Destra di Popolo.net

LA FIGURACCIA DELLA GIUNTA GRILLINA SUI CIBI VIETATI A POMEZIA

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

NO ACQUISTI CIBI NEL RAGGIO DI 50 KM SCRIVONO IN CAMPIDOGLIO… PECCATO CHE L’ORDINANZA FOSSE DI 5 KM

Una circolare inviata dal Campidoglio alle ditte appaltatrici dei servizi mensa del Comune ha fatto sobbalzare i produttori di cibo laziali.
Nella comunicazione si vietava di acquistare cibo prodotto in aziende nel raggio di 50 chilometri dalla zona del rogo della ECO X; un errore materiale che Roma Capitale ha dovuto rettificare successivamente.
Racconta oggi Repubblica Roma:
Nella mail, infatti, il Campidoglio vietava di portare sulle tavole delle scuole tutti quei prodotti provenienti da un raggio di ben 50 chilometri dalla zona del rogo della Eco X sulla via Pontina Vecchia, facendo riferimento all’ordinanza dello scorso 7 maggio del sindaco di Pomezia, Fabio Fucci. Che però parla di soli 5 chilometri di interdizione.
Un colpo al cuore per le ditte che l’indomani – cioè ieri mattina – si sarebbero ritrovate con del cibo da non poter dare agli alunni. Come anche per il primo cittadino di Pomezia: «Fucci deve essere saltato sulla sedia quando ha letto la notizia – spiega la consigliera dem in Campidoglio Valeria Baglio – perchè non aveva mai parlato di cinquanta chilometri.
La notizia pubblicata sul sito istituzionale è stata rettificata dal Campidoglio (da Pomezia sarebbe inoltre partita una richiesta di rettifica diretta al Comune di Roma) con una riduzione a 5 chilometri, ammettendo l’errore del Dipartimento capitolino:
«Non solo la sindaca Raggi aspetta quattro giorni per decidere di vietare i prodotti contaminati nelle mense, e lo comunica dopo la presentazione della mozione del Partito Democratico, ma in Campidoglio copiano anche male e confondano 5 con 50. Il Comune dovrebbe chiedere scusa per l’errore», che martedì sera, fino alla “rettifica” di ieri mattina, «ha creato allarme e paura tra i cittadini della Capitale e della Città  Metropolitana e che dimostra l’inefficienza di questa amministrazione», aggiunge il consigliere regionale di Fi e vicepresidente della commissione Ambiente, Adriano Palozzi.

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Grillo | Commenta »

RENZI, GALLUZZO E LA STORIA DEI SERVIZI SEGRETI A FORTE DEI MARMI

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

NEL LIBRO DI DE BORTOLI SI RACCONTA DI UN GIORNALISTA MINACCIATO DA UN UOMO DELLA SCORTA DEL PREMIER… MA CI SI CHIEDE PERCHE’ IL CORRIERE DELLA SERA NON NE ABBIA MAI PARLATO A TEMPO DEBITO

