Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
SMASCHERATA LA BUFALA DI SALVINI E DI MAIO, ECCO I DETTAGLI DELLA PRESA PER I FONDELLI
Prima di tutto cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando.
Nell’articolo di Valentina Conte che il M5S bolla come fake news in primo luogo si parla del Documento di Economia e Finanza, nel quale il governo ha ritoccato l’obiettivo di deficit rispetto al Pil.
Non sale più al 2,4% per tre anni, ma solo il primo e poi scende al 2,1 e all’1,8.
Un quadro possibile solo se l’economia italiana si mette a crescere come oggi sembra improbabile, e infatti si pronosticano obiettivi di PIL decisamente irrealizzabili secondo una tradizione governativa e contabile che prende radici dall’era tremontiana: una scelta spiegabilissima visti i precedenti di Tria.
Ma soprattutto: l’IVA nel 2020 e nel 2021, visto che le clausole di salvaguardia non sono state toccate, dovrebbe crescere di trenta miliardi.
Per questo, al contrario di quanto pronosticato dal governo, il deficit salirà sempre nel triennio: 2,4-2,9-2,7, a un passo dallo sforamento dei parametri europei. In queste condizioni sembra davvero complicato poter immaginare la flat tax a due o tre aliquote che secondo i programmi della Lega dovrebbe essere estesa a tutti.
Nel frattempo il governo annuncia per il 2019 l’arrivo della flat tax per i “piccoli”: partite Iva e società di persone.
Da una parte, mette 2 miliardi tra tassa piatta al 15% e mini-Ires.
Dall’altra, ne toglie 3 abolendo Iri e Ace, misure di vantaggio fiscale per professionisti e imprese.
La flat tax al 15% per le partite Iva (sostitutiva di Irpef, addizionali, Iva) esiste già per un milione di italiani. La soglia di fatturato per usufruirne — che oggi oscilla, a seconda delle categorie, tra 30 e 50 mila euro annui — viene portata a 65 mila euro: 500 mila beneficiari in più.
Ma attenzione: questo significa che rimarranno a bocca asciutta due milioni di partite IVA individuali e società di persone:
Per loro dal 2019 doveva esserci l’Iri — la nuova imposta piatta al 24%, stessa aliquota prevista per le società di capitali, sui redditi lasciati in azienda o in studio — e invece rimarrà la vecchia Irpef a scaglioni. Non va meglio alle aziende grandi.
È vero che l’Ires passa dal 24 al 15%, ma solo per gli utili reinvestiti in beni strumentali o per nuove assunzioni stabili.
Nel contempo però salta l’Ace, l’Aiuto alla crescita economica in vigore dal 2012: tasse zero su una parte degli utili accantonati o usati per aumenti di capitale.
Secondo i calcoli di Massimo Miani, presidente dei commercialisti, circa 1 milione e 200 mila imprese ha avuto benefici dall’Ace in questi anni.
Per riassumere: nel 2019 circa 3 milioni e 200 mila tra partite Iva e imprese piccole e grandi pagheranno maggiori tasse. Un miliardo in più.
E il conto potrebbe salire se il governo decidesse di aumentare gli acconti sulle imposte dovuti da professionisti e aziende. Un’arma spuntata perchè lo Stato incassa di più in un anno, meno in quello dopo.
Ecco quindi i conti di Repubblica: 2 milioni che rimarranno fuori dallo sconto fiscale più 1,2 milioni che ha avuto benefici dall’ACE che nel frattempo verrà cancellato. Totale: 3,2 milioni di partite IVA per i quali le tasse non diminuiscono ma aumentano. Certo, a meno che non ci siano altri interventi fiscali o correttivi sulla legge di bilancio 2019. E sappiamo che c’è gente che è pronta a promettere di tutto. Specialmente quando sa che saranno altri a dover mantenere.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
PERCHE’ NON FA UN BEL CENSIMENTO SUI “BUONI PADRI” SOVRANISTI CHE FREQUENTANO I TRANS A VERONA?
