Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
DA ARIANO IRPINO A POLLA: “LOTTIAMO E CONFIDIAMO IN DIO, COSI’ NE USCIREMO”
Silvana D’Agostino crede nella forza della preghiera. Per questo martedì scorso “quando ancora il contagio da coronavirus non risultava così esteso”, ha recitato il Rosario con il Vescovo.
Attorno “al dono di affidarsi a Dio nella buona e nella cattiva sorte”, fa ruotare il messaggio che, da commissario straordinario di Ariano Irpino, vuole fare arrivare agli abitanti del comune della provincia di Avellino da ieri chiuso in entrata e in uscita dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con un’ordinanza che dispone la quarantena per tutta la comunità fino al 31 marzo.
Decisione draconiana, che il governatore, con i consueti modi spicci e i toni da sceriffo noti sin dai tempi in cui era sindaco di Salerno, ha assunto anche per altri quattro comuni (Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano) della provincia di Salerno, “conseguenza di due iniziative messe in campo da un “predicatore” ed altri suoi collaboratori”, ha spiegato De Luca. Il contagio in tutta la zona si sarebbe esteso a causa di due incontri di una comunità di neocatecumenali.
E così, nei comuni del Sud l’avanzata del Covid -19, ma anche la battaglia per fermarlo, hanno a che fare pure con la fede religiosa.
Qui Ariano Irpino. Nel primo giorno di quarantena, ad Ariano Irpino, con i suoi circa 22.000 abitanti la città più grande della provincia di Avellino dopo il capoluogo, epicentro per la movida ma anche per gli acquisti, di tutta la zona circostante, il sentimento dominante è la paura.
Il municipio chiuso, le vie di accesso presidiate, la gente chiusa in casa. In strada poche persone, e tutte con mascherine, guanti e occhiali e zero voglia di parlare, passo svelto e sguardo basso. Ieri le persone infette nella provincia di Avellino risultavano essere 37: di esse, ben 21 registrate nel territorio di Ariano Irpino.
Tutto sembrerebbe essere partito, secondo quanto emerso finora, da una festa di Carnevale che si è svolta in un notissimo locale della cittadina qualche giorno prima del martedì grasso, alla quale avrebbero preso parte circa duecento persone. “Nei giorni successivi – spiega D’Agostino – uno dei partecipanti è risultato positivo facendo scattare immediatamente tutte le misure necessarie a ricostruire i contatti che nel tempo trascorso si erano moltiplicati. L’indagine epidemiologica è tuttora in corso”.
Il commissario straordinario, che è e anche viceprefetto vicario ad Avellino e ha alle spalle una lunga esperienza in Protezione Civile, non nasconde la preoccupazione per la situazione con cui la comunità si trova a dover fare i conti, “ma soprattutto perchè temo che, se non riuscissimo a fermare il virus, la risposta sanitaria possa non essere adeguata. Tutti devono capire che per quanto noi possiamo essere veloci, il virus lo è ancora di più”, fa notare.
E aggiunge: “Dal primo caso accertato il lavoro della Asl, supportato anche da noi, è stato immane e rapidissimo ma nonostante tutto l’impegno il coronavirus corre più veloce di noi e imporre questa misura era l’unico modo per provare ad arginare la diffusione, per tentare di rallentarlo”.
Ora gli accessi del paese sono presidiati, “la nostra è una zona molto attenzionata. Grazie alla solidarietà dei sindaci dei comuni dell’area, che hanno messo a disposizione i vigili urbani per il presidio dell’intera zona, ho potuto implementare anche i servizi di controllo del territorio. E la popolazione sta rispondendo bene”, va avanti D’Agostino, che si dice fiducioso perchè “la gente di Ariano Irpino ha dimostrato con la sua storia di saper rispondere con forza alle prove anche dure che si è trovata ad affrontare, è un popolo resiliente, coriaceo. Chiedo loro di continuare a dimostrare senso civico restando a casa: nessuno verrà lasciato solo. Ma in questo momento ogni nostro gesto deve essere fatto con coscienza. E poi c’è la forza della preghiera sulla quale dobbiamo puntare. Non a caso questa cittadina è sede di Curia Vescovile. In questo momento è più importante che mai, bisogna confidare in Dio per uscire da questa situazione. Sono certa che, con il suo supporto ce la faremo, ne usciremo più forti di prima”, scandisce.
