Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
UN BALLETTO DI CIFRE DI UN POLITICO CON LIMITI PAUROSI
Nell’emergenza coronavirus si è proceduto per gradi. Il governo italiano ha sempre cercato una soluzione di compromesso tra la garanzia della salute pubblica e il tentativo di non deprimere l’economia.
Per questo si è partiti dall’individuazione delle zone rosse nelle aree di Codogno e degli altri 11 comuni tra Lombardia e Veneto, per poi allargarle all’intera Lombardia e ad altre 14 province e, infine, a tutta Italia.
Per questo si è partiti da una proposta di correzione del bilancio da 7,5 miliardi di euro per poi passare a 25 miliardi, man mano che la soluzione diventava sempre più grave. Matteo Salvini, invece, nella sua comunicazione relativa all’emergenza coronavirus è stato molto confusionario.
Ben lungi dal procedere per gradi, è stato inizialmente incerto sul da farsi. Prima, dopo le misure restrittive, avrebbe voluto riaprire le città italiane. Poi, quando le misure restrittive si sono estese a tutta Italia, avrebbe voluto misure ancor più stringenti per Lombardia, Veneto e altre aree critiche.
Insomma, non ha avuto propriamente lucidità nella gestione dell’emergenza e nonostante questo ha accusato il governo di confusione sul tema.
Ma il capolavoro è stato fatto con le misure economiche necessarie ad aprire un paracadute per l’economia italiana.
In 15 giorni ha fatto ben cinque proposte diverse sulla cifra che il governo avrebbe voluto stanziare per dare sollievo alla situazione produttiva, lavorativa e assistenziale nel nostro Paese. Una sorta di sfida al rialzo.
Il governo aveva iniziato a gestire la crisi e lui aveva già parlato, il 25 febbraio scorso, di 10 miliardi di euro da mettere sul tavolo per l’emergenza: «Servono — twittava 15 giorni fa — 10 miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese colpite dall’emergenza sanitaria».
La situazione peggiorava e il pallottoliere continuava ad aggiornarsi. Il 29 febbraio, quattro giorni dopo la sua prima ricetta, Salvini chiedeva 20 miliardi per far fronte all’emergenza coronavirus.
Il 6 marzo il governo stanziava 7,5 miliardi. Ma per Salvini — pur non essendo questa cifra tanto distante da quella che lui stesso aveva proposto solo qualche giorno prima — era soltanto un palliativo: in quella data, il leader della Lega aveva già rilanciato. Sarebbero serviti 30 miliardi.
Che tre giorni dopo, il 9 marzo — contestualmente al decreto #iorestoacasa pubblicato dal governo Conte — erano già diventati 70 miliardi.
Oggi, com’è noto, il governo ha messo sul piatto 25 miliardi di euro (di cui 20 in deficit) dopo aver chiarito con l’Unione Europea la portata dell’emergenza nel nostro Paese. Ma ieri Salvini aveva alzato nuovamente il tiro: «Il governo era partito con 3, poi 7, poi 10: perchè non mettere subito direttamente 100 miliardi per far fronte all’emergenza?».
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
L’EDITORIALE DI TRAVAGLIO SULLO “SCIACALLO ZERO”
Marco Travaglio oggi torna sul Maresciallo Matteo Salvini, ovvero l’uomo che fino all’altroieri voleva aprire tutto contro il Coronavirus e che oggi vuole chiudere tutto contro il Coronavirus, dimostrandosi lo sciacallo zero di COVID-19 e in attesa della prossima giravolta:
Fortuna che — lo dice sempre lui — “mi sto cucendo la bocca per non dire a certi politici quello che penso”, sennò si darebbe del cazzaro da solo. Lo diciamo con la massima simpatia, perchè nel video non era più il truce sciacallo di sempre: era un simpatico virologo da bar che dice cose a caso e tenta di socializzare l’ignoranza (“Gli italiani non capiscono chi, perchè, come e quando”. Ma parla per te). Grande tenerezza. Domanda perchè lasciare aperti i tabaccai, i ferramenta, i negozi di elettronica, le lavanderie-tintorie, gli alberghi, le famigerate profumerie e gioiellerie.