Non pago di essere stato uno dei promotori della mozione di Verona a sostegno delle
associazioni cattoliche anti-aborto, il consigliere leghista Alberto Zelger ha deciso di prendersela con gli omosessuali: ai microfoni di Radio 24 ha infatti dichiarato che “i gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie, il sesso omosessuale fa male alla salute, fa venire malattie di tutti i tipi ed è un disturbo della personalità “.
La reazione di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, è stata durissima: “”Le dichiarazioni di Zelger oltre che false sono offensive e discriminatorie – dichiara- valuteremo azioni legali. Ogni giorno abbiamo oltre 50 casi di omofobia in Italia, come testimoniato dal nostro servizio di Gay Help Line 800713713, dove sulla base degli stessi principi di Zelger, ci sono genitori che puniscono i propri figli solo perchè lesbiche, gay o trans, studenti che vengono bullizzati, lavoratori licenziati, coppie aggredite come ieri a Pisa. Per questo – conclude – servono leggi ed azioni a contrasto dell’odio verso le persone lesbiche, gay e trans, aspettiamo risposte dalle istituzioni, altrimenti dovremo attivare azioni di protesta civile”.
(da Globalist)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
EMERGONO ANCHE PROFILI DI INCOSTITUZIONALITA’: LA DEVIAZIONE DEL DEFICIT E’ CONSENTITA SOLO DI FRONTE A EVENTI ECCEZIONALI O PEGGIORAMENTO DELLA CONGIUNTURA
Nell’Era dell’Ottimismo la crescita di un paese è accelerata se non tumultuosa, e il governo Lega-M5S non poteva far eccezione: i livelli di incremento del Prodotto Interno Lordo immaginati nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza sono piuttosto intensi per un paese come l’Italia, che è sempre stato finora capace di crescere meno degli altri in tempi di crescita e di perdere più degli altri in tempi di recessione.
Mario Sensini sul Corriere analizza la credibilità delle promesse gialloverdi:
Nel 2019, per effetto della manovra, l’esecutivo punta su un’accelerazione molto forte della crescita del prodotto interno lordo, da un tendenziale dello 0,9% che si avrebbe senza fare nulla, all’1,5% annuo che viene fissato come obiettivo programmatico.
Nel 2020 la crescita passerebbe addirittura all’1,6%, nonostante il fatto che a legislazione vigente si dovrebbe prevedere l’aumento dell’Iva per 15 miliardi di euro (che sarà evitato nel 2019, ma non scongiurato per sempre).
A questa impennata della crescita la Commissione, i ministri Ecofin, ma anche i centri di ricerca economica e gli analisti internazionali danno poco credito.
Se l’Upb dovesse bocciare gli obiettivi, ritenendoli troppo ottimistici, il governo avrebbe due possibilità , spiegare le sue ragioni in Parlamento o ripiegare su obiettivi più realistici
Così, nella partita politica che il governo dovrà giocarsi con l’Unione Europea prenderà parte anche la valutazione degli istituti deputati all’analisi della credibilità dei numeri dell’esecutivo:
La verifica dei numeri della manovra procederà insieme al voto del Parlamento sulla richiesta, già avanzata, di una deviazione dal vecchio percorso verso il pareggio di bilancio. Richiesta che secondo il Pd avrebbe anche dei profili d’incostituzionalità .