Si è parlato e scritto di Ariano come della “Codogno del Sud”: per D’Agostino non lo è. O meglio, “non lo è diventata e non lo diventerà – spiega – grazie all’intervento previdente del presidente De Luca”.
Il decisionismo a oltranza con cui il governatore – piglio e pugno di ferro che gli sono valsi la definizione di “sceriffo” scatenando in questi giorni l’ironia dei social – sta gestendo l’emergenza Covid-19 in Campania, dalle parti di Ariano è apprezzato.
In provincia di Salerno. Per il sindaco di Polla, Rocco Giuliano, invece, l’ordinanza di De Luca “è arrivata tardi”. Il suo è uno dei quattro comuni della provincia di Salerno messi in quarantena.
“Certo, anche il Governo nazionale si è mosso con ritardo e poi meglio tardi che mai – aggiunge – ma se tali disposizioni fossero arrivate prima non saremmo arrivati a questo punto”.
“La decisione di mettere in quarantena i quattro Comuni a sud della provincia di Salerno è la conseguenza di due iniziative messe in campo da un “predicatore” ed altri suoi collaboratori, in violazione a ordinanze già in essere. Si rimane davvero indignati di fronte a questa irresponsabilità che ha prodotto decine di contagi, la quarantena per 4 comuni e decine di contatti che andranno verificati nelle prossime ore”, ha dichiarato De Luca, che ha anche “dato mandato all’Asl di procedere alla denuncia penale di quanti hanno promosso o partecipato a questa iniziativa per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all’ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio”.
Le iniziative cui farebbe riferimento De Luca sono due incontri religiosi di una comunità neocatecumenale che si sarebbero svolti tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, violando le prescrizioni del Dpcm del Governo e le ordinanze più restrittive del governatore campano.
Il primo, una tre giorni dal 28 febbraio al primo marzo, in un albergo di Atena Lucana, presieduto da un diacono di 76 anni di Bellizzi – comune della Valle del Sele – poi risultato positivo al Covid-19 e in seguito morto – al quale hanno partecipato circa 23 persone. Il secondo, il 4 marzo, nella Chiesa di San Rocco a Sala Consilina, aperto a tutta la comunità , al quale avrebbe preso parte la moglie del diacono, anch’essa poi risultata positiva al coronavirus. De Luca ha parlato di “rito mistico” durante il quale i partecipanti avrebbero bevuto dallo stesso calice, senza pensare all’igiene e ai rischi di un possibile contagio. Intervistato ieri da “Radio Alfa”, emittente della provincia di Salerno, padre Antonio De Luca, vescovo della Diocesi di Teggiano – Policastro, ha escluso questa circostanza. Precisando: “Ho ascoltato i sacerdoti presenti all’evento, organizzato dall’Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno e mi hanno garantito che l’eucarestia è stata distribuita esclusivamente sulla mano”.
Per il sindaco di Polla, però, la fonte del contagio non è solo questa. “Da noi l’emergenza comincia ora – spiega ad HuffPost – nei giorni scorsi sono tornate qui molte persone che studiano e lavorano al Nord, alcune proprio nella prima zona rossa. E poi una delle partecipanti a una delle due cerimonie religiose, qualche giorno dopo ha organizzato un incontro in casa per la vendita delle pentole. Insomma, come un po’ in tutto il Sud, da noi ci sono state leggerezza e comportamenti scorretti”. Anche a Polla, come negli altri tre comuni della provincia di Salerno chiusi in entrata e in uscita, oggi e fino al 31 marzo gli ingressi sono presidiati dalle forze dell’ordine, le persone chiuse in casa. “Finalmente mi sembra si sia capita la pericolosità di questo virus”, sospira Giuliano. Infine, un messaggio di incoraggiamento ai suoi concittadini. “Il Covid-19 fa paura, il contagio si allarga a macchia d’olio e ci aspetta una battaglia dura. Ma credo che riusciremo a vincerla, collaborando e rispettando le regole”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DELLA SCRITTRICE CAVINA E DEL SINDACO MONTANARI
Ti svegli come sempre per andare a lavorare. Sai che la situazione è critica. Esci di casa, ma trovi
una camionetta dell’esercito e un militare che dice: “Da qua non si passa”. Siamo a Medicina, a 25 chilometri da Bologna. Una cittadina di 16mila abitanti diventata questa mattina zona rossa come Codogno e Vo’ Euganeo per via del coronavirus. Uno dei posti di blocco è a Ganzanigo, piccola frazione finita anche lei nel territorio off limits fino al 3 aprile. Da qua non si entra e non si esce. Così dice l’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
A raccontare ad HuffPost la scena è la scrittrice Caterina Cavina, autrice del best seller Le ciccione lo fanno meglio (Dalai Editore) e ora in libreria con Le radici dei fiori (Pendragon). Cavina abita proprio a Medicina e, oltre a scrivere, è Oss in una casa per anziani fuori dalla zona rossa. “Stamattina mi sono svegliata non avendo ben chiaro se potessi spostarmi o meno. Ma i militari non mi han fatta passare. C’è ovviamente un po’ di confusione”. Stessa cosa è successa a Davide, operaio metalmeccanico. Come tutti i giorni si è svegliato per andare al lavoro che dista solo 500 metri da casa sua. Ma 100 metri prima dell’azienda, i militari lo hanno fermato. “Non si passa”. E ora è si è rinchiuso in casa. “Speriamo bene – dice ad HuffPost -. Mi han detto che nei prossimi giorni ci faranno sapere meglio. Anche se temo che siamo solo all’inizio”.
