Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
IL CIALTRONE INCASTRATO DAI VERBALI DI VOTAZIONE CHE PUBBLICHIAMO: ECCO IL SI’ DEL SUO CAPOGRUPPO FEDRIGA, DEL VICE MOLTENI E DI UMBERTO BOSSI…. LA MELONI PARLA. MA ERA ASSENTE COME AL SOLITO… E LA COLLEGA PETRENGA HA VOTATO SI’ PURE LEI
A Quinta Colonna, il programma NazionalPopulista condotto da Paolo Del Debbio la deputata PD Alessia Morani ha scatenato la furia di Giorgia Meloni per aver menzionato il prestito vitalizio ipotecario come possibile forma d’aiuto a quelle persone di età superiore ai 60 anni (precedentemente il limite minimo era di 65 anni), proprietarie di una casa di ipotecarla presso una banca per ottenere un finanziamento a lungo termine, vita natural durante, che dovrà successivamente essere rimborsato dagli eventuali eredi.
In studio c’era una signora che lamentava il fatto che con la sua pensione non era in grado di arrivare a fine mese e la Morani ha suggerito la possibilità data dalla legge entrata in vigore a marzo 2016 che prevede la possibilità di accedere ad un finanziamento immediato che corrisponde al valore della percentuale della casa che si intende ipotecare.
L’ipoteca dovrà poi essere riscattata (e il finanziamento rimborsato) dagli eredi con gli interessi semplici in caso di decesso del contraente entro un anno dalla morte.
Questo è più o meno il senso del provvedimento che la Meloni ha contestato dicendo che si tratta dell’ennesimo regalo alle banche, che potranno così impossessarsi delle case degli italiani (sul fatto poi che alle banche convenga farlo, vista la situazione del mercato immobiliare è tutto da vedere).
Anche Matteo Salvini non rinuncia ad attaccare il PD e a fare propaganda contro il referendum invitando a mandare a casa questi politici che governano in questo modo l’Italia, suggerendo di ipotecare le case degli anziani che non arrivano a fine mese.
La Morani però non ci sta e su Facebook attacca:
Vengo accusata di avere detto che i pensionati che non arrivano alla fine del mese devono ipotecarsi la casa: nulla di più falso! Ho semplicemente provato a spiegare che oggi in Italia come in molti altri paesi europei può essere utilizzato uno strumento che consente di ottenere liquidità che non è certamente la soluzione ai problemi dei pensionati. È solo una facoltà in più pensata per gli anziani. La legge nasce da un accordo tra 13 associazioni dei consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Assoconsum, Casa del consumatore, Assoutenti, cittadinanza attiva, Codacons, Confconsumatori, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori ) e l’Abi. Capisco la demagogia ma la verità è che noi stiamo intervenendo per riparare i danni sulle pensioni fatti da altri”
Certo, questa idea era già prevista dalla finanziaria 2006 (anche se non ha mai avuto attuazione) l
Di fatto questa forma di prestito può risultare più conveniente rispetto alla cessione della nuda proprietà (che non può essere riscattata) ma come per tutti i mutui e i finanziamenti prima o poi i soldi prestati vanno restituiti (è possibile concordare anche un piano di rientro).
La cosa interessante però è un’altra: la Morani sottolinea che molti di coloro che oggi la attaccano per la sua uscita a Quinta Colonna hanno votato il provvedimento, che in effetti è passato alla Camera con i soli voti contrari del MoVimento 5 Stelle (erano presenti in aula 403 deputati: 336 favorevoli e 67 contrari).
Giorgia Meloni, ad esempio, non ha partecipato al voto come alcuni compagni di partito (quelli che non erano in missione), ma la sua collega Giovanna Petrenga ha vota Si
Ma se è così contraria alla legge perchè il 10 luglio 2014 non ha espresso il suo dissenso in aula? Forse perchè non è poi così presenzialista? Oppure perchè la battaglia contro le banche la combatte principalmente negli studi televisivi
Ancora più divertente e imbarazzante è la posizione di Matteo Salvini: il capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga ha votato Sì, e così hanno fatto anche il vicepresidente vicario Nicola Molteni e Umberto Bossi (anche molti deputati del PDL hanno votato Sì alla proposta di legge).