La deviazione del deficit dagli obiettivi è consentita solo a fronte di eventi eccezionali, o per far fronte a un sensibile peggioramento della congiuntura.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
“DOPO AVER ABOLITO LA POVERTA’, DI MAIO PROVVEDA A ELIMINARE ANCHE LE DOPPIE PUNTE, IL FUORIGIOCO, I SEMI NELL’UVA, LE MEZZE STAGIONI E LA LEGGE DI GRAVITA'”
Marco Travaglio sul Fatto oggi se la prende con il governo Lega-M5S e con i mirabolanti
annunci come l’abolizione della povertà , che Luigi Di Maio e la sua crew hanno dichiarato pronta per il 2019:
Ma, siccome l’appetito vien mangiando, fioccano richieste per altre urgentissime abolizioni: le doppie punte, gli inestetismi della cellulite,“quella pippa di Di Francesco”(istanza di un romanista deluso), il fuorigioco (con incorporato reddito di cittadinanza ai guardalinee disoccupati), il ciclo mestruale (almeno) nei mesi caldi, i semi nel cocomero e nell’uva, le zanzare, i risvolti dei pantaloni, le mezze stagioni, la fame e le guerre nel mondo (a Miss Italia lo si chiede da anni, invano), le calorie, il colesterolo, il reflusso gastrico, le allergie e le intolleranze alimentari, i principi della termodinamica, la legge di gravità , i sandali coi calzini (soprattutto bianchi, i calzini), il tartaro e la placca, la pizza all’ananas, la cena coi parenti a Natale, i peli e la barba, il cerume, la forfora, gli aggiornamenti di Windows, le richieste di autorizzazione ai pop-up, gli ingorghi, la fila alle Poste, i vecchi che guidano col cappello, le promozioni di Poltrone e Sofà . I divani invece sono aboliti d’ufficio per impedire ai fannulloni di sdraiarcisi e contemporaneamente percepire il reddito.
Alla lista ci permettiamo di aggiungere: i semafori rossi, gli autovelox, i tutor autostradali, il jet lag e le cimici verdi puzzolenti. Altre richieste le ha già anticipate in tempi non sospetti Cetto La Qualunque: “Aboliremo le bollette di gas e luce, daremo mille euro a persona e cchiù pilu per tutti. Poi abrogheremo l’Ici!… Ah, è già stata abolita? E noi la aboliremo di nuovo: abolita due volte!”.
Altre ancora riempiono una strofa de L’anno che verrà di Dalla: “Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce e anche gli uccelli faranno ritorno”. E una de La curadi Battiato: “Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare…”. Manca qualcosa? Ah, sì: fra un’abolizione e l’altra, non guasterebbero quelle dei balconi e dei condoni.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
POTRA’ UTILIZZARE IL SIMBOLO DEL MOVIMENTO SU CONCESSIONE DI BEPPE GRILLO
Il simbolo del Movimento 5 Stelle passa anche ‘nelle mani’ di Davide Casaleggio.
La svolta è contenuta nella nota integrativa al rendiconto 2017 dell’Associazione Movimento 5 Stelle, quella fondata nel 2012 con sede a Genova (Via Roccatagliata Ceccardi 1/14) e presieduta da Beppe Grillo. “Il simbolo di proprietà dell’Associazione”, si legge a pagina 5 del documento, di cui l’Adnkronos è entrato in possesso, “è stato dato in uso gratuito all’Associazione Rousseau”, ovvero la no-profit guidata da Casaleggio che gestisce la piattaforma web del M5S.
Il riferimento è al marchio pentastellato con la dicitura ‘Movimento5Stelle.it’, depositato nel 2015 dall’Associazione di Grillo presso l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale.
L’uso di quel simbolo era stato concesso dall’Associazione di Grillo alla nuova Associazione Movimento 5 Stelle fondata nel 2017, con sede legale in Roma, Via Nomentana 257.
Nello statuto della nuova Associazione (di cui Luigi Di Maio è capo politico) si legge infatti che “alla denominazione del ‘MoVimento 5 Stelle’ potrà essere abbinato il simbolo, di proprietà dell’omonima associazione ‘MoVimento 5 Stelle’ con sede in Genova, concesso in uso dalla medesima”.
Nello statuto del ‘nuovo’ M5S – pubblicato il 30 dicembre 2017 sul Blog delle Stelle – non veniva menzionata alcuna cessione dell’uso del simbolo pentastellato all’Associazione Rousseau di Casaleggio. Passaggio che invece viene sancito nero su bianco nella nota integrativa al rendiconto 2017 della ‘vecchia’ Associazione M5S.