La situazione non è mai stata così drammatica in questa placida località al confine tra l’Emilia e la Romagna. Nove morti, 53 ricoverati e 132 contagiati.
Con i numeri che si aggiornano di ora in ora. Questa mattina il sindaco eletto da appena un anno, Matteo Montanari, ha fatto un drammatico appello su Facebook ai suoi concittadini, chiedendo generosità , e ha citato Vasco Rossi: “Vorremmo dare un senso ai nostri sacrifici, ma in realtà non c’è alcun senso”.
Raggiunto da HuffPost nel pomeriggio il primo cittadino è provato: “Ce la stiamo mettendo tutta – dice -. Ma chiudere la città , la mia città , è l’ultima cosa che avrei voluto fare da sindaco”. Ma intanto la macchina organizzativa non si ferma. “Le farmacie e i negozi con i generi alimentari devono rimanere aperti – spiega -. Stiamo cercando di far capire alla gente tutte le regole che sono dentro all’ordinanza regionale e chiarire loro ogni dubbio. Ci sono tante mamme con i bimbi a casa da giorni”. Il sindaco di Medicina ci tiene poi a sottolineare: “Tutto quello che c’era da fare l’abbiamo fatto. Non è che a Medicina abbiamo sbagliato qualcosa. Il centro sociale dove sembra ci sia stato un primo contagio è stato subito chiuso. Così anche le scuole. Ora abbiamo chiuso la città . Ma sono orgoglioso dei miei cittadini e insieme ce la faremo”.
Il contagio pare sia proprio partito dall’ex bocciofila dove si radunano solitamente gli anziani del paese. Tanto che nelle scorse settimane il commissario straordinario per l’emergenza della Regione, Sergio Venturi, aveva segnalato 19 contagiati in un solo giorno tra gli avventori proprio del centro sociale, poi chiuso.
“La notizia del centro sociale è stata la più brutta – racconta ancora la scrittrice Cavina -. Perchè purtroppo ha scatenato una sorta di caccia all’untore, una guerra tra mamme e giovani contro vecchi. Assurdo. Anche perchè nessuno può sapere quando c’è stato il contagio e comunque era tutto ancora aperto”.
Ora invece mezzo paese è in quarantena e non ci si può più spostare. “Pare ormai uno di quei film con gli zombie”. Ma la cosa più triste, dice ancora con un filo di voce la scrittrice, “è che qua ci conosciamo tutti, e non siamo riusciti a celebrare i funerali di chi è morto. Salutarli almeno per l’ultima volta”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
LA DITTATURA COMUNISTA CINESE CHE CI MANDA LE MASCHERINE RAPPRESENTA IL MALE MENTRE IL CAPITALISMO AMERICANO CHE CERCA DI COMPRARSI IL VACCINO IN ESCLUSIVA SAREBBE IL BENE? MA VERGOGNATI A SPARARE SEMPRE CAZZATE
Giorgia Meloni ha le idee chiare. Sul coronavirus non si scherza e l’Italia non prende lezioni da nessuno. Ecco perchè ieri è andata all’attacco contro la Cina in diretta televisiva a Non è l’Arena di Massimo Giletti.
La leader di Fratelli d’Italia spiega che lei del regime comunista cinese «dove non esistono i diritti dei lavoratori» e dove «non esiste la civiltà » non si fida.
