessendo in Europa. Con contorni, però, ancora non definiti. Da un lato, il chiodo fisso di Giorgetti – l’approdo graduale verso il Ppe – è finito in freezer in parallelo con l’ingresso al governo del numero due del partito e l’arrivo come responsabile Esteri del fedelissimo Lorenzo Fontana.
Giorgetti stesso, incontrando ieri gli europarlamentari del Carroccio a margine della vicenda Alitalia, ha chiarito: “Io ho la mia posizione, ma mi risulta che anche Matteo sta lavorando verso nuove prospettive e nuovi orizzonti”. Che, a quanto sembra, non coincidono.
Dall’altro lato, però, neppure Idea e Democrazia – l’eurogruppo con il Front National e la destra estone e ceca – in questi mesi è decollato.
Salvini ha incontrato pubblicamente il premier ungherese Orban, fresco di uscita dal Ppe, e il capo del governo polacco Mateusz Morawiecki (che però fa parte del gruppo Conservatori & Riformisti guidato da Giorgia Meloni) lanciando la suggestione di un nuovo gruppo che potrebbe chiamarsi “Rinascimento Europeo”.
Per ora, però, è rimasta appunto una suggestione. Così il fine settimana portoghese rappresenterà anche l’occasione per discutere di future collocazioni con i “ragazzi” di Chega! con cui le manovre di avvicinamento sono già cominciate.
Molte parole d’ordine sono in comune: nazionalismo, protezionismo, sovranismo, conservatorismo, cristianesimo. Il partito di Ventura però, oltre a porsi come baluardo della famiglia tradizionale, vuole eliminare il diritto di aborto, il diritto di cambiare sesso e i relativi sussidi pubblici.
In più, i “cugini” di Vox, per ora siedono sui banchi Ecr. Tuttavia, a fine anno ci sarà il valzer di cariche per la boa di metà legislatura, i partiti sono in fibrillazione e il “pacchetto Orban” fa gola. La partita a scacchi degli equilibri all’Europarlamento è agli inizi e per la Lega presenta molte incognite.
A partire dalla strategia: c’è chi sostiene che nella testa di Salvini più che un gruppo ci sia l’idea di una “federazione sovranista”. Obiettivo ambizioso. “E’ un cantiere aperto” sintetizza un leghista. Niente di più normale allora che il leader che tre anni fa chiedeva agli italiani i “pieni poteri” decida prudentemente di affidarsi all’Onnipotente.
(da Huffingtonpost)
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