Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
L’EMERGENZA CORONAVIRUS NEL MONDO
Tutto il mondo continua a fronteggiare l’emergenza coronavirus, e in particolare Europa e Stati Uniti fanno i conti con una curva di contagi e vittime che prosegue verso l’alto.
Il presidente Donald Trump esclude il ‘lockdown’ totale del Paese ma intanto i 19 milioni di abitanti dello Stato di New York si fermano.
In Gran Bretagna, dove i contagi sfiorano i 4mila, il premier Boris Johnson ha annunciato che da stanotte chiuderanno pub, ristoranti (che potranno comunque continuare con il cibo da asporto) cinema, teatri, palestre e club.
Restano aperti i negozi, come è stato precisato in seguito, nonostante fossero stati citati da Johnson in conferenza stampa.
Il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, ha promesso che il governo garantirà il pagamento dell’80% dello stipendio fino a 2500 sterline al mese a tutti i dipendenti britannici costretti a casa dal coronavirus.
Secondo una stima aggiornata della France Press, sono ormai 250mila i casi di coronavirus nel mondo.
In Spagna i morti sono più di mille: ieri erano 767.
In Germania sono 13.957 i casi, 2958 in più di ieri e le vittime 31, 11 più di ieri.
La Baviera è il primo land a decidere il lockdown, misura che nel fine settimana potrebbe anche essere estesa a tutto il Paese.
In Svizzera quasi mille casi in più in 24 ore mentre l’Austria definisce il trend dei casi “incoraggiante”.
Il Portogallo supera la soglia dei mille contagi, con un aumento del 30% in un giorno. Nel Regno Unito, dove i morti sono 144, il governo non pensa a misure coercitive — scuole a parte, che sono chiuse — e le autorità hanno deciso di richiamare oltre 65mila tra medici e infermieri in pensione.
La Turchia ha deciso che rimpatrierà su base volontaria i suoi cittadini che si trovino per motivi di studio in Italia, Regno Unito, Irlanda, Svizzera, Polonia, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti e desiderino lasciare questi Paesi: bisogna farne richiesta entro domani pomeriggio alle missioni diplomatiche di Ankara nei rispettivi Paesi.
Spagna
I contagiati sono 19.980, e il numero dei deceduti è 1.002, ha reso noto il direttore del Centro di coordinamento per la crisi, Fernando Simon. Ed “è molto probabile che questi dati fotografino per difetto” la situazione reale, ha precisato. Si sono ammalate nelle ultime 24 ore 2.833 persone in più. I decessi in un giorno, ieri, sono stati 235. I medici spagnoli, secondo quanto prevede un piano elaborato da intensivisti e internisti per far fronte alla carenza di posti letto, vogliono scegliere chi ricoverare in terapia intensiva in base all’aspettativa di vita. “Ammettere un ingresso può significare negarne un altro a un’altra persona che può beneficiarne di più, quindi è necessario evitare il criterio del primo arrivato”, si legge nel documento di raccomandazioni ottenuto da El Mundo, redatto dalla Società Spagnola di Medicina Intensiva e concordato con la Società Spagnola di Medicina Interna. Con le limitate risorse bisogna “massimizzare il beneficio comune”, tra le altre cose “valutando attentamente l’ammissione dei pazienti con un’aspettativa di vita inferiore a due anni”. Allo stesso tempo, chiariscono i medici, il sistema sanitario non può lasciare i pazienti non prioritari non protetti, ma deve “offrire alternative sanitarie di qualità che coprano i bisogni fondamentali delle persone e delle loro famiglie“.
Francia
Sono saliti a 12.612 i casi di coronavirus in Francia, 1.617 in più di ieri. Lo ha annunciato nel punto stampa serale il direttore generale della Sanità , Jerome Salomon. Il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha lanciato un appello alle aziende francesi affinchè versino un bonus esentasse ai loro dipendenti, in particolare, coloro che “hanno il coraggio di recarsi sul posto di lavoro”. Intervistato da LCI, Le Maire ha evocato, in particolare, “settori vitali come l’agroalimentare o la grande distribuzione”, con l’auspicio di un bonus di “1.000 euro totalmente esentasse ai loro dipendenti”. Intanto Macron ha riunito il consiglio di Difesa: allo studio la proroga del termine delle misure fino al 31 marzo.
Germania
Lockdown in Baviera, il Land più grande del Paese. Il presidente del Consiglio dei ministri locale, Markus Sà¶der (CSU) ha spiegato che ci sono ancora troppe persone che viaggiano in gruppo e che questo è pericoloso. “Uscire solo in casi eccezionali”, ha tuonato il primo ministro. Le nuove misure saranno monitorate e controllate dalla polizia e dai servizi di ordine pubblico. “Coloro che li violano saranno soggetti a pesanti multe”, ha detto Sà¶der. Secondo il provvedimento sarà possibile uscire di casa solo per fare acquisti indispensabili, andare in farmacia o dal medico, aiutare persone bisognose, visitare il proprio partner o per fare sport. Le attività fisiche saranno consentite però solo da soli o al massimo in coppia. Domenica la cancelliera Angela Merkel ed i governatori dei Land si consulteranno per decidere un’eventuale estensione di queste misure a tutto il Paese.
