HA VINTO IL MERLO…MASCHIO: NOMINA AUTHORITY AL PORTO DI GENOVA…SCONFITTA LA SINDACO VINCENZI… LOTTA TRA DIESSINI TRA LE BANCHINE, MENTRE LA MAGISTRATURA INDAGA…
Una fumata bianca si è innalzata timidamente da Palazzo San Giorgio, distraendo i turisti in coda per visitare l’acquario di Genova, attirando lo sguardo degli ambulanti e dei soliti noti in cerca di soggetti da scippare, mentre si spargeva nell’aria di Caricamento, invece del solito profumo di pesce fritto dei vicoli, l’anonima essenza del “pesce lesso” che più si addiceva alla circostanza. Al suono delle clarine e all’incedere dei balestrieri in costume, ecco l’atteso “habemus papa”, il suo nome, anzi in questo caso il “prestanome”, è lui, Luigi Merlo, uomo di incommensurabile competenza portuale, un “curri-culum” notevole ( la seconda parte del virgolettato senz’altro più decisivo della prima): spezzino, giornalista free lance, ex assessore al patrimonio del comune di La Spezia, ben da due anni assessore ai trasporti della Regione Liguria, uno che il mare lo ha visto fin dalla nascita e che da grande lo inquadrava persino con le telecamere di Teleliguria sud…che volete di più dalla vita? La nomina non è ancora ufficiale, ma nella terna proposta dagli Enti locali genovesi pare ormai certo che il Ministro dei Trasporti Bianchi abbia scelto lui, nella attesa che il Ministro delle Infrastrutture Di Pietro ( l’uomo Del Monte che poi alla fine dice sempre sì) ponga anche la sua firma di avallo. Pare siano corse telefonate di fuoco tra la sindaco Vincenzi e i vertici romani del PD, con minacce di ricorsi al TAR e di dimissioni da Sindaco, in quanto è stato scartato il candidato Costa da lei proposto. Ma la corrente “burlandiana” (appoggiata da D’Alema) ha avuto il sopravvento su quella “vincenziana” (vicina a Veltroni): chi ha dovuto acCostare e chi è stato messo ai Margini… si profila ormai tra le strade di Genova il regolamento di conti tra le due “famiglie” in lotta per la conquista del potere, senza esclusioni di colpi, “sperando” che la Corte dei Conti e la Magistratura ordinaria non intervengano, come è ormai prassi per le banchine genovesi ( inquisiti pochi giorni fa l’ex presidente dell’autorità portuale, consulenti e armatori).
La sindaco Vincenzi aveva definito Merlo “rappresentante di un sistema di stagnazione e mancato ricambio della classe dirigente per i prossimi 20 anni. Emblema di un “fronte del porto” che prevede una tavola imbandita, senza nuovi posti a disposizione: chi c’è c’è, mangiano solo loro, e bene. Rappresentante di un’alleanza antica della sinistra, di un certo sindacato, di una parte della borghesia genovese della conservazione, della staticità , dei partiti tradizionali che hanno governato questa città “…nel mirino l’asse tra Burlando, la Compagnia Unica di Paride Batini e gli attuali operatori marittimi. La Vincenzi non riconosce a Merlo le competenze necessarie sulla base della legge 84/94 che richiede per quella carica “il requisito della massima e comprovata qualificazione professionale” … non possiamo certo darle torto, non che il suo candidato e neanche l’altro lo avesse …peccato che nessuno (neanche nel centrodestra, a parte Scaiola) lo abbia mai sottolineato. Arrivano già le congratulazioni della Confindustria (” un bel nome”…), degli imprenditori ammanigliati e dei gran lecchini di corte ( già con la lingua di fuori in vista delle future spartizioni), persino di qualche esponente del Centrodestra che non ha capito una mazza come al solito ( eccezione, le parole ferme di Renata Oliveri)… La realtà è molto più semplice: la Sinistra aveva presentato con arroganza tre nomi diessini che coprivano “tre ambienti diversi”, “tre aree di consenso e di interessi distinti”, in modo da poter dire a tutti ” vi abbiamo rappresentato” …per poi continuare a fare i propri interessi ” burlamacchi ” come da decenni a questa parte, con una classe imprenditoriale marittima genovese prona alla Mecca del potere politico in modo disgustoso. Se le fasce di “scontento” fossero state cinque, cinque sarebbero stati i candidati, l’importante è farsi prendere per il culo…o acchiappare qualche briciola gettata dal palazzo del Governatore…
Al centrodestra è mancata una “idea forte”, da far veicolare nella opinione pubblica genovese, che rappresentasse una svolta rispetto alle miserie della sinistra dei poteri forti; noi l’avevamo suggerita, non sarebbe mai passata, ma almeno adesso rimarrebbe un pesante “distinguo” su due concezioni della politica e della portualità : un grande manager straniero della portualità , acquisito da quei porti del Nord Europa che aumentano la produttività ogni anno in misura ben superiore alla nostra, bastava pescare a Rotterdam, Anversa, Le Havre…dove la competenza è una cosa seria e non si guardano le tessere di partito…contano solo i risultati. Là ci sono persino donne che hanno un curriculum che farebbe sbiancare in volto i nostrani Merli maschi…e gli imprenditori cagasotto collusi …non restiamo troppo alla finestra genovesi in questo caso…la guerra dei clan che si scatenerà nei prossimi giorni sconsiglia di sostare troppo sui balconi…c’è pericolo di proiettili vaganti…
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