GENOVA, SCIOPERO AMT, RAGGIUNTO L’ ACCORDO PATACCA: SARANNO I GENOVESI A PAGARE I DEBITI ALTRUI, MENTRE IN ASSEMBLEA SCOPPIA LA RISSA
L’ACCORDO PREVEDE CHE IL DEFICIT DI 8,3 MILIONI SIA COPERTO PER META’ DAL COMUNE (CHE COSI’ TAGLIERA’ I SERVIZI SOCIALI PER I MENO ABBIENTI) E PER META’ DA VAGHE “RIORGANIZZAZIONI INTERNE”, OVVERO TAGLIO DI LINEE E PENALIZZAZIONE DEI SERVIZI IN COLLINA…ESCLUSO INCIDERE SU RETRIBUZIONI, ORARI E RIPOSI
Poco fa l’assemblea dei lavoratori dell’Amt, riunita per ore alla sala Chiamata del porto, ha approvato l’accordo firmato nella notte in Prefettura sulla vertenza che ha portato a cinque giorni consecutivi di sciopero del trasporto pubblico locale nel capoluogo ligure.
Il voto, espresso in modo palese (favorevoli e contrari sono stati divisi in due zone del salone e poi contati), è stato duramente contestato dai numerosi autisti che si erano espressi per la prosecuzione dello sciopero: in assemblea si sono vissuti momenti di tensione e si è sfiorata la rissa.
Insulti sono stati rivolti ad alcuni rappresentanti sindacali che hanno condotto la trattativa e al momento il risultato è “ufficioso”, visto che i “no” hanno chiesto di ripetere il voto.
LA BOZZA DI ACCORDO
Secondo quanto riferito dai sindacati a conclusione della trattativa, l’accordo prevede, in primo luogo, che l’Amt rimanga pubblica. La Regione si impegna a finanziare l’acquisto in tempi brevi di 15 nuovi mezzi attraverso una riprogrammazione di risorse già impegnate e, nel quadriennio 2014-2017, di altre 200 vetture, con finanziamenti da fondi europei e nazionali.
La Regione, poi, si impegna ad accelerare il percorso di costituzione dell’Agenzia unica per il Tpl entro marzo del 2014 in modo che operi a regime entro la fine dell’anno.
I sindacati hanno riferito, poi, che, per ripianare il disavanzo di Amt, calcolato in 8,3 milioni di euro nel 2014, il Comune si è impegnato a ripatrimonalizzare l’azienda con un investimento pari a 4,3 milioni di euro.
I restanti 4 milioni saranno invece recuperati attraverso riorganizzazioni aziendali che non toccheranno nè le retribuzioni, nè l’orario di lavoro, nè i riposi dei dipendenti.
In particolare, secondo quanto riferito, tra gli interventi di riorganizzazione è prevista l’esternalizzazione di quote di attività che verranno affidate in appalto (come i servizi sulle linee collinari).
Dopo l’eventuale firma definitiva dell’accordo si avvierà una trattativa aziendale per stabilire quante e quali linee appaltare.
Questa misura dovrebbe consentire un risparmio per l’azienda pari a 2 milioni di euro.
Per recuperare i restanti 2 milioni di disavanzo, l’accordo prevede altre riorganizzazioni interne, che dovranno essere individuate entro il 31 dicembre di quest’anno in modo da essere realizzate a partire da gennaio del 2014.
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Vediamo di approfondire i termini di questo accordo patacca.
Avevamo ragione a sostenere che il problema non è mai stata la presunta privatizzazione, ma esclusivamente i quattrini.
Anche perchè nessun privato “vero” e sano di mente butterebbe soldi in una azienda sgangherata che, unica nel suo genere al mondo, può permettersi che un terzo dei dipendenti non sia al volante, ma altrove.
I sedicenti privati sarebbero stati alla fine società collegate alle Ferrovie dello Stato se non la Cassa depositi e Prestiti, quindi evitiamo di spacciare per investitori privati chi non lo è nella sostanza.
Torniamo all’unico problema vero: gli 8,2 milioni di debiti chi li paga?
Cominciamo a dire qualche verità : Amt , nonostante veda coperto il proprio passivo per due terzi dallo Stato, nonostante il Comune di Genova versi a fondo perso 30 milioni l’anno, perde altri 8 milioni l’anno.
Nel 2013 questo passivo è stato tamponato con il concorso di un taglio delle retribuzioni dei dipendenti, nel 2014 i lavoratori si sono rifiutati.
La bozza di accordo patacca prevede che 4,2 milioni ce li metta il Comune di Genova che, non siamo fessi, a questo punto taglierà i servizi sociali, l’unica voce “elastica” su cui potrà agire.
Quindi alla fine pagheranno come sempre i meno abbienti.
Degli altri 4 milioni, due deriverebbero dalla “esternalizzazione” del servizio di alcune linee collinari”: fuori dal politichese vuol dire che le linee saranno tagliate e i bus passerranno ogni morte di papa, poche balle.
Quindi altra misura che penalizzerà i cittadini.
Gli altri due milioni poi deriverebbero da “riorganizzazioni interne” ancora da individuare: e dato che non si potranno tagliare retribuzioni, orari e riposi, sa tanto di presa per i fondelli per prendere tempo.
Nessun accenno a parcheggi di interscambio, tariffe differenziate, biglietto elettronico per far pagare quel 5% che sale a bordo da portoghese, cancellazione del biglietto integrato bus-treno, corsie gialle, chiusure al traffico privato di aree del centro città .
Provvedimenti che farebbero aumentare i ricavi, non solo chiacchiere e tasse.
Quelle che piacciono alla Giunta, ai sindacati e ai novelli sciacalli che scendono a fianco dei lavoratori ma che non hanno mai preso un bus in vita loro perchè viaggiavano in Ferrari.
Governare è altra cosa, è rappresentare tutta la città , non solo chi urla di più.
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