Ma benedetto Cazzaro: i tabaccai perchè i fumatori in astinenza diventerebbero dei pericoli pubblici e resusciterebbero subito il contrabbando; i ferramenta perchè, se ti si allaga il bagno o la cucina o ti si guasta un elettrodomestico o hai la casa sporca, non puoi aspettare la fine della pandemia; i negozi di elettronica perchè il telelavoro è bello, ma serve un pc funzionante; le tintorie perchè gli indumenti è bene lavarli ogni tanto, visto che i virus si depositano sui tessuti; gli hotel perchè c’è gente bloccata lontano da casa e pare brutto farla dormire sotto i ponti; le profumerie perchè — basta leggere il Dpcm —non vendono solo Chanel n. 5, ma anche “prodotti per toletta e igiene personale”, raccomandabile sempre ma soprattutto ora; i gioiellieri invece, mai citati nel decreto, se li è inventati lui.
Poi ci sono le imprese e le fabbriche, che il Salvini del terzo tipo vorrebbe ovviamente “sbarrare”,“chiudere tutte” anzichè affidarsi la sorte “al buon cuore dei singoli imprenditori ” come fa il putribondo Conte.
Opinione rispettabile, se non fosse che lui la attribuisce “ai nostri governatori Fontana e Zaia”. Che però hanno chiesto a Conte esattamente l’opposto (cioè quel che lui ha decretato) e per iscritto (il che spiega perchè Salvini, con le note carenze di apprendimento, ha capito il contrario): “Per le restanti attività produttive, è già stato raggiunto un accordo con Confindustria che provvederà a regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese”.
Ora, noi speriamo che l’emergenza finisca al più presto affinchè l’Italia ritorni rapidamente alla normalità . E che nel giorno radioso e festoso della Liberazione chi di dovere conservi la memoria (il coronavirus ha tanti difetti, ma non colpisce le facoltà mentali nè quelle mnemoniche). Cioè ricordi chi ha fatto e detto cosa durante l’emergenza, chi si è mostrato serio, competente, coerente, affidabile e chi no.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
LE BUFALE ARRIVANO PERSINO DALL’ESTERO, AUTORE L’ESTREMISTA DI DESTRA INGLESE DAVID VANCE
La spunta blu non è sintomo di verità , soprattutto quando si danno numeri a caso senza citare alcune fonte e messi in un articolo ‘per sentito dire’.
L’ultima bufala arriva da David Vance, noto esponente della destra britannica che sul proprio sito (e sul proprio profilo Twitter verificato, quello con la spunta blu) sostiene che il Nord Italia sia il fulcro centrale della diffusione del Coronavirus a causa della vendita di molte industrie tessili ai cinesi.
Secondo la sua ricostruzione, questo avrebbe portato oltre 100mila cittadini di Wuhan al trasferimento in Lombardia. E fa riferimento all’alto numero di contagi da Covid-19.
«Molti italiani nel Nord Italia vendettero le loro aziende di pelletteria e tessile alla Cina — scrive David Vance sul proprio profilo Twitter, riportato un estratto di quanto pubblicato sul proprio sito -. L’Italia ha quindi permesso a 100.000 cinesi di Wuhan / Wenzhou di trasferirsi in Italia per lavorare in queste fabbriche, con voli diretti da e per Wuhan. Risultato: il Nord Italia è l’hotspot dell’Europa per il Coronavirus di Wuhan».
La bufala — ribadiamo, non fornisce alcun dato concreto e si limita a raccontare una vicenda senza alcuna conferma — prosegue con l’attacco all’Unione Europea nell’articolo pubblicato sul proprio sito: «La realtà oscura è che l’UE ha chiuso un occhio su un gran numero di immigrati cinesi illegali che lavorano nelle fabbriche italiane. L’UE “Open Borders” cercherà ovviamente di tenerlo nascosto, ma la realtà è che la mafia cinese gestisce fabbriche tessili italiane con decine di migliaia di immigrati clandestini che spediscono merci made in Italy in Cina e altrove».
Perchè per essere una vera fake news mancava solo l’allusione complottistica
La questione non è solo sulla bufala in sè. David Vance ha un forte seguito, soprattutto tra i sovranisti e gli aficionados dell’estrema destra britannica. Il proprio profilo Twitter, con tanto di spunta blu, è seguito da oltre 150mila persone e quel suo tweet è stato ricondiviso quasi 12mila volte (e ‘cuoricinato’ da 17mila persone) in poco più di 24 ore.
