VIA SUBITO L’ORDINANZA SUI BAR APERTI O SCATTA LA DIFFIDA: IL GOVERNO AVVISA LA REGIONE CALABRIA
RIVOLTA DEI COMUNI CONTRO I GOVERNATORI DELLE REGIONI: “BASTA PROTAGONISMO”… E ANCHE NUMEROSI SINDACI CALABRESI DI CENTRODESTRA SCARICANO LA SANTELLI
Se il presidente della Calabria Jole Santelli non ritirerà l’ordinanza entro stasera il governo procederà con la diffida. E’ quanto avrebbe sottolineato il ministro delle Autonomie Francesco Boccia nel corso della videoconferenza con le regioni lanciando un appello al governatore. Senza una risposta entro questa sera, avrebbe spiegato, il governo procederà con una diffida e poi ad impugnare il provvedimento.
Boccia ha anche annunciato che il governo valuterà aperture differenziate per Regione a partire dal 18 maggio, sulla base dei dati del contagio che emergeranno dopo il 4 maggio.
Un nuovo tavolo con gli enti locali dovrebbe dunque tenersi nella settimana che si apre l’11 maggio, quando si potranno avere i dati del primo monitoraggio, che sarà effettuato secondo i parametri che indicherà in una circolare il ministro della Salute Roberto Speranza.
Boccia avrebbe anche sottolineato che il 95% delle ordinanze regionali è compatibile con il Dpcm mentre il restante 5% necessità di modiche che verranno fatte entro domenica in base a un confronto costante con il governo e ai chiarimenti previsti nelle Faq di Palazzo Chigi.
I sindaci contro i governatori
Sulla guerra delle ordinanze che coinvolge governo-regioni-comuni è il primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, Antonio Decaro a lanciare la sfida: “Se volete una sfida da parte degli enti locali noi l’accettiamo – afferma a Tgcom24 – Possiamo iniziare emettendo ordinanze che disapplicano le ordinanze regionali. Abbiamo dimostrato senso di responsabilità ma non accetteremo che si scarichino sulle spalle dei sindaci e delle amministrazioni locali tutti i problemi causati dal coronavirus”.
“Possiamo iniziare sulla base della norma che sterilizzava i nostri poteri a disapplicare le ordinanze regionali, perchè – ha aggiunto Decaro – quel provvedimento dice che i sindaci possono, nel solco del decreto e non in contrasto con esso, fare delle ordinanze. Quindi noi possiamo fare delle ordinanze che seguono il decreto e che di fatto disapplicano le ordinanze regionali. Ci organizziamo e le facciamo da domani mattina”
Decaro si lamenta, inoltre, dell’eccessivo protagonismo dei governatori: “Noi onestamente siamo anche un po’ stanchi del federalismo regionale che si sta trasformando in protagonismo regionale: abbiamo un potere di ordinanza, ai sensi dell’articolo 50 del testo unico sugli enti locali, sulla salute; siamo i responsabili della Protezione civile dei nostri Comuni; eppure proposto al presidente Conte di sterilizzare, con una norma, questo potere. Lo abbiamo fatto per evitare che ogni sindaco, e noi siamo ottomila, si mettesse a firmare ordinanze su una pandemia mondiale che va affrontata con un’unica cabina di regia e con il supporto di un comitato tecnico scientifico, delle autorità sanitarie nazionali”.
“I provvedimenti di divieto decisi nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri vengono assunti sulla base di un algoritmo che tiene sotto controllo sia i dati del contagio sia i posti di terapia intensiva- continua il sindaco di Bari. Le decisioni delle Regioni, invece, su quale valutazione si poggiano? Pensate cosa succederebbe se ogni sindaco da domani decidesse che cosa far aprire e che cosa chiudere. Non possono essere le Regioni, con tutto il rispetto per le Regioni – ha detto ancora – a stabilire le linee guida sulla distanza sociale da adottare in un bar e protocolli di sicurezza relativi. Altrimenti quello che abbiamo fatto fino a oggi, tutto il lavoro, svolto anche dai Comuni, per condividere protocolli per riaprire in sicurezza, per esempio, i cantieri, era un lavoro inutile?”