Stando allo statuto, infatti, l’ente guidato da Casaleggio avrebbe dovuto solamente fornire al M5S, mediante “appositi accordi”, gli “strumenti informatici” per la consultazione degli iscritti.
Tra l’altro, per il “mantenimento delle piattaforme tecnologiche” – come previsto dal nuovo regolamento – gli eletti 5 Stelle devono versare ogni mese alla Rousseau un contributo di 300 euro. L’Associazione guidata dal figlio di Gianroberto Casaleggio ora potrà anche utilizzare il simbolo M5S su concessione di Grillo.
L’ormai celebre logo dei 5 Stelle – caratterizzato da un cerchio che contiene la scritta nera ‘Movimento’ su sfondo bianco, la lettera ‘V’ colorata di rosso con carattere di fantasia, e cinque stelle a cinque punte di colore giallo – è stato ‘aggiornato’ in occasione delle ultime elezioni politiche.
Nel simbolo consegnato al Viminale a gennaio da Di Maio insieme a Grillo e Casaleggio, la dicitura ‘Movimento5Stelle.it’ viene sostituita da ‘IlBlogDelleStelle.it’. La nuova versione del marchio è stata depositata dal Movimento presso l’Ufficio brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo economico in data 19 gennaio 2018.
Il rendiconto 2017 dell’Associazione Movimento 5 Stelle di Grillo, approvato lo scorso 4 giugno, evidenzia un disavanzo di gestione pari a 7.075 euro e un patrimonio netto negativo di 11.203 euro. Nella relazione al rendiconto firmata da Grillo si legge che l’Associazione “non ha mai sostenuto alcuna spesa per campagne elettorali” e “non ha mai ricevuto nè ripartito alcun contributo privato o pubblico”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
RIDIMENSIONAMENTO DELLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: PER IL MINISTRO BUSSETTI QUANDO ERA PROVVEDITORE DI MILANO E’ UN’OTTIMA LEGGE
Il governo Lega-M5S prevede per l’anno prossimo di risparmiare sulla scuola almeno 100
milioni. La fetta più grande di risparmi riguarderà l’alternanza scuola lavoro: 65 milioni in meno.
Per ammissione dello stesso ministero, i tagli «potranno contribuire a finanziare le altre importanti misure annunciate dal Governo».
E in effetti che te ne fai dell’alternanza scuola-lavoro quando hai il reddito di cittadinanza?
Gli uffici di Viale Trastevere calcolano, alla fine degli aggiustamenti, una perdita di 100 milioni di euro. Sessantacinque milioni vale il forte ridimensionamento della cosiddetta Alternanza scuola-lavoro.
Inaugurata con la Legge 107 di Renzi-Giannini, prevede per gli studenti del triennio superiore un periodo scolastico trascorso in un’azienda, un ente no profit, un museo.
Il ministro Marco Bussetti, che da provveditore di Milano definiva l’Alternanza “un’ottima legge”, ha deciso di abbattere le ore previste obbligatoriamente: erano 200 per i licei, 400 per gli istituti tecnici e 400 per i professionali.
La “quota minima” ora chiesta alle scuole è meno della metà : 90 ore per gli studenti liceali, 150 per i ragazzi dei tecnici, 180 per gli iscritti al professionale.
La riduzione oraria partirà dall’anno scolastico 2019-2020. Gli altri 35 milioni di risparmi arriveranno, dicono al Miur, «da fondi non spesi». E comunque destinati ad attività scolastiche.
Il pacchetto di governo scuola-università prevede – qui siamo ancora al livello del Documento di economia e finanza (Def) e di promesse nelle interviste – l’allargamento della no tax area per gli universitari non abbienti, l’aumento dei fondi di finanziamento per atenei ed enti di ricerca e, in quest’ultimo caso, risorse aggiuntive per assumere ricercatori precari.