Prima scena: un giornalista vede bussare alla sua porta qualcuno che si qualifica come uomo dei servizi segreti. Questi gli dice: «So chi sei, so chi è tua moglie, so chi è la tua amante».
Seconda scena: un giornalista si presenta per stringere la mano a Matteo Renzi a tavola. L’allora premier comincia a urlare e inveire contro di lui finchè non arriva la scorta che lo porta via e nell’occasione uno degli uomini gli dice che lo conosce e conosce anche i suoi segreti.
Gli episodi sono diversi, anche se hanno elementi di similitudine. Entrambe le versioni però si concludono nello stesso modo: con il giornalista che lascia l’albergo.
Il protagonista della storia è Marco Galluzzo del Corriere della Sera e la storia circola da qualche tempo.
Nella sua versione definitiva è stata immortalata da Ferruccio De Bortoli nel suo libro Poteri Forti (o quasi) che ha già  fatto una vittima: Maria Elena Boschi.
In questo caso però è curioso vedere come si è evoluta la vicenda nei racconti sulla stampa.
Il primo a parlarne fu Andrea Cangini sul Resto del Carlino e la versione era molto diversa dalla sua versione definitiva:
Durante il suo primo anno di governo, Matteo Renzi si ritirò per qualche giorno con la famiglia in un bell’albergo sul mare. Cercava riposo e riservatezza. Un cronista prese una camera vicino alla sua con l’intenzione di scrivere qualche pezzo ‘di colore’ sulla vita privata del premier. Niente di insidioso. Dopo l’uscita del primo articolo, il giornalista sentì bussare alla porta, aprì e si trovò al cospetto di un signore robusto che, qualificatosi come agente dei servizi segreti, con tono convincente inanellò tre affermazioni in un’unica, breve frase: “So chi sei, so chi è tua moglie, so chi è la tua amante”. Il collega capì il messaggio e fece la valigia.
Non compare il luogo della vicenda, non si fa il nome del giornalista e si parla di un intervento di un funzionario che può essere evidentemente slegato dalla volontà  dell’ex premier, anche se nel proseguo dell’articolo Cangini collega questa vicenda alla storia dei servizi segreti nell’affare CONSIP, sostenendo che è la spia della tendenza a usarli come polizia personale da parte del presidente del Consiglio.
C’è però un’altra fonte che racconta la stessa storia ma con significative differenze. La racconta Maurizio Belpietro nel suo libro “I segreti di Renzi” e stavolta i protagonisti hanno nome e cognome e i luoghi vengono nominati mentre scompare il riferimento preciso alla moglie e all’amante di cui si parlava nell’articolo di Cangini.
C’è anche un altro episodio di cui è protagonista, suo malgrado, un giornalista del Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino, all’epoca ancora diretto da Ferruccio de Bortoli, una volta appreso che il premier sta trascorrendo le ferie all’hotel Villa Roma Imperiale del Forte, decide di inviare sul posto Marco Galluzzo, che prende una stanza nello stesso albergo. Quando Renzi lo viene a sapere, va su tutte le furie e manda uno dei suoi sms di fuoco a de Bortoli, che in quel momento si trova a sua volta in vacanza.
Secondo il premier, la presenza di un cronista del Corriere nel suo albergo rappresenta una violazione della privacy. A quanto pare, finchè si tratta di centinaia di servizi di giornali e televisioni che fanno spot, tutto va bene. Ma quando i media vogliono andare un po’ oltre e fare il loro mestiere al di là  della propaganda, a Matteo non va giù. Dopo l’ sms del presidente del Consiglio, Ferruccio de Bortoli telefona in redazione per chiedere delucidazioni. Viene a sapere che Galluzzo è a Forte dei Marmi e decide di chiamarlo. Ed è a quel punto che il giornalista gli racconta un fatto piuttosto spiacevole. A quanto pare, il capo scorta di Renzi lo aveva avvicinato per dirgli: noi sappiamo tutto di te, anche la tua vita privata, stai attento.
La versione definitiva della vicenda è quella contenuta nel libro di De Bortoli e la raccontano il direttore del Corriere e il cronista del quotidiano.
L’ episodio che mi lasciò di stucco accadde in occasione delle sue brevi vacanze siamo nell’ agosto del 2014 in un albergo di Forte dei Marmi di proprietà  di un suo amico. Il collega Marco Galluzzo, che lo seguiva con professionalità  e rispetto, prese una stanza nello stesso albergo. Niente di male. L’ albergo era aperto a tutti. Non riservato solo a lui. Il messaggio del presidente, particolarmente piccato, lamentava una violazione inaccettabile della sua privacy. Aveva incontrato Galluzzo nella hall e il collega lo aveva salutato. Tutto qui. Io stavo al mare, in Liguria, non sapevo assolutamente nulla. Al telefono, Galluzzo mi spiegò di essere stato avvicinato dalla scorta del premier che gli aveva intimato di lasciare subito l’ albergo
Questo è invece il racconto di Galluzzo:
«Mi avvicinai al tavolo del ristorante dove cenava, nella terrazza dell’ albergo, con la moglie e i figli. Mi fu possibile solo salutarlo e per un attimo stringergli la mano, poi cominciò a gridare, lasciando di stucco i tavoli degli altri ospiti, gruppi francesi, tedeschi e russi. E anche Agnese, che mi rivolse uno sguardo di comprensione, quasi di vergogna. Gridava talmente forte, inveendo contro il Corriere che invadeva la sua privacy, che la scorta accorse come se lui fosse in pericolo. Venni anche strattonato. Dovetti alzare la voce per dire al caposcorta di non permettersi. Lui reagì minacciandomi. Mi disse che tutta la mia giornata era stata monitorata, dal momento in cui avevo prenotato una camera nello stesso albergo, e che di me sapevano tutto, anche con sgradevoli riferimenti, millantati o meno conta poco, alla mia vita privata».
E infine, ecco la chiosa di De Bortoli:
Quella fu l’ unica volta nella quale risposi a un sms di Renzi, dicendogli in sostanza che non volevamo assolutamente attentare alla privacy della sua famiglia era sempre in un luogo aperto al pubblico non era accettabile che il collega venisse minacciato dalla sua scorta. E con quella frase sibillina sul giornalista spiato, poi. Seguì sms di risposta. Più morbido. Per tagliar corto. Il 24 settembre 2014 uscì sul Corriere il mio editoriale dal titolo «Un nemico allo specchio» nel quale criticavo la gestione del potere renziano. (…) Renzi doveva guardare il suo nemico allo specchio: se stesso.
A differenza della vicenda della Boschi e di Ghizzoni, qui il racconto è molto più circostanziato.
Ma mentre si può comprendere perchè della storia di Banca Etruria e Unicredit De Bortoli non abbia mai parlato sul quotidiano (perchè probabilmente l’ha appresa dopo il suo secondo addio alla direzione del Corriere) qui è incomprensibile che un episodio che il direttore ha reputato tanto grave non sia mai stato raccontato dal suo giornale.
“Se Berlusconi avesse fatto una cosa simile saremmo tutti insorti”, dice giustamente De Bortoli.
Dimenticando che l’insurrezione sarebbe scoppiata se nell’occasione il Corriere avesse raccontato la verità .
Invece di tenerla in caldo per tre anni e farla raccontare agli altri.

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Renzi | Commenta »

LA INCOMMENSURABILE VIRGINIA INVENTA LA VISITA LAMPO ALLA FONTANA DI TREVI

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

PERCORSO OBBLIGATO PER I TURISTI CON DIVIETO DI FERMARSI: “GUARDARE E ANDARE” ….VIETATO SEDERSI SULLA SCALINATA DI TRINITA’ DEI MONTI: LA RAGGI VUOLE METTERCI DEI DISSUASORI COME SE I TURISTI FOSSERO PICCIONI

