TRA I PENSIONATI CHE SVERNANO AL MARE A SANREMO: “SOLTANTO SILVIO SI PREOCCUPA DI NOI”
“IMPOSSIBILE FIDARSI DELLA SINISTRA E DEI GRILLINI”
L’Italia è quel Paese dove i luoghi comuni sono anche veri. Sì, è vero che Sanremo è piena di pensionati, che è il paradiso degli anziani che svernano con vista mare, un incrocio fra una Las Vegas casalinga dove il massimo della trasgressione è la grigliata di pesce e una Villa Arzilla dove il buonumore prevale sulla malinconia.
E sì, è vero anche che i pensionati stritolati dai tagli allo Stato sociale sono tutt’altro che soddisfatti, ma non tanto da diventare una forza antisistema.
E di conseguenza è ulteriormente vero che, come da vulgata giornalistica, le loro simpatie e forse pure i loro voti vanno a Berlusconi.
Alle promesse di mirabolanti aumenti della minima e di bonus dentiera, in effetti, credono in pochi.
Ma Silvio è visto come una specie di garanzia che non ci sarà altra macelleria sociale, un usato sicuro cui magari si è meno innamorati di una volta ma ancora affezionati. In fin dei conti, 740 e lifting a parte, è pur sempre un esponente della categoria.
Due passi
Basta fare due passi in piazza Colombo per rendersene conto. È un gelido mezzogiorno, il Comune sta per annunciare scuole chiuse e niente scooter per le strade dalle 20 alle 12 causa maltempo. Nonostante il freddo siberiano e l’allerta arancione, la densità di pensionati per metro quadrato è impressionante, roba da far cadere in deliquio la Fornero. Fosse tutta così, l’Italia, l’Inps sarebbe già fallito.
Alcuni siparietti sono teneri. Giuseppe e Giuseppina, rispettivamente 72 e 73 anni, sposatisi dopo essere rimasti entrambi vedovi, regalano il momento Sandra e Raimondo, attentissimi come sono a dire ognuno il contrario di quel che dice l’altro, anche se si capisce che sotto sotto si adorano.
Lui ha origini calabresi e faceva il carrozziere, lei è di qui, per la precisione di San Lorenzo al Mare, ed era coltivatrice diretta. Anzi lo è ancora perchè ha l’orto, anche se quest’anno per gli imperscrutabili disegni della Provvidenza le olive sono andate male, «ed è così brutto dover comprare l’olio» (ed è forse l’unica considerazione su cui i due sono d’accordo).
Giuseppe voterà Berlusconi, senza grande entusiasmo: «Tutto sommato, mi fido ancora». «Non mi fido di nessuno», ribatte Giuseppina che non sa nemmeno se ci andrà , alle urne: «E poi tanto si sa che i nostri politici non decidono niente, perchè siamo governati dalla Cee», che per la verità nel frattempo è diventata Ue, ma insomma ci siamo capiti.
Uguali divergenze parallele anche sulla situazione economica, e non quella del Paese, ma la loro. Lui: «Con due pensioni riusciamo a vivere abbastanza bene». Lei: «Pur con due pensioni, facciamo fatica». Pensioni sì, ma di quanto? «Io, 700 euro al mese» (lui), «Io non glielo dico» (lei), ma insomma siamo lontanissimi dalle pensioni d’oro. «Però – sempre lui, l’ottimista – la casa è nostra e non dobbiamo pagare l’affitto, altrimenti sì, sarebbe difficile».
Ma perchè ancora Berlusconi? «Perchè l’ultima volta qualcosa per noi pensionati l’aveva fatto davvero. E poi perchè non c’è nessun altro che mi piace».
Altro giro dello struscio, altro pensionato in formissima.
Si chiama Stefano Berrino e, guarda caso, è il papà di un assessore regionale della Giunta Toti, Giovanni, delega a Lavoro, Trasporti e Turismo, in quota FdI.
Papà Berrino ha 74 anni ed è in pensione da 24, dunque c’è andato presto per godersi «il mare e la tranquillità », in questo caso a braccetto con la signora Franca per la passeggiata di rito. Anche lui voterà Silvio, «come l’ultima volta».
Non è però un entusiasta (di entusiasti, in effetti, non ne abbiamo incontrato nemmeno uno: il 4 marzo non si sceglie il meglio, ma il meno peggio): «Parlano, parlano, ma sono dieci anni che non ci aumentano la pensione. E nel frattempo c’è stato l’euro». L’euro? «Sì, l’euro. Quattro milioni di lire sono diventati duemila euro, ma il potere d’acquisto non è certo lo stesso». Comunque con la sinistra «non voglio avere niente a che fare», del M5S «non parliamo neppure», resta solo da fare la croce su Forza Italia, «e speriamo che serva a qualcosa».
Gli immigrati
Speriamo, sì. Loretta, 68 anni, in pensione da otto, torinese, ha lavorato all’Utet per 25 anni, poi si è «purtroppo» licenziata per aprire un’attività sua. Non vive a Sanremo, ma ad Alassio, «il clima è fantastico», peccato non vedere tanto spesso i due figlie e i quattro nipotini sparpagliati fra la Valle d’Aosta e Verbania.
Vive bene? «Vivo bene, sì, ma solo grazie ai sacrifici fatti a suo tempo da mio padre. La casa è di proprietà . Io mi tengo occupata: faccio volontariato alla Croce Bianca, da tata ai bambini, e quando vedo del degrado fotografo con il telefonino e mando le foto al sindaco». Impegno, dunque. «Certo che andrò a votare, anche perchè quest’anno ad Alassio ci sono anche le amministrative».
Per chi, però, non lo dice, a parte il Pd, «quello certamente no, hanno governato malissimo». E allora? E allora la signora premette che lei no, non è assolutamente razzista, che non ce l’ha con nessuno per il colore della pelle, che fa volontariato, sappiamo, ma? «Ma vorrei vedere meno immigrati”
Ecco qui tre storie. Per la cronaca: un rapido sondaggio fai-da-te su dieci teste bianche ha dato quattro voti al centrodestra, uno al Pd, uno ai grillini, tre non so e un «non vado nemmeno a votare».
Forse il bonus dentiera rischia davvero di essere l’idea più brillante di questa campagna elettorale.
(da “La Stampa”)
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