Queste sono le promesse. I fatti sono 100 milioni in meno dal prossimo anno.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
“I POLITICI SONO DEGLI INTRATTENITORI, A GENOVA RICOSTRUIRE E’ DIVENTATA L’ULTIMA AMBIZIONE”
“Il problema dell’Italia non è il razzismo, ma l’ottusità e anche il solo ipotizzare l’uscita dall’Europa. Questo vorrebbe dire chiuderci nel nostro piccolo mondo, quando siamo trascinati da correnti oceaniche. Con la nostra piccola barchetta andremmo a fondo”.
Parla così — con un’inaspettata veemenza – Andrea De Carlo, appena tornato in libreria con “Una di Luna” (La Nave di Teseo).
Parla così dalla riviera ligure dove vive, e dove ha scritto la storia di Margherita, cuoca in conflitto con il padre da cui ha ereditato il mestiere, che “nasce dall’osservazione di molte donne, dal tentativo di capire il mondo femminile: uno degli aspetti che mi interessa di più”.
È la prima volta che lo sguardo dello scrittore — noto per successi come “Treno di panna” e “Uccelli da gabbia e da voliera” — coincide interamente con quello di una donna. “Ho provato — precisa lui – a sentire dal di dentro Margherita. È stato un processo di identificazione andato di pari passo con la costruzione della lingua. Alla fine non dovevo più immaginarmi cosa avrebbe pensato, o fatto. Ho iniziato a costruire la sua storia, la sua precisa fisionomia”.
Margherita e suo padre sono entrambi chef. Perchè ha scelto di raccontare di cucina?
Chiunque mangia e ha a che fare con la cucina, che raccoglie intorno a sè dei riti, che a volte diventano spettacolo, come quello a cui viene invitato in televisione il padre della protagonista per riscattarsi.
Guarda molti talent show culinari?
Non li amo per niente. Non amo neanche la cucina elaborata. Ma amo elaborare le differenze che ci sono, perchè ogni mestiere può essere vissuto in modo unico. E poi volevo complicare il rapporto fra padre e figlia. Fare il medesimo lavoro crea sempre non pochi problemi.
Come ha costruito questo conflitto?
Immaginandomi un padre egocentrico, concentrato su se stesso. Un genitore poco interessato alla figlia, che invece vorrebbe avere più attenzioni.
Suo padre che genitore era?
Mio padre era un architetto famoso che si dedicava molto ai suoi progetti.
E lei, che padre è?
Sono molto presente.
Oltre a scrivere fa molte cose.
La scrittura è una pratica quotidiana, e questo libro è frutto di metodo e disciplina. Scrivere è la mia vera passione, ma si interseca con molti approcci diversi, come quello all’arte figurativa e alla musica. Ci sono scrittori che hanno solo altri libri come punto di riferimento, per me è diverso. Ogni giorno, per esempio, mi porto la macchina fotografica in tasca. E poi amo dipingere le copertine dei miei libri.
Cosa significa per lei essere uno scrittore?
Lo scrittore deve credere in quello che scrive. L’opinione che si ha sulle cose si può sempre raccontare in un romanzo.
Qual è la sua opinione sulle cose?
In questo libro mi focalizzo sulla televisione, sulla sua artificialità . Volevo parlare della manipolazione della TV. Nei talent show i personaggi sono usati come pedine, e io volevo raccontare i dietro le quinte.
Qualche anno fa, ne ha avuto un’esperienza diretta.
È stato con Masterpiece, un talent di scrittori. Mi è servito per capire come è costruito uno show del genere. E quell’avventura l’ho utilizzata moltissimo in questo romanzo. I talent sono costruiti sempre nello stesso modo.
Anche Masterpiece manipolava i personaggi?
Le persone erano vere, ma venivano usate nelle loro emozioni, nelle loro ambizioni, nelle loro aspettative.
Protagonista è sempre la messinscena?
La televisione è uno strumento che potrebbe essere usato in qualunque modo. Potrebbe essere informativa, ma solitamente è manipolativa. Un tempo la politica controllava la televisione. L’informazione era controllata, e i partiti avevano il loro piccolo potere. Adesso la faccenda è degenerata.
