Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
NESSUNA LIMITAZIONE ALLE FRONTIERE DI GERMANIA, FRANCIA, AUSTRIA E SVIZZERA
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, nel suo briefing giornaliero con i media
ha dichiarato che “preoccupa in modo profondo” l’aumento di contagi in Italia, Iran e Corea del Sud: “Al momento, fuori dalla Cina ci sono 2074 casi in 28 paesi, e 23 morti. Il tasso di mortalità è tra il 2% e il 4% a Wuhan, dello 0,7% fuori dalla Cina”.
Secondo Ghebreyesus, “dobbiamo concentrarci sul contenimento e allo stesso tempo fare ogni possibile per prepararci ad una potenziale pandemia”. Il direttore generale dell’Oms si è anche detto incoraggiato dalla diminuzione dei nuovi casi in Cina: “Stando ai dati disponibili questa mattina, in Cina le persone contagiate sono 77.362 e le vittime sono 2.618. Siamo incoraggiati dal continuo calo dei nuovi contagi”.
La Commissione Europea, nel frattempo, ha decisione di mettere a disposizione 232 milioni di euro per aiutare i paesi nel contrasto alla diffusione del coronavirus.
Questi fondi andranno a supportare le misure di prevenzione dei vari paesi, l’acquisto di materiale sanitario e il finanziamento della ricerca su Covid-19, e potranno andare anche a paesi extraeuropei.
Questi soldi serviranno a “rilevare e diagnosticare la malattia, curare le persone infette e a prevenire un’ulteriore trasmissione in questo momento critico”. Ad annunciare lo stanziamento dei fondi sono stati i commissari europei alla Salute e alla gestione della crisi, rispettivamente Stella Kuriakides e Janez Lenarcic.
Di questi fondi, 114 milioni saranno indirizzato all’Organizzazione mondiale per il finanziamento del piano di preparazione e di risposta gobale a covid-19, 15 milioni andranno ai paesi dell’Africa, 90 milioni al partenariato pubblico-privato con le industrie farmaceutiche per finanziare la ricerca del vaccino, 10 milioni andranno ai progetti di diagnostica, terapia e gestione clinica del contenimento. Infine, 3 milioni finanzieranno i voli di rimpatrio dei cittadini Ue da Wuhan.
“Ringrazio le autorità italiane per aver agito rapidamente e per la trasparenza, Da sabato ci sono contatti giornalieri a livello tecnico con il governo italiano”, ha dichiarato la Kyriakides. La commissaria ha annunciato una missione dell’Osce nel nostro paese: “Domani una missione dell’Osce sarà in Italia e abbiamo chiesto di aggiornare la valutazione del rischio prendendo in considerazione la nuova situazione”
“C’è preoccupazione per la situazione italiana ed è importante che gli Stati Ue siano preparati a essere pronti a fronteggiare una situazione simile”, ha continuato la Kuriakides. Per Janez Lenarcic “Dobbiamo intensificare l’azione di contrasto della diffusione del coronavirus in modo coordinato tra gli Stati”.
Lenarcic ha sottolineato che “non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di sospensone del trattato di Schengen, tutte le decisioni devono essere prese in base a una rigorosa valutazione scientifica, devono essere proporzionate e coordinate”. E, secondo le ultime valutazioni, “l’Oms non ha consigliato di imporre restrizioni nè ai viaggi, nè al commercio”.
La Francia fa sapere, per bocca del suo direttore generale della Sanità , che non hanno intenzione di chiudere le frontiere, per il momento: “Chiudere le frontiere non serve a niente. La situazione in Italia è preoccupante. Dei casi sono probabili in Francia per la nostra vicinanza, ma l’obiettivo resta una rapida individuazione dei casi” ha detto Jerome Salomon a Radio France Info. Per questo motivo, “ogni persona che torna dalla Lombardia o dal Veneto con dei sintomi deve essere considerata sospetta. Quello che è importante è individuare rapidamente ogni persona contagiosa. È per questo che nelle prossime ore avremo senza dubbio dei casi, il numero delle persone in corso di esame deve aumentare”. Nel pomeriggio, è stato annunciato che verranno prese delle “misure precauzionali” per chi arriva dal Nord Italia.