La Cina ha inviato trenta tonnellate di aiuti (mascherine e respiratori) e un team di specialisti (medici, infermieri e ricercatori) per aiutare l’Italia ma alla leader di FdI non la si fa.
La Meloni, orgogliosamente sovranista, dai cinesi lezioni non ne prende. È l’ennesima occasione per fare un po’ di propaganda sul coronavirus. Anche perchè «questo fatto che qualcuno cerchi di raccontare oggi i cinesi come un punto di riferimento e come i salvatori della patria perchè ci stanno prestando le mascherine a me non mi fregano».
E su cosa è che non “la fregano” alla Meloni? Semplice: «i cinesi prima di portarci le mascherine ci hanno portato il virus, quindi non prenderei i cinesi come un esempio».
Si nota appena quella sottile punta di razzismo nel ritenere i cinesi gli untori del mondo solo perchè l’epidemia di Covid-19 ha avuto origine in a Wuhan.
Ma la Meloni è fatta così, ha sempre bisogno di un nemico. E un po’ come i troiani assediati si rifà al famoso detto di Laoocoonte: timeo danaos et dona ferentes. E per la verità dai cinesi ci sarebbe da prendere esempio. Non perchè sono una dittatura, non perchè “non hanno civiltà ” (ce l’hanno eccome) ma per il modo in cui hanno fronteggiato l’emergenza.
Certo: anche i cinesi hanno fatto errori, hanno sottovalutato il coronavirus e si sono mossi in ritardo consentendo a 300 mila persone di uscire da Wuhan il primo giorno di quarantena (ricorda qualcosa?). Ma hanno anche allestito 14 ospedali da campo, isolato rapidamente i focolai epidemici e aumentato la capacità di analisi dei casi sospetti.
Per ora ha funzionato, la curva epidemica in Cina sta rallentando, abbiamo tutto da guadagnare dal guardare il loro esempio, farci aiutare e cercare di correggere gli errori che hanno commesso.
Ci si potrebbe però chiedere, se non abbiamo nulla da imparare dai cinesi cosa possiamo imparare da Giorgia Meloni.
Quella che qualche giorno fa scherzava amabilmente sul fatto che l’Italia non è un “paese sicuro” a causa dell’epidemia di coronavirus e che quindi a rigor di logica non si dovevano autorizzare gli sbarchi dei migranti e che al tempo stesso invitava i turisti a visitare l’Italia dicendo che era un paese sicuro dove la gente se ne andava a passeggio tranquillamente (mica come in Cina!).
Il tutto naturalmente senza rinunciare a lamentarsi se i paesi vicini (in questo caso la Slovenia) avevano deciso di mettere due new jersey per chiudere le strade al confine con l’Italia. Perchè solo noi abbiamo il diritto di chiudere porti o costruire muri. Inutile far notare alla nostra sovranista d’assalto che spesso sono i sovranisti amici suoi e della Lega a chiedere di chiudere i confini con il nostro Paese
«Le notizie che arrivano all’estero dell’Italia fanno pensare a una nazione barricata in casa sopraffatta dal coronavirus» cinguettava la Meloni mentre si faceva fotografare sorridente davanti al Colosseo (ieri invece era in collegamento da casa). Per Fratelli d’Italia invece bisognava mostrare la vera italia: «turisti, negozi e locali aperti, persone felici, un clima stupendo»
Perchè per FdI a salvare l’Italia era “la bellezza”: «l’Italia è sempre pronta e fiera di accogliervi con tutte le sue unicità . Non rinunciate alla più bella meta turistica da visitare e conoscere» perchè non eravamo affatto il paese europeo con il più alto numero di contagi ma quello con il più alto numero di contagi noti perchè facevamo più test di tutti gli altri (attualmente l’Italia ha 24.747 persone contagiate e 1.809 decessi).
La Meloni diceva pure che «siamo stati la prima Nazione ad isolare il virus», che non è affatto vero visto che il Covid-19 è stato isolato per la prima volta in Cina e successivamente in Francia (e poi allo Spallanzani).
Sottovalutando drammaticamente l’evoluzione dell’epidemia e gli avvertimenti di medici e scienziati la Meloni dichiarava «non abbiate paura a venire in Italia così come noi Italiani non abbiamo paura a girare su tutto il territorio nazionale». Si è visto come è andata a finire.