Ma sappiamo che i leghisti sono così, votano leggi e provvedimenti che poi sono i primi a criticare.
Ecco il link ufficiale della Camera che smaschera i bugiardi
http://documenti.camera.it/votazioni/votazionitutte/schedaVotazione.asp?Legislatura=17&RifVotazione=261_1&tipo=dettaglio
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
SECONDA PUNTATA SU CHI C’E’ DIETRO LA RIVOLTA “SPONTANEA”… ECCO IL CARTELLO CHE INVITA TUTTI I MUSULMANI AD ANDARSENE NEL CALIFFATO: DA OLTRE UN ANNO ESPOSTO DAL SACERDOTE DENTRO E DAVANTI ALLA CHIESA
Non accennano a spegnersi le polemiche divampate attorno a Goro e alla frazione di Gorino dopo l’exploit razzista che ha fatto conoscere a tutta Italia il lato peggiore di quella comunità affacciata sull’Adriatico tra Veneto ed Emilia Romagna.
La resistenza è finita e gli “eroi” sono tornati a casa o a pesca, quasi tutti, quelli venuti “da fuori” ovvero i leghisti partiti da Ferrara per dare manforte sulle barricate di bancali continuano su Facebook la loro campagna contro immigrati e rifugiati.
Come spesso accade in questi casi però, con il passare dei giorni e il raffreddarsi delle notizie vengono trovati e portati alla luce tutti gli “scheletri nell’armadio”.
La notizia di oggi è un’altra, ne danno conto diverse agenzie di stampa che riferiscono di un cartello esposto dentro e fuori la chiesa di Gorino, della quale è parroco da 25 Don Paolo Paccagnella.
Il cartello si rivolge ai fedeli musulmani, invitandoli ad andare “nel loro califfato in Iraq”
Visto che noi siamo, per voi, infedeli: ma perchè non ve ne andate nel vostro califfato di Iraq con il santo Califfo El Bagdadi, il quale vive di armi e uccide a tutto spiano coloro che non sono sunniti?
Chi ha esposto il cartello e soprattutto quando?.
Nel gruppo locale “Sei di Gorino se…” affermano che quel cartello è lì da diversi anni, e che a metterlo e stato proprio il prete che però non ha voluto commentare la notizia alle agenzie di stampa.
Va ricordato peraltro che don Paccagnella ha avuto fin dall’inizio un comportamento ambiguo, con dichiarazioni “giustificazioniste” nei confronti dell’adunata sediziosa con a capo leghisti venuti da Ferrara.
Diego Viviani, sindaco di Goro si dice “davvero esterrefatto” e ha aggiunto di non saperne nulla del cartello: “Sono stato avvisato ieri sera della presenza di questo cartello. È stata l’ennesima tegola in testa”.
Secondo il Sindaco un cartello del genere non trasmette certo l’insegnamento dell’accoglienza e della fratellanza. E forse questo è uno dei problemi di Goro, se anche chi dovrebbe guidare la comunità cristiana è da anni sulle barricate contro l’invasione islamica di cosa ci stupiamo se poi parte della cittadinanza — adeguatamente fomentata dai leghisti accorsi da Ferrara — lo segue?
Don Paccagnella, un altro che farebbe bene a fare le valigie, non aveva previsto che tra le pericolose criminali in arrivo vi fossero anche molte donne cristiane, scappate ai massacri di Boko Haram.
Anche se parlare di carità cristiana a don Paccagnella forse è solo un esercizio inutile.
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
L’ONG HA CREATO UNA PAGINA WEB AD HOC PER SMENTIRE I LUOGHI COMUNI USANDO DATI E PERCENTUALI
Dieci slogan, quelli che riempiono talk show, comizi politici, e si diffondono sui social network.
Dieci bufale smontate una a una.“Ci rubano il lavoro”, ad esempio. O ancora: “Aiutiamoli a casa loro”, “Sono pericolosi”.
Sono le risposte sempre pronte di chi non vede di buon occhio l’accoglienza dei profughi e gli aiuti a chi scappa da guerra e miseria.
Così popolari e citate che ora l’ong Medici senza frontiere ha deciso di creare una pagina web ad hoc per smentirle, usando anche dati e percentuali.