Vedere, guardare, andare. Il Comune di Roma ha deciso di battere un colpo contro chi sosta davanti alla Fontana di Trevi con un metodo assai originale: non permettere alle persone di sedersi a guardare l’opera ma consentirgli una “passeggiata dinamica” attorno al monumento che in pochi secondi li faccia sgomberare dalla zona dopo averle dato un’occhiata.
Un percorso di fruizione che non consenta di fermarsi e che non riguarda solo la Fontana di Trevi ma tutti i monumenti romani.
Racconta oggi Il Messaggero:
Quando? Il prima possibile. Perchè l’estate è alle porte e i primi scampoli della bella stagione hanno già  consegnato una serie di sfregi ai monumenti diventati virali. Attenzione però: stiamo parlando di perle della storia culturale mondiale quindi la minima mossa deve passare dalle forche caudine delle potentissime e inflessibili soprintendenze. Una mano, e non da poco, la darà  la legge Minniti che dà  più poteri ai sindaci in materia di decoro urbano e quindi nel rispetto dei monumenti. Il piano già  avviato riguarda Fontana di Trevi.
Ieri c’è stato un sopralluogo abbastanza cruciale. L’input della sindaca è stato il seguente: «Stiamo stabilendo non solo turni più intensi dei vigili ma anche un percorso di fruizione che non consenta di fermarsi. Roma è piena di monumenti, di siti. Li stiamo già  piantonando h24, ma non ho il potere di moltiplicare i vigili».
Per questo motivo, quello del personale, la soluzione trovata riguarda l’impiego dei volontari delle associazioni di carabinieri e polizia, vigili del fuoco e vigili urbani.
Il Campidoglio sta anche pensando a un piccolo rimborso per questo esercito dei volontari (sei a turno) che dovrà  piantonare la fontana più famosa del mondo coordinato dalla polizia municipale:
La vera novità  riguarda il percorso obbligato. Raggi avrebbe voluto far applicare una passerella mobile, ma la sua idea è stata bocciata. E così la soluzione trovata riguarda dei “cordoli” mobili, potrebbero essere anche dei nastri, davanti alla vasca.
In questo modo si creerà  una «camminata dinamica», la chiamano in Comune,che permetterà  una sosta minima. Destinata a terminare a sinistra del monumento dove c’è la scalinata.
Da dove si potrà  solo uscire, al contrario di ora. A destra della vasca ci saranno i volontari. Detta così sembra facile, bastava farsi un giro ieri con due vigili costretti a badare a centinaia di turisti. «Qui non può stare». «Si alzi». «La sigaretta!». «Giù!» «Via!».
E c’è già  chi evoca la scenetta dello “sgombero” di Fontana di Trevi.
La seconda operazione riguarderà  la scalinata di Trinità  dei Monti: sarà  vietato sedersi sui 144 gradini disegnati nel Settecento dall’architetto romano Francesco De Sanctis. Gli strumenti amministrativi sono diversi. La stretta arriverà  tramite il nuovo regolamento della polizia urbana,ma intanto Raggi è intenzionata a emanare un’ordinanza ancora più restrittiva: «Non possiamo metterci dei chiodi o i vetri sulle scale — spiegano dal Campidoglio — ma stiamo pensando a dei dissuasori».
Come per i piccioni.

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Roma | Commenta »

ESPOSTO CONTRO BEPPE GRILLO PER EVASIONE FISCALE

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

COME AVEVA PROMESSO, IL PD BONIFAZI CON UNO STAFF DI TRIBUTARISTI HA PRESENTATO LA DENUNCIA: “CORTINA FUMOGENA” ATTORNO AL BLOG PER NON RENDERE TASSABILI I REDDITI

Ieri il tesoriere del Partito Democratico Francesco Bonifazi l’ha annunciato su Facebook: ha presentato l’esposto per evasione fiscale nei confronti di Beppe Grillo. L’esposto è il seguito della vicenda della difesa di Grillo nella causa civile per risarcimento danni intentata dal PD.
All’epoca Grillo sostenne di non essere il titolare nè del blog nè degli account social, allo scopo di tirarsi fuori da una richiesta di risarcimento danni:
Oggi a parlare del contenuto dell’esposto è Jacopo Iacoboni sulla Stampa:
I tributaristi del Pd sospettano che la «cortina fumogena» attorno al blog sia stata creata per non rendere chiari, e dunque tassabili, redditi non piccoli prodotti dalla popolarità  del comico, ma anche dalla viralizzazione pubblicitaria dei video delle webstar M5S.
Il blog pubblicizza attività  professionali di Grillo (dai tour ai libri), perciò, sostiene l’esposto, va chiarito il rapporto economico esistente tra Grillo e l’azienda titolare dei dati, la Casaleggio.
I legali fanno qui due ipotesi: o che si possa profilare una dichiarazione fiscale infedele di Grillo, che celerebbe reddito derivante da questo rapporto.
O, e sarebbe l’ipotesi più grave, una «interposizione fittizia» da parte della Casaleggio, o anche di altri soggetti formali percettori di ricavi pubblicitari.
Esiste un sistema di società ? Questo è ciò che chiedono al magistrato di verificare.
Se così fosse, spiegano, gli uffici tributari potrebbero imputare al contribuente i redditi di cui altri appaiono titolari.
La denuncia di 17 pagine e 24 allegati riguarda profili fiscali e tributari di carattere penale, tocca il rapporto mai chiarito tra il comico e la Casaleggio Associati.
Dichiara Bonifazi al Foglio:
“Abbiamo sollevato alcune questioni, saranno i magistrati ad indagare. Da diversi fatti documentali si desume la titolarità  del blog facente capo a Grillo, lo stesso blog lo denota come autore all’interno del codice sorgente, la privacy policy lo qualifica come effettivo titolare così come il Non Statuto all’articolo 4… Sia come sia, due sono le alternative: o il blog è effettivamente ascrivibile a Grillo, in tal caso lui dovrebbe partecipare agli introiti, se così non fosse si configurerebbe un’ipotesi di interposizione fittizia di società , formalmente amministratrice del sito, allo scopo di trarre vantaggi fiscali, chiamatela pure frode.
Oppure Grillo non ha nulla a che fare con il blog, resta allora da comprendere quali siano i flussi di ricchezza intercorrenti tra lui e la società  gestrice, dal momento che blog e account fanno un uso costante del brand BeppeGrillo, con sfruttamento di nome e immagine. Si tratterebbe di una controprestazione da sottoporre a tassazione agli effetti sia Iva che redditi personali”.

