SONO PROPRIO RIDOTTI MALE SE TUTTI CERCANO MARCHINI
E CICCHITTO PROPONE UNA “GRANDE LISTA CIVICA PER BATTERE I GRILLINI”
Dopo il fallimento della giunta Marino, e quello ancora più eclatante della squadra di Alemanno, un fantasma si aggira per la Capitale: quello di una grossa coalizione con tutti dentro, o meglio: di una lista civica con tutti i principali partiti, dal Pd a Forza Italia, nel nome di Alfio Marchini, benedetto qualche sera da Berlusconi e da sempre in buoni rapporti con il Pd, tanto da essere determinante nel trovare le forme per dimissionare Marino.
Un fantasma che per ora non ha padri nè madri, e anzi a sentire i dem l’ipotesi di un sostegno a Marchini viene definita “improbabile”.
E tuttavia Fabrizio Cicchitto, ex berlusconiano di ferro e ora teorico del partito della Nazione, non ha paura a metterci la faccia e dire che “oggi a Roma parlare di centrodestra o di centrosinistra significa non capire il dramma che purtroppo la politica sta vivendo in questa città per cui l’unica via d’uscita è una grande lista civica che è tutt’altro che un’arca di Noè ma l’unica alternativa possibile al M5S”.
Un listone civico che mescoli e nasconda i simboli dei vecchi partiti, salvando dal naufragio una parte della nomenklatura, e contrapposto ai grillini nel nome della politica.
Un’ipotesi prematura ma tutt’altro che inverosimile. Tanto che lo stesso Marchini a Repubblica ha raccontato di quei dem che gli hanno già proposto, riservatamente, una lista “Democratici per Marchini”. Magari alleata con la lista di Forza Italia priva però del nome e del simbolo.
Al Nazareno per ora non si parla di possibili candidature.
Renzi ha in testa solo il lavoro del “dream team” guidato dal prefetto di Milano Paolo Tronca che ha il compito di rimettere in piedi la città in un paio di mesi.
Una mission assai più difficile dell’Expo, e tuttavia è a quel modello di successo che ormai il Pd attinge a piene mani. Oltre al pressing su Giuseppe Sala come sindaco di Milano, infatti, anche la squadra che dovrà traghettare Roma ha il timbro del “partito dell’Expo”: non solo Tronca, ma anche per il ruolo di subcommissari ai Trasporti e ai Rifiuti (i due capitoli più sofferenti nella Capitale) il premier guarda al team di Expo: per i trasporti si parla di Marco Rettighieri, general manager costructions per i padiglioni di Rho, e per i rifiuti a Gloria Zavatta, manager per la sostenibilità di Expo.
“Nomi forti, che ci aiutino a lasciarci alle spalle il disastro il prima possibile”, ha spiegato Renzi ai suoi. Dunque prima si testerà il lavoro del dream team, e solo tra qualche mese si passerà alla ricerca del candidato, con una serie di sondaggi che vedranno testato anche Fabrizio Barca, oltre ad alcuni ministri romani tra cui Beatrice Lorenzin, Marianna Madia e Paolo Gentiloni.
Non Matteo Orfini, che ha già fatto capire di voler restare fuori dalla partita.
Ma l’ipotesi di candidare un politico, almeno per ora, resta sullo sfondo. Troppo forte la bruciatura, troppo alto il rischio di non arrivare neppure al ballottaggio.
Che, ad oggi, sembra assai più probabile tra Marchini e un grillino, con il Pd fuori dai giochi. Sempre che i dem alla fine non decidano di saltare sul carro del costruttore.
Nel caso del listone pro Marchini, resterebbero con tutta è probabilità fuori la Lega e Fratelli d’Italia, pronti a candidare Giorgia Meloni, la prima a ribellarsi all’ipotesi del costruttore ex rosso.
Salvini, per ora, non si sbilancia: “La Meloni la conosco e la stimo, Marchini non lo conosco e non esprimo giudizi. Dico solo che l’ultima cosa di cui c’è bisogno in Italia, e in particolare a Roma e Milano è litigare”.
Su Marchini la sua per ora è una posizione di attesa. Non ci sono stati incontri e neppure telefonate dirette. Ma di fronte all’ipotesi di un listone civico con dentro il Pd il Carroccio si chiamerebbe certamente fuori.
La sinistra di Sel e dintorni, a sua volta, pare aver definitivamente chiuso l’alleanza col Pd.
Al prossimo giro si ragiona su una candidatura in proprio. Civati ha lanciato il senatore Walter Tocci, che fa ancora parte del Pd. Ma si sta ragionando anche sull’ipotesi di candidare Stefano Fassina, il nome più forte sulla piazza romana, per testare nella sfida clou delle amministrative 2016 la nuova forza politica che nascerà a gennaio.
E senza alleanza con i dem, è probabile anche un sostegno di Civati.
In casa M5s regna ancora l’incertezza.
Grillo e Casaleggio sono consapevoli di giocarsi la partita della vita, ma ancora oscillano tra la volontà di rispettare le regole e candidare un militante come i 4 consiglieri comunali uscenti (la favorita è l’unica donna, Virginia Raggi), o allargare le maglie delle prossime “comunarie” in modo da consentire la corsa a personalità civiche del calibro del giudice Ferdinando Imposimato.
Casaleggio non è rimasto particolarmente colpito dalla performance tv dei 4 moschettieri due settimane fa da Lucia Annunziata a “In Mezz’Ora”.
E tuttavia non intende derogare ai regolamenti che impediscono la corsa di un parlamentare in carica come Di Battista. Lavori in corso.
L’unica certezza è che il “Dibba”, Grillo e anche Di Maio saranno in prima fila nella campagna elettorale con il Campidoglio. In ogni caso.
Convinti di poter conquistare la Capitale sulle rovine dei partiti.
(da “Huffingtonpost”)
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