In che modo?
Salvo i già citati show di cucina, tutti i programmi hanno degli ospiti politici. I politici ormai non si capisce neanche come facciano a lavorare e a essere sempre in televisione. Sono diventati degli intrattenitori.
Noto una certa vena polemica.
Io questo lo trovo allucinante! Ormai è diventata più importante la rappresentazione di quello che si fa, e non quello che si fa realmente. È una manipolazione che ha delle conseguenze disastrose. Mi permette un esempio?
Prego.
Crolla il ponte di Genova. La città è tagliata in due. I politici dicono che si mobiliteranno in poco tempo. Eppure non si fa niente. Invece di agire, diventa tutto un contendersi il potere dell’ultima parola. Ricostruire diviene l’ultima ambizione.
Ma lei l’ha sentito l’audio di Rocco Casalino?
Sì.
E che ne pensa?
È la dimostrazione del cinismo totale con cui questioni gravissime vengono trattate.
Cosa ci può salvare?
Non sono pessimista. Ma scrivo romanzi. Forse è il mio modo di sottrarmi. I romanzi parlano del mondo, ma mi aiutano a distaccarmi dalla vita di tutti i giorni
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 7th, 2018 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DI JUDITH, 20 ANNI, CITTADINA ITALIANA, NATA AD HAITI MA CRESCIUTA IN VENETO DOPO L’ADOZIONE DA PARTE DI UNA COPPIA DI SPINEA
Judith Romanello ha 20 anni, è una ragazza di Haiti, ma è cittadina italiana, figlia di una
coppia di veneti che l’hanno adottata quando era molto piccola.
Per questo il suo italiano parlato con il tipico accento veneto ha tratto in inganno al telefono il titolare di un ristorante di Venezia in cerca di personale.
Quando Judith si è presentata al colloquio, si è sentita rispondere: ” Ah, ma sei nera?”. E poi: “Scusami, non è cattiveria, ma non voglio persone di colore nel mio ristorante. Potrebbe fare schifo ai miei clienti, potrebbe fare schifo che tu tocchi i loro piatti. Quindi grazie mille…”.
L’ennesimo episodio di razzismo è stato raccontato da Il Corriere del Veneto, ma Judith, smaltita la rabbia, ha deciso di condividere con tutti quello che le era successo registrando un video su Facebook dove ha spiegato che era andata a Venezia in cerca di un lavoro e aveva risposto ad un annuncio letto sul sito Subito.it
La ragazza non sa quale fosse il ristorante perchè l’incontro con il titolare è avvenuto non nel locale, ma in pubblico.
“Ci sono rimasta di m… – dice Judith – a me non piace lamentarmi ma dopo il millesimo episodio di razzismo che accade a me e ad altre persone di colore voglio far riflettere. Non tutti gli italiani sono così e poi anche io sono italiana. E non siamo più nell’apartheid. E’ assurdo che nel 2018 ci sia ancora questa lotta tra nero e bianco. Quello che deve vergognarsi – aggiunge la ragazza – è il titolare di quel ristorante. Io sono andata lì con il sorriso, con la voglia di lavorare, con il mio curriculum. Poteva inventarsi quello che voleva e non darmi il lavoro, ma non puoi dirmi no per il colore della pelle”.
(da agenzie)
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Ottobre 6th, 2018 Riccardo Fucile
LA FINANZIARIA NON METTE SOLO A RISCHIO I CONTI PUBBLICI, MA COMPROMETTE LO SVILUPPO DEL PAESE
L’Italia corre rischi quali raramente ne ha corsi nella storia degli ultimi settant’anni.
Il fatto che il governo giallo-verde continui a godere di un’ampia popolarità è una magra consolazione: i presidenti Kirchner, erano acclamati da folle sterminate, ma ciò non ha impedito che l’Argentina si trasformasse da uno dei Paesi più ricchi al mondo solo un secolo fa ad uno in cui il reddito pro capite è oggi simile a quello del Messico. Siamo come sulla cresta di un ghiacciaio: un altro passo falso e potremmo cadere nel vuoto.