L’iniziativa si chiama “L’anti-slogan”. Lo scopo è quello di fornire “uno strumento utile a tutti per facilitare la comprensione di questa gravissima crisi globale e contribuire a un’informazione corretta, priva di preconcetti, strumentalizzazioni e luoghi comuni”,
Il punto di partenza, viene spiegato sul sito dell’organizzazione, sono state le tante domande raccolte dopo il lancio della campagna “milioni di passi”.
“Sulla base di fonti ufficiali e dell’esperienza lungo le rotte dell’immigrazione — si legge — abbiamo formulato risposte specifiche e alla portata di tutti”.
Il sito è molto semplice. A ogni riquadro corrisponde una credenza comune sugli stranieri.
Si parte dalla presunta diffusione di malattie. “Ebola, tubercolosi e scabbia potrebbero diffondersi nel nostro Paese insieme agli immigrati”.
Ma ecco che basta un clic per scoprire la verità : “Nel corso di oltre dieci anni di attività mediche in Italia, Msf non ha memoria di un solo caso in cui la presenza di immigrati sul territorio sia stata causa di un’emergenza di salute pubblica”.
Al secondo posto c’è un altro classico. “Li trattiamo meglio degli italiani: accolti, serviti e riveriti”.
In realtà , scrive Msf, l’accoglienza in Italia è un “calvario”. L’insieme delle “strutture ordinarie e dei servizi predisposti dalle autorità centrali e dagli enti locali è largamente insufficiente, tanto che più del 70% dei richiedenti asilo è attualmente ospitato in strutture temporanee e straordinarie”.
E allora perchè non aiutarli a casa loro? “La comunità internazionale da decenni si pone come obiettivo di eliminare la fame e la povertà estrema ma, nonostante gli sforzi e gli investimenti, i risultati sono ancora insufficienti. E in ogni caso, gli aiuti internazionali da soli non bastano a consentire il rientro a casa in sicurezza di chi fugge da conflitti, persecuzioni e violenza. In alcuni contesti, poi, l’instabilità è tale che non esistono le garanzie minime di sicurezza necessarie per mantenere programmi di assistenza.”
Altro tema è quello legato allo smartphone. “Se sono disperati dove trovano i soldi per comprarsi il telefono di ultima generazione?” è una delle domande più frequenti.
“Per chi fugge da guerra, violenze o povertà — è la risposta di Msf — ed è costretto a intraprendere un lungo e pericoloso viaggio, i cellulari, in particolare gli smartphone, sono beni di prima necessità : sono il mezzo più economico per stare in contatto con i propri familiari, permettono di capire dove ci si trova, attraverso la geolocalizzazione, servono a condividere informazioni fondamentali su rotte, mappe, pericoli alle frontiere e blocchi”.
La leggenda dell’invasione poi viene sgonfiata attraverso dati e numeri.
“Le statistiche ufficiali dicono che la maggior parte delle persone in fuga si sposta verso i paesi limitrofi al proprio, non si “imbarca” per l’Europa. Degli oltre 65 milioni di persone nel mondo costrette alla fuga nel 2015, ben l’86% resta nelle regioni più povere del pianeta. Il 39% si trova in Medio Oriente e Nord Africa, il 29% in Africa, il 14% in Asia e Pacifico, il 12% nelle Americhe, solo il 6% in Europa”.
Tra le bufale da smontare c’è anche uno dei cavalli di battaglia della Lega Nord e del suo segretario Matteo Salvini: “Non scappano da guerre”.
Cliccando sopra questo slogan però si scopre che tra i motivi della fuga dal proprio paese ci sono le guerre, ma anche l’instabilità politica e militare, i regimi oppressivi (ad esempio per coloro che arrivano dall’Eritrea o dal Gambia), le violenze, e la povertà estrema (per chi parte dal Senegal e dalla Tunisia).
Così, con una campagna pensata per la condivisione sui social, Msf vuole sfatare i falsi miti che ruotano intorno all’accoglienza e di cui si nutre la politica della paura. “La crisi in atto — spiega in un comunicato Loris De Filippi, presidente di Msf — va affrontata attraverso risposte corrette, basate sulla realtà dei fatti. L’Anti-slogan è la nostra proposta per dare a tutti l’opportunità di capire e per restituire umanità all’approccio comune verso persone in drammatiche difficoltà ”.