Ma se le mascherine, i ventilatori, i medici e gli infermieri cinesi non vanno bene perchè quelli vengono da una dittatura e ci hanno anche mandato il virus cos’è che va bene?
A giudicare dal fatto che la Meloni abbia condiviso un tweet di Donald Trump dove il Presidente urla “gli Stati Uniti amano l’Italia” a quanto pare la terapia d’elezione per i sovranisti è sempre la stessa: thoughts and prayers, pensieri e preghiere.
Niente da dire invece sul fatto che gli USA abbiano cercato di comprare una società farmaceutica tedesca per assicurarsi un accesso “esclusivo” ad un eventuale vaccino per il coronavirus.
Perchè “dittatura comunista cinese che ci manda le mascherine” = cattivo mentre “capitalismo americano che invia pensierini e cerca di comprarsi il vaccino” = buono. Chissà come si dice questo nel gergo sovranista.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
3,5 PER LA SANITA’, 3 PER GLI AUTONOMI
Dopo una riunione di poco più di due ore, e nel mezzo di una ennesima giornata di crisi per i
mercati finanziari, il Consiglio dei minsitri ha approvato il decreto “Cura Italia” che contiene le misure economiche per rispondere all’emergenza sanitaria del coronavirus. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in conferenza dopo il Cdm esprimendo innazitutto vicinanza agli italiani “che stanno facendo enormi sacrifici per il bene comune”.
“Le misure di sostegno e spinta sono concreta dimostrazione della presenza dello Stato” nell’emergenza coronavirus, ha rivendicato Conte: “Possiamo parlare di ‘modello italiano’ non solo sanitario, ma anche come strategia economica di risposta alla crisi. Mettiamo in campo 25 miliardi di denaro fresco e attiviamo flussi per 350 miliardi: è una manovra economica poderosa”, ha detto il presidente del Consiglio. Come già spiegato dal sottosegretario all’Economia Misiani, Conte ha anticipato che in futuro ci saranno nuove misure (“un piano di ingenti investimenti, semplificazione, riduzione delle tasse”) per rilanciare il Paese: arriverà un decreto ad aprile, che – nell’auspicio del governo – dovrebbe contare anche sulle risorse che l’Europa si prepara a stanziare.
A prendere la parola, alternandosi al microfono con Conte per il “rispetto delle distanze”, è stato quindi il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha chiarito come il governo abbia usato subito tutte le risorse aggiuntive messe a disposizione per contrastare il COVID-19.
Sanità , cassa integrazione, mutui e liquidità : gli assi di intervento
Gualtieri ha indicato cinque assi di intervento e ha indicato al primo posto il “finanziamento aggiuntivo molto significativo per il Sistema sanitario nazionale e la Protezione civile, che vale quasi 3,5 miliardi”.
Il secondo capitolo, “che vale più di 10 miliardi”, riguarda il sostegno all’occupazione, la difesa del lavoro e del reddito “affichè nessuno perda il posto di lavoro a causa del coronavirus”. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dettagliato che sono previste risorse per 1,3 miliardi per il Fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga che andrà a coprire anche le “con un solo dipendente”.
Gualtieri ha confermato la copertura “di tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno di 600 euro per il mese di marzo”. Per gli autonomi e i liberi professionisti, ha aggiunto Catalfo, “questo primo decreto stanzia circa 3 miliardi a tutela del periodo di inattività “. E’ anche prevista la sospensione dei contributi previdenziali, per queste categorie.
Sempre nel capitolo del lavoro è prevista l’estensione del congedo parentale a 15 giorni e un voucher baby-sitter da 600 euro (1,6 miliardi stanziati con un bonus ulteriore “speciale” per il personale sanitario) per chi ha bisogno di curare i figli. Per quel che riguarda i permessi della legge 104, per il periodo marzo-aprile saranno estesi a 12 giorni (500 milioni stanziati). Confermato rispetto alle attese l’ulteriore intervento sui licenziamenti, che verranno congelati: misura che riguarda le procedure dal 23 febbraio in avanti, da quando cioè è scoppiata l’emergenza sanitaria. Per i lavoratori in quarantena, si conferma il computo del periodo di astensione dal lavoro malattia.
Nel decreto, anche una riduzione aggiuntiva del cuneo fiscale per i lavoratori. Il terzo capitolo riguarda il sistema del credito e l’agevolazione dell’erogazione di liquidità : sospensione delle rate di mutui e prestiti con garanzie pubbliche. C’è poi la sospensione degli obblighi di versamento di tributi e contributi (fino a 2 milioni di euro anche per Iva, fisco ecc.) e oltre questo limite per le categorie colpite direttamente dalla crisi. Il quinto titolo riguarda l’intervento sul dettaglio di alcuni settori economici.
