TAV, MENTRE GRILLO GRIDA GIUSTAMENTE AL TRADIMENTO, L’IPOCRITA DI MAIO DICE CHE E’ CONTRARIO MA CHE DEVONO DECIDERE LE CAMERE
COSI’ VOTANO CONTRO PENSANDO DI SALVARE LA FACCIA E L’OPERA SI FA LO STESSO… PARLIAMOCI CHIARO: SE NON AVESSERO VOLUTO LA TAV LO FACEVANO METTERE NEL CONTRATTO DI GOVERNO, A COSTO DI FAR SALTARE TUTTO
Il governo scioglie le riserve e dice sì alla Tav. È stato lo stesso premier Giuseppe Conte a spiegare la posizione dell’esecutivo con una diretta Facebook che ha fatto cantare vittoria a Matteo Salvini e ha scatenato le ire del Movimento 5 stelle, cui non rimane altro da fare che invocare una decisione del Parlamento.
Il ragionamento di Conte è partito da quanto lui stesso aveva detto il 7 marzo – “Non credo che serva all’Italia” – spiegando che le condizioni da allora sono mutate: “Sono intervenuti fatti nuovi di cui dobbiamo tenere conto, nella risposta che venerdì il governo dovrà dare per evitare la perdita dei finanziamenti europei. L’Europa si è detta disponibile ad aumentare il finanziamento. Per la tratta nazionale l’Italia potrebbe beneficiare del finanziamento del 50 per cento. Ulteriori finanziamenti saranno disponibili grazie all’impegno del ministro Toninelli, che ringrazio pubblicamente”.
Ancora Conte ha spiegato che “il 18 giugno 2019 la Francia si è espressa a favore dell’opera. Se volessimo bloccare l’opera non lo potremmo fare, condividendo questo percorso con la Francia. Non potremmo confidare sul mutuo dissenso degli altri protagonisti, Francia e Europa. A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale viste anche le leggi di ratifica adottate dalle Camere. La decisione di non realizzare l’opera non comporterebbe solo la perdita dei finanziamenti, ma anche tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia. L’impatto finanziario per l’Italia è destinato a cambiare per l’apporto della Unione europea e potrebbe ulteriormente ridursi con la Francia. Il governo italiano è impegnato con la massima attenzione per questo nuovo riparto che non è ancora garantito. I fondi europei sono soltanto per il Tav, non realizzarlo costerebbe molto più che completarlo. Lo dico pensando all’interesse nazionale, unica stella polare di questo governo. Questa è la decisione del governo, ferma restando la sovranità del Parlamento”.
Immediata la reazione di Matteo Salvini: “La Tav si farà , come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi!”
M5s: “Decidano le Camere”
L’alleato di governo in apparenza rimane sul fronte opposto. Luigi Di Maio affida la sua reazione a Facebook: “Rispetto Conte, ma per il Movimento 5 Stelle l’opera è dannosa. Si esprimano le Camere”. E ancora: “Sarà il Parlamento a dover decidere se è più importante la tratta Torino-Lione, cioè se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l’alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari”.
Segue attacco alla Lega e a Salvini: “Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto attacchi fantasiosi, letto ricostruzioni farneticanti di una nostra presunta alleanza in Europa col Pd. Tutto falso. Pura diffamazione. Ma fra non molto potremo vedere con i nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, la Fornero e Berlusconi. Il Parlamento restituirà a tutti la verità dei fatti”.
Tipica strategia di chi pensa di salvare la faccia votando no in Parlamento sapendo che la maggioranza voterà Sì. Quando sarebbe bastato chiedere che il No alla Tav fosse inserito bel contratto di governo come condicio sine qua non. Ma si è preferito la poltrona alla coerenza.
“Un governo di cui fa parte il #M5s dà l’ok al Tav? Inaccettabile”, è dura la presa di posizione della capogruppo pentastellata alla Regione Piemonte Francesca Frediani, valsusina e No Tav. “Il #tuttiacasa stavolta – aggiunge – sarebbe per voi”.
Grillo: “Ennesimo tradimento, è l’ultimo tassello”
Beppe Grillo non risponde al telefono nè agli sms dei giornalisti ma persone che gli sono vicine raccontano che è furente per la posizione assunta da Conte. “Dopo Tap, trivelle, Ilva – si sarebbe sfogato il fondatore del Movimento 5 stelle – tradire la Tav è l’ultimo tassello”.
Parla anche Matteo Renzi: “Ci hanno messo un mese per capire che non bisognava uscire dall’euro. Tre mesi per capire che gli 80 euro andavano tenuti. Sei mesi per capire che la fatturazione elettronica serviva. Ora dopo appena un anno dicono di sì alla Tav. Non sono cattivi: è che ci arrivano dopo. Basta avere pazienza, il tempo è galantuomo”.
(da agenzie)
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