Giulia Zaccariello
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
DOPO LA CONDANNA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA LA SECONDA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO…LA SOLITA FIGURA BARBINA DI MARONI, ALLORA MINISTRO DEGLI INTERNI
È l’Italia che ha violato le norme europee sul permesso di soggiorno, ed è un giudice italiano a dare torto al governo Renzi.
La super tassa che il ministero dell’interno continua a chiedere ai migranti per ottenere il permesso di soggiorno va contro il diritto europeo.
Così ha deciso il Consiglio di stato, respingendo gli argomenti dell’Avvocatura contro la sentenza del Tar che già a maggio aveva dato torto al governo e ragione alla Cgil e al patronato Inca, autori del primo ricorso.
Eppure le questure d’Italia, come da precisa indicazione del ministro Alfano, hanno continuato a pretendere dai migranti un contributo minimo di 80 euro e massimo di 200 a secondo della durata del permesso di soggiorno che si intende chiedere o rinnovare.
Sette volte la somma a carico di un cittadino italiano per la Carta d’identità , hanno calcolato i giudici, ricordando anche altri 73 euro di costi fissi ugualmente a carico dei migranti
Ieri la terza sezione del Consiglio di stato (presidente Maruotti, estensore Noccelli) ha stabilito che quella tassa andrà notevolmente abbassata, e anche che il governo dovrà trovare il modo di rimborsare i migranti che l’hanno pagata — recentemente il tribunale di Milano ha ordinato i primi 5 rimborsi proprio sulla base della sentenza del Tar (per una cifra variabile dai 50 ai 170 euro a testa, potenzialmente centinaia di milioni di euro nel complesso)
La super tassa era stata introdotta nel 2011 come uno degli ultimi atti dell’esecutivo Berlusconi, per destinare i ricavi ai rimpatri degli «irregolari».
I giudici amministrativi si erano rivolti alla Corte di giustizia europea che nel 2015 aveva definito la super tassa «un ostacolo all’esercizio dei diritti» dei migranti.
(da agenzie)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
SUL WEB L’ENNESIMA BUFALA DI SALVINI FA SCOMPISCIARE DALLE RISATE
Il 25 ottobre, alle ora 9,37, Matteo Salvini scrive su Fb
“Essere in aeroporto a Bruxelles, vedersi avvicinare un signore sui quaranta che ti guarda e ti dice, in un buon italiano: “Lei è Salvini, vero? Non voglio disturbarla, voglio solo farle i complimenti. Io vivo da 20 anni in Danimarca, ogni tanto vengo in Italia perchè si sta benissimo ma non tornerei a viverci, troppo casino, poco lavoro, troppi immigrati. Avete ragione voi della Lega, magari oggi la gente ha un po’ di paura a riconoscerlo, dipende anche dal Vaticano, ma non mollate, avete ragione voi. Ah, mi è arrivata a casa la scheda del referendum, Renzi non mi piace, io voterò No, buona giornata”
Buona giornata a te, Amico, e grazie.”
Insomma Salvini era a Bruxelles il 25 ottobre per i suoi impegni al parlamento europeo, o perlomeno questo fa intendere.
Peccato che quella settimana il Parlamento si riunisse a Strasburgo, che ci facesse il leghista a Bruxelles non si sa, avrà sbagliato aereo?
O si sarà inventato la solita balla con un raccontino di fantasia?
La seconda ipotesi prende il sopravvento quando irrompe il commento del signor Friederich Von Masen che in Danimarca ci sta davvero e lo gela: “Come avrà fatto il suo amico a ricevere la scheda del referendum se le manderanno a novembre e qui in Danimarca non le ha ricevute nessuno? Ah cazzaro!”
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
PARLA L’IMPRENDITORE CALABRESE GALLO CHE “RISULTA AVERE CONTATTI CON LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA”
“Cemento che sembra colla“, “calcestruzzo che non ha una barriera fisica e defluisce un po’ a cazzo come gli pare a lui”. È vario il frasario utilizzato dai protagonisti dell’inchiesta “Amalgama“ per descrivere la scadente qualità dei materiali utilizzati nei cantieri finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Roma.