Certo che l’Italia ha bisogno di crescita e di lavoro. Ma le misure adottate dal governo, prima che mettere a rischio i conti pubblici mettono a rischio proprio lo sviluppo e il lavoro.
Non si cresce se si pone a carico di chi produce il peso di mantenere cittadini che vanno in pensione a 62 anni e poi (fortunatamente) ne vivono in media altri 20.
Non si cresce se ci si illude che il lavoro aumenti in un gioco a somma zero limitandosi a sostituire con altrettanti giovani coloro che andranno prima in pensione. Non si cresce con una partecipazione alla forza lavoro di giovani e donne fra le più basse dei Paesi industrializzati.
Non si cresce se si pone a carico di chi lavora il peso di sussidi di disoccupazione permanenti perchè erogati senza strumenti efficaci per incentivare le persone a trovare una nuova occupazione.
E per quanto riguarda le imprese, non si cresce se si puniscono le aziende che riescono a conquistare i mercati costruendo catene del valore internazionali, ad esempio investendo in Egitto per costruire lì un impianto per la trasformazione e la prima lavorazione del cotone.
Non si cresce se si premia chi, invece che portare il made in Italy ovunque nel mondo, preferisce prosperare all’ombra di mercati protetti dallo Stato.
Non si cresce se si perdonano gli evasori, aumentando le imposte a chi le tasse già le paga e le ha sempre pagate.
Non si cresce se con annunci dissennati si fa capire che volentieri si lascerebbe l’euro, con l’unico risultato di seminare incertezza e far aumentare i tassi di interesse: per tutti, governo, imprese, cittadini.
Non si cresce se invece di pensare a rafforzarsi integrandosi con i nostri partner nell’Ue si guarda alla Russia, un Paese il cui il reddito pro capite è la metà di quello tedesco.
La questione non è tanto mezzo punto di deficit in più per un anno o due. La questione è che questa manovra dimostra quanto il governo non stia facendo nulla per agevolare chi la crescita in questi anni l’ha realizzata, dalle imprese ai cittadini che producono. Dire, come ripetono Di Maio, Salvini, Savona, che con mezzo punto di deficit in più – speso in parte in misure che non incentivano a trovare un impiego – la crescita balzerà , il debito scenderà e la povertà sarà eliminata, è un insulto all’intelligenza dei cittadini.
Il ministro Tria ha cercato di opporsi a questa legge di Bilancio discutendo sui decimali del deficit, un argomento che i cittadini non hanno capito. L’importante non sono i decimali ma la direzione in cui si muove la politica di bilancio.
Il ministro Tria ha perso la battaglia dei decimali, e anche la guerra della politica fiscale.
Tanto più che la spinta agli investimenti pubblici – quando verranno realizzati, considerando i tempi biblici di queste opere nel nostro Paese anche in situazione di emergenza come dimostra Genova – sarà cancellata tutta o in gran parte dall’aumento dell’incertezza che riduce investimenti privati e consumi.
L’aumento dei tassi di interesse farà il resto.
I segnali che l’Italia sta dando al resto del mondo sono molto preoccupanti.
Non possiamo permetterci di far pensare a chi ci osserva che stiamo buttando a mare 70 anni di costruzione attiva dell’Europa, da Paese fondatore, per guardare a Est, a nazioni come la Russia ampiamente in crisi e non in grado nemmeno di risollevare se stesse.
Per non parlare di aspetti ancora più preoccupanti sullo stato della loro democrazia. Quando scopriremo che il debito sarà insostenibile cosa faremo?
Obbligheremo gli italiani a comprarlo?
O speriamo in qualche amico proveniente dall’Est? E se anche fosse, a quali condizioni?
Di manovre magiche gli italiani ne hanno viste in passato molte. Ancora una volta dall’illusione dei decimali e di una crescita per decreto, si dovrebbe passare a discutere di lavoro e sviluppo.
(da “il Corriere della Sera”)
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