La Germania condivide la posizione della Francia. Il portavoce del ministero dell’Interno tedesco ha confermato che il paese tedesco non prevede di chiudere le frontiere. Anche la Svizzera ha annunciato che “non ci saranno limitazioni per le frontiere”. Daniel Koch, capo divisione sulle malattie infettive all’Ufficio federale della sanità , ha affermato che non verranno introdotti a breve termine dei provvedimenti che limitano l’entrata nel paese. La circolazione ferroviaria è regolare, per il momento. “Siamo in stretto contatto con l’Ufficio di sanità e seguiamo le sue raccomandazioni”, rassicurano le Ferrovie Federali Svizzere (Ffs).
Per quanto riguarda la questione del confine col Brennero, fonti diplomatiche fanno sapere che non c’è nessun blocco al Brennero, i treni transitano regolarmente. L’Intercity Venezia-Monaco che era rimasto bloccato al confine per un caso sospetto di coronavirus è ripartito nella notte, alle 23:30. “L’Austria per il momento non chiuderà i suoi confini con l’Italia nonostante lo scoppio del coronavirus nelle regioni del nord” ha dichiarato Margaree Schramboeck, ministro dell’Economia dell’Austria. “Non c’è bisogno di lasciarli prendere dal panico. Siamo ancora in una situazione sicura e stabile”. Domani, a Roma, ci sarà una riunione dei ministri della Salute di Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera e Slovenia. In Austria sono stati effettuati 189 test, tutti negativi.
(da agenzie)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
MILANO IN PICCHIATA, SALE LO SPREAD
Giornata pesantissima per Piazza Affari: sull’effetto Coronavirus, che ha coinvolto anche le altre Borse europee, l’indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 5,43% a 23.427 punti, l’Ftse All share in ribasso del 5,51% a quota 25.431.
La seduta drammatica di Piazza Affari ha causato una riduzione della capitalizzazione del paniere dei titoli principali della Borsa di Milano (indice Ftse Mib) di 30 miliardi di euro.
La diffusione del coronavirus nel Nord Italia fa volare lo spread Btp-Bund a 145 punti base in chiusura, dai 134 di venerdì scorso. Il rendimento per il decennale italiano è allo 0,96%
La paura per un’escalation del coronavirus fuori dalla Cina affossa le Borse europee e in particolare Milano, con l’Italia percepita come l’epicentro del contagio in Europa. L’indice Eurostoxx 600 ha perso il 3,84%. Londra arretra del 3,34% a 7.146 punti. Francoforte cede il 4,01% a 13.035 punti e Parigi il 3,94% a 5.791 punti. Anche Wall Street in picchiata, con perdite intorno al 3%.
Il G20 ha provato a rassicurare dicendosi pronto ad agire con misure congiunte per limitare l’impatto economico del virus, ma ha ammesso che l’epidemia è il maggiore rischio al ribasso per l’economia mondiale.
Un impatto che sull’economia italiana potrebbe essere di oltre lo 0,2% del Pil, secondo il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Le ultime previsioni del Governo dell’inverno scorso guardavano a un +0,6% per il 2020.
Le Borse asiatiche hanno vissuto una seduta molto difficile. La Borsa di Seul ha chiuso con una perdita del 3,87%, con la Corea del Sud spaventata dai tanti casi di contagio. Il Governo ha chiesto a coloro che hanno la febbre o problemi respiratori di rimanere a casa e di non recarsi a scuola o al lavoro. Le Borse cinesi chiudono la seduta contrastate, nel mezzo di segnali positivi sull’evoluzione dell’ epidemia: a Shanghai l’azionario cede lo 0,28%, a Shenzhen guadagna invece l′1,36%.
Misiani: “In arrivo un decreto Crescita”.
“Stiamo monitorando attentamente l’evoluzione della congiuntura economica in relazione a quello che sta accadendo: è evidente che se questi dati venissero confermati sarà necessario adottare delle misure più significative, anche attraverso un decreto crescita che potrebbe a questo punto essere adottato a ridosso della presentazione del Def”. Lo afferma il viceministro dell’Economia Antonio Misiani in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital. “Se c’è una cosa che dobbiamo evitare in questa fase”, aggiunge, ”è la prosecuzione di tensioni commerciali che hanno già ridotto la crescita dell’economia nel 2019 e minacciano di farlo anche nel 2020″.
