TASSA UNICA SULLA CASA ALLO STUDIO DEL GOVERNO: C’E’ IL RISCHIO AUMENTI
PER SEMPLIFICARE IL PRELIEVO FISCALE SUGLI IMMOBILI, IL GOVERNO STUDIA L’ACCORPAMENTO DEI TRIBUTI: IN BALLO CI SONO 16 MILIARDI DI EURO L’ANNO….SI AFFIDEREBBE TUTTO AI COMUNI CHE AVREBBERO LE MANI LIBERE SULLA GESTIONE E ANCHE LA POSSIBILITA’ DI INCREMENTARE LA PRESSIONE TRIBUTARIA PER AUMENTARE LE ENTRATE
Ovviamente, a parole, l’operazione dovrebbe essere a costo zero per i cittadini, ma tra gli addetti ai lavori sta già affiorando il sospetto che dietro la “tassa unica sulla casa” si celi una grossa fregatura.
Secondo la filosofia leghista, l’accorpamento dei tributi sugli immobili sarebbe il primo passo verso il federalismo fiscale: una mossa che potrebbe vedere la luce in tempi piuttosto brevi.
In ballo ci sono 16 miliardi di euro l’anno, ovvero la somma complessiva di alcune imposte che oggi si pagano sulle abitazioni: il balzello sui rifiuti, la quota sulla dichiarazione dei redditi, la tassa di successione, il mix di imposte ipotecarie, catastali e di registro, versate al fisco quando si vende un immobile.
Tutto direttamente ai comuni, compresa la cedolare secca al 20% sugli affitti, su cui si discute da tempo e per la quale si attendono i risultati della sperimentazione dell’Aquila.
Una gigantesca operazione che dovrebbe assicurare agli 8mila sindaci italiani mani libere sulla gestione del fisco immobiliare, compresa però la possibilità di incrementare la pressione tributaria per aumentare le entrate nelle casse degli enti locali.
Il dossier comunque sarebbe già sul tavolo del governo che ne sta valutando la percorribilità .
Lo stesso disegno di legge delega sul federalismo, alla voce “autonomia di entrata e di spesa degli enti locali” prevede, tra le modalità di finanziamento delle funzioni degli enti locali, come fonti di gettito, la compartecipazione all’Iva, all’Irpef e alla imposizione immobiliare.
Successivamente potrebbero cambiare anche le regole di tassazione per le province dove andranno le imposte relative all’auto.
Certamente si tratterà si verificare nel tempo la fattibilità di questo accorpamento e gli esiti finali sulla pressione fiscale locale.
Perchè, da come i comuni sono sempre alla ricerca di quattrini, nulla di più facile che 1 + 1 non faccia alla fine 2 , ma qualcosa di più.
D’altronde le nostre perplessità sul federalismo fiscale le abbiamo espresse più volte: non è un problema di metodo, ma solo di classe politica.
Tutto il resto è aria fritta.
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