(da “NextQuotidiano“)
argomento: denuncia | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
ARRIVATO L’AEREO DELLA CROCE ROSSA CINESE CON GLI AIUTI, L’ITALIA RINGRAZIA
Arrivano rinforzi e medici dalla Cina per aiutare l’Italia a combattere la guerra contro il coronavirus. Un Airbus A-350 della China Eastern proveniente da Shanghai è atterrato stasera all’aeroporto di Fiumicino. Il carico di aiuti era stato annunciato nei giorni scorsi dai governi di Italia e Cina attraverso i ministri degli Esteri dei due Paesi, Luigi Di Maio e Wang Yi. Presente all’arrivo l’ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua.
Si tratta di 9 bancali con ventilatori, materiali respiratori, elettrocardiografi, decine di migliaia di mascherine e altri dispositivi sanitari inviati dalla Croce Rossa cinese a quella italiana.
Quest’ultima veicolerà i materiali al governo italiano e distribuirà una parte dei dispositivi tra i volontari dell’associazione impegnati nell’emergenza. Con l’aereo da Shanghai è arrivata anche una task-force di 9 medici specializzati: 6 uomini e 3 donne guidati dal vicepresidente della Croce Rossa cinese, Yang Huichuan, e dal professore di rianimazione cardiopolmonare, Liang Zongan. Sono rianimatori, pediatri, infermieri e figure che hanno gestito con successo la crisi in Cina.
“Questo è quello che noi definiamo solidarietà e sono sicuro che ne arriverà altra. Non siamo soli, ci sono persone nel mondo che vogliono aiutare l’Italia”, ha commentato Di Maio mostrando in diretta Facebook il video dell’arrivo del cargo e ringraziando l’ambasciatore cinese.
“Tanti ministri degli Esteri mi hanno chiamato e mi hanno detto che ci vogliono aiutare”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
“Il Movimento internazionale della Croce Rossa ha dimostrato, una volta ancora, l’importanza di fare rete”, ha sottolineato da parte sua Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana presente questa sera all’aeroporto di Fiumicino.
“Grazie alla generosa donazione della consorella cinese – ha aggiunto – possiamo dare una prima concreta risposta alle necessità dei nostri ospedali e degli operatori sanitari che, in questo momento, sono in grande sofferenza”.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: emergenza | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
SINDACI COSTRETTI A CHIUDERE I PARCHI PERCHE’ GLI IMBECILLI NON RISPETTANO IL DIVIETO DI ASSEMBRAMENTO
L’italiano è fatto così: non è in grado di rispettare semplici regole e indicazioni riassumibili nel concetto restate a casa e appena gli viene detto di farlo si fionda davanti al supermercato aperto 24 ore su 24 o al distributore automatico di sigarette.
Passati i primi istanti di panico però l’italiano prova ad adattarsi, a modo suo.
A quanto pare l’italiano — quello che deve restare a casa — non ha capito il senso del DPCM, che prevede la possibilità di uscire di casa per ragioni lavorative, di necessità (fare la spesa, ad esempio) o di salute.
Il decreto — che ha sospeso tutte le competizioni sportive e vietato gli allenamenti nelle palestre — non proibisce la possibilità di praticare sport all’aperto, ad esempio nei parchi pubblici. Purchè venga rispettata la distanza interpersonale di almeno un metro e si evitino gli assembramenti.
In pratica questo significa che è possibile andare a correre al parco ma invece è vietato trovarsi al parco per giocare a basket o a calcetto (essendo sport di contatto la ragione è chiara) e ancora di più per fare festa con gli amici.
Questo concetto, all’apparenza molto semplice, non è stato compreso. Perchè molte città si sono viste costrette a chiudere i parchi pubblici a causa delle segnalazioni da parte dei cittadini che avevano notato come non venisse rispettato il divieto di assembramento. Eppure non era difficile rispettare quel divieto e consentire a tutti di poter fare una passeggiata al parco. Meglio così: ora tutti staranno a casa loro, che è esattamente quello che serve. Lo stesso provvedimento è stato preso a Carpi e ad Ancona, dove sono stati chiusi anche gli accessi alle spiagge.
C’è poi una particolare categoria di persone: quelle che sorvegliano che gli altri rispettino la raccomandazione di non uscire di casa.
Un po’ come gli umarell i vecchietti che passano le loro giornate a guardare i cantieri e a dispensare consigli su come eseguire questo o quel lavoro anche il coronavirus ha i suoi esperti da strada. Ad esempio il tizio qui sotto ha “sorpreso” un gruppo di militari del Tuscania a Livorno mentre si allenava correndo sul lungomare.
Anche se la prescrizione di rispettare la distanza di un metro veniva rispettata secondo un passante che li ha filmati e insultati «il messaggio era sbagliato» perchè bisognava dare l’esempio e stare a casa. Non è chiaro a quel punto cosa ci facesse fuori casa il censore dei comportamenti altrui.
Un altro tizio invece ha pensato bene di prendersela con gli agenti della Polizia Locale di Milano che — “mandati da Sala” — continuano imperterriti a fare le multe alle auto in divieto di sosta. E per di più senza mascherina. Uno scandalo signoramia.
Anche se probabilmente visto che le mascherine non servono se non si lavora a contatto con pazienti affetti da Covid-19 o se non si è positivi al test e che i vigili sono in servizio la loro presenza fuori casa è perfettamente giustificata.
Meno quella dell’autore del video che non si capisce a quale titolo rimproveri dei lavoratori solo perchè stanno facendo il loro lavoro (non penserete mica che il coronavirus è un’ottima scusa per infrangere le regole vero?).
Quella di guardare cosa fanno gli italiani all’aperto sembra essere diventata la nuova moda. Chi è costretto a uscire di casa non dimentica mai di fare una foto o un video da inviare a parenti e amici per documentare la situazione: persone in giro in bicicletta, gente che passeggia in spiaggia o così via.
Ci sono anche esempi positivi: le code a distanza di sicurezza per entrare al supermercato a fare la spesa (come detto: è concesso farlo) che si sono meritate addirittura il plauso di Walter Ricciardi.
Forse per reazione ai tanti comportamenti incoscienti cui abbiamo assistito in questi giorni ora si presta finalmente attenzione al problema. Certo, se lo si facesse ognuno da casa propria invece che uscire per strada per “documentare” i reati o presunti tali forse si dimostrerebbe di avere più senso civico.
Per fortuna che c’è chi la prende con ironia. Ora a mamme e papà non saranno più recapitate lettere anonime dai vicini circa le cattive abitudini dei figli ma riguardo eventuali assembramenti sospetti in luoghi pubblici.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
“O RETTIFICA O PARTE ATTACCO PUBBLICO”… IL RUOLO DI MATTARELLA… PIAZZA AFFARI RECUPERA
L’ottimismo monta prima dell’apertura, quando i futures, gli indicatori di quello che sarà la seduta, dicono che l’asticella della Borsa è collocata in territorio positivo, a +3 per cento.
Dopo il dato drammatico di giovedì, quel -16,9% che ha marcato il peggiore risultato mai registrato nella storia, Piazza Affari cambia umore e registro. Non solo perchè la Consob ha vietato poche ore prima la vendita allo scoperto.
La Bce ha corretto il tiro dopo il “non è compito nostro ridurre gli spread” di Christine Lagarde.
Eccola la chiave per interpretare il balzo. La genesi della rettifica è italiana.
Il ruolo di Sergio Mattarella, ma anche quello di Roberto Gualtieri. Il ministro dell’Economia ha parlato al telefono con Francoforte. Ed è stato durissimo: “Serve una rettifica delle parole di Lagarde, altrimenti lanciamo un attacco pubblico”.
La giornata prosegue all’insegna dell’euforia. Piazza Affari recupera l’intera perdita di ieri. Lo spread, che ieri è schizzato a 250 punti, si stringe a 220. Arrivano nel frattempo anche le parole rassicuranti di Ignazio Visco sul fatto che la Bce agirà ancora e potrà concentrare gli acquisti su un unico Paese. Vanno giù i differenziali anche sulle scadenze a 2, a 5 e a 30 anni. Il trend è cementificato.