Il ministro Stefano Patuanelli ha convocato domani, alle ore 16 presso il Mise, i rappresentanti di Confindustria, R.e te. Imprese, Alleanza Cooperative Italiane e Confapi per un confronto sulle misure da adottare per fronteggiare le conseguenze derivanti dal Coronavirus sul sistema produttivo del Paese.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
LA BASILICATA IMPONE QUARANTENA AI RESIDENTI DI RITORNO DAL NORD , POI PRECISA: “SOLO PER GLI STUDENTI”… MARCHE FERMATE DA CONTE PRIMA DI CHIUDERE LE SCUOLE
C’è confusione tra gli enti locali nella gestione dell’emergenza coronavirus. E ad alimentarla sono
alcune delle regioni dove non si sono registrati casi di contagio. In attesa che, da domani, inizi il tavolo quotidiano tra l’esecutivo e tutti i governatori, il pasticcio che si è verificato in Basilicata e nelle Marche restituisce l’idea del caos che regna sotto il sole. Almeno in queste ore.
È arrivata nella serata di ieri l’ordinanza, più che discussa, del governatore della Basilicata, Vito Bardi, con la quale si imponeva la quarantena a chi proveniva dalle regioni del nord. Il provvedimento ha suscitato polemiche, perchè considerato eccessivo, al punto che il governatore è stato costretto correre ai ripari con due precisazioni. E con un’ordinanza nuova.
“Vale solo per i residenti in Lucania”, ha detto Bardi in prima battuta, per poi aggiungere che la misura è “rivolta solo agli studenti lucani” fuorisede che potrebbero tornare a casa vista la chiusura degli Atenei del Nord dove sono iscritti. Il provvedimento ”è scaturito – ha aggiunto Bardi – dalla necessità di far fronte al flusso di studenti che sono rientrati nel nostro territorio”.
La prima misura era stata considerata “abnorme” dai sindacati locali e criticata dai governatori di Lombardia e Liguria.
“È un’ordinanza legittima ma non concordata con il Ministero della Salute. La giudico eccessiva ma non voglio interferire con il lavoro di altre Regioni”, ha detto Giovanni Toti.
Più aspri i toni del lombardo Attilio Fontana. I provvedimenti nei confronti di chi viene dalla Lombardia “sono dettati dall’isteria e in particolare quello della Basilicata credo debba essere smentito nella maniera più rigorosa”, ha detto.
Alle precisazioni del governatore lucano si affiancano quelle del prefetto di Potenza che lancia segnali di distensione: “Non c’è motivo di allarme. Non c’è nessun caso, neanche sospetto. Quello che stiamo facendo è in linea di assoluta prevenzione’”. Nel pomeriggio di oggi, il nuovo provvedimento con il quale si prova a rimediare i danni.
Da Potenza ad Ancona. Aveva annunciato da pochi minuti l’ordinanza sulla chiusura delle scuole e delle università e il blocco della manifestazioni pubbliche fino al 2 marzo nelle Marche, il presidente Luca Ceriscioli, quando il premier Conte gli chiesto per telefono, nel bel mezzo della conferenza stampa, di sospendere il provvedimento. Almeno fino al coordinamento nazionale di domani: “C’è necessità che l’ordinanza sia coordinata all’interno di un quadro nazionale – ha spiegato Ceriscioli – per cui ho accettato ben volentieri la richiesta del presidente del consiglio. Questo significa che nelle Marche, scuole, università e manifestazioni non saranno sospese dalla mezzanotte di oggi, in attesa del coordinamento nazionale che ci sarà domani mattina con tutte le Regioni, al termine del quale verranno definite le linee guida alle quali dovremo attenerci”.
A quel punto i governatori potranno procedere: “Solo dopo averle apprese ogni Regione potrà emanare all’interno di questo quadro: se i nostri provvedimenti saranno compatibili emetteremo l’ordinanza che avevamo previsto, al contrario sarà aggiornata”.
La gestione della vicenda da parte del presidente ha suscitato molti malumori, in regione e non solo
La lista delle regioni che vorrebbe attuare misure restrittive anche se non hanno registrato casi nel loro territorio non finisce.
Dalla Calabria, Jole Santelli ha chiesto al ministro Speranza l’autorizzazione a chiudere le scuole e fermare gli eventi pubblici nel territorio calabrese. Il motivo? Il possibile rientro dei fuorisede dal Nord, anche in questo caso.