Dalle agevolazioni sui mutui alla cassa integrazione in deroga, erano molti gli interventi che erano già stati anticipati nei giorni di attesa del Consiglio dei Ministri. Non sono mancate, nelle ultime ore, tensioni sul provvedimento con le diverse anime della maggioranza che hanno cercato di alimentare le risorse a favore di autonomi o partite Iva. Anche il nuovo salvataggio di Alitalia, incluso nel testo, sarebbe stato oggetto – secondo le ricostruzioni filtrate alle agenzie – di forte scontro.
Il decreto dà concretezza allo stanziamento di 25 miliardi che il governo aveva deciso nei giorni scorsi, ottenendo dal Parlamento il via libera ad ampliare il deficit previsto per il 2020. Inizialmente si ipotizzava di utilizzare in due riprese quelle risorse, poi – come ha spiegato Gualtieri – il governo ha optato per mettere sul piatto tutto e subito, con l’estendersi della crisi e dei suoi contraccolpi economici, dei quali è ancora impossibile avere un quadro completo.
(da agenzie)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
DECRETATO IL FERMO PER I TRASPORTI VIAGGIATORI DA ALTRE REGIONI
Via libera alla stretta sui collegamenti ai trasporti. Firmato dalla ministra Paola De Micheli il decreto dopo che il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha lanciato l’allarme sul ritorno dei siciliani dalle regioni del nord, “oltre 31 mila in pochi giorni”.
L’accordo tra Musumeci e la ministra prevede la sospensione dei collegamenti aerei, nazionali e internazionali, a eccezione di due voli al giorno tra Roma e Palermo-Catania; il blocco di tutti i servizi automobilistici interregionali e dei servizi marittimi per il trasporto dei passeggeri, garantendo solo quello merci.
Saranno possibili gli spostamenti per i passeggeri da Villa San Giovanni e Reggio Calabria a Messina e viceversa, ma solo per comprovate esigenze di lavoro o di salute. Con Roma sarà mantenuto un solo treno intercity al giorno. Chiesti controlli sanitari più serrati su passeggeri in arrivo e conducenti di mezzi che trasportano merci.
Ecco la nota del ministero: “A seguito della richiesta pervenuta ieri sera da parte della Regione Sicilia, la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato nella notte il Decreto che prevede la sospensione dei collegamenti e dei trasporti ordinari delle persone da e per la Sicilia. Regolare, invece, il trasporto merci. L’obiettivo delle misure inserite nel Decreto è quello di contrastare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, limitando al massimo il rischio di possibili fonti di contagio provenienti dall’esterno della Sicilia”.
“Nel decreto – prosegue la nota – si specifica che le persone possono viaggiare su navi adibite al trasporto merci esclusivamente per dimostrate ed improrogabili esigenze, previa autorizzazione del presidente della Regione. E, ancora, sono consentiti gli spostamenti via mare per i passeggeri da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria e viceversa, per comprovate esigenze di lavoro, di salute o per situazioni di necessità . Il trasporto aereo delle persone, da e verso la Sicilia, è assicurato soltanto per improrogabili esigenze di connessione territoriale con la penisola, esclusivamente presso gli aeroporti di Palermo e Catania, mediante due voli A/R Roma-Catania e due voli A/R Roma-Palermo, uno meridiano e l’altro antimeridiano, con sospensione di tutti gli altri voli compresi quelli internazionali. Per i collegamenti ferroviari diurni è previsto il mantenimento dei collegamenti minimi essenziali mediante un treno giorno intercity Roma/Palermo e viceversa. Sono soppressi, infine, i servizi automobilistici interregionali”.
(da agenzie)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
ORA SCATTINO DENUNCIA E CONTROLLI SANITARI, NESSUNO PUO’ FARE I CAZZI CHE VUOLE E METTERE A RISCHIO LA SALUTE DEGLI ITALIANI PER UNA SCONCIA PROPAGANDA
Stanno tornando in Italia i 46 connazionali bloccati alle Canarie e recuperati a Barcellona con un
pullman noleggiato dall’europarlamentare della Lega e candidata alla presidenza della Toscana, Susanna Ceccardi.