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Grillo | Commenta »

ABBIATE PIETA’, DATE UNA LAUREA HONORIS CAUSA A LUIGI DI MAIO

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

SU “OGGI” CONTINUA LA PENOSA GIUSTIFICAZIONE DI ESSERE STATO FUORICORSO E NON ESSERSI MAI LAUREATO… COME SE NON BASTASSE SI PARAGONA A MACRON: “ANCHE IO INNAMORATO DI UNA DONNA PIU’ GRANDE” (MA MACRON NON LE FA PAGARE LO STIPENDIO DAL PARTITO)

Oggi ha pubblicato un’interessantissima intervista al wannabe Imperatore del Mondo Luigi Di Maio, nella quale è stata affrontata anche una tematica scottante: quella della laurea di Giggino.
L’argomento, come sapete, è sensibile perchè Di Maio ha fatto sapere che concorrerà  per la carica di candidato premier del MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni, ma dopo tutta l’ironia dei grillini sulla mancanza di titoli dei vari ministri nei governi targati PD di questa legislatura la questione diventa quantomeno discutibile.
Proprio Di Maio la affronta nell’intervista al settimanale
«(quella della laurea è una) vecchia storia. Ero iscritto a giurisprudenza alla Federico II di Napoli, le prospettive del dopo laurea erano grigie e ho deciso di specializzarmi in informatica ed e-commerce, che crescevano in modo vertiginoso. Nel 2012 ho fatto partire insieme ad alcuni amici una società  di web marketing, un anno dopo, a 26 anni, sono stato eletto in parlamento e nominato vicepresidente della Camera. Non ho buttato via il mio tempo».
Di Maio dimentica come al solito di dire quanti esamo aveva effettivamente dato in 7 anni di Università  e il fatto che avrebe dovuto laurearsi già  due anni prima rispetto alla data in cui è stato eletto con poche centinaia di voti in Parlamento.
Quindi laurea uguale pezzo di carta?
«Dico che conta anche quel che un individuo riesce a fare. Mark Zuckerberg era ad Harvard, si inventò Facebook e abbandonò gli studi, ma a fine maggio ci tornerà  per ricevere la laurea honoris causa».
Si può agevolmente notare che Di Maio si paragona a Zuckerberg, anche se l’allievo di Harvard ha inventato Facebook mentre lui ha forse solo inventato un modo per guadaganre 100.000 euro l’anno.
In ogni caso l’occasione è propizia per proporre un appello alla Federico II anche per lui: date una laurea honoris causa anche al vicepresidente della Camera, magari in Lettere se proprio non è il caso di fornirgli quella in giurisprudenza.
Così la smettiamo di fare ironia sui suoi studi e finalmente potremo concentrarci sulle sue note capacità .

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Grillo | Commenta »

INTERVISTA AL “FALCO” SCHAUBLE: “COSI’ FRANCIA E GERMANIA CAMBIERANNO LA UE”

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

“L’ITALIA NON SARA’ ESCLUSA, MA FACCIA LE RIFORME”