Una “fuga in avanti”, per usare le parole del primo cittadino del capoluogo toscano, era stata fatta nei giorni scorsi anche in Friuli Venezia Giulia. Il governatore Fedriga ha decretato lo stato d’emergenza il 22 febbraio, il giorno dopo la scoperta di primi casi di contagio in Italia. Una decisione che è stata giustificata con l’intenzione di “fronteggiare il rischio sanitario da Coronavirus, anche in considerazione dei primi casi di contagio nel territorio italiano e in particolare nella vicina regione del Veneto ed in esito della riunione del Comitato operativo di Protezione civile avvenuta oggi”.
In Friuli Venezia Giulia non sono stati registrati casi di positivi al coronavirus, ma è stata disposta comunque la chiusura delle scuole e delle Università . E lo stop alle manifestazioni pubbliche.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
BORRELLI: “NON SI SONO ALTRI FOCOLAI”
Ancora una vittima di coronavirus in Italia. Si tratta del settimo decesso nel Paese, il quarto della giornata. Si tratta di un 62enne di Castiglione d’Adda, nel lodigiano, morto questa sera all’ospedale di Codogno.
L’uomo era già dializzato con patologie croniche. L’uomo era stato trasferito dal personale di Areu di Como nella notte tra venerdì e sabato. Nelle ultime ore le condizioni del paziente sono peggiorate tanto da trasferirlo in terapia intensiva. A Brescia, intanto, sono stazionarie le condizioni del primo contagiato ricoverato all’ospedale di Manerbio e originario di Pontevico.
Nel pomeriggio è invece morto all’ospedale Sacco di Milano un ottantenne di Castiglione d’Adda risultato positivo al virus.
Giovedì scorso era stato portato dal 118 all’ospedale di Lodi per un infarto, stesso giorno in cui era arrivato il 38enne che è stato il primo paziente risultato positivo al virus. L’ottantenne è stato ricoverato in rianimazione e poi, risultato positivo al virus, trasferito al Sacco di Milano dove è deceduto.
(da agenzie)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
IL DIVIETO DI MANIFESTAZIONI PUBBLICHE TOTI LO FA SCATTARE SOLO DOPO LA CENA DI AUTOFINANZIAMENTO DELLA LEGA ALLA FIERA DEL MARE
È successo che ieri, nella Liguria in ballo per il virus, al padiglione Jean Nouvuel della Fiera di
Genova si è presentato proprio Matteo Salvini, che ha radunato 1500 imprenditori per una cena di finanziamento del Carroccio.
Il racconto del Secolo XIX:
Alla fine sono oltre 1.500 i prenotati, anche se qualche defezione dell’ultima ora c’è. Una cena che Francesca Corso, consigliere comunale del Carroccio ed infaticabile organizzatrice della macchina leghista, definisce storica. «Noi ce l’abbiamo messa tutta, è una cena di cui sentiremo parlare a lungo», racconta.
Ottanta euro per un posto a sedere nel padiglione Jean Nouvel e spezzare il pane con il “capitano”, solo trenta per i militanti.
E nel partito giurano che la stragrande maggioranza dei contributi finirà a coprire le spese per il catering, la sicurezza e l’affitto del padiglione della Fiera.
Il menù è rigorosamente incentrato sui prodotti tipici perchè il personale, anche a tavola, è politico: antipasto di torte di verdura, gnocchi di patate al pesto e straccetti di brasato al barolo, tutto accompagnato da vini bianchi di cantine spezzine.
Insomma, non male come sottovalutazione dell’emergenza, no?
Ma c’è dell’altro che andiamo a raccontare.
Alle ore 19.30, in modo da finire sul TgRegione, Toti convoca una conferenza stampa in Regione dove annuncia la chiusura delle scuole, il divieto ad eventi pubblici comprese manifestazioni politiche e sportive, chiusi pure i teatri pr una settimana.
In sintonia con quanto deciso dalla Regioni leghiste di Lombardia e Veneto, ma con una piccola differenza: in Liguria non c’e’ stato alcun caso di Coronavirus!!!
Una misura esagerata, a detta di molti.
Ma ecco la chicca: il decreto va in vigore non subito ma dalle ore 24, chissà come mai…
Il motivo?
