“TORTURA IL CLANDESTINOâ€: ALTRO CHE BUFALA, IL PROFILO E’ DEL VICESINDACO LEGHISTA DI MIRANO
L’ESPONENTE DELLA LEGA ORA PARLA DI UN FANTOMATICO HACKER CHE GLI AVREBBE RUBATO LA PASSWORD…PECCATO CHE IL MANIFESTO RIPRODOTTO FOSSE SUL SITO DA APRILE: IN 5 MESI NON SE N’ERA ACCORTO…CHE CI FACEVA TRA GLI AMICI DEI TORTURATORI DAVIDE ROSSI, SEGRETARIO ORGANIZZATIVO DELLA LEGA NORD LIGURIA?
Il tappullo è peggior del buco, dice un vecchio proverbio. E la vicenda del sito della Lega Nord Mirano, in cui campeggiava il manifestino “Immigrati clandestini: torturali. E’ legittima difesa”, sta assumendo aspetti grotteschi e persino esilaranti.
In primis, dopo un paio di giorni dalla denuncia, la direzione di Facebook ha rimosso la pagina razzista e la Procura di Venezia ha aperto un fascicolo per istigazione all’odio razziale, come peraltro era inevitabile.
La Lega Nord il giorno successivo ha pensato bene di parlare di “bufala”, non sapendo come uscirne, visto che nel gruppo figuravano 433 “amici”, ivi compreso il capogruppo alla Camera Cota, il ministro Umberto Bossi, suo figlio e diverse decine di sedi locali.
Ma quale bufala?
In realtà il segretario della Lega Nord di Mirano, Alberto Semenzato, vicesindaco di Mirano, non ha potuto negare che la pagina l’avesse aperta proprio lui a inizio di quest’anno e che solo lui avesse la registrazione intestata e la relativa password.
Ma sentite un po’ cosa sarebbe successo allo sfortunato vicesindaco leghista: negli ultimi mesi avrebbe subito numerosi furti e in occasione di uno di questi gli sarebbe stata rubata una chiavetta Usb che conteneva alcune parole chiave, ivi compresa la password.
Un “complotto” insomma ai suoi danni, ordita da qualche nemico occulto.
Pensate, un ladro gli ruba apposta in casa per impossessarsi della chiavetta Usb e sottrargli la password di Facebook e tra tante parole chiave capisce che è proprio quella per entrare sul sito.
Poi trova il vecchio testo di un manifesto su un altro sito e lo trasferisce su quello della Lega Nord Mirano, aspettando pure parecchio tempo.
Negli ultimi mesi poi il vicesindaco, caso strano, sarebbe entrato ben poche volte a controllare la pagina e non si sarebbe chiaramente accorto del manifesto che vi campeggiava.
Peccato che il manifesto “tortura il clandestino” non fosse nella sua pagina solo da pochi giorni, come lui vorrebbe far credere, ma addirittura da aprile.
In 5 mesi, nonostante lui abbia dichiarato di aver utilizzato Facebook per la sua campagna elettorale di giugno, non si sarebbe accorto di nulla…
Se non fosse scoppiato lo scandalo probabilmente non si sarebbe accorto di nulla per altri mesi od anni.
Questa la patetica linea difensiva: non potendo negare di averla creata lui la pagina e di averla sempre gestita, è talmente sfortunato che proprio la chiavetta Usb dovevano rubargli, proprio in quella c’era la password e ha trovato proprio un ladro che sapeva dell’esistenza della pagina di Facebook .
Il ladro poi era pure nemico della Lega e, per fare buon peso, pure abile a inserire il manifestino razzista.
Questa sarebbe la bufala che sta alla base di un “tentativo di complotto a danno della Lega”, ma pensate che fantasia ha il Semenzato…
Ma qualcuno ci dovrebbe spiegare come mai questo sito della Lega Nord Mirano, attivo da appena 8 mesi, ha 433 amici.
Farsi amici non è un fatto automatico, bisogna richiederla al gestore della pagina e farsi accettare: ebbene 433 persone hanno fatto questa richiesta e sono state accettate. Tra queste decine e decine sezioni della Lega in tutta Italia, segno evidente che chi vedeva quel manifesto razzista che invitava a torturare il clandestino ne condivideva a tal punto il testo che richiedeva di far parte del gruppo di amici. E qualcuno li autorizzava ad esserlo.
Sono mesi che questo accadeva senza che alcuno obiettasse sul contenuto delirante del testo suddetto, anzi aderivano proprio per quello, essendo il testo distintivo della pagina.
Questa è la verità , al di là delle singole e personali responsabilità che toccherà alla Procura di Venezia accertare.
Se poi qualcuno pensa che basti “smentire” per togliersi dai guai e far finta che nulla sia successo, si vede che vive nel pianeta padano, invece che sulla Terra.
A questo proposito, avendo conservato i nomi dei 433 amici, prima che la pagina venisse oscurata, sarebbe interessante conoscere a che titolo, tra gli amici dei torturatori, figurava anche un genovese, Davide Rossi, segretario organizzativo della Lega Nord di Genova, personaggio che, nel suo stesso profilo, rivendica le proprie battaglie (ovviamente con la scorta della polizia) consistenti in presidi anti-nomadi, anti-moschea, per la chiusura di locali gestiti da stranieri e ronde varie (causa insonnia notturna).
Il Davide Rossi è laureato in giurisprudenza e prossimo a laurea in filosofia cognitiva: lo testimonia la sua attività letteraria che abbiamo potuto apprezzare qualche mese fa quando ha pensato bene di inviarci una mail di improperi, avendo noi criticato le ronde e gli spot spacciati per sicurezza.
La conserviamo ovviamente nel cassettino inferiore della scrivania, avendola riposta nel luogo più conforme alla sua bassezza .
Come mai il Davide Rossi era amico della Lega Nord Mirano e del relativo manifesto che incitava alla tortura del clandestino?
Forse la spiegazione dovrà darla alla Procura di Venezia…
Leggiamo nel suo profilo che è “attivo nel riconoscimento europeo della farinata di Pegli”.
Forse era lì per pubblicizzarla, che sciocchi a non averlo pensato subito…
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