UN ALTRO PASTICCIACCIO A PALAZZO CHIGI, È SALTATO ALL’ULTIMO MINUTO IL DECRETO ANTI-SPIONI BY MANTOVANO, CHE AVREBBE DOVUTO INNALZARE LE PENE PER I FUNZIONARI CHE “BUCANO” I SERVER, E DEPOTENZIARE (ANCORA) L’AGENZIA NAZIONALE PER LA CYBERSICUREZZA, A VANTAGGIO DELLA PROCURA ANTIMAFIA
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, SENTITOSI DI NUOVO SCAVALCATO, SI È INFASTIDITO, E ALLA FINE LA NORMA È STATA RINVIATA
Un blitz. Studiato fino all’ultimo dettaglio e cercando di evitare fughe di notizie. Addirittura facendo trapelare a più riprese che Giorgia Meloni fosse contraria a un nuovo decreto per aumentare le pene contro gli “spioni. Poi saltato all’ora di pranzo, dopo un pasticcio comunicativo di Palazzo Chigi.
A scrivere le nuove norme era stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che lo ha limato fino all’ultimo. L’escamotage era quello di inserire misure sulla cybersicurezza in un decreto Giustizia già previsto da tempo. Norme molto dure che prevederebbero l’innalzamento […] delle pene per i funzionari pubblici che bucano i sistemi informatici e l’accentramento delle investigazioni contro i crimini cibernetici sotto la Procura Nazionale Antimafia guidata da Giovanni Melillo.
Anche le prassi sono da cambiare e per questo Mantovano ha previsto un nuovo regolamento per aumentare la sicurezza nella Pubblica Amministrazione dopo un tavolo con tutti gli attori coinvolti.
Il decreto, i cui contenuti sarebbero stati condivisi lunedì durante un incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, però ha creato malumori con il ministero della Giustizia. Al Guardasigilli Carlo Nordio infatti non è piaciuto il metodo – essere stato scavalcato per l’ennesima volta – ma nemmeno alcune norme di merito, a partire dal possibile innalzamento delle pene, chiesto a gran voce anche dalla Lega di Matteo Salvini che sul dossieraggio sta facendo una lunga campagna politica.
In questo modo anche l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza avrebbe perso poteri accentrando tutto nelle mani della procura Antimafia e il direttore Bruno Frattasi avrebbe esposto le sue perplessità. Uno scontro istituzionale che ha portato al rinvio a data da destinarsi: la legge sarà approvata dal Consiglio dei ministri a metà novembre.
Che il blitz ci sia stato e sia fallito lo si capisce anche da un pasticcio comunicativo di Palazzo Chigi.
Alle 13.36, infatti, la Presidenza del Consiglio comunica l’ordine del giorno in cima al quale, a sorpresa, si trova proprio il nuovo decreto che prevede “misure urgenti in materia di ordinamento giudiziario, di personale di magistratura, di incarichi dirigenziali e di competenza investigativa sulla criminalità informatica”. La norma […] non passa nemmeno dal pre-Consiglio. L’origine è: Presidenza del Consiglio e ministero della Giustizia. Un’ora dopo, però, sono le 14.43, Palazzo Chigi comunica una variazione dall’ordine del giorno in cui il decreto sparisce.
(da Il Fatto Quotidiano)
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