Qualità così scadente che, in un caso, le betoniere pronte a gettare cemento che vengono rimandante indietro “essendo il materiale assolutamente inutilizzabile”.
Il problema del calcestruzzo fornito dalla Breakout (secondo gli inquirenti di Roma riferibili agli arrestati Giampiero De Michelis e Domenico Gallo) appare davvero inquietante: all’inizio la fornitura era “acqua” mentre la seconda “non scendeva nemmeno dalla canalina e si intasa pure la pompa”. Miscele, quindi, che “non erano assolutamente idonee”. In un altro caso il “cemento” era “diverso da quello prescritto”
Il cemento che sembra colla
Il primo a svelare questo particolare è stato il procuratore aggiunto Paolo Ielo nella conferenza stampa durante la quale il magistrato ha citato un’intercettazione del 27 novembre 2015 in cui Paolo Brogani, responsabile della Divisione Coordinamento Infrastrutture e Viabilità di Cociv — Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, general contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della linea Alta Velocità Milano-Genova — riceve lamentazioni a causa del “cemento che sembra colla”. Anche perchè a dire di un intercettato l’imprenditore Domenico Gallo “ha sempre avuto il vizio di mettere nel cemento troppo additivo”.
La scarsa qualità dei materiali è evidente, in primo luogo a chi dovrebbe vigilare sulla regolarità dei lavori. Il 24 luglio 2015 Jennifer De Michelis, indagata, responsabile Qualità e Sicurezza per società Grandi Opere Italiane e figlia di quel Giampiero ritenuto dai pm cardine dell’intero sistema corruttivo, parla al telefono con il suo fidanzato Enrico Conventi, indagato, ispettore di cantiere nella costruzione dell’Alta Velocità Milano-Genova, della scarsa qualità del calcestruzzo utilizzato e cerca di convincerlo, scrive il Gip, a “falsificare gli atti del controllo per garantire mediante soluzione condivisa la tenuta del patto criminale“.
L’intercettazione: “Poi vediamo chi se la cava peggio”
Illuminanti i virgolettati: “C’è il calcestruzzo della fondazione che che non ha una barriera fisica… ma defluisce un po’ a cazzo come gli pare a lui — protesta l’ispettore con la De Michelis — allora lì è un problema ancora una volta! Se mettiamo “non conforme” il problema è che non essendo conforme va aperta una non conformità per quello. Però io ho autorizzato il getto. Quindi sono nella merda anch’io. Quindi che cazzo dobbiamo fare?”.
Conventi è terrorizzato perchè “la firma è mia” e la responsabile Qualità e Sicurezza gli fornisce — scrive il gip — la “soluzione documentale al fine di occultare le irregolarità commesse e certificare la regolarità della gittata”: il suggerimento è quello di metterci “una bella X sopra (…) visto che sul progetto c’è scritto ‘gettato controterra’ (…) O cresciamo tutti e ognuno si assume le proprie responsabilità e tutti quanti troviamo una soluzione condivisa o sennò ognuno pensa al culo suo. Poi vediamo chi se la cava peggio”.
Il gip: “Violate sistematicamente le procedure di sicurezza”
È il gip a fotografare in maniera inequivocabile la situazione: “Gli indagati (…) violano sistematicamente le procedure di sicurezza e di qualità delle opere realizzate grazie alla compiacenza della direzione dei lavori”. “I risultati — scrive ancora Sturzo — di solito sono noti per altre esperienze accertate nel campo delle indagini degli uffici giudiziari; cosi poi emergeranno i cementi depotenziati, gli inerti di scarsa qualità , il ferro e gli acciai non conformi, gli asfalti diversi per qualità e quantità a quelli dei capitolati”.
Cause, scrive ancora il magistrato, alla base dei crolli e dei malfunzionamenti di cui sono protagonisti le opere pubbliche: “Questi artifici truffaldini saranno la matrice dei crolli spontanei o indotti dai terremoti e dall’uso, di migliaia di opere pubbliche consegnate come gioielli della tecnica ma, alla luce di ciò che solitamente si accerta, in molti casi frutto di gravissime truffe ai soggetti pubblici”.