La Lega ha organizzato una cena elettorale alla Fiera del Mare con 1500 invitati (la creme di finanzieri e imprenditori liguri, non certo il popolino) e alla presenza di Salvini (se l’avesse organizzata il Pd erano “radicalchic”, tanto per capirci)
E dato che l’evento era per le 21, ovvio che il divieto scattasse dalle 24, altrimenti doveva essere annullato.
Inutile dire che Toti era in prima fila, incurante dei rischi per la popolazione in caso di raduni di massa.
Quelli, secondo lui, diventavano reali solo dopo tre ore e dopo aver “servito” Salvini e la sua corte di poteri forti.
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
DA “E’ COLPA DEI BARCONI” A “E’ COLPA DEL GOVERNO” MA VUOLE COPRIRE LE RESPONSABILITA’ DELLE REGIONI LEGHISTE
In Veneto e in Lombardia le autorità sanitarie sono ancora alla ricerca del “paziente zero”, ovvero quella persona da cui sono partiti i due distinti focolai epidemici di coronavirus COVID-19 a Codogno (Lodi) e Vò Euganeo (Padova).
Nel frattempo è chiaro a tutti chi sia lo “sciacallo zero“, ovvero il primo ad approfittare politicamente di una situazione assai delicata dal punto di vista sanitario ed epidemiologico: Matteo Salvini.
Il capo del Carroccio si è ripreso quasi del tutto dallo shock della scoperta di casi di coronavirus “autoctoni” in Lombardia e non in una delle regioni dove sbarcano i migranti coi barconi.
Perchè per settimane Salvini ha detto che bisognava “chiudere i porti” per evitare che COVID-19 arrivasse dall’Africa nell’illusione che una misura che si è dimostrata inefficace anche solo per fermare gli sbarchi riuscisse a fermare l’arrivo di un virus il cui centro di diffusione è la Cina e non il continente africano.
Ma per fortuna Salvini ora può fare quello che gli viene meglio quando è all’opposizione: prendersela con il Governo. Ieri, vista la situazione di emergenza nelle regioni del Nord il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha garantito che ci sarà un incontro con i capigruppo di tutte le forze politiche anche con Matteo Salvini: «Ma non mi ha risposto, su nessuno dei numeri che io ho a disposizione» ha spiegato..
A Non è l’Arena ha detto di aver ha provato a mettersi in contatto con il leader della Lega ma di non esserci riuscito e di aver contattato invece il Presidente della Lombardia Attilio Fontana il quale gli ha riferito che Salvini era informato e che condivideva le misure adottate dal Governo.
Poco prima Salvini invece pretendeva le scuse di chi secondo lui aveva sbagliato «quando di mezzo ci sono morti e feriti» (feriti? a causa del coronavirus?) perchè «qualcuno non ha fatto quello che doveva per incapacità , ignoranza o scelta politica».
L’unica cosa che Salvini continua a chiedere sono le dimissioni del Governo. Come se in questa situazione — a fine gennaio è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria — mandare a casa Conte possa in qualche modo risolvere la situazione. Ma non è chiaro perchè Salvini si limiti a chiedere le dimissioni dell’esecutivo.
Perchè al momento è evidente che qualcosa non ha funzionato anche a livello regionale. Nè in Lombardia nè in Veneto si sono infatti accorti di quello che stava accadendo.
Uno dei due contagiati di Vò Euganeo è stato ricoverato per dieci giorni in ospedale prima che gli venisse fatto il test per il coronavirus.
E mentre la Lega si lamenta che il governo non ha “protetto” gli italiani non dice nulla del fatto che in Veneto Luca Zaia ha aspettato fino all’ultimo per fermare il Carnevale di Venezia.
Ed è assai curioso che mentre Zaia chiedeva di mettere in quarantena gli alunni che tornavano dalla Cina il primo contagiato risulti essere un pensionato che le scuole le aveva finite da un po’. Come a dire: la misura del Presidente del Veneto, quand’anche fosse stata adottata immediatamente non avrebbe certo impedito i contagi extra-scolastici.
E non è finita qui, perchè sempre in Veneto ad alcuni medici dell’Azienda sanitaria di Padova che ad inizio febbraio avevano chiesto di poter fare i test per il coronavirus anche sui pazienti asintomatici (esattamente come si sta facendo ora nei paesi “epicentro” del contagio) il capo della Sanità veneta aveva risposto con un secco no motivando la decisione con il fatto che questo tipo di esame “precauzionale” non era previsto dalle linee guida del Ministero e nemmeno da quelle dell’OMS.