Regno Unito
Raggiunge quasi quota 4mila, per l’esattezza 3.983, il totale dei contagi da coronavirus diagnosticati nel Regno Unito, con un record di oltre 700 più di ieri secondo i dati aggiornati ad oggi del servizio sanitario nazionale. Mentre il numero dei morti è confermato a 177 e quello dei test eseguiti nel Paese sale a oltre 66.000. Arriva la prima stretta del premier Johnson: chiudono pub, ristoranti e locali, oltre a palestre, cinema e teatri. Lo ha annunciato oggi, forse in previsione di un’ulteriore restrizione generale nel weekend. Il premier ha confermato l’obiettivo di “invertire la tendenza” dei contagi “in 3 mesi” in tutto il Regno Unito, ma ridimensionandolo a “un’ambizione” attraverso “nuovi test, nuovi farmaci, nuove tecnologie”, oltre “all’enorme sforzo e sacrificio” sul distanziamento sociale. Secondo quanto riporta la Bbc il Servizio sanitario nazionale (NHS) sta richiamando medici e infermieri in pensione in Inghilterra e nel Galles. Intanto Johnson allarga ancora i cordoni della borsa dopo i 350 miliardi di sterline fra crediti e contributi extra annunciati nei giorni scorsi per l’emergenza coronavirus. Il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, ha annunciato che “per la prima volta nella nostra storia” lo Stato interverrà per contribuire a redditi e salari, annunciando anche un congelamento dell’Iva fino al 30 giugno (30 miliardi), aiuti alle imprese e incrementi allo schema del credito universale. L’annuncio ha fatto rimbalzare la Borsa di Londra e la sterlina, crollata nei giorni scorsi al minimo storico sul dollaro da 35 anni.
Usa
Gli Stati Uniti in 24 ore hanno visto raddoppiare i casi: sono arrivati già a 13.133, 193 le vittime. Trump ha annunciato di aver concordato con Usa e Messico la chiusura delle frontiere per viaggi non essenziali ma ha escluso un lockdown a livello nazionale. I governatori della California — 40 milioni di persone — e di New York hanno ordinato a tutti di stare a casa: Andrew Cuomo ha ordinato ai lavoratori di rimanere a casa, tranne alimentari e farmacie: “Se il numero dei casi non rallenta, dobbiamo stringere la valvola. Se ancora non rallentano, la stringiamo ancora”.
I casi nello Stato di New York sono 7.102, di cui 4.408 nella città . Trentacinque i morti. “Abbiamo aumentato il numero dei test e di conseguenza il numero dei casi aumenta”, ha detto Andrew Cuomo. Per questo “Lo stato di New York si mette in pausa”: solo i negozi ed i servizi essenziali rimarranno funzionanti. “Abbiamo bisogno che tutti siano al sicuro altrimenti nessuno lo è”, ha aggiunto. “Questa è l’azione più drastica che possiamo prendere”.
Connecticut, New Jersey e Pennsylvania chiudono dalle 20 di sabato barbieri, centri estetici e per tatuaggi, e l Connecticut si unisce alla lista degli stati che hannoideciso di rinviare le primarie, dal 28 aprile al 2 giugno. Finora hanno preso la stessa decisione i governatori di Georgia, Louisiana, Kentucky, Maryland, ed Ohio.
Olanda
106 morti e 2.994 persone positive. I nuovi dati segnalati dalle autorità locali tengono conto dell’aggiornamento delle ultime 24 ore: 30 gli ultimi pazienti morti, mentre sono 534 i nuovi casi di infezione dalla giornata di ieri. Del totale delle persone contagiate 725 lavorano in ambito sanitario, mentre i pazienti ricoverati sono 489. La maggior parte delle persone risultate positive al coronavirus si è registrata nel Brabante settentrionale (1.012).
Svizzera
I casi sono saliti a 4840. Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 952 nuovi contagi, secondo l’ultimo bilancio dell’Ufficio federale della sanità pubblica. I casi confermati sono 4176 e altri 664 sono in corso di valutazione dopo un primo risultato positivo. Ieri i casi confermati erano 3888. I decessi legati al covid-19 sono 43, 10 in più di ieri, secondo i dati dell’ufficio federale. Tutti i cantoni e il Liechtenstein sono interessati dalla malattia. I più colpiti sono il Ticino, con un’incidenza di 230, seguito da Vaud (145,3) e Basilea Città (145,3)
Austria
Salgono a 2.203 i casi, 360 in più rispetto al giorno prima. Le vittime sono 6. Le autorità hanno deciso di prorogare le restrizioni fino al 13 aprile (lunedì di Pasqua): i negozi di alimentari e le drogherie possono essere aperti solo fino alle 19 mentre possono restare aperti i parchi e campi da gioco. L’andamento dei contagi da coronavirus in Austria è “incoraggiante”, ha detto il cancelliere Sebastian Kurz. “Teniamoci forte”, ha detto rivolgendosi agli austriaci in una conferenza stampa. “Non dobbiamo rallentare. Dobbiamo attenerci alle misure che abbiamo adottato”.
Portogallo
Superata la soglia dei mille contagi, con un aumento del 30% nelle ultime 24 ore. Lo riferiscono le autorità sanitarie, citate dai media locali. I casi confermati ad oggi sono 1.020. Oltre 120 sono ricoverati in ospedale, una ventina in terapia intensiva. E sono stati effettuati test di cui si attende l’esito su altre 850 persone. Diverse migliaia i casi sospetti. In Portogallo, dove finora sono morte 6 persone, le autorità nei giorni scorsi hanno dichiarato lo stato d’emergenza per ridurre gli spostamenti e i contatti della popolazione.