La Salerno Reggio Calabria “opera non collaudabile”
Dalle intercettazioni si comprende che questo tipo di problemi potrebbe riguardare i lavori sulla autostrada Salerno Reggio Calabria.
A parlare è l’imprenditore calabrese Domenico Gallo, che il gip di Genova nella complementare indagine ligure descrive come personaggio che “risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata“.
“Dici ma io posso pensare pure perchè eh m’avete fatto revocare pure l’incarico mi avete spinto pure voi perchè non firmo quello che volevate … e io … Allora io le so tutte e tenete conto di un’altra cosa allora che qua caschiamo e tutta la Salerno Reggio Calabria, dell’opera non collaudabile, dell’arbitrato… Ed io le relazioni gli dici… che le troviamo… di quando dovevate chiudere a 40 milioni (inc) è stato trasferito apposta e cosa ora qua o fate le persone per bene completiamo il ciclo e poi mi mandate a fanculo però io 10 adesso devo completare perchè cosi vi siete messi d accordo tutti per mettermi in mezzo ad una strada? Io mi difendo”.
Ad ascoltare c’è l’ingegnere Giampiero De Michelis, direttore dei lavori del Cociv, che con Gallo, secondo gli inquirenti, avevano innescato un ricatto nei confronti di Giandomenico Monorchio.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
DATI ISTAT: GLI IMMIGRATI SONO L’8,3% DELLA POPOLAZIONE, CONTRIBUISCONO AL SISTEMA PENSIONISTICO CON 10 MILIARDI DI CONTRIBUTI E SONO DETERMINANTI IN MOLTI SETTORI.. HANNO CREATO OLTRE 500.000 IMPRESE
Nel 2015, per la prima volta dopo molti anni, il numero di cittadini italiani residenti all’estero ha superato quello dei cittadini stranieri residenti in Italia.
E’ quanto emerge dal Dossier Statistico Immigrazione 2016, realizzato dal Centro studi Idos e della rivista Confronti, in collaborazione con l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni) e presentato oggi a Roma.
Secondo i dati Istat citati nel dossier, sono infatti 5 milioni e 26 mila gli stranieri residenti nel nostro Paese nel 2015 contro i 5 milioni e 200mila italiani che, in base ai dati delle anagrafi consolari, risiedono fuori dalla madrepatria.
Nel 2014, gli italiani all’estero e gli stranieri in Italia si equivalevano.
Il Dossier statistico Idos, però, aggiunge la stima sulle presenze effettive, che contemplano anche coloro che pur avendo un permesso di soggiorno non hanno preso la residenza: con questo criterio, gli immigrati regolari nel nostro Paese sfiorano i 5 milioni e mezzo, ai quali vanno aggiunti 1.150.000 che hanno già acquisito la cittadinanza italiana.
Cinque milioni e mezzo di “nuovi italiani”
Nel dettaglio, il rapporto stima che gli stranieri regolarmente in Italia siano 5 milioni e 498 mila (ai quali si aggiungono 1.150.000 di cittadini di origine straniera che hanno acquisito negli anni la cittadinanza italiana).
Provengono in maggioranza da Romania (22,9%), Albania (9,3%), Marocco (8,7%), Cina (5,4%), Ucraina (4,6%). Il loro apporto, secondo il dossier, è “funzionale dal punto di vista demografico”. Da anni infatti la popolazione in Italia è in diminuzione. “Questa tendenza peggiorerà , trovando tuttavia un parziale temperamento nei flussi degli immigrati – si legge nel Dossier – ; l’Istat ha ipotizzato, a partire dal 2011, una media di ingressi netti dall’estero superiore alle 300mila unità annue (livello rispetto al quale in questi anni si è rimasti al di sotto), per discendere sotto le 250mila unità dopo il 2020, fino a un livello di 175mila unità nel 2065”.
Il record in Emilia
Nel 2015 l’Emilia-Romagna si conferma la regione d’Italia con la maggiore incidenza di cittadini immigrati: i residenti sono 533.479, il 12% della popolazione. Gli stranieri residenti registrano un calo nell’ultimo anno di 3.268 unità (-0,6%), ma il saldo negativo è determinato dal fatto che molti hanno acquisito la cittadinanza italiana.
