TERREMOTO FINI: UN TERZO POLO LO VOTEREBBE UN 22%, PDL+LEGA SCENDEREBBERO AL 41%, PD-IDV AL 36%
DAL SONDAGGIO IPR EMERGE LA NOVITA’: GLI ITALIANI SONO ATTRATTI DA UN NUOVO TERZO POLO CON FINI… SOTTRARREBBE IL 7% A DESTRA E IL 4% A SINISTRA
L’ipotesi del cosidetto terzo polo torna a fare breccia sulla scena politica italiana.
Merito dell’attivismo di Gianfranco Fini e del suo continuo “controcanto” all’interno del Pdl.
Quel continuo smarcarsi dalle posizioni ufficiali del partito che sta mandando su tutte le furie il Cavaliere.
In attesa di capire le future mosse del premier e del presidente della Camera, ecco che un sondaggio di Ipr marketing , fotografa quelle che potrebbero essere le conseguenze della nascita di una terza forza, centrista, alternativa a centrodestra e centrosinistra.
Anzitutto la nuova coalizione riunirebbe l’Udc di Pier Ferdinando Casini, i finiani, l’Api di Francesco Rutelli e l’Mpa (considerata l’intesa che c’è il Sicilia tra il movimento del governatore Raffele Lombardo ed i finiani).
Senza contare i dissidenti del Pdl.
Ebbene, tutti questi movimenti uniti si attesterebbero intorno al 22%.
Un risultato lusinghiero che va letto anche in rapporto agli altri due schieramenti.
Da una parte il centrosinistra (Pd, Idv, Sinistra e Libertà , i Verdi, Lista Bonino Pannella), dall’altra il centrodestra (Pdl, Lega, la Destra, l’Udeur e Noi Sud)
L’ingresso del terzo polo si fa sentire sugli opposti schieramenti.
Prendendo come riferimento le ultime elezioni europee, infatti, il centrosinistra (36% nel sondaggio) perde circa il 4% ed il centrodestra (41% nel sondaggio) diminuisce del 7%.
Nel primo caso, infatti, l’attuale opposizione dovrebbe fare a meno del partito di Rutelli (uno dei cofondatori del Pd che adesso spinge per la nascita della nuova formazione centristra) e di una probabile quota di elettori che in un sistema bipolare sono schierati con i democratici ma che il terzo polo centrista e antiberlusconiano potrebbe attrarre.
Le cifre sono chiare: dal 40% delle europee, all’attuale 36%.
Ma anche il centrodestra pagherebbe dazio.
L’uscita di Fini e dei fedelissimi del presidente potrebbe trascinarsi dietro molti elettori che guardano con interesse alle politiche sulla legalità e sull’Unità d’Italia portate avanti dal presidente della Camera.
O ancora i molti, magari al sud, che vedono con timore un Pdl sempre più spostato su posizioni leghiste.
Anche in questo caso parlano le cifre: dal 48% al 41%.
Infine la sinistra antagonista: sparita dal Parlamento, poco visibile sui media, stando al sondaggio si attesta all’1% (Rifondazione e Pdci).
Qualche riflessione: la somma Udc, Rutelli, Lombardo vale attualmente al massimo l’ 8%, il che vuole dire che, arrivando al 22%, la presenza di Fini da sola vale il 14%, alla faccia di chi sostiene che non conta nulla.
Nel centrodestra facciamo infatti due conti: il Pdl attualmente è dato al 34%, la Lega ferma al 12%, Storace e Poli Bortone valogono insieme un 2%: totale 48%.
Il che vuol dire che il Pdl perderebbe il 7% e si attesterebbe da solo al 27%, scendendo la coalizione al 41% (salvo che anche la Lega non perda consensi).
Nel centrosinistra Pd vale 27% , Idv il 7%% Vendola il 4%, Pannella e Verdi un 2% almeno: totale 40%. Ma scenderebbe al 36%.
Considerando che i due blocchi centrodestra e centrosinistra sono consolidati, un terzo polo inoltre avrebbe ampi margini di miglioramento, potendo erodere voti da entrambi i fronti e anche recuperare chi ormai si astiene per disgusto.
La scossa Fini potrebbe avvicinarci all’esperienza inglese.
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