Ottobre 21st, 2008 Riccardo Fucile
ERA PROPRIO NECESSARIO AFFIDARE IL DELICATO MINISTERO DELL’AMBIENTE A CHI DETIENE QUOTE AZIONARIE PERSONALI E FAMILIARI IN AZIENDE CHE OPERANO NEL SETTORE PLASTICO, METALMECCANICO E PETROLCHIMICO?… L’ACCORDO DI PROGRAMMA SUL SITO DI PRIOLO, VICINO A SIRACUSA, ANCORA DISATTESO
Se esiste un ministero che, dopo la fallimentare gestione di Pecoraro Scanio, doveva essere affidato a un politico esperto e “al di sopra di ogni sospetto” era quello dell’Ambiente.
Anche per i riflessi futuri che la “questione ambientale” rivestirà nei prossimi anni in Europa e nel mondo e di cui vediamo in questi giorni i contrasti e gli interessi tra esigenze reali e lobbie economiche di pressione che si stanno esercitando.
Un ministero spartiacque tra crescita e controllo, tra esigenze di riconversione e tutela dell’occupazione: un ruolo chiave che avrebbe bisogno di una guida ferma e sicura, attenta alla tutela dell’ambiente e della salute.
In Europa il centrodestra ha vinto addirittura delle elezioni ( in Norvegia) su temi ambientalisti, vi sono leader come Sarkozy e la Merkel che sono estremamente attenti a una seria politica di riduzione dell’inquinamento, e su questi temi conquistano consensi.
Il centrodestra avrebbe dovuto individuare in Italia un ministro “innovatore” che sapesse combattere le lobbie degli inquinatori e fosse estraneo a pressioni degli ambienti industriali.
Delle posizioni della Prestigiacomo poco o nulla è emerso nei primi mesi di governo, un lavoro sottotraccia di routine, fino alla polemica che l’ha costretta a presentarsi in Lussemburgo ieri per “chiedere rinvii e rinegoziazione del protocollo di Kyoto”, a fianco dei paesi dell’Est e isolata dalle grandi potenze economiche europee. Continua »
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Ottobre 21st, 2008 Riccardo Fucile
A DIFFERENZA DI ALTRI LEADER EUROPEI DI CENTRODESTRA CHE HANNO FATTO PROPRIA LA BATTAGLIA PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE, BERLUSCONI COMMETTE L’ERRORE DI VOLER RAPPRESENTARE SOLO GLI INTERESSI INDUSTRIALI… AVERE A FIANCO SOLO I PAESI DELL’EST CON LE LORO INDUSTRIE INQUINANTI E RINEGOZIARE IL PROTOCOLLO DI KYOTO NON E’ QUANTO SI ATTENDE IL NOSTRO ELETTORATO… BRUNETTA E LA PRESTIGIACOMO SCATTANO SULL’ATTENTI
Il Governo italiano, sul pacchetto di misure a sostegno del clima, sembra un bastimento di fronte al mare in tempesta, un po’ ripiega le vele, un po’ bordeggia, un po’ spera nel mutamento ( non a caso) del vento. Richiamato dalle parole del presidente Napolitano che lo invita a “difendere l’ambiente”, il premier cambia posizione diverse volte di fronte alle onde alte che arrivano dalla Commissione europea.
Inizialmente si parla ” di rinvio, di una moratoria di un anno prima di applicare le misure previste dai protocolli europei”, poi “di una clausola che consenta, a fine 2009, di valutare costi e benefici”, quindi si afferma ” che l’Italia non è isolata nella richiesta di una pausa nell’approvazione delle norme in difesa dell’ambiente. Con noi ci sono almeno altre nove Paesi”, per poi chiudere con “al vertice del Lussemburgo la linea italiana sarà quella di chiedere di rinviare, ma anche di rinegoziare il protocollo di Kyoto”.
Alla fine il giudizio più equilibrato lo esprime il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, che almeno afferma un prudente “L’Italia è d’accordo sul pacchetto 20-20-20 ( ovvero 20% di tagli alle spese energetiche, 20% di energie rinnovabili, 20% di riduzione delle emissioni di Co2), chiede solo maggiore flessibilità , basta sostenere che siamo contro il pacchetto per il clima”. Continua »
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