SMASCHERATO IL TAROCCO DE “LA VERITA’â€, L’INTERCETTAZIONE CHE INCASTRA SIRI E’ VERA
ESISTE, E’ CITATA NEGLI ATTI, VANI I TENTATIVI DEL GIORNALE LEGHISTA DI FORNIRE UN AIUTINO A SALVINI
Ieri le pagine Facebook della Lega hanno rilanciato un articolo della Verità in cui si sosteneva che l’intercettazione in cui Paolo Arata e il figlio Francesco parlano di 30mila euro dati ad Armando Siri per l’emendamento sull’eolico non esistesse.
Oggi arriva la risposta dei quotidiani chiamati in causa dall’autore dell’articolo Giacomo Amadori e quella del Fatto.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera oggi, senza nominare La Verità , dice che l’intercettazione risale al settembre 2018 ed è stata captata dagli investigatori della DIA grazie a una cimice nel telefonino di Arata.
Gli Arata discutono dei propri affari. Non immaginano di essere ascoltati e il padre parla a ruota libera. Spiega al figlio i rapporti con Siri, le richieste per farlo intervenire su provvedimenti di legge che riguardano gli impianti eolici per cui loro hanno svariate società e in particolare gli incentivi che loro non possono ottenere. Parla esplicitamente di 30mila euro che ha dovuto impegnare. Il senso del colloquio per i magistrati è chiaro: quei soldi sono il «costo» per garantirsi l’impegno del politico del Carroccio.
Per loro è un’ammissione sufficiente a procedere contro Siri e infatti nel decreto di perquisizione esplicitano esattamente il contenuto dell’intercettazione.
E infatti sono proprio gli inquirenti a confermare che «l’interpretazione di quanto affermato da Paolo Arata nell’intercettazione è univoca», soprattutto che non c’è alcun dubbio che si riferisca proprio al suo rapporto con Siri.
Per questo nel provvedimento si afferma che «Siri è indagato in qualità di pubblico ufficiale, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, asservendoli a interessi privati – tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia – l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare e di iniziativa governativa di rango legislativo, ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto «minieolico» – riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30.000 € da parte di Paolo Franco Arata amministratore della Etnea srl, della Alqantara Srl, dominus della Solcara srl (amministrata dal figlio Francesco Arata) e dalla Solgesta srl (amministrata dalla moglie Alessandra Rollino), imprenditore che da tali provvedimenti avrebbe tratto benefici di carattere economico».
Marco Lillo sul Fatto aggiunge ulteriori particolari.
Il primo è che “a breve saranno depositati nuovi atti e lì dovrebbe esserci anche l’intercettazione chiave del caso Siri al centro ieri di una polemica politico-giornalistica”.
Il 19 aprile Il CorSera riporta il virgolettato della “presunta”conversazione avvenuta in estate tra l’imprenditore Paolo Arata e il figlio Francesco: “Questa operazione ci è costata 30 mila euro”. Lo stesso giorno anche Repubblica riporta la frase ma in modo diverso. Ci sarebbero addirittura due conversazioni. La prima di agosto (“Questo affare mi è costato 30 mila euro”) e la seconda di settembre (“mi ci sono voluti 30 mila euro”).
Anche Il Messaggero ha una sua versione: “Sta storia mi è già costata 30 mila euro”.
Il punto è che l’intercettazione c’è, ma non ha il testo riportato dai tre quotidiani. Mentre nel titolo de La Verità e poi nelle interpretazioni politiche che ne sono state date, sembra quasi che non ci sia
nessuna intercettazione che “inguaia”Siri.
Il punto, chiude il Fatto, è che la Procura di Roma ha scelto di non depositare la conversazione intercettata in cui Arata parla dei soldi, ma i pm hanno formulato un capo di accusa chiaro: “Siri, proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddettomini eolico,riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30mila euro da parte di Arata”.
(da “NexQuotidiano”)
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