Polonia
Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, è stato confermato il primo turno delle elezioni presidenziali come previsto il 10 maggio. Il governo ha lanciato un’app per smartphone per sorvegliare le persone messe in quarantena: in diversi momenti della giornata chiede un selfie, che “controlla” attraverso sistemi di geolocalizzazione e di riconoscimento facciale. Trascorsi venti minuti, se la foto non arriva l’app allerta automaticamente le forze dell’ordine.
Corea del Sud
I nuovi casi sono ritornati a scendere sotto quota 100, a 87, all’indomani dell’impennata inattesa a 152: il Korea Centers for Disease Control and Prevention ha aggiornato i contagi a 8.652, in base ai dati della fine di giovedì. Sono 3 i nuovi decessi, per 94 totali, in gran parte registrati della popolazione più anziata già affetta da altre gravi patologie, come il cancro. Il tasso di mortalità per gli uomini è dell’1,53%, contro lo 0,81% delle donne: quello complessivo resta poco sopra l’l%.
Iran
Sono stati per lo più ignorati gli appelli del governo e delle autorità religiose e militari iraniane a restare a casa durante il Nowruz, il Capodanno persiano. Lo rende noto la polizia iraniana, che parla di oltre 1,2 milioni di persone per le strade. Le città settentrionali sul Mar Caspio hanno inoltre registrato l’arrivo di decine di migliaia di auto dirette nelle principali destinazioni vacanziere, nonostante si siano ripetuti gli avvertimenti a non uscire di casa per contenere la diffusione del coronavirus. Stime ufficiali diffuse oggi in Iran parlano di 19.644 contagi e 1.433 morti.
Israele
Con un balzo di oltre 100 casi è salito a 705 il numero in Israele dei positivi all’infezione da coronavirus. Lo ha fatto sapere il ministero della Sanità locale spiegando che la crescita (+23%) è dovuta in parte all’incremento dei test in tutto il Paese che negli ultimi giorni è passato dai 500-700 quotidiani a circa 2.200. Degli oltre 700, sono 10 i casi gravi mentre la maggior parte ha sintomi lievi.
Giordania
Coprifuoco a partire da domani mattina alle 07.00 (ora locale) e fino a nuovo ordine. Imposta anche la chiusura di tutti i negozi.
America Latina
Crescono i timori del contagio e il presidente argentino Alberto Fernandez ha annunciato una quarantena a livello nazionale che comincia alle 4 italiane e finirò il 31 marzo alle 24.
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro si sottoporrà di nuovo a un test — per la terza volta — dopo che è risultato positivo un suo consigliere per gli Esteri, un altro membro della comitiva che lo ha accompagnato nel suo recente viaggio negli Usa: è il 22esimo contagiato. Bolsonaro ha poi criticato i governatori locali per le chiusure, sostenendo che “la gente non può restarsene a casa, deve uscire per guadagnarsi la vita”. “Ci sono autorità statali che stanno annunciando certe misure — ha detto durante il suo consueto Live settimanale su Facebook — ma a volte quando la medicina è troppo forte finisce che fa male al malato”. Il presidente ha poi detto di “sperare” che nel giro di 3 mesi si raggiunga il picco, e che in 6 si torni alla normalità .
Anche il presidente colombiano Ivà¡n Duque dovrà effettuare il tampone dopo che un sindaco con cui si è incontrato alcuni giorni fa è risultato positivo.
In Argentina, ha annunciato il presidente Fernandez, il rispetto della quarantena sarà sorvegliato dalla polizia nazionale e locale e dalle forze armate. La misura si aggiunge ad altri provvedimenti già adottati in passato, come la sospensione delle lezioni fino al 31 marzo, e l’obbligo per tutti coloro che entrano in Argentina dall’estero di mettersi in quarantena per 14 giorni.
Il ministro della Salute del Cile, Jaime Manalich, ha riferito che 92 nuovi casi di Covid-19 sono stati confermati in 24 ore, portando il numero di infetti nel Paese a 434, la maggioranza nella regione metropolitana di Santiago. Il ministro ha poi annunciato la chiusura, da oggi e in tutto il Cile, di cinema, teatri, ristoranti, pub, discoteche ed eventi sportivi indipendenti con pubblico.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
“PAZIENTI CINESI AVEVANO UNA MEDIA DI ETA DI 46 ANNI, IN ITALIA E’ DI 63″… “IL PICCO TRA FINE MARZO E INIZIO APRILE”
Aumenta il bilancio di vittime dell’epidemia di Coronavirus in Italia che è diventata ufficialmente il Paese al mondo con il maggior numero di vittime a causa del Covid-19, superando addirittura la Cina
Ma per Walter Ricciardi, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e consulente speciale del ministero della Salute sull’epidemia, paragonare l’Italia alla Cina nel bilancio delle vittime, può essere fuorviante.
Il medico, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità , ha spiegato a TPI che ragionare in questi termini non è del tutto corretto. “Non dobbiamo paragonare l’Italia alla Cina, ma l’Italia all’Hubei e la Lombardia a Wuhan, perchè se paragoniamo l’Italia alla Cina siamo fuori scala. In Cina l’epidemia ha coinvolto un territorio di 60 milioni di abitanti, significa che il cuore del focolaio epidemico è grande come la Lombardia e che il denominatore è più o meno lo stesso, e la dinamica è più o meno la stessa, con il rallentamento che stiamo osservando anche in Italia”, dichiara a TPI.
