SCIOPERO DI GENOVA: MA QUALE PRIVATIZZAZIONE, E’ SOLO QUESTIONE DI SOLDI
DIETRO LA PROTESTA DEI LAVORATORI SOLO IL RIFIUTO DI ACCETTARE PER IL SECONDO ANNO UN TAGLIO DI 8 MILIONI SUGLI STIPENDI… L’ALTERNATIVA E’ IL FALLIMENTO Di AMT
Prima ancora dei privati, la principale paura dei mille lavoratori scesi in piazza ieri per il quarto giorno di fila, contro la delibera del Comune che apre le porte all’ingresso dei privati nell’azienda del trasporto pubblico, sono i tagli.
È la nuova sforbiciata del sindaco Doria che ha messo in allarme i dipendenti.
Perchè se la privatizzazione nel provvedimento del Consiglio comunale è soltanto evocata come extrema ratio per rimettere in ordine i conti della società , la necessità per il 2014 di chiudere il bilancio senza debiti è incontrovertibile.
E qualcuno, alla fine, deve pagare il conto. “Il problema non è la privatizzazione, ma i nuovi sacrifici che il sindaco vuole chiedere ai propri lavoratori”, spiega Antonio Graniero, segretario della Cisl di Genova.
Il sindaco, a scanso di equivoci, l’ha ripetuto anche oggi: “Il Comune di Genova non vuole e non privatizza Amt. È falso dire il contrario”.
Perchè una mobilitazione così massiccia allora? Perchè, privatizzazione o no, il sindaco ha le idee molto chiare.
La municipalizzata fino al 2012 era una macchina da debiti.
Quest’anno, la perdita sarà inferiore ai 700 mila euro.
Un’operazione di risanamento compiuta grazie al pesante sacrificio dei lavoratori con risparmi per 8,3 milioni di euro tra tagli agli stipendi dei lavoratori e ammortizzatori sociali.
Marco Doria ha una data cerchiata sul calendario, il 31 dicembre 2014.
Lì scadrà il contratto di servizio di Amt ed entro quella data l’azienda dovrà arrivare con i conti a posto per presentarsi alla gara di assegnazione della futura agenzia regionale del trasporto.
Come? Ed è qui che la situazione si complica.
Delibera a parte, il comune chiude le porte ai privati. Ma quegli 8 milioni, in un modo o nell’altro vanno trovati.
E una strada può essere proprio quella di rinnovare per il 2014 quanto già fatto nel 2013. Che vuol dire ancora tagli.
“Lo scorso anno – continua Graniero- c’è chi ci ha rimesso anche 4 mila euro. Per qualcuno in busta paga ha voluto dire 200-300 euro in meno al mese. Un prelievo che il sindaco voleva rinnovare anche il 1 gennaio 2014, e abbiamo detto no”.
La questione, insomma, è un po’ più semplice dello scontro pubblico/privato.
“Noi non abbiamo nulla in principio contro l’ingresso dei privati”, dice Graniero. “Però l’esperienza passata dovrebbe dirci qualcosa. La stessa Amt è stata già privatizzata dieci anni fa, quando i francesi di Transdev-Veolia entrarono al 40% nella società . Per fare cosa? Tredici km di corsie preferenziali, che venivano sistematicamente invase dagli altri veicoli. Se ne sono andati senza investire neanche un euro”.
In sintesi, il Comune di Genova ha una scadenza, il 31 dicembre 2014, e un conto da pagare: oltre otto milioni di euro di passivo in arrivo nel prossimo anno.
La strada, se si vuole escludere un privato e mantenere invariata l’occupazione, è sedersi ad un tavolo e chiedere a tutti un sacrificio.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply