SALVINI PRENDE TEMPO: NON RINUNCERA’ ALL’IMMUNITA’ SE PRIMA NON AVRA’ GARANZIE SULL’ESSERE GIUDICATO DA MAGISTRATI “COMPRENSIVI”
RIUNIONI SU RIUNIONI PER AVERE CONSIGLI LEGALI, DICE “POTREI RINUNCIARE ALL’IMMUNITA’ DOPO IL VOTO DEL SENATO” MA SA DI AVER COMMESSO UN REATO E L’IMPUNITA’ GLIELA PUO’ SOLO GARANTIRE IL SENATO (E IL M5S) … E IN SERATA PARAGONE ANNUNCIA IL SI’ ALL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE DEI GRILLINI
Intanto bisogna conoscere la psicologia del personaggio.
Salvini non è un “cuor di leone” e la prospettiva di andare a processo per un reato che sa bene di aver commesso (perchè la giurisprudenza in materia è chiara e certe testimonianze rese da alti funzionari del Viminale ai giudici di Catania non gli hanno certo giovato) lo preoccupa, anche perchè trovarsi in cella con Battisti sarebbe imbarazzante.
Dopo aver detto ad altri inquisiti che dovevano rinunciare all’immunità parlamentare ora è di fronte al bivio: o sceglie l’impunità garantita dalla Kasta e perde la faccia o si fa processare.
Se avesse voluto rinunciarvi, lo avrebbe già fatto, con buona pace di tanti analisti che pensano sia mosso da chissà che strategia politica.
In realtà prende solo tempo, fa riunioni su riunioni, muove pedine e chiede pareri.
Dimenticate l’arroganza che dimostra in pubblico, la realtà è un’altra.
La domanda di fondo è questa: a chi verrebbe assegnato il processo ?
Qualcuno si è stupito che i tre magistrati di Catania, dove il procuratore è notoriamente “in sintonia” con Salvini, abbiano chiesto l’autorizzazione a procedere.
Semplice: perchè sono stati sorteggiati tra i magistrati della stessa Procura, non sono stati scelti da Zuccaro e lo hanno sonoramente smentito, attenendosi alle norme vigenti.
Dato che Zuccaro è il procuratore capo ma non tutti per fortuna dell’Italia la pensano come lui, ecco la variabile pericolosa per Salvini.
Che garanzie ha che la scelta cada su giudici “amici”?
Per questo occorre tempo, siamo certi che capirete…
Resta un altro problema: i processi vanno per lunghe, c’è anche l’appello e la Cassazione: chi garantisce a Salvini che tra qualche anno, quando non sarà più ministro e con un partito al 30%, quando gli italiani lo avranno dimenticato (vedi Bossi), qualche giudice si senta libero di condannare “un ex potente” a qualche anno di reclusione e a rifondere lo Stato di 150.000 euro per i soldi sperperati bloccando la Diciotti, nonchè qualche centinaia di migliaia di euro di danni ai “soggetti sequestrati”?
L’altra soluzione diventa così la più percorribile: se il Senato dice no all’autorizzazione a procedere, il processo non si farà , nè ora nè mai.
Controindicazioni: siamo sicuri che i numeri ci siano ?
In serata Paragone (M5S) ha annunciato che i grillini voteranno Sì, coerentemente ai precedenti, e pensa che anche la Lega “non potrà che votare per coerenza nello stesso modo”, mandando a processo Salvini.
Detto da uno che è tra i grillini più intelligenti, è un segnale per “tenere” la base cinquestelle e tendere una trappola ai suoi ex amici della Padania.
Un modo per rendere sempre più urgente un segnale da Catania.
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