Se fosse un quadro, quello che si vede dalle finestre del sobrio ufficio di Wolfgang Schà¤uble si potrebbe intitolare “il secolo breve”.
Si intravedono un pezzo del Muro di Berlino, l’ingresso dei sotterranei della Gestapo e le scintillanti vetrine di Friedrichstrasse.
E il ministro delle Finanze tedesco ha scelto di concedere a Repubblica quest’intervista in esclusiva in un “momento fatale” per il futuro dell’Europa, come lo avrebbe chiamato Stefan Zweig.
L’elezione di Emmanuel Macron all’Eliseo non è un passaggio qualsiasi. Il politico cristianodemocratico 75enne, che fu protagonista di almeno due momenti chiave della storia tedesca, ministro dell’Interno di Kohl quando cadde il Muro e ministro delle Finanze di Merkel nelle fasi più acute della crisi, spiega nei dettagli come immagina, partendo dalla ripartenza franco-tedesca, il futuro dell’Euro.
Emmanuel Macron è stato eletto domenica presidente francese…
“…e Sebastian Vettel è in testa ai mondiali della Formula uno con la Ferrari! Il che dimostra che la collaborazione italo-tedesca, quando funziona, è imbattibile (ride, ndr)”.
…E il pericolo di un Le Pen all’Eliseo è scongiurato di nuovo. Ministro, il sollievo universale potrebbe significare che si torna a ‘più Europa’
“Anzitutto siamo tutti contenti che Emmanuel Macron sia diventato presidente. E ‘più Europa’ è da un tempo la posizione del governo tedesco. In Germania pensiamo da molto tempo che l’Unione monetaria vada rafforzata. Il problema è noto: abbiamo una politica monetaria comune senza una convergenza adeguata delle politiche economiche e finanziarie. Ci sono molte iniziative per compensare questo difetto: il piano Juncker, piani bilaterali. Ora si tratta di migliorare, intanto, nei Paesi dove mancano le riforme strutturali e la competitività . Il piano Juncker è stato rafforzato a 500 miliardi di euro. Ora bisogna creare le condizioni per investire. Ci stiamo lavorando: siamo disponibili a piani di cooperazione franco-tedeschi – ma anche con altri paesi. Le condizioni, però, vanno create nei singoli Paesi”.
Cosa vuol dire?
“La strettoia, spesso, è dovuta non alla mancanza di fondi, ma alla mancanza di di presupposti per gli investimenti – anche in Germania. Un problema enorme sono le procedure per le autorizzazioni: infinitamente lunghe e farraginose. Il progetto dell’aeroporto di Berlino non sta fallendo per la mancanza di soldi, esattamente come la costruzione di strade nello Schleswig-Holstein o da altre parti. I mezzi non mancano, mancano le condizioni giuste”.
Macron ha espresso, come lei, il desiderio di rafforzare l’area dell’euro
“Ne abbiamo parlato spesso, io e lui. Se legge mie vecchie interviste e articoli troverà  molti punti in comune”.
Ma il suo Ministro delle Finanze comune ha altre caratteristiche, no? Lei vorrebbe che avesse possibilità  di intervento sui bilanci”
“Sì, altrimenti non ha senso. E Macron e io la pensiamo esattamente allo stesso modo. Però bisognerebbe cambiare i Trattati europei”.
…E non si può fare? Neanche dopo le elezioni tedesche?
“Non è certo un problema della Germania. Il trasferimento di pezzi di sovranità  nazionali all’Europa non è mai fallito per colpa della Germania o l’Italia, ma piuttosto della Francia. Il presidente Macron e io siamo totalmente d’accordo su questo: ci sono due modi di rafforzare l’eurozona: cambiare i Trattati oppure farlo con pragmatismo attraverso l’intergovernativo. Modifiche dei Trattati richiedono l’unanimità  e la ratifica nei Parlamenti nazionali o in alcuni Paesi addirittura un referendum. Siccome al momento non è realistico, dobbiamo provare ad andare avanti con gli strumenti esistenti, dunque attraverso uno sviluppo del trattato che regola il fondo salva-Stati Esm”.
Il fondo salva-Stati Esm deve diventare un Fondo monetario europeo, come lei lo sostiene da tempo?
“Sì, ne ho parlato spesso con Mario Draghi: bisognerebbe rafforzare le istituzioni perchè la Bce non debba sempre portare il peso di tutto. Ma ci vogliono cambiamenti dei Trattati. Però non possiamo neanche non fare nulla, perchè rischiamo che si disgreghi l’Europa. La seconda migliore soluzione, dunque, è quella di creare un Fondo monetario europeo, sviluppando lo statuto dell’Esm”.
E su cosa siete già  d’accordo con Macron?
“Potremmo rafforzare i meccanismi. Ne ho parlato anche con Emmanuel Macron: con i parlamentari del Parlamento europeo si potrebbe creare un Parlamento dell’Eurozona. Che potrebbe avere un potere consultivo sul fondo salva-Stati”.
Lei ha anche proposto che l’Esm diventi una sorta di istituzione terza che controlli rigorosamente i conti pubblici, senza margini di flessibilità . Una sorta di commissario della Commissione Ue…
“L’idea è semplice: se creiamo norme comuni, vanno applicate. Non mi piace essere criticato perchè voglio che le regole siano rispettate. E’ il motivo per cui cresce la distanza tra i cittadini e l’Europa: quando non vengon rispettate le regole. E’ qualcosa che sfinisce le persone”.
E’ stato un errore riconoscere molta flessibilità  all’Italia?
“No, e non ho mai criticato la Commissione Ue per questo. Lo chieda al ministro Padoan. E trovo che il Patto conceda abbastanza margini di flessibilità . A proposito: se i debiti creassero crescita, la Germania dovrebbe crescere di meno. E invece. Non si può dare sempre la colpa agli altri. Se la Francia ed altri hanno problemi, non può essere sempre colpa della Germania”.
Ma la Spagna cresce a ritmi robusti adesso, dopo anni di sforamento del disavanzo.
“La Spagna ha fatto soprattutto le riforme. A proposito: anche l’Italia ha fatto molte riforme. Ma ormai devo stare attento quando elogio il suo Paese. Quando l’ho fatto prima del referendum dello scorso dicembre la reazione dei media italiani non è stata gradevole. Ho grande rispetto per il lavoro che sta facendo Gentiloni. Spero non lo danneggi”.
Ma l’Italia cresce poco. Secondo lei perchè?
“Non lo so. Anche il mio collega italiano, Pier Carlo Padoan, ritiene la crescita attuale insufficiente. Io penso che il percorso di riforme di Renzi, quando era presidente del Consiglio, sia stato giusto. Adesso temo che l’Italia soffra della fase attuale di incertezza politica. Spero sia rapidamente superata”.
Questa incertezza la spaventa?
“Ho una grande fiducia nella saggezza democratica dell’Italia. La Germania ha un interesse genuino al benessere di tutti, in Europa, compresa l’Italia”.
L’euro è “irreversibile”, come sostiene Mario Draghi?
“Sì”.
Pensa che vada introdotto un meccanismo per consentire a qualcuno di uscire?
“Se un Paese non vuole uscire deve fare riforme strutturali, come la Grecia. Con l’euro è finita l’era in cui alcuni Paesi restavano competitivi attraverso la svalutazione delle monete. E’ una scorciatoia politica. In questo sono perfettamente d’accordo con l’analisi di Mario Draghi sui difetti dell’eurozona. E quello che Draghi dice sempre è che i Paesi devono creare da soli le condizioni per crescere. In questo la Grecia sta migliorando. E il programmi di aiuti decisi durante la crisi per la Grecia, il Portogallo, Cipro, la Spagna e l’Irlanda sono stati molto criticati, ma hanno sempre portato risultati”.
