TAV E CRISI DI GOVERNO: SALVINI PRENDE TEMPO, DI MAIO LO INCALZA
PER LA LEGA SI PUO’ ASPETTARE LUNEDI’, PER IL M5S NO… DI MAIO SI AUTODENUNCIA: “ABBIAMO VOTATO COSE CHE NON CONDIVIDEVAMO, COME LA LEGITTIMA DIFESA, FATE ALTRETTANTO”… CARO DI MAIO, IL 20 VOTATE PER IL PROCESSO A SALVINI E VI TOGLIETE IL PROBLEMA, SE AVETE LE PALLE
“Non si possono vincolare i soldi degli italiani se non si arriva prima a una decisione”. Lo ripete più volte Luigi Di Maio nel corso della conferenza stampa sulla Tav a Palazzo Chigi.
Il vicepremier vuole che la discussione sul tema prosegua in queste ore. Nessun rinvio a lunedì, come aveva chiosato Matteo Salvini.
Di Maio nasconde il disappunto per le parole pronunciate poche ore prima dall’alleato di governo e si dice interdetto per il fatto che la Lega abbia messo in dubbio la tenuta del governo sul tema.
Nelle sue parole anche una velata minaccia all’alleato di governo: “Mi rivolgo agli elettori della Lega “Sono rimasto interdetto del fatto che la Lega abbia messo in discussione addirittura il Governo, legandolo alla Torino Lione. Se io avessi messo in discussione la legittima difesa, voi vi sareste arrabbiati”.
Non manca una frecciatina al ministro dell’Interno che il 7 marzo, nel corso del suo intervento a Dritto e Rovescio, aveva affermato che sulla Tav si sarebbe visto “chi aveva la testa più dura”. Sul punto Di Maio dice: “Questi sono discorsi da bambini. Qui dobbiamo sederci a un tavolo, ridiscutere l’opera come da contratto ed evitare di vincolare i soldi degli italiani”.
Salvini ha preso tempo, affermando che la discussione sulla Torino Lione sarebbe ripresa lunedì. Ma per Di Maio non c’è un’ora da perdere: “Io penso che la giornata di oggi debba essere una giornata in cui continuiamo a lavorare per la ridiscussione dell’opera nel pieno rispetto della posizione francese e per evitare di vincolare i soldi degli italiani lunedì ad un’opera che va ridiscussa. Quindi non mi si può dire ci rivediamo lunedì. Questo è un weekend che deve essere di lavoro”.
In molti hanno visto oggi una leggera frenata di Salvini sulla eventuale apertura della crisi.
Il motivo lo diciamo noi: il 20 in Parlamento si deve votare l’autorizzazione a procedere per il sequestro di persona della Diciotti, servono almeno 40 voti del M5S o qualcuno finisce in galera.
Un buon motivo per Cuordileone di evitare la crisi, non sia mai che i grilini si incazzino
Sul fronte dei dissidenti, le spinte sono ancora più forti: “Sul dossier Tav è arrivato il momento, tardivo, di far valere il peso della nostra maggioranza” e se la Lega insiste col sì all’alta velocità Torino-Lione “a quel punto sarà il Carroccio a prendersi una responsabilità sul governo”, dando al Movimento 5 Stelle la spinta a cercare “altre alleanze in Parlamento” a partire dal Partito democratico, ha detto la senatrice dissidente Paola Nugnes.
(da agenzie)
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