VA SEMPRE IN CULO A CHI FA IL SUO DOVERE: LA DECISIONE DEL GOVERNO MELONI DI REINTEGRARE I MEDICI NO-VAX
COLORO CHE HANNO FATTO REGOLARMENTE TUTTE LE DOSI DI VACCINO, MAGARI PRENDENDOSI ANCHE IL VIRUS, RIVENDICANO IL LORO DIRITTO DI NON ENTRARE IN CONTATTO CON CHI IL VACCINO NON L’HA FATTO
L’alt di Mattarella alla svolta del governo in materia di Covid configura, se non proprio uno scontro, una prima dichiarata divergenza tra il Quirinale e Palazzo Chigi.
E anche tra Meloni e Forza Italia, che ha preso le distanze. Il ministro della Sanità, che ha cancellato tutte le precauzioni, anche negli ospedali, ha agito sicuramente in accordo con Meloni.
E la piena libertà per i No Vax, compreso l’annullamento delle multe, è una promessa mantenuta di Fratelli d’Italia e Lega verso coloro che subirono il Green Pass come emarginazione.
Siccome il «liberi tutti» deciso da Schillaci si porta dietro una sorta di criminalizzazione degli scienziati che indussero il governo alla cautela, il Capo dello Stato è intervenuto per evitare che la scelta di accelerare la completa normalizzazione nell’epoca post-Covid diffonda l’idea che tutto quel che è stato fatto in passato sia stato un errore, perdipiù consapevole.
Ma mentre il ritorno alla normalità a questo punto è condivisibile, nel momento in cui l’infezione, pur avendo ancora alti tassi di diffusione, non è quasi più letale (lo è in un numero limitato di casi, più o meno come l’influenza), quel che il Capo dello Stato ha cercato di frenare è l’ipotesi di un completo capovolgimento del quadro.
Ammesso e non concesso che i No Vax abbiano subito un’emarginazione ingiustificata, o non sempre giustificata, resta da capire cosa intenda fare il governo per coloro che hanno fatto regolarmente tutte le dosi di vaccino, magari prendendosi anche il virus, seppure in forma lieve, e rivendichino il loro diritto di non entrare in contatto con chi il vaccino non l’ha fatto, lo ha rifiutato e ha trasformato il proprio rifiuto in un caso politico.
Si tratta, a ben vedere, di contemperare il diritto di una maggioranza con quello di una minoranza. Oltre che di scoraggiare la campagna stagionale di vaccinazione alla quale, in presenza del cambio di atteggiamento del governo, molti saranno spinti a non aderire. Insomma una questione complessa, su cui Meloni avrebbe fatto bene a riflettere prima di dare il via alla svolta, per accontentare quella parte dell’elettorato No Vax che si era riconosciuta in lei e Salvini. E dall’indomani del 25 settembre si aspettava la frettolosa «riabilitazione» decisa da Schillaci.
(da La Stampa)
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