Cos’altro può cambiare?
“Credo che il fondo salva-Stati ESM dovrebbe aiutare Paesi in difficoltà , ma penso anche che i titoli di Stato dovrebbero avere implicita, sin dall’emissione, la possibilità  di una ristrutturazione. E un’altra cosa che va fatta, con cautela, è riconoscere la non neutralità  dei titoli di Stato. So che è un tema spinoso. E penso anche che le regole per la ristrutturazione delle banche vadano applicate”.
Per lei la valutazione non neutrale dei titoli di Stato è un pre requisito per completare l’Unione bancaria con il deposito comune?
“Prima di mettere i rischi in comune, dobbiamo ridurli”.
L’Italia non sottoscriverà  mai una cosa del genere.
“Ovunque, anche in Italia, i bilanci delle banche devono essere messi in ordine, va risolto il problema delle sofferenze. Su questo siamo d’accordo tutti. Lo abbiamo ampiamente fatto e alcune le abbiamo anche chiuse – Westdeutsche Landesbank non esiste più. E’ un percorso doloroso. Ma è accaduto anche in Portogallo o in Spagna: deve essere gestito in modo cauto. Abbiamo negoziato a lungo le regole per le banche, ma se poi non le applichiamo alimentiamo i populismi”.
Facile per il governo tedesco insistere sul bail in e su regole create dopo che avevate già  salvato i vostri istituti di credito con soldi pubblici…
“Dopo il fallimento di Lehman Brothers emersero problemi acuti e fummo costretti ad agire in fretta. Poi si diffuse il pensiero che non bisognava più salvare le banche con soldi dei contribuenti. Una retorica globale. E allora abbiamo faticosamente creato regole per questo. E’ vero, abbiamo ristrutturato WestLB quando valevano altre regole. Adesso, però, le regole saranno applicate rigorosamente anche qui – e anche qui in Germania ci sono istituti di credito con problemi”.
Quindi la direttiva sul bail in, quella che coinvolge anche azionisti e risparmiatori nei salvataggi, non si può cambiare?
“Si può parlare di tutto. Ma finchè valgono le regole attuali, vanno applicate”.
Lei è il politico più amato in Germania, ma nel resto del continente meno. E’ considerato il simbolo dell’austerità .
“Io sono il simbolo della crescita”.
E dove vede la crescita, in Europa?
“Ovunque! Per la prima volta da quasi un decennio la Commissione Ue si aspetta tassi di crescita positivi in tutti gli Stati membri. Io sono il ministro delle Finanze tedesco, quindi conosco soprattutto la Germania. Abbiamo una crescita forte e, grazie a una disoccupazione bassa, salari in aumento e consumi in crescita. Però sopporto il peso di essere considerato il capro espiatorio di tutti coloro che non riescono a risolvere i loro problemi, in Europa”.
E il surplus commerciale tedesco, non ha nulla a che fare con le sue politiche di risparmio che smorzano la domanda interna?
“Il surplus è per metà  colpa dell’euro debole. E noi non crediamo che possa essere risolto se ci indeboliamo noi: sono gli altri che si devono rafforzare. La predominanza delle squadre spagnole in Champions League non può certo essere risolta indebolendo il Real Madrid. E’ la Juventus che si è rafforzata”.
Crescita inclusiva’ è la nuova parola d’ordine dei consessi internazionali, ma che vuol dire?
“Sono felice che finalmente sia un tema discusso al livello internazionale, dopo anni che ho cercato di introdurlo nelle riunioni del Fmi, del G7 e del G20. La crescita ‘inclusiva’ può essere ottenuta soltanto se le differenze tra i Paesi avanzati e quelli emergenti si riducono. E’ sbagliato dire che solo i Paesi più industrializzati debbano crescere di più. Ho sempre sostenuto che il divario va rimpicciolito. In Germania abbiamo avuto il padre dell’economia sociale di mercato, Ludwig Erhard. Lui diceva che la competitività  e la stabilità  sociale vanno sempre combinate, solo questo rende stabili le società . Vale anche per la comunità  mondiale. Non è un caso che con la presidenza tedesca del G20 l’Africa sia per la prima volta nell’ordine del giorno”.
Lei è a favore di un assegno di disoccupazione comune in Europa, come Macron?
“Lasciamolo lavorare, intanto, ha un percorso complesso davanti a sè….In Europa abbiamo il problema che a causa degli standard di vita molto diversi tra Paesi, l’armonizzazione dei servizi sociali è un problema gigantesco”.
Lei ci crede al fatto che l’asse franco-tedesco possa rivitalizzare l’Europa?
“Noi tedeschi sappiamo che il nostro futuro sarà  positivo solo se l’Europa starà  bene. In Francia è in atto un processo interessante. Emmanuel Macron ha la stessa età  di JF Kennedy quando divenne presidente. Ha fondato un movimento nuovo e ha vinto le elezioni. Trovo straordinario che sia andato sul palco del Louvre accompagnato dall’Inno alla gioia, l’inno europeo. Riempie molti giovani di speranza. Se qualche giovane in più fosse andato a votare a giugno in Gran Bretagna non avremmo avuto la Brexit. Però non dobbiamo neanche fare come se il rinnovato motore franco-tedesco fosse la ripartenza dell’Europa”.
Cosa intende dire?
“Senza l’Italia non si può fare l’integrazione europea. Ne sono sempre stato convinto: Carlo Azeglio Ciampi glielo potrebbe raccontare, se fosse ancora vivo. Le direbbe che (negli anni Novanta, ndr) un certo Wolfgang Schà¤uble, allora capogruppo della Cdu al Bundestag, si impegnò molto per fare entrare l’Italia nel gruppo di testa dell’euro, nonostante i problemi finanziari che aveva. E l’Italia ha fatto un’impresa grandiosa, all’epoca. Ma poi ci si è riposati per un ben pezzo sugli allori. L’Italia deve proseguire sul percorso di riforme. E’ quello che volevo dire prima del referendum di dicembre scorso”.
Lei è stato ministro delle Finanze durante la Grande crisi…
“Quale crisi? L’eurozona cresce dello 0,5% nel primo trimestre, i dati finanziari migliorano. La crisi è alle nostre spalle e adesso dobbiamo capire come andare avanti in modo positivo”.
Fu un errore la sua proposta di far uscire temporaneamente la Grecia dall’euro, nel drammatico luglio del 2015?
“Lei sa ciò che Pier Carlo Padoan disse pubblicamente: una stragrande maggioranza dei ministri delle Finanze erano convinti che sarebbe stato meglio se la Grecia fosse uscita temporaneamente dall’euro. E’ stata la Grecia a decidere diversamente. Adesso ci stiamo impegnando perchè il terzo pianto di aiuti abbia successo”.
Lei è famoso per essere leale. E’ anche una qualità  che riconosce a se stesso. Lo è stato con Helmut Kohl, ma anche l’anno scorso con Angela Merkel, quando la crisi dei profughi aveva fatto emergere indiscrezioni sul fatto che lei potesse sostituirla alla cancelleria. Lei invece preferì rimanerle leale. Perchè?
“Ho un’idea un po’ dèmodè della politica. Ovvio che sono molto ambizioso e ho l’esigenza di impormi. Altrimenti non sarei un politico. Ma cerco sempre di dire che non io sono la cosa più importante. E’ vero, sono leale. Ma proprio perchè sono leale, sono libero e scomodo. E forse in questa combinazione è tollerabile.