Eppure in Italia non solo ora ci sono più morti, ma il tasso di letalità è molto più alto rispetto alla provincia dell’Hubei. Perchè?
La letalità , ovvero il numero di morti rispetto ai contagiati, è più alta, e per questo ci sono due spiegazioni. La prima è l’età della nostra popolazione: l’età media dei pazienti ricoverati a Wuhan era di 46 anni, la nostra è superiore ai 63 anni, e quando hai in ospedale pazienti più anziani hai conseguenze più pericolose dal punto di vista della prognosi. La seconda spiegazione la si può dare non tanto guardando alla Cina, ma agli altri Paesi europei: la codifica delle morti, che si effettua su base regionale ed è molto generosa nell’attribuire al virus la causa diretta di mortalità . Ma come dimostrano le procedure di verifica dell’Istituto Superiore di Sanità , solo per una minoranza di casi il virus è stata la causa diretta della morte, anche se ha certamente infettato e ha scatenato un peggioramento di condizioni. Queste sono le considerazioni che vanno fatte.
Tutti aspettano il “picco” dell’epidemia in Italia perchè, da quel momento, i numeri dovrebbero iniziare a calare. Ma non lo abbiamo ancora raggiunto: quando arriverà e quante altre persone saranno contagiate fino a quel momento?
Il picco è funzionale a quanto noi osserviamo le misure, se non le osserviamo lo raggiungeremo tra tantissimo tempo, se invece siamo conformi alle regole potremmo vederlo arrivare a breve. L’esperienza cinese ci dice che loro lo hanno ottenuto dopo circa 2 mesi dall’insorgenza. Ma se non osserviamo le regole e usciamo di casa favorendo gli assembramenti i casi continueranno ad aumentare, se sostanzialmente siamo bravi aumenteranno molto meno. Ma possiamo aspettarci che arriverà a fine marzo o inizio aprile.
Dunque se la curva del contagio è ancora in aumento è responsabilità di chi esce a fare jogging o va a fare la spesa?
Non chi va a correre e fare la spesa, ma chi partecipa ad assembramenti in maniera incontrollata tra più di due persone: già 3, 4, 5 persone insieme sono tante, anche i mezzi pubblici sono troppo affollati, non bisogna prenderli se non per andare a lavoro. I dati (approssimativi) sulla mobilità ci dicono che il 40 per cento di persone usa ancora i mezzi pubblici, questa è una percentuale ancora troppo alta.
Per questo è favorevole a una stretta sulle misure e sui controlli da parte del governo?
Si. Noi siamo diversi rispetto a cinesi, ai coreani o ai giapponesi: lì le regole venivano rispettate. In Corea e in Giappone attraverso il controllo sociale, perchè chi usciva veniva stigmatizzato; in Cina con l’esercito. Da noi questo non succede. Ma se si continua a stare fuori bisogna fare in modo che ci sia un rinforzo delle misure e dei controlli.
Cosa pensa dell’invito di Fontana a eseguire tamponi a tappeto? Perchè l’Oms dal primo momento ha scoraggiato i test sugli asintomatici?
Sono sostenitore del modello coreano, che ha previsto test solo per i soggetti sintomatici nel momento di insorgenza, li ha testati e attaccati attraverso le proprie tecnologie. Dunque bisogna fare test nel modo giusto a tutti i sintomatici, a tutti però. Questa è la strada tracciata delle migliori menti del mondo, consigliata dall’Oms e implementata nei Paesi che hanno preso decisioni sagge e dimostrato con i fatti di saper controllare l’infezione.
Perchè Bergamo è diventata il cimitero dell’epidemia in Italia secondo lei?
Bergamo è una provincia che ha una serie di caratteristiche: popolazione particolarmente anziana distribuita in tutta la provincia, molto movimento dal punto di vista di spostamenti e un alto tasso di produzione. La combinazione di questi due elementi ha determinato da una parte l’insorgenza molto rapida e dall’altro un tasso di mortalità molto alto, proprio per i motivi legati all’età di cui parlavamo prima.
Il Coronavirus è diventato un problema globale, come si stanno muovendo i Paesi europei? È già troppo tardi?
L’Europa si sta muovendo con ritardo, ma si sta muovendo, i Paesi in un primo momento restii stanno cercando di recuperare: non è troppo tardi, questa epidemia durerà ancora per i prossimi mesi, non andrà via presto, quindi non è assolutamente troppo tardi.
(da TPI)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
NORME CHE NON CAMBIANO NULLA, IL BUON SENSO AVREBBE DOVUTO GIA’ RENDERLE SCONTATE… SUPERMERCATI RESTANO APERTI ANCHE LA DOMENICA
Il governo ha adottato questa sera un’ordinanza con nuove misure restrittive per contenere il contagio da Coronavirus.
Le nuove misure, che si sommano alle esistenti, sono valide dal 21 marzo al 25 marzo, quando scade il dpcm che aveva imposto la stretta a tutti gli spostamenti e la chiusura di bar e negozi. Vengono inasprite le restrizioni sulle attività all’aperto, chiusi gli esercizi alimentari nelle stazioni ferroviarie, vietati gli spostamenti nel fine settimana nelle seconde case.
Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sono adottate, sull’intero territorio nazionale, le ulteriori seguenti misure
E’ vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purchè comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.
Sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonchè nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Nei giorni festivi e prefestivi, nonchè in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.