Ma bisogna riavvolgere il nastro a giovedì pomeriggio per capire perchè questa risalita ha potuto prendere forma. Sono le tre e mezza del pomeriggio quando il titolare del Tesoro lascia la riunione in videoconferenza con le opposizioni sul decreto che contiene le misure economiche contro il coronavirus.
Il telefono è collegato con l’Eurotower, con cui il ministro ha chiesto di parlare subito dopo aver ascoltato le parole di Lagarde sullo spread e l’Italia. La conversazione si accende. Gualtieri, che poco prima si è coordinato con il capo dello Stato sulla linea da tenere, lancia un messaggio perentorio. Il senso è questo: quelle parole fanno male, mandano i mercati in subbuglio. Vanno assolutamente corrette. La Borsa è un bagno di sangue.
La telefonata si conclude e Gualtieri riprende l’incontro con i rappresentanti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Poco dopo arriva la rettifica di Lagarde. Il messaggio di Mattarella chiude il cerchio: “L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”.
La scia lunga delle parole controverse di Lagarde non si ferma. Il Pd annuncia un’interrogazione parlamentare: “Riteniamo – si legge nel testo che lancia l’iniziativa – che la Consob debba verificare se esistano le condizioni per una ispezione su eventuali atti speculativi legati alla giornata borsistica di ieri in connessione con le dichiarazioni rese ieri” da Lagarde. Andrea Orlando, il vicesegretario dei dem, twitta: “Buone notizie dall’Europa. Speriamo si continui così. Von der Leyen 5-Lagarde 0”. Anche Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici, dice che Lagarde ha fatto bene a precisare. Il fronte italiano è tutto con la presidente della Commissione europea, che torna a spendere parole di solidarietà nei confronti dell’Italia. E anche i mercati metabolizzano l’incidente.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: Europa | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
LA PRESIDENTE UE: “MISURE FUORI DAL PATTO, MASSIMA FLESSIBILITA’ PER L’ITALIA”
Dopo la giornata nera dei mercati finanziari per i timori sull’emergenza coronavirus, conditi dalla bocciatura alla risposta data dalla Bce, tutti gli organismi europei sembrano voler suonare note rassicuranti per gli investitori e i cittadini
Confermando l’aspettativa della vigilia, Bruxelles rilascia una comunicazione per metter nero su bianco: “La Commissione Ue è pronta a proporre al Consiglio di attivare la clausola di crisi per accomodare un sostegno fiscale più generale. Questa clausola – in cooperazione col Consiglio – sospenderà gli aggiustamenti di bilancio raccomandati dal Consiglio in caso di recessione severa della zona euro e della Ue”.
Parole tradotte con una “massima flessibilità ” nell’applicazione del Patto di Stabilità e per gli aiuti di Stato destinati all’emergenza sanitaria, quella assicurata oggi dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Siamo pronti ad aiutare l’Italia con tutto quello di cui ha bisogno, in questo momento è colpita severamente dal virus, sosteniamo tutto quello di cui ha bisogno e tutto quello che chiederà . Il prossimo potrebbe essere un altro Stato membro”.
Concetti ancor meglio precisati all’Ansa dal vicepresidente Valdis Dombrovskis: “Abbiamo bisogno di solidarietà per affrontare questa emergenza sanitaria. Sappiamo che avrà un impatto economico significativo. In caso di grave recessione economica della zona euro o dell’Ue, la Commissione è pronta ad attivare la clausola di salvaguardia (general crisis escape clause) del Patto di Stabilità che consentirà una politica di sostegno fiscale più generale”.
Lo stesso Dombrovskis ha scritto con il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, all’Italia che ha stabilito di stanziare 25 miliardi per l’emergenza. “Ogni misura ‘una tantum’ sulla spesa, decisa in relazione alla risposta alla pandemia, sarà esclusa per definizione dal computo del deficit strutturale e non ne sarà tenuto conto quando si valuterà la conformità con lo sforzo fiscale richiesto nell’ambito delle regole esistenti. Inoltre, la Commissione Ue valuterà ogni possibile richiesta sotto la ‘clausola eventi imprevisti’, usando il massimo della flessibilità ” delle regole Ue”.