(da “La Repubblica”)

argomento: Europa | Commenta »

TRUMP E L’OMBRA DEI VELENI CHE COSTO’ LA TESTA A NIXON: “QUEL LICENZIAMENTO NASCONDE QUALCOSA”

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

SI RIPETE LA VICENDA DEL 1973, QUANTO NIXON CACCIO’ IL PROCURATORE CHE INDAGAVA SUL WATERGATE…E DIVENTO’ “LA NOTTE DEL MASSACRO DEL SABATO SERA”

È quell’odore acre di paura, quel sentore di “noi contro il resto del mondo” sprigionato oggi dalla Casa Bianca di Trump che riporta l’America ai giorni cupi di Nixon e del Watergate.
Alle sei della sera di martedì, quando la guardia del corpo del presidente ha consegnato di persona la lettera di licenziamento del direttore Jim Comey alla reception dell’Fbi come un Pony express, i campanelli d’allarme della memoria hanno cominciato a suonare e gli altoparlanti dei televisori a gridare il nome che a quasi 45 anni dopo ancora rimbomba nella memoria storica della nazione, fra terrore e speranza: “Impeachment”.
Tanti sono gli anni che dividono la presidenza Trump dai giorni dell’autunno 1973 quando un Richard Nixon ormai lambito sempre più da vicino dalle inchieste sullo scasso del quartier generale Democratico nel palazzo del Watergate e sui tentativi di insabbiare le inchieste, cercò di fermare tutto licenziando l’Inquisitore Speciale e portando a dimissioni in massa al ministero della Giustizia.
Fu la “Notte del Massacro del Sabato Sera” e se il licenziamento del direttore dello Fbi non raggiunge il livello della “strage” nixoniana, c’è un parallelo che anche un senatore repubblicano, Richard Burr, ha subito individuato.
La cacciata del direttore di quella superpolizia federale che sta conducendo le indagini segrete sui possibili rapporti illeciti fra Mosca e il Team Trump “crea l’impressione che abbiano qualche cosa da nascondere”.
Non si capisce perchè questa cacciata proprio ora e perchè con il ridicolo pretesto di avere condotto male le indagini su Hillary Clinton, quelle indagini che tanto aiutarono Trump a vincere.
Vivemmo allora, noi imbarcati nella nave delle battaglie politiche a Washington, ore e giorni febbrili, tra sospetti, accuse, interventi del governo e dei suoi “plumbers”, degli stagnini voluti da Nixon per bloccare quelle fughe di notizie che lo stavano distruggendo e che venivano – lo riveleranno anni dopo i cronisti del Washington Post – da quello stesso Fbi che oggi Trump ha decapitato.
Ma l’America del 2017 è molto diversa dall’America del 1973. La convalescenza dai terribili anni Sessanta, dagli omicidi politici, dalla lunga, sanguinosa malattia della guerra in Vietnam finita con la resa americana non era neppure cominciata e la voglia di un capro espiatorio per purificare la nazione dalle proprie colpe era acuta. Nixon, ben oltre gli errori, i crimini, la paranoia che lo portarono alle dimissioni per evitare la destituzione ormai certa nel 1974, era il perfetto simbolo politico da sacrificare.
Ma il sentimento di inevitabilità , che impregnava Washington in quel biennio ’73 e ’74, che ogni giorno segnava con nuove rivelazioni e nuovi tentativi di bloccarle l’agonia di un presidente, oggi manca.
Il Congresso è saldamente nelle mani di un partito Repubblicano che privatamente aborre Donald Trump, ma pubblicamente non osa tradirlo, non avendo alternativa.
I Democratici, che si agitano per creare una nuova figura di Inquisitore Speciale sul “Russiagate” non hanno i numeri, in Parlamento, per spingere il governo a nominarlo, nè per formare una Commissione d’inchiesta con poteri giudiziari.
La tensione cresce, alimentata da comportamenti che sembrano tradire la paura di un’inchiesta che già  ha individuato almeno cinque degli ex collaboratori di Trump nella campagna elettorale, compreso il suo futuro consigliere per la Sicurezza Nazionale, tra coloro che segretamente intrattenevano rapporti con il governo Putin e ricevevano da Mosca pagamenti.
Come 44 anni fa, quando il Watergate partì dagli assistenti e dai cortigiani di Nixon, l’impressione è che questo licenziamento, per errori che Comey avrebbe commesso la scorsa estate, voglia servire da barriera tagliafuoco fra Trump e i suoi più compromessi.
Naturalmente, licenziare un direttore dello Fbi è perfettamente legittimo e anche Bill Clinton, nel primo caso dalla creazione del “Bureau of Investigation” nel 1908, licenziò un direttore, William Sessions, quando emerse che lui aveva usato fondi pubblici per interessi personali e 10 mila dollari del “Bureau” per rifarsi la staccionata attorno alla propria casa.
E la febbre del Watergate, che sta agitando la capitale, i media tradizionali, i nuovi veicoli in Rete fra grida di indignazione e accuse di montatura da “fake news” non avvicina la temperatura rovente degli anni ’70.
La nazione oltre la “Beltway”, la cintura d’asfalto che circonda Washington, sembra ancora indifferente e divisa nelle due metà  che detestano o adorano Trump.
La paranoia anticomunista che tormentava Nixon e con lui la maggioranza dell’elettorato è diventata l’ossessione neo nazionalista e xenofoba che lega Trump al proprio elettorato e su quella potrà  continuare a contare.
Ma la memoria dispettosa rammenta che, l’America “silenziosa” là  fuori si ribellò dopo lo sfacciato tentativo di insabbiare l’inchiesta e il numero di coloro che volevano l’incriminazione, l’Impeachment, superò di pochissimo i contrari.
Spiritosamente, i curatori della Biblioteca Nixon, dove si conservano i documenti relativi alla sua presidenza hanno anche voluto twittare che “almeno Nixon non aveva mai licenziato il direttore dello Fbi”.
Solo Trump sa quello che ha fatto o non fatto e il licenziamento di Comey toglie i denti all’unica inchiesta giudiziaria che poteva insidiarlo.
Il successore del licenziato non avrà  zanne molto lunghe. Ma il passato, questa volta correttamente, avverte che gli uomini e le donne dello Fbi, da chiunque siano scelti o promossi non giurano fedeltà  al presidente, ma alla Costituzione. Promettendo di difenderla da tutti i nemici esterni e interni.