Nel 2015 sono nati nella regione 8.812 bambini con entrambi i genitori di origine straniera.
La popolazione straniera si distribuisce in tutte le province con incidenze percentuali sempre superiori alla media nazionale dell’8,3%: si va dall’8,5% di Ferrara al 14,2% di Piacenza. La provincia con il maggior numero di stranieri rimane Bologna, con 117.122 residenti, seguita da Modena (91.867) e Reggio Emilia (67.703). Quasi un quinto degli immigrati che vive in Italia, invece, abita in Lombardia: 1.149.011 residenti, ovvero il 22,9% dei 5.026.153 presenti nel nostro Paese. L’incidenza sul totale della popolazione lombarda è dell’11,5%.
Le pensioni degli immigrati.
La presenza degli immigrati, specialmente per quanto riguarda le pensioni per invalidità , vecchiaia e superstiti (Ivs), fornisce un corposo gettito contributivo (10,9 miliardi di euro nel 2015).
I non comunitari titolari di pensione per Ivs gravano solo per lo 0,3% sul totale delle pensioni (39.340 su 14.299.048). “Benchè sia consistente l’aumento annuale dei nuovi beneficiari, il differenziale rispetto agli italiani sarà elevato ancora per molti anni e andrà a beneficio delle casse previdenziali”. E ancora: il bilancio costi-benefici dell’immigrazione per le cassi statali sarebbe pari a 2,2 miliardi di euro.
Un fiume di denaro inviato a casa.
Il sostegno degli immigrati ai Paesi di origine è evidenziato dalle rimesse. In Italia si è registrato il picco delle rimesse nel 2011, con 7,4 miliardi di euro, scesi a 5,3 miliardi nel 2015.
“Gli invii sono gestiti solo in un decimo dei casi dalle banche, preferite per le grandi transazioni, mentre negli altri casi prevalgono gli operatori di money transfer”. Clamorosa la diminuzione del flusso monetario verso la Cina: da 2,6 miliardi di euro nel 2011 a 0,6 miliardi nel 2015.
I salari degli stranieri.
Nel 2015 gli stranieri presenti nell’Ue sono stati il 7,3% degli occupati e il 12,5% dei disoccupati, mentre in Italia l’incidenza è stata del 10,5% tra gli occupati e del 15% tra i disoccupati.
Nel periodo 2008-2015 per gli immigrati il tasso di disoccupazione è aumentato di 7,7 punti (per gli italiani di 4,8). Solo il 6,8% degli stranieri lavora nelle professioni qualificate, mentre il 35,9% svolge professioni non qualificate e un altro 30% lavora come operaio. In media la retribuzione netta mensile per gli stranieri è inferiore del 28,1% (979 euro contro i 1.362 degli italiani).
E ancora: “In questa lunga fase di crisi, non tutte le collettività hanno tenuto come quella cinese, anche perchè caratterizzata da una quota di lavoratori indipendenti pari al 47,5% contro una media del 12,5% tra tutti gli immigrati. I saldi occupazionali rilevati dall’archivio Inail sono stati positivi solo per le collettività maggiormente coinvolte in attività autonome, specie nel commercio (Cina, Egitto, Bangladesh, Pakistan). Ben diversa la situazione dei marocchini, il cui tasso di disoccupazione è del 25,4% e quello di occupazione del 44,1%”.
Nuovi assunti e imprenditori.
Gli immigrati nel 2015 hanno comunque inciso per il 28,9% sui nuovi assunti, “valori che sottolineano la loro funzionalità al mercato occupazionale in numerosi comparti e, in particolare, in quello del lavoro presso le famiglie e in agricoltura”. Ha continuato a essere positivo anche l’andamento delle imprese a gestione immigrata, aumentate di 26mila unità e arrivate al numero di circa 550mila.
Il lavoro domestico.