(da agenzie)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
SALTA IL TETTO AL 3% DEL RAPPORTO TRA DEFICIT E PIL PER SOSTENERE L’ECONOMIA DEI PAESI EUROPEI FLAGELLATI DAL CORONAVIRUS
Le scosse fortissime, tragiche e incalcolabili della pandemia da coronavirus sgretolano le regole di bilancio europee nel giro di pochi giorni.
Oggi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen annuncia la decisione di attivare la ‘general escape clause’ per sospendere – de facto – il Patto di Stabilità e crescita.
Il 3 per cento che finora ha regolato il rapporto tra deficit e pil per un po’ è accantonato.
Non solo: von der Leyen dice esplicitamente che si discute anche degli eurobond, che Giuseppe Conte ha soprannominato ‘coronabond’ per questa fase emergenziale, altro strumento di condivisione dei rischi finora naufragato nei veti del nord Europa.
“Se servono, li useremo”, sono le parole della presidente. E’ fatta? E’ un grandissimo passo in avanti dal punto di vista italiano, ma ne servono altri.
La clausola di ‘fuga’ dalle regole è stata introdotta con la riforma del ‘Six-Pack’ all’interno del Patto di Stabilità e crescita nel 2011, come risultato della crisi finanziaria negli anni precedenti, esperienza che, sottolinea la Commissione nella sua comunicazione di oggi, “sottolineò l’esigenza di una disposizione specifica nelle regole fiscali europee per permettere una devizione ordinata e coordinata dalle normali richieste a tutti gli Stati membri in una situazione di crisi generale causata da una recessione economica severa dell’area euro o di tutta l’Unione”.
La Commissione stima che Covid-19 potrebbe contrarre il pil europeo dell’1 per cento nel 2020, ma “scenari più avversi non sono da escludere”.
“Presupponendo che la crisi sanitaria si protragga fino a giugno e oltre — è l’agghiacciante scenario contenuto nella comunicazione della Commissione Europea — il calo delle attività economiche nel 2020 potrebbe essere simile alla contrazione del 2009, l’anno peggiore della crisi economica e finanziaria”.
Ecco la cornice che ha portato l’organismo di Palazzo Berlaymont a chiedere agli Stati membri di attivare la ‘clausola di fuga’: è la prima volta che succede da quando è stata introdotta. Passaggio rivoluzionario ma attenzione. L’articolo che la introduce parla di “misura temporanea”.
“In periodi di severa recessione per la zona euro o tutta l’Ue, gli Stati possono temporaneamente allontanarsi dall’aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine (OMT), posto che ciò non metta a rischio la sostenibilità di bilancio nel medio termine”.
Inoltre la comunicazione della Commissione si conclude sottolineando che: “La clausola di salvaguardia non sospende le procedure del Patto di Stabilità e crescita. Permette alla Commissione e al Consiglio di adottare le necessarie misure di coordinamento nella cornice del Patto, pur deviando dalle regole”.
Al netto di questo, la decisione di oggi è un passo storico: gli Stati potranno spendere e sforare per far fronte al ‘mostro coronavirus’ e le conseguenze che scatena sulla società e l’economia. E’ qualcosa di rivoluzionario, anche nella portata della decisione che dà l’indicazione netta della volontà di cercare una strada europea e non nazionale a questa crisi.
Ma non è un passo definitivo. E ne richiede altri. L’approvazione da parte del Consiglio europeo — i leader si riuniscono in videoconferenza giovedì prossimo — appare lo scoglio minore. Il punto sono gli altri strumenti che andranno a fare da corredo all’attivazione della clausola. Cioè chi pagherà il nuovo debito prodotto dallo ‘tsunami coronavirus’ per evitare che si trasformi in tagli draconiani da fare in futuro?
Ecco perchè sul tavolo della discussione ci sono anche gli eurobond. Ed ecco perchè l’Italia, insieme alla Francia, chiede di usare le risorse del Meccanismo europeo di stabilità , 410 miliardi di soldi pronte all’uso, senza le condizionalità che al momento le vincolano. Cioè senza troike di sorta, senza cadere nel meccanismo di controllo che impone sacrifici sulla spesa.
Su questo — lo ha chiesto esplicitamente Giuseppe Conte in un’intervista al Financial Times – la discussione è aperta, a partire dalla conference call di oggi tra i ministri delle Finanze di Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Finlancia e Olanda e poi l’Ecofin — sempre in videoconferenza – lunedì prossimo. Giovedì, appunto, la decisione dovrebbe essere adottata formalmente dai leader Ue.
“Abbiamo promesso che faremo di tutto per sostenere gli europei e le imprese europee” per fronteggiare la crisi, dice von der Leyen in un video messaggio su twitter, il quarto dall’inizio dell’emergenza in Italia e poi negli altri paesi europei. “Ieri — annuncia – abbiamo messo in atto le regole sugli aiuti di Stato più flessibili di sempre per aiutare le persone e le aziende. Oggi attiviamo la clausola per allentare le regole di bilancio, consentendo ai governi di pompare euro nell’economia”.
Su tutto il resto – l’accesso ai fondi del Salva Stati senza contropartite di tagli alla spesa pubblica, la creazione di eurobond – vanno convinti gli Stati nordici, Germania e Olanda in primis, i più affezionati al pareggio di bilancio e alle regole di austerity.
C’è da dire che anche la stessa Germania si appresta a varare nuove regole sul debito: lunedì il gabinetto Merkel approverà una regola speciale che permetterà allo Stato di non rispettare più il pareggio di bilancio, finora un totem per i tedeschi.
La spinta al cambiamento viene dallo stato di necessità dettato da Covid-19, tragedia che non conosce confini e stressa le finanze di tutti gli Stati. Tutti sulla stessa barca e per ora non si registrano tentazioni di ammutinamento. E’ l’Europa che cambia decisamente pelle, se si pensa agli anni della crisi dell’euro e della crisi del debito in Grecia. Serviva una pandemia per muoversi in senso europeista. Peccato, ma è anche un’opportunità , la più rivoluzionaria, finora.
(da “Huffingtonpost“)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
L’ANATEMA CONTRO LE MEZZE MISURE CHE NON SERVONO A NULLA
“C’è una stagione in cui avremo centinaia di ragazzi che si laureano. Se qualcuno volesse preparare la festa di laurea, noi manderemo i carabinieri con il lanciafiamme”: il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in un videomessaggio su Facebook cerca di rubare a Giuseppe Conte il titolo di meme preferito dell’era del Coronavirus.
Il presidente della giunta regionale sottolinea di pensarla “diversamente dal governo nazionale. Ritengo che le mezze misure non risolvano il problema e finiscano per aggravare la condizione di vita dei nostri concittadini. L’Italia si rivela ancora una volta il Paese del mezzo mezzo e del fare finta”.
“L’obiettivo vitale per l’Italia — dice — è contenere il contagio. Se questo è l’obiettivo, tutti i corpi dello Stato devono essere funzionalizzati rispetto a questo obiettivo”. E poi la spara: “Ritengo che sia arrivato il momento per chiudere tutto e militarizzare l’Italia”.
L’ex sindaco di Salerno ce l’ha soprattutto con i suoi corregionari: “C’è stata la festa del papa’ e abbiamo avuto a Napoli dei buontemponi che vendevano per strada le zeppole di san Giuseppe condite con una crema al coronavirus. E’ una bestialità totale”.
(da agenzie)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
47 ANNI, NESSUNA PATOLOGIA PREGRESSA, TRASPORTATORE
Trasportava frigoriferi nei supermercati Diego. Quarantasette anni, tre figli, polmoni mai sfiorati da una sigaretta, nessuna patologia pregressa, insomma di sana e robusta costituzione, come si diceva una volta. Eppure Diego è morto ieri mattina alle 8.30 di Covid-19. Nel giorno della festa del papà . Da solo, in ospedale, intubato, a pancia in giù e con le mani legate dietro alla schiena. No, non è Guantanamo, ma è la procedura adottata per far respirare meglio i pazienti affetti da questo virus. Diego ha lavorato fino a una settimana prima di morire. E lo ha fatto usando il camion di un collega, che si era a sua volta ammalato, ma a cui nessuno aveva fatto il tampone.
Questa storia, lo ammetto, mi riguarda da vicino, come mi riguardano le centinaia di vittime che questa epidemia sta lasciando dietro di sè soprattutto nella mia città , Bergamo.
Una città irriconoscibile, stuprata da un cataclisma sanitario, che giorno dopo giorno sta fagocitando le vite dei miei concittadini. Siamo tutti colpiti, in un modo o nell’altro. Abbiamo tutti un parente o un amico a cui la bestia ha fatto visita. Oramai da giorni mi sento dire sempre la stessa cosa: non è normale, non è normale, che cos’è che non ci dicono? Non so rispondere, provo a capire, poi però devo fare i conti anch’io con la morte, con i racconti delle persone che conosco e a cui voglio bene. Persone che mi raccontano le loro storie, che non hanno notizie dei propri cari, che non sanno dove li han portati e se mai li rivedranno, corpi freddi trasportati lontano, senza pietà .
Storie come quella di Diego, che per una settimana è stato “visitato” al telefono dal medico che gli ascoltava il respiro in viva voce. “Sembra bronchite, prenda la tachipirina”, gli dice. Spossatezza, tosse secca, fiato corto, 38.5 di febbre: sarà influenza? Chi lo sa. Intanto, nel dubbio, chi sta con lui si mette guanti e mascherina. Passano pochi giorni e Diego peggiora, non riesce a stare in piedi, la bocca diventa rosso fuoco, si riempie di piaghe, inizia a straparlare. La sorella chiama il 112, l’attesa dura 25 minuti. Quasi mezz’ora per riuscire a parlare con una centralinista, che fa molte domande, poi interviene un medico che ne fa altre: suo fratello riesce ad alzare il braccio? No. Riesce a parlare? No. Ok, le mando un’ambulanza
L’ambulanza arriva quattro ore dopo. Da Parma. In casa salgono due giovani volontari, dicono subito di non essere nè medici, nè infermieri e ricevono indicazioni al telefono sul da farsi. Fanno quasi tenerezza.
Diego lo portano in ospedale a Bergamo, gli mettono un casco in testa, è quello dell’ossigeno, si chiama cpap, è la ventilazione meccanica a pressione continua. In ospedale dicono che potrebbe essere polmonite.
Diego riesce a fare una videochiamata a casa aiutato da un infermiere. Quella sarà l’ultima volta che i suoi figli lo vedranno. Finalmente gli fanno il tampone. Il giorno dopo Diego ha una crisi respiratoria, deve essere intubato, lo mettono in coma farmacologico, ma a Bergamo non c’è più posto in terapia intensiva e allora arriva un’ambulanza per portarlo a Vigevano, in provincia di Pavia.
Ai parenti dicono che nessuno di loro può andare con lui e che per almeno quindici giorni non lo potranno vedere. Risulta positivo al Covid-19. Ogni giorno alle 14 la moglie telefona all’ospedale per avere notizie, Diego rimane stabile per quattro giorni, viene messo a pancia in giù, con le mani legate dietro alla schiena per respirare meglio. Fino a ieri mattina, quando il suo cuore ha smesso di battere.
Perchè vi racconto questa storia? Perchè ci sono migliaia di Diego sparsi per la Lombardia e il nord Italia, persone ancora giovani, in età lavorativa, tra i 30 e i 50 anni, persone che — mentre tutto il paese è sotto quarantena chiuso in casa — continuano a lavorare, perchè è permesso loro farlo, perchè viene chiesto loro di farlo, perchè fermarsi significa mortificare ulteriormente un nord Italia già in ginocchio. Eppure oggi sono proprio quei trentenni, quei quarantenni e quei cinquantenni — che non si sono mai fermati — quelli che iniziano sempre più ad ammalarsi, che finiscono in terapia intensiva e che a volte ci muoiono.
Diego viveva nell’industrializzata Val Brembana, la valle dirimpettaia di quella Val Seriana di cui si parla tanto in queste ore,
Da lunedì molte grandi aziende della zona hanno deciso di chiudere i battenti o almeno di ridurre le linee produttive. Ma ancora non basta. Che cos’altro deve accadere per far capire a tutti che bisogna fermare la locomotiva d’Italia se vogliamo sconfiggere questo dannato virus?
In provincia di Bergamo, soprattutto lungo il fiume Serio, la gente è infuriata. Non ci sta a farsi dare dell’untore. Non ce la fa più a contare i morti. E si chiede incessantemente perchè diavolo non sia stata fatta una cintura sanitaria laddove c’era un focolaio, tra Alzano Lombardo e Nembro.
Perchè le fabbriche han continuato e continuano a lavorare? Chi è che non ha voluto creare una zona rossa necessaria, urgente, vitale su un perimetro di 25 mila anime?
Le persone vogliono sapere, cercano la verità , ecco perchè i parenti delle vittime hanno lanciato una raccolta firme attraverso Change.org per avere risposte chiare su quello che è accaduto davvero a partire da quel maledetto 23 febbraio.
(da TPI)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
ASCOLTI SECONDI SOLO A “DON MATTEO”
http://destradipopolo.net/?p=51580«Preghiera a Maria, ai piedi della Madonnina nei giorni tribolati di questo coronavirus». Sono di appena qualche giorno fa le immagini virali di monsignor Mario Delpini, in piedi sul tetto del Duomo di Milano mentre sotto un cielo libero dalle nuvole e dall’inquinamento chiede aiuto alla Madunina nel mezzo dell’epidemia di coronavirus. Immagini che raccontano di una città con le chiese chiuse dove i cattolici cercano nuovi canali di preghiera.
Non un caso ma una vera e propria tendenza, dicono i dati Auditel: nella serata di ieri, 19 marzo, Tv2000, la rete della Conferenza episcopale italiana, ha fatto in prime time l’11% di share con 3,6 milioni di telespettatori.
È stata la terza rete più vista in Italia dopo Rai 1 e Canale 5. In media il giovedì, in questa stessa fascia oraria, registra lo 0,23% di share. In onda era trasmesso un rosario, preceduto da un messaggio di Papa Francesco mentre su Rai 1, prima rete, era in palinsesto Don Matteo 12 e Canale 5, seconda rete, Benvenuti al Nord.
A spiegare le ragioni di questo picco è Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000.
Come vi spiegate questo record di ascolti?
«In questi giorni abbiamo avuto un crescendo. La svolta è stata con la messa di Papa Francesco in diretta da Santa Marta ogni giorno alle 7.00. Noi trasmettevamo una Messa al giorno alle 8.30, ogni giorno da un luogo diverso. Adesso abbiamo introdotto questo appuntamento. Ieri c’è stata una comunità che si è ritrovata. Anche il Papa c’era, accanto al suo popolo. Un pastore che pregava con il suo gregge».
È cambiato qualcosa nella composizione del vostro pubblico secondo i dati Auditel?
«In questo momento siamo davvero a ranghi ridotti. Siamo in pochi e stiamo lavorando tanto per non spegnere questa luce. Sono sincero, non abbiamo avuto tempo di controllare».
Come avete cambiato il vostro palinsesto dopo la chiusura delle chiese?
«Il palinsesto è stato rivoluzionato. Volevamo rendere un servizio migliore ai fedeli. In questo momento Tv2000 ha incrementato appuntamenti religiosi ma anche aumentato gli appuntamenti di informazione. Richiesta anche di informazione seria e credibile che si occupi poco di polemiche e più dare alle persone punti ferme e certezze. Qui stiamo cercando anche di raccontare il bene che si sta registrando in tutta Italia».
In questa epidemia, quale può essere il ruolo della preghiera?
«È un ruolo fondamentale. Dai messaggi che stiamo ricevendo anche diversi non credenti stanno trovando nelle parole del Papa un punto di riferimento. La preghiera è un modo per avere conforto e trovarsi uniti. È un elemento importante, fondamentale. Sempre. In questo momento di paura ci si affida con la speranza e la certezza che torneremo ad abbracciarci e darci il segno della pace».
Come è cambiato ora il modo di vivere la Fede per i cattolici?