Anche la Bce torna sul luogo del delitto e da più parti si segnala la disponibilità dell’Eurotower a intervenire: altro fatto che ha dato fiducia alle piazze finanziarie dopo il giovedì nero di ieri. Il capoeconomista della Bce, Philip Lane, ha precisato nel suo blog che la Banca centrale intende assicurare una “presenza robusta” sul mercato obbligazionario e ipotizzato un taglio dei tassi, se necessario. “Siamo pronti a fare di più e ad adottare tutti i nostri strumenti, se necessario, per assicurare che gli alti spread che vediamo oggi, a causa dell’accelerazione del coronavirus, non mettano in pericolo la trasmissione della nostra politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona”.
Parole alle quali si sono sommate quelle del governatore italiano, Ignazio Visco, per il quale la Bce “se necessario agirà ancora” e le decisioni di ieri “non sono l’ultima parola”.
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
NON SI FA NESSUNA SELEZIONE SU CHI SALVARE IN BASE ALL’ETA, SMENTITA LA TESI DEL SINDACO DI BERGAMO
Dopo le parole di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo in piena emergenza Coronavirus, sul fatto che i pazienti che non possono essere attaccati alle macchine della terapia intensiva e che vengono lasciati morire, Melania Rizzoli, medica e parlamentare di Forza Italia che già aveva raccontato come riconoscere i sintomi del Coronavirus, scrive in un articolo pubblicato su Libero che non è vero che i malati più anziani vengono abbandonati al loro destino e che si fa una selezione di chi salvare in base all’età :
Non è assolutamente vero che ci sia qualcuno che venga lasciato morire in assenza di cure o posti letto, non è vero che gli over 80 vengono abbandonati al loro destino, non è vero che i pazienti anziani non vengono intubati, non è vero che si sceglie di assistere chi ha maggiori possibilità di sopravvivenza, e soprattutto non è vero che si sceglie di curare in base all’età anagrafica. È vero invece che in questa emergenza sanitaria i medici si sono trovati spesso in situazioni critiche, obbligati a valutare persone in fin di vita e ritenute perdute, con grave insufficienza multi-organica, che presentavano più di tre organi vitali compromessi, arrivate in ospedale con sovrapposta la grave polmonite causata dal Covid19.
Questa ha inciso sui problemi patologici pregressi, tollerando male l’ipossia acuta, ed è vero che le loro possibilità di sopravvivere alla fase critica della virosi sono state spesso considerate minime, e la loro probabilità di mortalità elevata al 100%. Ma non è assolutamente vero che queste persone non sono state accudite ed assistite in ogni modo e sotto tutti i punti di vista, non è vero che su di loro è stata applicata la desistenza terapeutica, ed è falso che di fronte a tali casi sia stata valutata l’eventualità di squilibrio tra le necessità cliniche del soggetto e le disponibilità di risorse materiali sanitarie.
Le voci che si sono levate in proposito, anche da parte di esperti del settore, sulla possibilità concreta di carenza di posti letto nei reparti di rianimazione, e sulla conseguente eventualità di non poter soddisfare tutte le emergenze, erano sempre finalizzate a responsabilizzare la popolazione sana, a invitarla a restare in casa, ad evitare i contatti diretti ed interpersonali, per diminuire la diffusione dei contagi, e non mettere in ulteriore difficoltà il sistema sanitario lombardo da settimane sotto pressione a causa dell’enorme afflusso di ammalati infettati dalla nuova virosi asiatica.
Eppure, bisogna dirlo, tale sistema è stato in grado di reggere all’urto, di farsi carico dell’ordinario e dello straordinario al tempo stesso, quotidianamente, senza rifiutare nessuno, applicando le linee guida per l’epidemia respiratoria che ha colpito un numero di persone molto maggiore rispetto alla disponibilità di sistemi di respirazione assistita, e tutto ciò è stato fatto con tutte le migliaia di pazienti accorsi nei pronto soccorso, con tutti i casi di emergenza, nessuno escluso, grazie al lavoro straordinario e alla dedizione ammirevole di altrettanti medici e operatori sanitari che da settimane sostengono ritmi incredibili, con un carico emozionale devastante, con uno stress ai massimi livelli, prestando la loro assistenza senza sosta e senza orario, pur consapevoli del loro rischio infettivo e mettendo in serio pericolo la propria incolumità .