In Lombardia invece è lo stesso Presidente del Consiglio ad ammettere che qualcosa non ha funzionato: «può darsi che nei giorni iniziali ci sia stata qualche falla, ma abbiamo impiegato risorse umane e finanziarie incredibili». Una falla nel sistema sanitario che avrebbe permesso il diffondersi del contagio.
Alla fine però Salvini non rinuncia ad agitare la paura del coronavirus che vien dal mare e dei “presunti profughi provenienti da chissà dove” con una serie di post contro il “governo sconsiderato” che «nemmeno nella situazione di grave emergenza nazionale in corso ritiene di dover chiudere i porti».
E c’è da dire che mentre Salvini si lamenta dell’arrivo di 274 persone a Pozzallo che metterebbero a repentaglio la sicurezza sanitaria del Paese la Lega ha organizzato ieri sera una cena da 1.500 persone a Genova cui hanno partecipato oltre all’ex ministro dell’Interno anche Edoardo Rixi e diversi imprenditori e amministratori delegati di importanti aziende. In una situazione in cui in tutto il Nord Italia i Presidenti di regione hanno iniziato ad emanare decreti per chiudere scuole, palestre e vengono sospese le manifestazioni pubbliche per limitare al più possibile la diffusione del contagio (che si trasmette grazie a contatti ravvicinati, non con gli sbarchi) quella della Lega sembra una decisione controcorrente (qualcuno potrebbe dire incosciente?).
Sarà forse per via che la cena non l’ha organizzata il Governo quindi va tutto bene.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO DUE SETTIMANE IL TARDIVO ORDINE DI CHIUSURA: “CHI TOCCA GLI EVENTI PERDE I VOTI DEI COMMERCIANTI, SI E’ PREFERITO IL BUSINESS”
“Lo stiamo decidendo, io chiedo che il tema sia affrontato con linee guida universali, perchè è inutile
che stiamo qui a decidere che il carnevale non va bene e poi facciamo la partita con 80.000 persone”: a domanda precisa sullo stop al Carnevale di Venezia il governatore del Veneto Zaia rispondeva così il 20 febbraio scorso.
Due giorni dopo, quando il Veneto l’emergenza era deflagrata, continuava a tenere il punto: “Per quanto riguarda le manifestazioni, molte delle quali vietate, si è discusso del carnevale di Venezia: lo stiamo decidendo. Io chiedo che il tema sia affrontato con linea guida universali altrimenti è inutile”.
Un comportamento curioso per chi ha chiesto sin da subito misure di emergenza più severe al governo, non trovate?
Il motivo di questa timidezza lo spiega oggi Marco Imarisio sul Corriere della Sera:
Anche Venezia, la vetrina d’Italia, chiude. Ma non troppo. Perchè il Carnevale viene fermato quando ormai è agli sgoccioli dopo le due canoniche settimana di durata. Salterà il martedì grasso, ma ormai nel tempo moderno contano le due domeniche, e quelle sono state salvaguardate, con ordinanza regionale giunta a festeggiamenti in corso e mantenuti fino alla mezzanotte di ieri, quando invece sabato mattina era già stato deciso di sigillare le università .
Certo, la notizia che rende impossibile tirarla ancora in lungo giunge ieri a inizio mattinata. Due uomini, entrambi di 88 anni, hanno contratto il virus sono ricoverati in terapia intensiva all’Ospedale civile.
Non sono turisti, non sono cinesi. Sono residenti da sempre a Castello, il quartiere dietro San Marco, tra i più antichi e veneziani di tutte le calli.
Da tempo erano ricoverati per patologie «gravi e croniche». A quel punto, tirarla in lungo salvaguardando uno dei principali business dell’eterna stagione turistica veneziana diventa un non senso, e così nella draconiana ordinanza firmata da Luca Zaia ci finisce il Carnevale ormai in zona Cesarini e qualunque altro assembramento pubblico o privato.
«Possibile che per quattro soldi facciamo questa figura da bottegai?», Gianpietro Zucchetta legge l’editto zaiano con un occhio e con l’altro osserva i vaporetti carichi di turisti cinesi e non solo che attraccano alle Zattere, davanti alle fondamenta degli Incurabili.