(da “La Repubblica”)

argomento: Esteri | Commenta »

BUFERA SU TRUMP: RUSSIANGATE, MANDATO DI COMPARIZIONE PER FLYNN

Maggio 11th, 2017 Riccardo Fucile

E IL PORTAVOCE SPICER RISCHIA IL POSTO

La lettera di addio inviata da Comey agli agenti Fbi. Il subpoena (un mandato di comparizione) inviato dal Senato al generale Flynn, l’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale costretto alle dimissioni per il Russiagate. Una nuova testa in procinto di cadere, quella del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer.
Sono passate meno di 24 ore da quando il direttore del Fbi è stato licenziato da Donald Trump e ogni ‘ultima notizia’ scaccia dai titoli quella precedente, in una valanga (mediatica e di immagine) che si ritorce come un boomerang sulle decisioni del presidente meno popolare della recente storia d’America.
Se The Donald con il suo ‘fired!’ (licenziato) pensava di risolvere in poche ore il caso, quasi fosse il reality tv di cui è stato a lungo protagonista, si è sbagliato, se credeva di chiudere le indagini sulle interferenze della Russia di Putin non ha tenuto conto della complessità  dei rapporti Casa Bianca-Congresso e ha sottovalutato i distingui di esponenti repubblicani di primo piano come il senatore McCain, se (come sembra) farà  presto rotolare anche la testa del suo fidato portavoce rischia di crearsi nuovi nemici.
Ha ancora un grande vantaggio, la maggioranza del Grand Old Party schierata con lui e l’appoggio del potente speaker della Camera Paul Ryan (“licenziare Comey è stato giusto, ora occorre trovare al più presto il suo sostituto), ma con il mandato di comparizione a Flynn le indagini sul Russiagate difficilmente a questo punto potranno essere insabbiate.
L’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale si era sempre rifiutato di collaborare alle indagini del Fbi, adesso dovrà  rispondere alle domande di una commissione del Senato guidata da un presidente democratico e nella quale anche un paio di esponenti repubblicani vogliono chiarimenti effettivi e non mera propaganda (o peggio ancora bugie).
Mentre a Washington, Chicago ed in altre città  degli Stati Uniti la piazza prende le difese di Comey (ci sono già  state piccole manifestazioni di protesta, altre ne seguiranno) l’ormai ex direttore del Fbi ha scritto una lettera di saluto-commiato agli agenti federali (in maggioranza attraverso le proprie organizzazioni schierati con lui): “Ho sempre pensato che un presidente può licenziare il direttore del Fbi per qualsiasi ragione o anche per nessuna ragione. Non voglio domandarmi il perchè e il come sia avvenuto, è stato fatto e va bene così, anche se mi mancherete profondamente, sia voi che la missione a cui ero stato chiamato. Vi avevo detto che in tempi di turbolenza il popolo americano aveva bisogno di un Fbi competente, onesto e indipendente. La mia speranza è che voi continuiate a fare la cosa giusta, a vivere secondo i valori americani e difendere la Costituzione”.
La serata di Washington si chiude con la notizia della Cnn. Citando fonti interne alla Casa Bianca la tv all-news racconta che il presidente americano, insoddisfatto di come Spicer lo sta difendendo di fronte alla stampa, avrebbe preso in seria considerazione l’idea di sostituirlo con la vice, Sarah Huckabee Sanders (figlia dell’ex Governatore dell’Arkansas e candidato del Gop alla Casa Bianca Mike Huckabee).

(da “la Repubblica”)

argomento: Esteri | Commenta »

Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.849)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Luglio 2025 (147)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Maggio 2017
    L M M G V S D
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    293031  
    « Apr   Giu »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • L’ASSALTO SOVRANISTA ALLE POLTRONE: FRATELLI, CUGINI, VECCHI ARNESI E SCONOSCIUTI CON IL CURRICULUM DEBOLE: L’ULTIMA NOMINA È QUELLA DI MICHELE SCISCIOLI, FEDELISSIMO DI GIORGETTI, ALLA ZECCA DELLO STATO (AL POSTO DI UN ALTRO COCCO DEL MINISTRO, FRANCESCO SORO, DIVENTATO DG AL MEF)
    • PER GIORGIA MELONI IL PARLAMENTO È SOLO UN INGOMBRO: IL GOVERNO DEI SEDICENTI PATRIOTI HA CENTRALIZZATO A PALAZZO CHIGI E NEI MINISTERI L’ATTIVITÀ LEGISLATIVA, HA UNA MEDIA DI 2,9 VOTI DI FIDUCIA AL MESE, E HA FATTO REGISTRARE IL RECORD DI DECRETI: IL 37% DELLE 211 LEGGI APPROVATE
    • SI METTE MALE IN SICILIA PER LA MELONIANA ELVIRA AMATA, L’ASSESSORE REGIONALE AL TURISMO FINITA NELLA MEGA INCHIESTA SUL PRESUNTO SISTEMA DI CORRUZIONE E SPARTIZIONE ALLA REGIONE
    • SEQUESTRATA LA SEDE DEL MOVIMENTO DI ESTREMA DESTRA “AVANGUARDIA TORINO” I CUI MEMBRI “ESALTAVANO METODI FASCISTI E NAZISTI”
    • E TI PAREVA: SI È SUICIDATO IL MINISTRO DEI TRASPORTI RUSSO ROMAN STAROVOIT: DOPO 14 MESI AL SUO POSTO, QUESTA MATTINA IL 52ENNE ERA STATO RIMOSSO DA PUTIN
    • UNO SPETTRO S’AGGIRA PER L’EUROPA, L’EMERGENZA ABITATIVA: DA DUBLINO A BARCELLONA FINO A MILANO, LE PERSONE NON RIESCONO PIÙ A PERMETTERSI UNO STRACCIO DI CASA
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA