SALVINI, L’UOMO DELLE DUE MASCHERINE: ENTRA IN TRIBUNALE CON UNA TRADIZIONALE FFP2, POI ESCE E PER PARLARE CON I MEDIA LA CAMBIA CON QUELLA CON BORSELLINO: AL RIDICOLO NON C’E’ MAI FINE
L’UDIENZA RINVIATA AL 20 MARZO DOPO ACQUISIZIONE DI ALTRI DOCUMENTI… LA DIFESA SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI
“Sono orgoglioso di quello che ho fatto”, così insiste Matteo Salvini all’uscita dell’udienza preliminare a suo carico a Palermo.
Un’udienza conclusasi con il rinvio al 20 marzo e che vede il leader della Lega accusato di sequestro di persona e di rifiuto d’atti d’ufficio per la vicenda che riguarda lo sbarco negato per venti giorni nell’agosto del 2019 alla Open Arms. L’avvocata e senatrice del Carroccio Giulia Bongiorno, che difende l’ex ministro, ha chiesto l’acquisizione di una copiosa quantità di documenti, tra cui il diario di bordo e le mail.
Documenti che dovranno essere tradotti e per questo il prossimo 14 gennaio verrà nominato dal tribunale di Palermo un traduttore. Bongiorno ha anche chiesto l’acquisizione della testimonianza a Catania dell’ex ministro Danilo Toninelli. I difensori delle parti civili si sono invece riservati di chiedere le esclusioni dei documenti non pertinenti e fino a 5 giorni prima potranno presentare controdeduzioni rispetto alle prove presentate dalla difesa.
Sono stati infatti in tutto 18 le parti civili presentatesi oggi in aula bunker, e sono state tutte accolte dal giudice, Lorenzo Jannelli. Si tratta di 7 migranti, di associazioni come Arci, AccoglieRete, Legambiente, Giuristi democratici, Ciss, Opena Arms, Mediterranea Saving Humans, Cittadinanza attiva, e il capitano della nave, Reig Creuss.
E si annuncia infuocata la battaglia legale nei confronti dell’ex capo del Viminale. Alta la tensione all’uscita dell’udienza tra il leader della Lega e i difensori di parte civile. Ad infuocare gli animi anche la mascherina di Salvini, contestato da uno dei difensori che assisteva alla conferenza stampa successiva.
L’ex capo del Viminale è arrivato in aula alle 9.20 con una mascherina Ffp2 senza immagini, costretto dalle regole del tribunale di Palermo, come lui stesso ha spiegato, ma a fine udienza si è presentato ai giornalisti indossando la mascherina con l’immagine del giudice Paolo Borsellino, la stessa che ieri aveva indossato in Via D’Amelio e che aveva suscitato la reazione indignata del fratello del giudice ucciso dalla mafia, che lo aveva definito “sciacallo”.
L’ex capo del Viminale è accusato di sequestro di persona e di rifiuto di atti d’ufficio. È la prima tappa processuale dopo la decisione del tribunale dei Ministri che ha disposto il processo, dopo che lo scorso luglio il Parlamento ha votato a favore dell’autorizzazione a procedere del Parlamento.
I fatti riguardano i 147 migranti salvati in mare aperto dalla Ong spagnola Open Arms nell’agosto del 2019. È la seconda volta in meno di un mese che l’ex ministro degli Interni si reca in Sicilia per rispondere di sequestro di persona. La scorsa volta, il 12 dicembre, era stato a Catania per il caso Gregoretti. Ma mentre la procura di Catania aveva chiesto il non luogo a procedere, il capo della procura Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il sostituto Geri Ferrara hanno chiesto il rinvio a giudizio. Di fronte al tribunale palermitano, poi, il leader del Carroccio risponde di due accuse: oltre che di sequestro di persona infatti è accusato di rifiuto di atti d’ufficio.
La difesa dell’ex vice premier di fronte al tribunale di Catania, sostenuta dall’avvocata Giulia Bongiorno, ha puntato sulla collegialità delle decisioni prese da Salvini, allora sostenute da tutto la compagine di governo, secondo quanto sostenuto dalla difesa.
In questo caso però agli atti risulta anche una nota del premier Giuseppe Conte del 14 agosto del 2019, quando scrisse al leader della Lega invitandolo “ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti sull’imbarcazione”.
“Stiam parlando di una nave spagnola autorizzata per avere a bordo 19 persone e che ne ha raccolte 162 — ha sottolineato invece Salvini — Una nave che disse no allo sbarco a Malta, che disse no a un porto spagnolo”
Accuse quelle di Salvini alle quali ha ribattuto l’avvocato dell’armatore, Arturo Angelini: “Lo sbarco a Malta non è stato mai possibile, il comandante deve tenere conto della sicurezza della nave e su questo c’è un amplissima documentazione, La Spagna era impossibile”
(da agenzie)
Leave a Reply