Il suo mestiere era quello del perito giudiziario. La sua vocazione è quella di rappresentare l ‘anima di una Venezia che forse non c’è più, alla quale ha dedicato decine di libri, dalla storia dei rii e canali a quella delle acque alte che sta riscrivendo, purtroppo va aggiornata. «Tutti sanno che Venezia è una porta spalancata. Figurarsi a Carnevale. Lo sanno tutti, del rischio che si corre, a prescindere dal contagio di quei due poveretti, per carità . Ma hanno deciso di correrlo comunque perchè chi tocca gli eventi perde i voti e l’appoggio dei commercianti».
(da “NextQuotidiano“)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
SECONDO “LA STAMPA” LA FALLA E’ DA INDIVIDUARSI NEI CONTROLLI IN LOMBARDIA
«Può darsi che nei giorni iniziali ci sia stata qualche falla, ma abbiamo impiegato risorse umane e finanziarie incredibili»: Giuseppe Conte ieri ha ammesso che qualcosa non ha funzionato nella prevenzione del Coronavirus e per questo oggi l’Italia è il terzo paese al mondo per contagi.
Dove? La Stampa scrive che molto probabilmente, temono nel governo, la falla è da individuarsi nei controlli in Lombardia, regione al top delle classifiche per gli standard sanitari.
In effetti è ancora un mistero chi sia il paziente zero in Lombardia: il manager di ritorno dalla Cina che secondo i sospetti aveva infettato Mattia non ha sviluppato gli anticorpi della malattia e questo, oltre al test del tampone negativo, fa pensare che quindi la malattia non sia partita da lui, anche se è ancora incomprensibile perchè sia risultato malato anche il cognato che ha frequentato. Anche Angelo Borrelli, capo della protezione civile, intervistato dal Corriere della Sera ha puntato il dito sulla questione:
«C’è una spiegazione sociale, siamo un Paese con un alto tasso di vita sociale. Basterebbe vedere quella del trentottenne di Codogno, il cosiddetto“paziente uno”. Anche se…».
Anche se cosa, commissario Borrelli?
«Il problema sociale non basta come spiegazione».
E cosa serve?
«Ci manca di scoprirela causa primaria. Non siamo riusciti a individuare quello che in gergo è stato definito il “paziente zero”».
Che vuol dire?
«Che a oggi non sappiamo da dove è nato il primo contagio e soprattutto perchè»
L’Asl di Milano ha ingaggiato una squadra di matematici, fisici e medici per definire un algoritmo per calcolare le probabilità di ciascun ammalato o di un suo contatto ravvicinato di essere il paziente zero. Oggi, spiega ancora il Corriere, l’Unità Malattie Infettive dell’ATS sta lavorando per comprendere la catena del contagio.
La donna di 38 anni residente a Sesto ed Uniti che ha frequentato un infermiere di Codogno lavora in un’azienda con contatti con la Cina. Può essere lei che, a sua volta, ha infettato un amico di Pizzighettone? La strada pare già scartata.
Poi spunta la coppia di medici infettata nel paese di Pieve Porto Morone: lei pediatra, lui medico di famiglia con ambulatori tra il Basso Lodigiano e il Pavese. La donna va a fare una lastra all’ospedale di Codogno il 18 febbraio. Ma nel Paese c’è anche un bar in cui possono esserci stati dei contatti sospetti. Anche questa pista forse è superata. E dalla Regione Lombardia al momento non arriva nessuna nuova indicazione.
Un rompicapo, appunto. E se il «paziente zero» fosse un asintomatico che gira indisturbato?
Giampaolo Visetti su Repubblica spiega che Mattia, 38 anni di Codogno, è sempre considerato il “paziente uno”. Nel bar-pizzeria che ha frequentato a Castiglione d’Adda, i positivi sono quattro. A questi si aggiungono la moglie incinta e i genitori:
E’ attorno a questi sette malati, tutti collegati al “paziente uno” e all’ospedale di Codogno, che si concentrano le indagini «Stiamo verificando – dice Passerini – alcune circostanze. Per le conclusioni serve il riscontro delle analisi». La pista principale punta su una famiglia cinese di otto persone, titolare di un’attività a Codogno. Si trova a pochi passi dall’abitazione di Mattia, che l’ha frequentata due volte a inizio febbraio. Nessuno sarebbe rientrato in patria dopo lo scoppio dell’epidemia a Wuhan
Sono però entrati in contatto con connazionali di una ditta fornitrice di Milano. La seconda pista porta invece a un italiano che fa consegne all’Unilever. Ha incontrato Mattia prima del 13 febbraio e ha avuto contatti con individui rientrati dalla Cina. «Solo il primo contagiato – dice il medico dell’ospedale di Codogno che ha curato Mattia – sa chi ha incontrato. È al San Matteo di Pavia, sta migliorando». La svolta è così rinviata al momento in cui Mattia, ancora intubato, potrà parlare.