(da “NextQuotidiano”)
argomento: emergenza | Commenta »
Marzo 13th, 2020 Riccardo Fucile
ETA’ AVANZATA E MAGGIORI TAMPONI PORTANO LA PERCENTUALE DEI DECESSI A TRE VOLTE LA MEDIA CINESE
Sono oltre mille gli italiani uccisi dal Coronavirus. Per la precisione la Protezione Civile ha comunicato 1016 decessi, in crescita di 188 rispetto al giorno prima.
Che portano il tasso di letalità di SARS-COV-2 e di COVID-19 a 6,706%, mentre in Cina è di 2,4%.
Cosa sta succedendo e perchè in Italia si muore di più di Coronavirus rispetto agli altri paesi? Uno dei fattori è l’età media più avanzata della nostra popolazione. Ma, spiega oggi Elena Dusi su Repubblica, non c’è solo questo:
Il tasso di letalità infatti è il rapporto fra i decessi e i casi positivi riscontrati con i tamponi. Aumenta se si riduce il bacino dei positivi. Ed è proprio quello a cui stiamo assistendo – per ovvie difficoltà organizzative – in Lombardia, dove il tasso di letalità arriva a 8,7%.
In Veneto, dove il numero dei tamponi è di poco inferiore alla Lombardia (24 mila rispetto a 29 mila1, a fronte di un’epidemia con un quinto dell’estensione (1.300 contagiati rispetto a 6.900), il tasso di letalità si sovrappone alla Cina: 2,4%.
Fare meno tamponi – una necessità , in questa fase così dura – non vuol dire solo rendere i dati meno rappresentativi. «Significa che individui positivi, ma con pochi sintomi, escono ignari di casa e continuano a diffondere l’epidemia» spiega Susanna Esposito; presidentessa Waidid (Associazione mondiale delle malattie infettive) e ordinaria di pediatria all’università di Parma.
«Uno studio su The Lancet spiega che ciascun contagiato diffonde il virus per un periodo compreso tra 8 e 37 giorni. In media sono 3 settimane».
I casi lievi restano quindi a casa e non fanno il test, perchè sarebbe impossibile oggi, per un sistema sanitario allo stremo, prevedere che un’èquipe in tenuta anticontaminazione si rechi a casa di chiunque denunci febbre e tosse
«Servirebbero più personale, più kit diagnostici, più laboratori per analizzare i campioni» spiega Paolo D’Ancona, epidemiologo dell’Iss.
Anche la Cina il 13 febbraio rinunciò a testare tutti i suoi pazienti, affidandosi ai dati della Tac laddove non c’erano più tamponi. Ma Pechino, a differenza dell’Italia, includeva i malati empirici nel totale dei positivi. Per questo ha mantenuto il tasso di letalità relativamente basso. A Wuhan, nella fase peggiore, era 3,4%.
La media dei contagiati in Italia è 65 anni, quella delle vittime 82.1. Il 9% delle vittime ha oltre 90 anni, 1141% ne ha fra 80 e 89, il 33% ne ha fra 70 e 79, l’8% ne ha fra 60 e 69, il 2% tra 50 e 59.
C’è una piccola quota di età ignota. «Non abbiamo vittime sotto ai 50 anni», con l’eccezione, spiega Onder, «di due 39enni morti ieri che avevano già malattie gravi». La grossa fetta di pazienti anziani sposta verso l’alto la letalità complessiva dell’Italia. «Ma se dividiamo i decessi per età , le nostre statistiche non sono peggiori di quelle cinesi» prosegue Onder. «La letalità sotto ai 70 anni è 0,5% da noi e 1,3% in Cina».
Un’altra nazione molto colpita dal coronavirus e con struttura demografica simile alla nostra è la Corea del Sud. Seul ha reagito all’epidemia con una dose massiccia di tamponi: oltre 200 mila, anche per chi lamenta un po’ di tosse o si è trovato a contatto con un malato. Identificando una grossa fetta dei contagiati, la Corea si ritrova con una letalità dello 0,8%: non troppo diverso dall’influenza.
(da “NextQuotidiano“)
argomento: emergenza | Commenta »