Il no dei sindaci calabresi a Jole Santelli
Levata di scudi di numerosi sindaci della provincia di Crotone contro gli allentamenti delle restrizioni contro la diffusione del Covid 19 contenuti nell’ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli che di fatto dà inizio alla fase due.
“Molte perplessità – spiega per esempio Amedeo Nicolazzi sindaco di Petilia Policastro e recentemente candidato con la coalizione della Santelli – mi inducono momentaneamente a non recepire l’ordinanza regionale sul coronavirus. Resteranno vigenti fino a nuove disposizioni le precedenti ordinanze sindacali. Un invito a tutta la cittadinanza ad attenersi alle disposizioni contenute”.
A Roccarbarda, il sindaco Nicola Bilotta osserva come “sul nostro territorio comunale, fino a nuove ed ulteriori comunicazioni, sono valide le disposizioni del suddetto Decreto che regolano le aperture delle attività commerciali. Pertanto, non è concessa l’apertura di attività come bar, ristoranti e/o altre, seppure all’aperto e nel rispetto delle normative igienico-sanitarie atte a limitare il contagio dal Covid 19”.
Pure su Mesoraca, “continueranno ad applicarsi le misure restrittive previste dall’attuale Dpcm in vigore fino al 4 maggio”. Lo ha comunicato alla propria popolazione il sindaco Annibale Parise. “A breve emetteremo un’ordinanza in cui verrà specificato quale attività commerciale è possibile aprire e quali dovranno restare chiuse”.
Analoga decisione è stata presa per il proprio Comune da Salvatore Di Vuono, sindaco di Cutro che da alcuni giorni è uscita dalla zona rossa. “Informo tutti i miei concittadini che a Cutro continueranno ad essere in vigore le norme stabilite dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri fino al 18 maggio 2020 e che non si applicherà l’ordinanza pubblicata a firma della Presidente della Regione”.
Anche il sindaco di Cotronei Nicola Belcastro ha adottato un’ordinanza in cui si dispone la disapplicazione dell’ordinanza n. 37 della Regione Calabria, ribadendo l’esigenza di rispettare quanto disposto dal Dpcm che prevede l’avvio della fase 2 dal 4 maggio. “Da Sindaco ho adottato questa ordinanza con l’obiettivo di garantire la salute dei cittadini di Cotronei ed evitare rischi, anche alla luce delle tante strutture sanitarie esistenti nel nostro territorio” spiega Belcastro.
“Non ci faremo prendere dalla fretta proprio adesso che i contagi iniziano a scendere, proprio adesso che dovremmo raccogliere i frutti di tanti mesi di sacrifici”. Si legge così in un avviso alla cittadinanza diramato dal Comune di Isola Capo Rizzuto in cui si sottolinea che rimarranno in vigore le restrizioni indicate dai Dpcm e dalle ordinanze sindacali, mentre le misure contenute in quella della presidente della Regione “sono in fase di valutazione e di possibile impugnazione, per cui al momento non sono applicabili in questo comune”.
Un simile avviso è stato diramato dal sindaco di San Nicola Dell’Alto Franco Scarpelli che ha precisato che sul territorio comunale continueranno a valere le disposizioni dei decreti del Presidente del Consiglio.
Lo stesso ha fatto a Carfizzi il sindaco Mario Amato.
Anche il sindaco di Scandale Antonio Barberio ha emesso un’apposita ordinanza per ribadire l’aderenza alle indicazioni del Governo.
A Caccuri il sindaco Marianna Caligiuri ha inteso ribadire l’obbligo di rispettare le norme nazionali in tema di emergenza sanitaria.
(da agenzie)
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