Potrebbe esserci una svolta nell’individuazione del possibile ‘paziente zero’ che ha diffuso il Coronavirus a Vo’. Un agricoltore 60enne di un paese vicino, Albettone (Vicenza), frequentatore dei bar di Vo’, era stato a Codogno e in altri centri del lodigiano, focolaio del virus in Lombardia, nelle scorse settimane, ed ora ha tosse e sintomi influenzali. Lo apprende l’ANSA dal sindaco di Vo’, Giuliano Martini. “Abbiamo avvisato l’Usl di competenza e il sindaco di Albettone, ora il 118 lo porta a fare tampone”.
(da “NextQuotidiano“)
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Febbraio 24th, 2020 Riccardo Fucile
MARIA RITA GISMONDO CONTRATTACCA: “NON E’ UNA PANDEMIA LETALE, MOLTE PERSONE POSITIVE TESTATE STAVANO BENE E HANNO I SINTOMI DI UNA NORMALE INFLUENZA”… “LE VITTIME ERANO IMMUNODEPRESSI, SAREBBERO MORTE ANCHE PER UNA NORMALE INFLUENZA”
Maria Rita Gismondo, che dirige il reparto di Microbiologia, virologia e diagnostica bioemergenze
del Sacco di Milano, ieri ha scritto un post su Facebook (poi cancellato) sostenendo che le sembrava una follia i test e gli esami per il Coronavirus: “Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri. Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico”.
Al post hanno risposto in molti, tra cui il virologo Roberto Burioni, uno tra gli esperti che avevano chiamato l’allarme su COVID 19 e su SARS-CoV-19
Oggi Gismondo parla con Repubblica per chiarire meglio il senso delle sue parole: prima risponde a Burioni («Mi definisce la “signora del Sacco”? Burioni mi fa un grande onore, perchè Luigi Sacco è stato un grande immunologo ed al Sacco lavorano grandi professionisti») e poi replica nel merito.
«Ribadisco. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Lo dico sulla base dei miei controlli fatti sulle pagine ufficiali dell’Oms e dell’Istituto superiore di Sanità . Non credo di aver fatto alcun errore di trascrizione dei dati. Se il collega, che certo non definisco «il signore del San Raffaele”, desidera criticare le mie dichiarazioni, sono felice che lo faccia direttamente, con dati alla mano».
Ci spieghi allora cosa sta succedendo.
«Succede che noi stiamo facendo uno screening a tappeto. È logico perciò che andiamo a intercettare numerose positività , ma la maggior parte di queste persone ha banali sintomi influenzali. Le faccio un esempio: l’italiano ricoverato alla Cecchignola, positivo al Covid-19, ha avuto una congiuntivite, e per il resto stava bene. Come la gran parte delle persone che abbiamo testato qui e trovato positive, ma che stavano bene, o avevano i sintomi di una normale influenza».
Però ci sono stati tre morti.
«Si tratta di persone anziane, L’ultimo decesso, una paziente oncologica. Il penultimo, una signora anziana e malata. Stiamo parlando di pazienti gravemente defedati, cioè immunodepressi. Purtroppo, data la loro situazione, sarebbero morte anche per una influenza».
Nel dibattito tra lei e Burioni, definiamolo così, si è inserita la virologa Ilaria Capua. Ha detto che l’Italia sta vivendo una situazione più critica perchè sta cercando i casi più attivamente di altri, e ha definito il coronavirus “sindrome simil-influenzale”.
«Sono contenta che la dottoressa Capua, collega che stimo e di grande rilievo scientifico, la pensi come me. Negli altri Stati europei vengono fatti i test solo alle persone con gravi insufficienze respiratorie. Gli altri, con sintomi simil influenzali, non vengono testati, e quindi sfuggono alla registrazione come positivi».
(da “NextQuotidiano”)
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