Con lei hanno preso parte alla “missione” anche l’ex ministro leghista dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio e l’assessore alle politiche sociali del Comune di Pisa, Gianna Gambaccini, medico chirurgo (nonchè pasionaria leghista uscita dal Pd), che ha visitato uno a uno gli italiani prima di farli imbarcare sul bus.
Il pullman, ripartito all’una di questa notte, arriverà a Pisa nel pomeriggio. Da qui i turisti italiani potranno raggiungere le loro città di provenienza: alcuni sono di Massa, Fucecchio, Firenze, Livorno.
Solo propaganda. Questo anche alla luce della notizia, data ieri sera dalla Farnesina, della predisposizione da parte di Alitalia di una serie di voli proprio per consentire il rimpatrio, “anche verso alcuni Paesi che hanno disposto provvedimenti restrittivi”, assicura il ministero degli Esteri.
“La verità – attacca su Facebook il deputato dem Andrea Romano – è che non c’è nessun ‘blocco’ per gli italiani che vogliono tornare dalla Spagna, non c’è nessun bisogno di ‘spedizioni di salvataggio’ come quella che Susanna Ceccardi ha organizzato in violazione del buon senso e di ogni norma di tutela sanitaria”.
In aggiunta Romano raccontando la storia di suo figlio Guido, studente Erasmus a Valencia che, scrive il deputato del Pd, “ha acquistato un biglietto per il traghetto Barcellona-Civitavecchia della Grimaldi, che continua a svolgere il servizio con assoluta regolarità , e che lo riporterà in Italia insieme ad alcuni suoi compagni di studi”.
Insomma, “ancora una volta- conclude Romano- la Lega non rinuncia a fare (pessima) propaganda sulla pelle degli italiani”.
(da agenzie)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
MENTRE GLI ITALIANI SONO CHIUSI IN CASA E SEGUONO LE REGOLE, IL SEQUESTRATORE DI PERSONE SE NE FOTTE
E non si dica che il Capitano non solidarizza con gli italiani chiusi in casa al tempo del Coronavirus: il Messaggero pubblica oggi questa fotografia che ritrae Matteo Salvini e Francesca Verdini passeggiano romanticamente mano nella mano per via del Tritone (dove c’è la sede del giornale romano) senza la mascherina e senza adottare la distanza di sicurezza nonostante tutti gli inviti del governo e delle autorità sanitarie a non circolare per le strade se non per ragioni di necessità .
Il Capitano nella sua diretta facebook ha fornito alcune spiegazioni: “Ho letto di polemiche su di me ieri fuori a Roma. Ma io non stavo andando a spasso al Colosseo, stavo andando a fare la spesa”
A via del Tritone i supermercati non sono vicinissimi, ma evidentemente qualcuno in zona aperto ce n’era ieri, anche se era domenica. Si tratta di una Coop, in ogni caso.
Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità ha anche spiegato che “La raccomandazione è quella di di limitare i movimenti allo stretto necessario e indispensabile. È la linea portante. Poi si può considerare il fatto di poter fare due passi sotto casa, mantenendo le distanze, ma limitare i movimenti e i contatti è l’obiettivo principale”. Sulla possibilità di uscire di casa per una passeggiata Brusaferro afferma che “la raccomandazione è quella di di limitare i movimenti allo stretto necessario e indispensabile”.
(da agenzie)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
UNO STUDIO RIVELA CHE SOLO QUANDO SI CHIUDONO LE CITTA’ SI OTTENGONO RISULTATI
Il Corriere della Sera oggi illustra i risultati di uno studio sul Coronavirus che illustra l’andamento
dell’epidemia.
L’analisi in questione è stata fatta da Tomas Pueyo, 33 anni, Mba all’Università di Stanford, vicepresidente di «Course Hero», una piattaforma di insegnamento online oggi valutata 1,1 miliardi di dollari, e si intitola: «Perchè agire ora».
Analizza gli andamenti del Covid-19 in tutto il mondo, soffermandosi su errori e strategie da adottare e partendo dalla Cina, non solo perchè è il Paese (finora) più colpito, ma perchè più avanti cronologicamente di tutti gli altri e in qualche modo già fuori dall’emergenza, uno scenario che può fornire dati più completi.