«Questa quarantena in tempo di quaresima ci riporta all’essenziale. Tante infrastrutture che ritenevamo indispensabili stanno venendo meno. Adesso dobbiamo interpellarci su cosa questo coronavirus ci sta chiedendo. Forse ci sta chiedendo un supplemento di amore verso gli altri.
Io non penso che la Messa in televisione sia sostitutiva anzi. Penso che farà crescere ancora di più il bisogno fisico di vedersi. Tutto questo ci sta facendo scoprire la bellezza, il significato, la simbologia di alcuni riti. L’idea che mi faccio è che questo ci farà riscoprire la bellezza di una fede condivisa».
(da agenzie)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
IL DECRETO ANTI-CORONAVIRUS NON HA FERMATO LA LORO TRAVERSATA
Con le autorità locali che li hanno attesi nel porticciolo di Maratea, in Basilicata, avevano provato a giustificarsi dicendo di accompagnare il proprietario della barca a vela che era ‘malato di cuore’.
Tuttavia, le autorità locali hanno accertato che tutti e tre i passeggeri arrivati nella cittadina lucana via mare, partendo da La Spezia, erano in buone condizioni di salute.
Le tre persone sono state quindi denunciate per aver violato le recenti prescrizioni dell’esecutivo sulla limitazione degli spostamenti nel corso dell’emergenza sul coronavirus.
Secondo la ricostruzione fatta nelle prime ore dopo la denuncia, la barca a vela sarebbe partita dal porto di La Spezia, approfittando anche delle favorevoli condizioni meteorologiche degli ultimi giorni.
Dopo una prima tappa nell’isola di Ischia, l’imbarcazione si è diretta verso la cittadina lucana che si affaccia sul mar Tirreno. Qui sono stati denunciati dalle autorità competenti e subito dopo sono stati aiutati dalla protezione civile che ha offerto loro dei viveri.
Il sindaco di Maratea Daniele Stoppelli — nel corso di una diretta Facebook nella giornata di ieri — ha specificato che i controlli al porto della cittadina sono stati tempestivi, grazie all’intervento dell’ufficio circondariale marittimo e della polizia locale.
«Abbiamo deciso — ha detto il primo cittadino — di far allontanare dalla nostra città e dal nostro porto il veliero che quindi non può costituire alcun pericolo per i cittadini. Sono state attuate tutte le misure necessarie a fermare la loro navigazione, dal momento che abbiamo constatato come non ci fosse alcuna necessità di un loro approdo a Maratea».
I cittadini della località balneare lucana hanno comunque espresso qualche preoccupazione, dal momento che il controllo è avvenuto in mattinata, mentre la ripresa della navigazione da parte della barca a vela è avvenuta esclusivamente nel pomeriggio. Tuttavia, le tre persone non presentavano sintomi riconducibili a Covid-19.
(da agenzie)
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Marzo 20th, 2020 Riccardo Fucile
“E’ ANDATO IN OSPEDALE PER SOTTOPORSI A UN INTERVENTO MA HA TACIUTO SULLA FEBBRE”
Sarebbero una decina, per ora, i casi positivi al coronavirus tra medici e operatori sanitari dell’ospedale di Castellaneta (Taranto).
A provocarli – si apprende – sarebbe stato un medico, in servizio nello stesso ospedale San Pio, andato nel nosocomio per sottoporsi ad un intervento e che e’ entrato nella struttura avendo gia’ la febbre, poiche’ aveva contratto il coronavirus.
Stamattina saranno effettuati altri tamponi al personale dell’ospedale di Castellaneta, l’unico nel versante occidentale della provincia di Taranto. “Quello che e’ accaduto e’ gravissimo, inaudito, inconcepibile. Un medico, che lavora in ospedale, e’ andato li’, in nosocomio, e invece di passare dal pre triage come prevedono la procedura e i protocolli, e’ andato regolarmente al pronto soccorso, come se nulla fosse, e da li’ e’ andato poi nei reparti”. Lo dichiara il sindaco di Castellaneta, Giovanni Gugliotti, che e’ anche presidente della Provincia di Taranto.
“E’ accaduto uno sfacelo – prosegue Gugliotti – nel senso che diversi medici,di vari reparti, sono risultati contagiati. Ma era ovvio che potesse accadere. Hanno fatto all’ospedale di Castellaneta una cinquantina di tamponi e diversi sono risultati positivi. Ma non abbiamo finito con i tamponi perchè se ne faranno altri”.
“Stamattina – sostiene Gugliotti – stiamo cercando di capirne di più e di valutare come Comune, insieme al direttore sanitario dell’ospedale San Pio, cosa fare e quali provvedimenti intraprendere”.
“Assurdo quanto è successo – prosegue il sindaco di Castellaneta -. Anche se tu sei medico dell’ospedale di Castellaneta, non puoi, ribadisco non puoi, sottrarti ai protocolli. E’ invece questo è accaduto. Ma come? A Castellaneta stiamo facendo i salti mortali per garantire i servizi, consegnare i farmaci a domicilio, così anche la spesa alimentare, stare vicino a chi è in difficoltà , eppoi accadono cose come queste che ci mandano tutto all’aria!”.
Al momento, tra i casi positivi di coronavirus nel Tarantino, 23 a ieri sera secondo il bollettino regionale, quattro riguardano medici: due medici di base di Manduria, un primario ospedaliero di Taranto e un medico dell’ospedale di Castellaneta.
(da agenzie)
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