Nel lavoro domestico è occupata la metà delle donne immigrate, che in diverse collettività costituiscono la maggioranza (sono 8 su 10 in quella ucraina, mentre appena 2 ogni 10 tra i senegalesi e i bangladesi). Nel 2015, secondo l’Osservatorio sul lavoro domestico dell’Inps, le badanti e le colf sono 886.125, di cui 672.194 con cittadinanza straniera. Ma, secondo stime, le persone che lavorano in nero uguagliano quelle assicurate. Non solo. In questa fase di crisi anche le donne italiane si sono inserite maggiormente nel comparto e tra il 2007 e il 2015 sono passate da 140mila a 213.931.
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
IL PD ANZALDI ATTACCA… TUTTA COLPA DI UNO ZAINETTO
Dov’è la Rai? Il deputato del Pd Michele Anzaldi, segretario della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, attacca di nuovo il servizio pubblico dal suo profilo twitter: «Terremoto: che succede in RAI? Su Sky da oltre 40 minuti immagini in diretta da località colpite ed in RAI solo cartine fisse dei luoghi!».
E l’inviata di Rai News24 Angela Caponnetto conferma le difficoltà in diretta: «Stiamo lavorando da ore senza tregua e senza soddisfazioni: sistema elefantiaco».
La lentezza dell’apparato-Rai sarebbe dovuta al mancato utilizzo di un semplice zainetto, in dotazione ai colleghi di Sky.
Scrive la Caponnetto: «Sky ha un cameraman con uno zainetto senza giornalista. Noi un esercito senza telecamere».
Intanto, in quei 40 minuti i telespettatori della all-news del servizio pubblico osservavano le cartine del Centro Italia.
La discussione sotto il post di Anzaldi prosegue, con David che di mestiere fa l’operatore: «La Rai può, ma ancora per poco, seguire solo il codazzo politico programmato, ovviamente in appalto, Io faccio l’operatore ma la Rai ha paura che faccia causa da giornalista quindi di cosa si parla».
Mentre Radio Torino si chiede: «Quello zainetto costa 3mila euro: Dall’Orto non li ha?».
Il giornalista del Tg1 Luigi Monfredi è più aziendalista: «Quanti lamenti per la programmazione Rai, tutti ad applaudire Sky e nessuno a muovere il ditino sul Canale 48», che poi sarebbe il canale di Rai News 24.
Ma nel mirino del pubblico su twitter non c’è solo il canale all news, ma anche le tre reti generaliste accusate di «Di non fare nessuno speciale sul Terremoto», e c’è chi rincara la dose: «Persino la D’Amico ne parla su SkySport. Il canone vi deve andare di traverso, mappine».
Ad annunciare un’interrogazione parlamentare urgente sul caso è lo stesso Michele Anzaldi. E non è la prima volta che l’informazione pubblica viene criticata per i ritardi nella copertura di fatti di cronaca.
Sempre Anzaldi, nel luglio scorso, aveva attaccato duramente i tg della Rai all’indomani del tragico scontro tra i due treni in Puglia, tra Andria e Corato, che è costato la vita a 23 persone.
Il deputato del Pd aveva parlato di due ore di ritardo nel mandare in onda le immagini da parte della Rai, a fronte della velocità di Sky, twittando Vergogna Rai.
Domenico Di Sanzo
(da “La Stampa”)
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Ottobre 27th, 2016 Riccardo Fucile
INDIGNAZIONE SUI SOCIAL PER IL TWEET DI PESSIMO GUSTO DEL SENATORE M5S CIOFFI E LUI LO CANCELLA
Un tweet di pessimo gusto.
Mentre l’Italia è sconvolta dalle due scosse di terremoto che hanno interessato il centro Italia, il senatore del Movimento 5 Stelle Andrea Cioffi pubblica su twitter un cinguettio: “A Roma due forti scosse di terremoto in due ore. Il Senato ha retto benissimo. Reggerà anche alla deforma di Renzi. Io voto No”.
Il suo post non è passato inosservato e ha subito suscitato una marea di critiche sui social network.
Tant’è che il senatore si è visto costretto a cancellare il tweet. E ora sul suo profilo ne appare uno di solidarietà “alle popolazioni colpite colpite ancora dal #Terremoto. Priorità assoluta agli interventi di ripristino scuole e ospedali”.
Ma lo screenshoot continua ancora a girare sui social, accompagnato dalle accuse di sciacallaggio rivolte al parlamentare grillino.
(da “Huffingtonpost”)
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