Il grafico riporta l’andamento (nella provincia di Hubei, la più colpita) del numero di casi confermati per ogni giorno. Le barre blu sono casi reali di coronavirus. I Cdc cinesi (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) li hanno ricavati chiedendo ai pazienti in cura quando sono iniziati i sintomi. Le barre arancioni mostrano ciò che le autorità sapevano (i casi ufficialmente positivi), quelle grigie quello che stava realmente accadendo.
Incrociando i numeri dei positivi con le misure intraprese dal governo cinese, si nota come tra il 23 e il 24 gennaio (chiusura di Wuhan e chiusura di 15 città dell’Hubei) i casi reali arrivino al picco, per poi iniziare a scendere due giorni dopo. Le colonnine arancioni, però, crescono ancora esponenzialmente per altri 12 giorni, ma nella realtà non era così. La discrepanza temporale è data dal ritardo tra l’insorgenza dei sintomi (in media 5 giorni dopo il contagio) e l’arrivo dei risultati dei tamponi. La crescita rappresenta le persone che, avendo sintomi più forti, vanno dal medico.
Ebbene, si vede come i casi reali non sono subito noti, si possono scoprire solo guardando all’indietro.
L’altro dato importante è che, all’inizio di un’epidemia, i casi reali possono essere molti di più di quelli che si stimano: quando a Wuhan pensavano di avere 444 positivi, ne avevano 27 volte di più. Il contrario succede quando la curva dei contagi diminuisce: sono ancora tantissimi quelli ufficiali, ma nella realtà stanno calando.
E veniamo all’Italia: anche l’ISS (Istituto Superiore di Sanità ) emette un bollettino che contiene un grafico: in blu i casi reali con la data di inizio dei sintomi e in azzurro i casi diagnosticati aggiornati al 14 marzo.
Il problema con la nostra situazione è che è ancora troppo presto per costruire curve precise. Lo stesso ISS specifica in una nota che «i dati raccolti sono in continua fase di consolidamento e, come prevedibile in una situazione emergenziale, alcune informazioni sono incomplete. Il calo che si osserva nelle curve epidemiche negli ultimi due giorni, pertanto, deve essere interpretato come un ritardo di notifica e non come descrittivo dell’andamento dell’epidemia».
Il dato però è che quando si «chiudono» le città i casi si arrestano subito e diminuiscono, ma lo si «scopre» solo 12 giorni dopo. Teoricamente la crescita che vediamo oggi, quindi, è l’effetto dei comportamenti di una settimana fa e tra una settimana (circa) vedremo a cosa è servita la chiusura «totale».
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 16th, 2020 Riccardo Fucile
L’IRA DI DE LUCA: “DENUNCIATI I PARTECIPANTI”… HANNO CONTAGIATO MOLTE PERSONE
Quarantena per quattro comuni della provincia di Salerno. I comuni interessati dalla quarantena e quindi dal divieto di entrata e uscita sono: Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano (Vallo di Diano).
Lo ha stabilito con un’ordinanza il governatore della Campania Vincenzo De Luca, visto l’aumento dei contagi verificatosi in questi comuni e i rischi persistenti nella zona.
I casi di positività riscontrati dall’Ssl Salerno sono 16, così distribuiti: 11 a Sala Consilina, 3 a Caggiano, 1 a Polla, 1 ad Atena Lucana. I “contatti stretti” registrati e da sottoporre al protocollo previsto, sono: 45 a Sala Consilina, 20 a Caggiano, 10 a Polla, 8 ad Atena Lucana, 5 a Teggiano, 5 a Montesano, 3 a Buonabitacolo, 3 ad Auletta, 2 a Sant’arsenio, 3 a Padula.
“La decisione di mettere in quarantena i quattro Comuni a sud della provincia di Salerno è la conseguenza di due iniziative messe in campo da un “predicatore” ed altri suoi collaboratori, in violazione a ordinanze già in essere. Si rimane davvero indignati di fronte a questa irresponsabilità che ha prodotto decine di contagi, la quarantena per 4 comuni e decine di contatti che andranno verificati nelle prossime ore”. Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
“Ho dato mandato all’Asl di procedere alla denuncia penale di quanti hanno promosso o partecipato a questa iniziativa per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all’ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio”.
“Nelle prossime ore, saremo se possibile, ancora più rigorosi di fronte a comportamenti irresponsabili, applicando le sanzioni previste, a cominciare da quanti hanno partecipato a queste iniziative. E in tutto questo prosegue senza soste il nostro lavoro per essere pronti ad affrontare l’emergenza dei prossimi giorni”.
(da agenzie)
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